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[GDR] La pelle che abito

Mistic
" Misti è necessario che tu insegni a FunCo a scrivere "

"Perchè io?"
risposi stupita...ma poi compresi.



Diversamente dalle persone che viaggiavano con me, io ero cresciuta in un ambiente agiato, in un castello dove la cura personale e la cultura non erano sconosciute.
Il mio era un mondo di stereotipi,dove tutto era esattamente così come doveva essere.
Ci si inchinava a chi si aveva di fronte, si rispondeva solo se interpellati e con tono remissivo.
La logica questo richiedeva...ma io e lei, non andavamo per niente d'accordo e questo i miei fratelli lo sapevano bene.Ero più abituata all'istinto che alla ragione, ed è per questo che il mio mondo all'epoca,era dentro me stessa, ancora oggi appena posso mi rinchiudo nel silenzio...
Fu Goa,il maggiore,a chiamarmi per la prima volta Mistic.
Studiava teologia all'epoca e mi spiegò cosa si intendeva per misticismo,accostandolo al mio modo di essere.

"Non tutti lasciano prevalere la mente...tu sei così...ed è per questo che ho deciso che ti chiamerò Mistic..."

Alla fine quel mio modo di vedere le cose mi portò lontano dalla mia famiglia, che nonostante tutto, non mi ha mai ripudiata.


"Zia Misti,è difficile leggere..."



Quante famiglie può avere una persona?

Su questo credo di essere stata fortunata (...forse) , sono cresciuta con persone che ho spesso considerato la mia famiglia
anche se nelle nostre vene non scorreva lo stesso sangue.Difficilmente mi sono sentita sola.


"In qualche modo faremo Fungo..."
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16 Ottobre 1460
Fungo
Fungo, allegro Capitano

Quel giorno Fungo non si svegliò. Non perchè fosse morto o perchè troppo stanco, ma perchè da quando era sorta l'alba non aveva dormito più.
La tensione era troppo alta.
Di solito con le prime luci dell'alba, nella coperta dove si dormiva tutti ammucchiati qualche raggio di luce entrava, ma il sonno era più pesante.

Oggi no.
Oggi Morfèa gliel'aveva promesso.
Oggi sarebbe diventato... CAPITANO!

La sua nave più preferita di sempre! Quella che gli aveva fatto conoscere gente del calibro di Legio, o del barone povero Grebbius, oppure... si, comunque tanta gente!

Si svegliò, corse su per le scale, iniziò a fare tutti i lavori che di solito faceva, ma con un certo nervosismo in più.
Ogni volta che Morphea passava, per attirare la sua attenzione, Fungo lanciava qualche fune gridando
"Ocio!" che in qualche modo stava a significare "attenti!".
Al che ad un certo punto Morphea si accorse che forse c'era qualcuno sulla nave impaziente di comandare.
Allora lo prese da parte, gli consegnò degli abiti diversi, che ovviamente stavano troppo grandi a lui, e gli disse di andare al timone a iniziare a comandare la nave.

Gli mostrò come si tiene il timone, poggiando le sue mani sulle sue e facendo vedere quale impressione di forza bisognasse dare.
Era facile. Molto facile.
Alla fine bisognava guardare la bussola e seguire quella direzione.
Morphea si allontanò chiamando Nyneve che avrebbe assistito nelle difficili manovre.

Come poteva una sua coetanea capirne più di lui? Bisognava subito fare capire chi comandava.


Ehi Nyeve! Guarda come si manovra una nave!

Detto questo diete una forte spinta verso il basso al timone. Per la forte spinta ricevuta, per assestamento il timone poi iniziò a ruotare in maniera opposta, ovvero verso l'alto.
E mentre Fungo si faceva grosso dell'essere forte, uno dei manici del timone si impigliò nel vestito di Fungo, che subito iniziò a gridare:


Noooooo! lasciamiiii! lasciamiiiii!

Ma oramai la figuraccia era stata fatta. Il timone era tornato nella posizione originale, e Fungo si trovava sulla cima di esso, impigliato nel suo vestito.

Fatemi scienderie di cuiiiiiiii!!!!!

Per fortuna che con un rapido strattone riuscì a liberarsi dalla presa, ma oramai la casacca da Capitano se l'era presa il timone.
Nyneve comunque stava a terra dal ridere.
Doveva categoricamente riprendersi.


Invece di ridiere, aiutami! Devo riprenne cuella vestita! Dai aiutami!

Per fortuna che il vento impose di girare ancora il timone, stavolta dolcemente, in modo che si poté così recuperare la maglia.
Si aggiustò tutto e fece finta di niente.


Tanto gliel'ha visto solo lei.

Pensò Fungo. La cosa che più lo preoccupava è che Legio lo venisse a sapere. Non poteva certo permettersi che tutta la "reputazione" che si era costruito col tempo venisse meno per un errore così grossolano.
Come poteva corrompere Nyeve?


Soldi?
Danari?
Ducati?

Perchè penso solo ai soldi? Magari vuole cualcuno di simpatico! oppure un gioiello. Però sarebbessero altri soldi! Allora un pescie buono! ma dove lo peschio?
Fa gniente, ora andrò in giro e mi fariò chiamare "Super Capitano Clamoroso". Delle belle parole che dicono che sono bravo. Gnissuno ci criederà se la Nyeve gli dirà che cio sbagliato.
Oppure meglio solo "Super Capitano". Perchè non so... Forse Clamoroso vuor dire cuarcosa di brutto.

Super Capitano.

Bello.
Vediamo chi ciè in cambusa.

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http://forum.iregni.com/viewtopic.php?p=84461628#84461628
Grevius
Dieci soli.
Vedevo tutto questo in una valle desolata, ero solo, senza spade e senza scudi, non vi erano le guerre degli uomini ma solo infiniti tormenti.

Era cominciato tutto il primo giorno, quando il primo sole aveva rallentato il suo cammino nell'arcata del cielo e la notte fu più corta di un passo.
Si ruppe il corso normale del tempo, e gli altri soli che seguirono il primo, si ritrovarono a splendere tutti insieme lo stesso giorno.

Non calava più la sera, non esistevano più le ombre, la fine del vento e delle stagioni.
La mia pelle non bruciava, sentivo freddo, come se i soli fossero fatti di candida neve, fuochi di lune incendiate.

Giunsi sulle rive di un lago salato, non ne conoscevo la fine e nemmeno mi proposi di cercarla.
Fu un lieto bagno terribile, volevo allontanarmi da quell'acqua pesante e senza onde non ottenendo risultato alcuno.

Senza capire, senza pensare, senza parlare.


Io e nulla più.



Mi risvegliai assaporando la salsedine, la sentivo nelle narici, cercai di catturarne il più possibile per tornare al mondo, per alzarmi dopo giorni di cattivi momenti passati.

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Morphea
"Ti sei mai persa con me?"
"No..."




" ... o meglio non nel senso che intendi ora"

" Siamo già persi..."
" Ecco... "



Io lo so che tutti pensano che abbia fatto una boiata a sposarmelo.
Credo pensino la stessa cosa anche di lui.




Insomma, te ne accorgi.
La cosa che fa sorridere è che tutti quelli che lo pensano, sono quelli che si aspettavano sarebbe successo prima o poi.
Solo che prima, tutto quello che vedevano loro, io non l'ho mai visto e secondo me neppure c'era. Io non lo sentivo.
Spesso, lo sguardo mi si appannava.
In realtà mi chiedo cosa gli cambiava prima o cosa gli sia cambiato poi.
Solo lui, una volta... forse due... mi ha detto che io di ste cose non ne capivo niente.
Aveva ragione, io di queste cose ci ho sempre capito poco.



Se proprio devo dirla tutta, io credo di averla fatta la boiata... credo di averne fatta più di una, se è per questo... ma non quella di aver accettato di sposarlo.
Soprattutto, credo, ne sia valsa la pena farlo, quando tutti erano girati dall'altra parte... perchè era una cosa nostra e gli altri non c'entravano nulla.


" A furor di popolo" m'ha detto una volta ridendo.

Il popolo a cui ho pensato io, avrebbe dato fuoco a quel pezzo di carta prima ancora che desse un cammello in cambio della mia mano, ma quello... non è il popolo che intendeva lui.



Qualcuno, prima o poi, verrà a dire che quel pezzo di carta non è valido e proverà a darci fuoco per la scelleratezza di una vita vissuta nel peccato... ma d'altra parte, un pezzo di carta non ha valore, a prescindere dai peccati, se non sei tu a dargli valore.









Vi ho amato, sapete?
Nei vostri vestiti lerci e nell'armatura ammaccata, trovavo il sorriso che il mondo ogni giorno mi toglieva.

Vi ho amato, sapete?
Per come parlavate un tempo ai Vostri uomini e per come, in nome dell'onore, offrivate la Vostra testa in cambio delle loro vite.

Vi ho amato, sapete?
Di quel tempo rubato all'eterno e fatto di miseri attimi in cui tutto si ferma e si frantuma in respiri affannati sotto le spade lucenti.

Vi ho amato, sapete?
Non avrei mai potuto amarne altri di Generali, nè mettere la mia libertà nelle loro mani.

Vi ho amato, sapete?
Parlo di un soldato, quale non sono mai stata... ma almeno per Voi tentare, ne valeva la pena.



Ailoffiu, sai?
Non ti ho mai visto vestito d'azzurro o su un cavallo bianco, eppure ho imparato ad amare prima i tuoi demoni e poi i tuoi santi.

Ailoffiu, sai?
C'avessimo mai creduto alle parole, oggi, almeno queste, ci basterebbero... sarà per questo che te lo dico così poco.

Ailoffiu, sai?
Di un amore che non so spiegare neppure a me stessa, col battito irregolare di un cuore mai sazio e spesso arido.

Ailoffiu, sai?
E non perchè credi che non abbia alterativa, ne è pieno il mondo di parole d'amore dette in momenti congeniali.





Ma ora... mi poTTi a cavacece e ce ne anTiamo a rivoluzionare il mondo?
C'è un minollo che mi segue per tutta la nave e và in cerca di un rostocchio...
SaVVami!


Oh! ...mio eroDe!




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