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[gdr]La vita facile.

Mistic
Le prime luci dell'alba mi svegliarono.
Mi ritrovai e guardare la mappa che Morph aveva fissato con le lame.

E' una cosa strana. Quando ti accade di vedere il posto dove saresti salvo,sei sempre lì
che lo guardi da fuori. Non ci sei mai dentro. E' il tuo posto, ma tu non ci sei mai.

"Mistiiiiiic...Mistiiiiic"

Destai lo sguardo dalla mappa e mi avvicinai alla porta che quasi stava per essere fracassata dal taverniere e l'aprii.
Sventolava una missiva.
Nessun mittente,solo una grossa scritta..."più che urgente"





Ottime notizie.......manterrò la parola datavi.
...........................vedete il da farsi.....
................................

I miei omaggi.



Vidi concretizzarsi la libertà intorno a me.

Iniziai a scrivere le missive necessarie,poi andai a svegliare Morphea e Grevius per metterli al corrente.
_________________

16 Ottobre 1460
Morphea


Lei più di chiunque altro sapeva quanto adorassi essere svegliata...
Forse per questo l'avrei scannata quando si presentò entusiasta quella mattina!


" Mor"....." guarda"... "leggi"..." senti"... "guarda qui"... " è tutto pronto" ... " ci manca poco"....

"mmmmmm...."


" ma non mi hai detto cosa ne pensi però!"

"mmmmmm....................."

" comm sì bell quando m rispunn accussì!"


La seccai con uno sguardo.
I grugniti erano l'unica cosa, simile ad un suono orecchiabile, che riuscissi ad emettere senza imprecare, di primo mattino.

Come inizio di giornata non c'era che dire, non osavo immaginare cosa mi riservasse il futuro... meglio non chiederselo.

Così.... dopo un tempo indefinibile, ritornata in possesso della facoltà di intendere e volere... misi in atto la mia vendetta..... eeeee... con tono fermo e deciso, intonai un canto soave come quello di una starnazzante papera da cortile nel periodo degli amori.

"GREVIUSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS!!!!"

Immaginarlo tremare al solo suono della mia voce, per vederlo poi lamentarsi con Misti era cosa assai buona e giusta... sìsì... cosa meravigliosa!

"GREVIUSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS!!!"


Oh come amavo tutto ciò.

Entrò dalla porta con il solito sguardo di quando urlavo così forte il suo nome... vispo come una sogliola e allegro come un ghiro in letargo. Maaaaaaaaaaa.... soprattutto.... e più di ogni cosa... era... TERRORIZZATO...




" Grev.... per caso... ci sarebbe del pane ancora caldo in tavola?"






Grevius
"GREVIUSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS"


guardai Misty negli occhi credendo di aver udito soltanto io... ma il suo viso aveva la risposta già disegnata sopra.
Sgranai gli occhi e rabbrividii e pochi istanti dopo venni nuovamente richiamato

Morphea mi voleva e di prima mattina non era mai per far qualcosa di piacevole.

Mi avviai a passo stanco e titubante, come per ritardare le varie faccende che mi aspettavano di lì a poco.
Entrai lentamente con lo sguardo basso, non potevo guardarla negli occhi... me lo auto impedivo per non dover battere le cicglia ed incappare in qualche lavata di capo, o la guardavo fissa o dovevo abbassare lo sguardo, era una regola non scritta e mai pronunciata. Ma era così.

"Dica signora comandante risissignora, soldato Guscio a rapporto"

"Grev.... per caso... ci sarebbe del pane ancora caldo in tavola?"


tirai mezzo sospiro di sollievo, non mi aveva parlato di pantofole o stivali o scendiletti o altre cose orribili, degne della sua cattiveria.

"Si... lo vado a prendere con le mie mani medesime, che sono contente, altrettanto che me... di andarlo a portare a voi..."

Tornai in cucina con fare circospetto...
Misty notò subito la cosa e disse

"Che voleva?"
"shhh sono in missione segreta" dissi stancamente
"Eccheddevifare..."
"Amò dai, la conosci la procedura... niente domande, niente ammiccamenti da parte mia, e girare il viso dall'altra parte mentre delinquo"

si girò sbuffando, mentre arraffavo un panetto caldo e lo mettevo nella saccoccia...

Una sensazione di onnipotenza mi pervase il corpo, potevo tornare da Morphea trionfante privo di ogni timore, con il panetto caldo fra le mani...

Tutto questo durò esattamente un solo istante, perchè il momento di ritornare da lei era giunto per davvero.

Rabbrividii
Poteva succedere di tutto.

_________________
Morphea


Al mercato volente o nolente dovevo pur andarci ogni tanto...aver fame non era sempre un peccato di gola.
Si trovava dall'altra parte della città, e il tratto da compiere non era breve.
Ne vedevi di cose per strada.

Negli anfratti, spesso vedevi riunirsi qualche comare o vecchia megera che si nascondeva insieme a qualche suo simile per tramare subdolamente nell'ombra, e che vigliaccamente non mostrava mai il proprio volto.
Povere cagne travestite da pie donne che non aspettavano altro che rovistare avanzi nell'immondizia.
La cosa che più mi divertiva era l'inorgoglimento che si ostentava davanti a certe conquiste.
" Ognuno ha il proprio regno" ripetevo io, sorridendo.


Riempivano il loro tempo così, incapaci di fare altro...
Il tono delle loro voci era sempre lo stesso: noioso e piagnucolante senza un minimo di sostanza.
Qualche volta si cambiavano d'abito, convincendosi che fosse possibile cambiare la loro natura insipida...

"Ogni tanto posso provare anch'io compassione..." mi dicevo "...non si paga!".

Se c'è chi prende, ci sarà qualcuno che dà... ed in certi casi è quello che rattrista di più.

Avevo imparato ad apprezzare molto di più la mia follia, almeno non ero costretta ad essere accondiscendente neppure per pochi istanti con chi, intanto, tesseva tele e ordiva tranelli... travestendosi da qualcosa che non era e che non sarebbe stata mai.


" che facciamo ora?" - " tu niente, ma io devo liberarmi di parecchie cose inutili!"- " e poi?" - " poi devo seguire il consiglio di qualcuno, che una volta credevo amico " - " che consiglio?" - " mi consigliò di farmi vedere da un cerusico..." - " ah! e ti serve? " - " sì!" - " per cosa?" - " emmelodirà il cerusico... "- " ma sei malata?" - " uh! sì... assai malata.... CIO' il male di DIN DON..."- " e che male è?" - " una di quelle malattie gravi senza cura" - " so' assai infettive? " - " purtroppo no" - " come, purtroppo no? " - " eh... purtroppo no!" - " tu sei pazza!" - " appunto!" - " e sei contenta? " - " certo.... la pazzia non è mai stata sinonimo di stupidità, l'invidia sì!"



--Her_makkaronen
Entrò con aria cupa.
Era alto e biondo ed ariano e portava una maschera per gli appestati, col naso dentro il becco di cicogna. sconvolgente fino a quando non “ebbe a professar parola”:

Gutentag.. mi kiamo Her Makkaronen.
Sono medico famoso e molto attento ja.
Dove esere seduta Frau, la signora che ha morbo di gravizima malatia ja…
morbo di DIN DON che prende esere e porta alla pazia….
Meine Herren, Sie verstehen?..avete kapito grosso problema?


Una risata gutturale si mischio ad altre più cristalline.
Her Makkaronen era pronto a visitare Frau Morphea, distesa su di un fianco e con la testa appoggiata dentro il palmo.
Morphea


Il paesino è piccolo e.... la gente sapeva tutti i ca...lzettini di tutti, anche se si trattava di un paese d'oltralpe.

" Io avere bisogno di cerusico" chiedevo alla bottegaia di arsenico e vecchi merletti.
Quella stava lì impalata senza dire niente.
" Doktor?" provai a dire nella loro lingua.
E lei fissava sempre in silenzio.
" Chirurg?" ridomandai.

Lei finalmente disse qualcosa
" Makkaronen?"

" Sese vabeh... o rau'..." feci un respiro profondo " Arzt?"
Lei cominciò a sillabare cose per me incomprensibili, alzando e abbassando il tono della voce.


" Makkaronen?" ridomandò.

" E dall'.... keine... no... nicht... non voglio mangiare, voglio un cerusico... i maccaroni me li mangio più tardi..."
Non ci fu niente da fare. Si era fissata.
Qualcuno però mi comprese, il giovane uomo che era con lei mi indicò la strada a gesti.

Quando ci arrivai lo stanzone era vuoto, poi arrivò lui.
Brutt brutt brutt.
La prima cosa che pensai fu: " mammò pigliatill!"

Aveva una maschera sul viso, e l'unica cosa che si intravedeva, erano i suoi capelli biondi.
Qualcosa però mi diceva che quella fosse una parrucca.






Gutentag.. mi kiamo Her Makkaronen.
Sono medico famoso e molto attento ja.
Dove esere seduta Frau, la signora che ha morbo di gravizima malatia ja…
morbo di DIN DON che prende esere e porta alla pazia….
Meine Herren, Sie verstehen?..avete kapito grosso problema?





" Ehhhhhhhhhhhhhhh... come no! E' come dici tu Maccarò, ma se mi ripeti dinuovo tutto mi sà che è meglio..."


Ero distesa su un fianco e tenevo la testa poggiata sul palmo di una mano, e attendevo.





--Her_makkaronen
La visita inizio dal basso ma la donna con un gesto appoggiò la seconda mano
libera sulla spada e “Her Doktor” cambiò velocemente idea. “tutto perfekto..gamba sode ja, qvi buona salute!”

“ora bisonia comprendere Frau, qvesto malatia forse nervosa Ja, …
Sicuramente gravizimo e anche bisonia di molto curare ma io dedico anche
tempo. Cos’esere qvesto sintomo patologico del DIN DON Frau Morphea?”
Morphea



Maccarone si era adoperato subito per la visita.
Mi sembrava assai scrupoloso... fin troppo scrupoloso.

" Maccaro'!" dissi con tono fermo, poggiando la mano sull'elsa mentre mi visitava (?) le gambe " ti appizzo mò o prima di subito?"

Stanamente si pietrificò e assumendo una posizione quasi marmorea, attaccò il pippozzo, rassicurandomi quanto meno per la salute fisica.





“tutto perfekto..gamba sode ja, qvi buona salute!” accompagnando la frase con una risata quasi diabolica.

“ora bisonia comprendere Frau, qvesto malatia forse nervosa Ja, …
Sicuramente gravizimo e anche bisonia di molto curare ma io dedico anche
tempo. Cos’esere qvesto sintomo patologico del DIN DON Frau Morphea?”





"Maccarò... ora voglio dirti il mio segreto. Vedo una pantegana, e parla pure... ha denti grandi, bruttabrutta, neranera... Maccarò, mi metto paura." e le parole scorrevano sulla voce tremante. "vedo la gente morta. Vanno in giro come persone normali. Non si vedono fra loro, vedono solo quello che vogliono vedere... Non sanno di essere morti. Li vedo continuamente. Sono dappertutto. Non racconterai a nessuno il mio segreto, vero? Resterai qui fin quando non passerà tutto?"


--Her_makkaronen
"Qvesta che tu vedi esere grandissima zoccola ja! Toppone femmina non esere altro. Tu devi trovare qvesta topolonen e dire qvesto:

Ezekiel 25, 17. »Der Pfad der Gerechten ist zu beiden Seiten gesäumt mit
Freveleien der Selbstsüchtigen und der Tyrannei böser Männer.
Gesegnet sei der, der im Namen der Barmherzigkeit und des guten Willens die Schwachen durch das Tal der Dunkelheit geleitet.
Denn er ist der wahre Hüter seines Bruders und der Retter der verlorenen
Kinder." Und da steht weiter: "ich will große Rachetaten an denen vollführen,
die da versuchen meine Brüder zu vergiften und zu vernichten, und mit
Grimm werde ich sie strafen, daß sie erfahren sollen: Ich sei der Herr, wenn
ich meine Rache an ihnen vollstreckt habe."


Una volta tu dire qvesto cafolata ed imparare a memoria ja,
devi tagliare testa zubito.!
Aufidersen ora. Io andare a medicare prete frù frù!


Edit by {Ramarro}
Morphea



Maccaronen senza press ( con tutta calma ) attese che io finissi di parlare.
Poi mi fissò dritta negli occhi e mi disse esattamente cosa fare.
Prima dovevo imparare a memoria quello che il lupo dei tre porcellini aveva detto, e dopolo dovevo trovare la pantegana e dirglielo... a lei personalmente in topolona:


Ezekiel 25, 17. »Der Pfad der Gerechten ist zu beiden Seiten gesäumt mit
Freveleien der Selbstsüchtigen und der Tyrannei böser Männer.
Gesegnet sei der, der im Namen der Barmherzigkeit und des guten Willens die Schwachen durch das Tal der Dunkelheit geleitet.
Denn er ist der wahre Hüter seines Bruders und der Retter der verlorenen
Kinder." Und da steht weiter: "ich will große Rachetaten an denen vollführen,
die da versuchen meine Brüder zu vergiften und zu vernichten, und mit
Grimm werde ich sie strafen, daß sie erfahren sollen: Ich sei der Herr, wenn
ich meine Rache an ihnen vollstreckt habe."


Una volta che avessi terminato, le dovevo tagliare il capucchione.

" Eh! Mo stiamo apposto proprio Maccarò. Con quella che sento solo io... già ci parlo dalla mattina alla sera, e non si toglie dalle orecchie. Poi parlo pure con la Baronessa delle cesse, perchè la Contessa sono io... per non parlare del Barone che zoppechea. Vedo i morti che non sanno di essere morti, e sento le voci. Mo' mi mancava di mettermi a raccontare la favola dei tre porcellini ed ezechiele lupo con un ratto per stupetiarla e che tra l'altro m' fa' pure nu poc assai schif!" feci un luuuuuuungo sospiro per riprendere fiato." Io poi a capì ti ho capito pure eh, solo che le ultime tre o quattro parole e qualcuna presa per mezzo mi mancano. Se me le scrivessi su una bella pergamena pure usata, vedo che posso fare... mi faccio fare ripetizioni da quella che mi parla nelle recchie tutto il giorno. Però io mò ti avviso... se dopo che ho imparato tutto sto papiello, quella non si stupetea e io non riesco a staccarle la testa... io tornare qua e staccare te piluscinen... Ja?"

Non so se avesse capito la mia minaccia, ma si mise là con una santa pazienza e mi scrisse tutto.
Io, che tutta scema era, ma non troppo, presi il pippozzo e andai da quello che m'aveva mandato da lui e mi feci tradurre tutto.





Ezechiele, 25:17. Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che, nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è, in verità, il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare, e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te!


Quando quello finì di tradurmi pezzo pezzo tutta la pergamena e io la lessi esclamai:
" E capit a Maccaron? Tanto maccarone non era... io a questo lo rapisco prima di andarmene e me lo porto appresso. Tanto sto sempre tutta ciaccata, e quando non mi ciacco da sola mi ciaccano gli altri... chist m serv' proprio oì! Panteganaaaaaaaaaaaaaaaa.... ammeeeeeeeeeeeeeee!"

E dopo aver sguainato la spada, radunai la truppa e mi misi sulle sue tracce.


Grevius
Tra i pazzi si impara ad impazzire.
Morphea proseguiva quell'inutile cura, che non avrebbe fatto altro che aggiungerle un'altra vocina, teutonica stavolta.
Il cielo si copriva di giorno in giorno, temporali lontani rompevano un silenzio irreale con rumori profondi, come ruggiti.

"Il tempo sta cambiando..." dissi ad Alessia
"... c'è aria di pioggia"

lei annuì silenziosa, mentre il vento le accarezzava i capelli.

_________________
Morphea



Tornata alla catapecchia decisi di mettere subito in pratica i suggerimenti di Makkaronen.

Iniziai la mia caccia impugnando la spada e uno scopettone.

" Panteganaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa" urlando e spostando tutta la mobilia per scovarla " la tua testa sarà miaaaaaaaaaa!"

La surmottola doveva essersi nascosta per bene, perchè proprio non riuscivo a stanarla.... quand'ecco che fece la sua apparizione in pubblico!
Nera come la pece e fetida come i piedi del Barone.

Iniziai a rincorrerla per poi vederla lanciarsi dalla finestra giù nell'aia antistante alla casa.
Il canto degli uccelli divenne più forte quando lo scatto improvviso della porta mi vide attraversarla per lanciarmi in un inseguimento senza pari.
Misti e Grev cominciarono a seguirmi, probabilmente preoccupati dalle urla che lanciavo verso la lercia bestiola, che loro non avevano ancora visto.

Le loro domande arrivavano alle mie spalle come fiati di bue prima della mattanza.
" Deve essere mia, non ho tempo per fermarmi a rispondergli" pensavo.

Nella corsa con la scopa sventolante si unirono altri, come in uno di quei sogni in cui tutti sono diretti da qualche parte per inerzia, senza sapere il perchè o il per cosa.

D'improvviso m'arrestai nella piazza, e loro... dietro di me.
La vile marrana si era infiltrata in una delle fenditure del muro di un edificio.
Quattro mamozi messi a veglia dell'ingresso, erano già in allerta.

Mi voltai.
Guardai le loro mani.
Alcuni avevano fame, altri sete e altri ancora le tasche vuote.
Li fissai per un attimo, che mi sembrò eterno, e in quell'eterno vidi scorrere tutta la mia meravigliosa esistenza.

Se avessi rinnegato una delle cose che avevo vissuto, una sola , non sarei stata lì.
Ogni singola scelta era stata la mia.
Quella di vivere o di rischiare di morire.
Quella di amare e quella di odiare.
Quella dell'irruenza e dell'impertinenza.
Quella di scegliere di non tacere mai, nel bene e nel male.
Quella di fare e di seguire sempre il mio istinto.
Quella di non vendere mai l'anima per un pugno di sabbia.
Quella di vivere ogni cosa con tutta la passione di cui ero capace.
Quella di non nascondere mai nessun difetto, nè di nascondermi mai dietro un dito.
Quella di essere io e solo io sempre e comunque.
Quel topo che perdeva la sua importanza perchè non era altro che un ratto nascosto in una tana.

Quel giorno con me c'era tutto il mio passato e chi ne aveva fatto parte, c'era il mio presente e da lì a poco un salto che avrebbe tracciato anche il mio futuro così incerto.

Qualsiasi cosa sarebbe successa quel giorno, io avevo vinto... dopo mesi avevo ritrovato me stessa e non ci sarebbe stata per me vittoria più grande.

L'occhio vitreo tornò vispo.
Poggiai la scopa in terra, tenni la mia spada e gli sorrisi, limitandomi ad un lieve cenno col capo.
Non servì altro.




Grevius
Le gocce di pioggia fanno un gioco strano nella loro breve natura.

Vivono per molti giorni in una nuvola grigia, poi quando la nuvola decide di fermarsi in una vallata iniziano a fomentare ribellioni contro la terra, perchè essa giace molto lontano da loro, beffarda, e di molto più estesa.

Dicono che i tuoni siano solo il ruggito della loro voce in tumulto, perchè le gocce di pioggia sono piccole, ma non si riesce a contarle a causa del loro immenso numero.

Arriva infine il punto cruciale, in cui la più temeraria si stacca dalle compagne e si scaglia solcando il cielo che la separa dalla sua nemica.
Sarà la prima perchè era il suo destino.
Sarà inghiottita dalla terra, perchè era il suo destino.
Ma nel lasso di tempo in cui cavalcherà il vento, si sentirà l'essere più forte del mondo intero.

Altre dopo di lei la seguiranno, ed aumenteranno il loro numero di volta in volta... dalla prima del principio, poi cinque,venti, cinquanta, mille, milioni, infinite.
L'armata invincibile destinata a formare fiumi impetuosi, mari profondi e tenebrosi.
Pozze giganti dove la terra prima regnava sovrana.
Si riprenderà la sua rivincita, questo è certo, ma rimarrà in scacco fino al sopraggiungere del sole.

Battaglie simili avvengono in molte parti del mondo, fin dalla notte dei tempi.
E da queste battaglie molte cose ne giovano, attendono tutte con ansia il momento dell'oblio, per ricavarne profitto vitale.

Sembrava quasi la storia degli uomini, condannati come le gocce di pioggia, a combattere eterne lotte contro il muro di pietra, che li separa dalla gloria.

Così eravamo noi, dinnanzi al nostro muro, pronti per mettere in scena la nostra tempesta.

_________________
Morphea



Le gambe cominciarono a tremarmi e avevo timore che qualcuno di loro se ne accorgesse, e il terrore che avrei potuto deluderli non mi permetteva di controllarle.
No, per me non era facile sorridere e fare finta di non sentirlo quel peso.

Davanti al Municipio di Marburg an der Drau erano a guardia quattro miliziani.
Eravamo arrivati lì per caso, in cerca di un posto in cui trovare un po' di serenità e di mete nuove da esplorare lungo il Drave, non appena Bellarmino e Theti ci avesser raggiunto.

Ricordo ancora il giorno che sbarcammo.
Ovunque mi girassi non si sentiva parlare d'altro che delle Armate O.N.E., Amesha... anche il Castello, a poche miglia da lì, era nelle loro mani... e noi... eravamo così pochi... moscerini a confronto, come quando, senza pietà, ci si scagliarono contro sul sentiero Croato.
Su quella strada avevo perso l'ultimo briciolo di ragione che mi era rimasto.

Il Sindaco subito aveva avuto premura di farmi scrivere dal Ministro del Commercio, per farmi avvisare, che un esattore si sarebbe presentato alla mia porta per riscuotere la tassa portuale, per l'ormeggio della Chiatta nel porto.
Avevo sorriso allora e ogni settimana quando l'esattore bussava alla mia porta, i ducati erano già pronti sul tavolo.

Nel frattempo Grevius tutte le notti aveva il compito di farsi un giro per la piazza e controllare in quanti sorvegliassero il Municipio.
All'arrivo di Bellarmino e Theti, ogni cosa era stata pianificata... dovevamo solo attendere il momento giusto.

Una mattina qualcuno mi avvisò dell'arrivo di alcuni viaggiatori che parlavano un idioma italico.
" bene!" dissi tra me e me. Poi cercai Grevius e gli spiegai ogni cosa. Doveva trovarli e avvisarli di quello che avevo in mente. Qualora avessero accettato doveva contattare subito Bellarmino.

Quando cominciai la caccia alla pantegana mi stavano raggiungendo, e vedendomi correre come un'ossessa dietro l'orrida bestiaccia, si ritrovarono a rincorrermi.
E' proprio nella crepa di uno dei muri del Municipio, che quel ratto malefico aveva deciso di nascondersi.

Li guardai per un attimo, rimanemmo lì nei dintorni fino al calar del sole.
Quando la piazza fu finalmente deserta, in otto sorpresero le guardie alle spalle e le trascinarono nei vicoli bui alle spalle dell'edificio.

Sfondai la porta e salii immediatamente le scale.
Mi seguirono Grevius, Bellarmino e Athlestane.
Immobilizzammo il Sindaco e iniziammo a rovistare ovunque.
Dei documenti sul tavolo del primo cittadino indicavano chi avesse i ducati e le merci.
Le dispense erano piene di pane, latte, carne e grano. Cataste di ferro, legna, pelli e lana a stento permettevano l'apertura del deposito. Pochi soldi nelle casse, ancor meno quando finimmo.

" Tempo... ce ne servirebbe tanto, e noi abbiamo i minuti contati."

Divisi la merce a casaccio, in base al valore minimo per tutti gli uomini e le donne che avevano reso possile la presa di Marbrug.
All'alba dissi loro di andare e di sfrangare bene la porta, così che nessuno si potesse rendere conto di quello che avevo ancora intenzione di fare.

Mentre lasciavano l'ufficio per mettersi di guardia, qualcuno sorprese Athle e i suoi e li catturò. E mentre Bellarmino affiggeva in pubblica piazza un comunicato, in lontananza, al di là del lago, delle fiamme alte indicavano i roghi su cui avrebbero bruciato qualcuno di noi.











A distanza di poche ore, Misti si presentava nell'ufficio con un articolo di giornale. .


" So cos'è quella luce nei tuoi occhi... so cosa provi... e so che sapore amaro e dolce ha per te questa vittoria" sono le uniche cose che mi disse.





Mistic
Avevo il mio braccio intorno al suo collo.Dalla sua bocca uscivano parole per me incomprensibili staccate le une dalle altre da dei lunghi respiri.
Cercava aria.
Lo colpii con l'elsa della spada,facendolo capitolare a terra.

Quante nature può possedere una persona?

Erano stati giorni sereni quelli precedenti.
Le persone che mi erano intorno...la vita facile...tutto sembrava bastarmi.
Eppure...l'eccitazione di quel momento,era inspiegabile,più il miliziano si piegava alla mia stretta,più mi sentivo a mio agio.

"La mia vera natura!" pensai.

Non fare mai appello alla "miglior natura" di un uomo. Può darsi che non l'abbia. È più conveniente fare appello al suo interesse.


Guardai il corpo del miliziano fermo a terra e senza altri indugi mi diressi all'interno del municipio.

I suoi occhi...furono la prima cosa che notai.
La pazzia che vi albergava da mesi era sparita.
"Morph!" fu l'unica cosa che uscì dalla mia bocca.
Era alle prese con la merce che aveva trovato in magazzino.Si fermò per un attimo.
Mi sorrise e si rimise all'opera.
Era libera!
Libera da tutto quello che l'aveva incatenata per anni.


Mi voltai alla ricerca di Grevius.
Era fermo davanti alla scrivania del sindaco che setacciava tra le carte.
Gli andai incontro,fiera,di me e di loro,come non l'ero mai stata!
Si voltò e mi mise delle scartoffie in mano.
"Stai senza far niente? Ti sembra il momento? Lavora!"
Scoppiai a ridere afferrando le pergamene.
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16 Ottobre 1460
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