Morphea
Di un Miguelitos qualunque... neppure l'ombra...
Il tipo che avevo ribattezzato PaQuitolinos, fortunatamente si era accasato con la Señora che voleva la mia testa, e, entrambi, attendendevano impazienti, col loro bel numeretto ben in vista, nella fila che cominciava da un punto imprecisato della mappa e finiva chissà dove...
" CIO la famosezza" disti alla Duchessa, che era entrata in una sorta di rigoroso mutismo che si esprimeva assai loquacemente in espressioni disarticolate del viso, già ampiamente disastrato dopo l'intervento divino... ma questa è un'altra storia... ed immancabilmente, anche questa volta, non si smentì.
" Comm sì bell'!" esclamai... " qua già le pelotaS si sono abboffateS alquantoS... tu ti stai pure zittaS, e io mi devo solo suicidareS per il sopravventoS di uallariteS cronicaS..."
In tutto questo, la Señora continuava a ripetere "Usted no debe hablar su idioma"
" Idiot a chi? C'ò dic' a sor't idiota!" ma tanto quella manco mi capiva, per cui lo dissi tra i denti, così a bassa voce che neppure Misti mi sentì, ma, PaQuitolinos, qualcosa del mio commento silenzioso doveva averlo capito, perchè poi le disse..."Pero es inteligente, pone S al final de todas las palabras".Io anche a lui avrei voluto dire..."gente e niente c'ò dic' a frat't, e le ammarri a lui le palpebre", ma ero annoiata... assai annoiata... scUnsUlatissima stavo.
" Maddico io... porcavaccaccia la miserciacciaS... ma a questoS proprio mò lo dovevanoS ingabbiareS? Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!" ringhiai pure... così si mettevano pure più paura, tanta da andarsene e lasciarmi dire tutte le male parole di tutto l'alfabetoS che conoscevo; che poi sarei andata pure a casaccio, visto che lo conoscevo in ordine sparso e a seconda di come mi svegliavo la mattina.
E Aristotele, nonostante tutto, ogni tanto me la faceva concedere una grazia... perchè quelli se ne andaronoS, dove... è meglio non dirlo, ma io mi sfogai... uhhhhh e quanto mi sfogai!
Soprattutto quando ritirandoci nella regale bettola, coi purtusi ( buchi) sotto alle travi di legno, senza finestre "jamurì!", la fame, la peste e la carestia " jamurì doj vot!"... aprendo la porta sfondata, ritrovai una bella missiva con tanto di benvenuto di " un informatore che mi informava" del piacere incommensurabile che i catalani avevano nel sapermi nelle loro terre " jamurì tre volte... e se muori, ti sucuto fino all'inferno e ti struppeo!"
Lo lessi pure ad alta voce, tanto per gradire in due...
Morphea..
governo qui dire che tu es un pirata pericolosa.
Non mi credono quando dico che si può fidare.
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Progetti che ho parlato no sono possibili ora.
Molti eserciti muoversi qualcosa sta per accadere.
Essere molto attenti per favore.
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Guardai il foglio, guardai Misti... riguardai il foglio, riguardai Misti...
"Miguelitosssssssssssssss se esisti in qualche locoS della CatalunyaSSSS... ti do io il permessoS... pigliaS a mio maritoS per i zilloS e buttalo a mareS! e dopo l'urlo disumano, mentre mi buttavo sulla balla di fieno puzzolente "... tanto è stato per erroreS... il notaroS s'è sbagliatoS, era solo per l'eredità... l'eredità di che?... jamurì, tu e pure ioS... e so' quattro! Murimm assiem oì... una spesaS..."