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[gdr]La vita facile.

El_piccion
Cruuuu...cru....cru....ecco le Alpi...ma dico io, che mi mandano a fà in Austria?! Un viaggio lungo per fare niente, stavo così bene con la padrona! E mò mi manda in Austria solo per due righe! Ma dico io, un po' di rispetto per i i piccioni, siamo mica schiavi!! Eh no...in realtà lo siamo....cruuu...cruuuu...boia faus che freddo...si stava così bene la...

Ecco, ci manca anche questo, mi prude la zampa, péss che 'ndé 'd neuit...maldetto biglietto che nella fretta l'ha messo male...cruuu...cruuu..



Spero sia andato tutto bene
Ricordatevi, cosa truvà l'è nen rubà

N.Y.


Mistic
Avevo circa...tante...pergamene in mano,facevo scorrere lo sguardo veloce su la maggior parte di esse.

"Si si è come dici tu...certo questo è logico...sarà fatto!"

Grevius mi sventolò una mano davanti al viso al mio ennesimo commento sarcastico.
Lo fissai.

"Si e no ho capito quattro parole in cinquanta pergamene..." sbuffai.

Rise.

"Che ti ridi?" mi voltai per guardarlo con una finta aria minacciosa.
"Vabbene...Vabbene...ti aiuto!" mi rispose prontamente.
"Ecco bravo!Vedi che sprizzi intelligenza da quegli occhietti quando ti ci metti?" dissi strizzando tutti e due gli occhi.

Passarono ore,me ne accorsi solo quando rivolsi lo sguardo verso il sole che ormai era alto nel cielo.

"Vado a vedere se ci sono notizie di quanto abbiamo fatto..."

Uscii dalla porta furtivamente.
Un giovanotto paffuto stava distribuendo giornali all'angolo della strada dov'era la taverna che di solito frequentavamo.
Era circondato di persone.

"Nessuno mi noterà tra la folla!" pensai.

Mi avvicinai con disinvoltura,presi una copia e ritornai al municipio per farla vedere a Morphea.

Era ancora indaffarata.
La luce che avevo visto poc'anzi nei suoi occhi aveva lasciato un pò di spazio all'amarezza.
Comprendevo benissimo il suo stato d'animo,essere lì e aver compiuto determinate azioni,non era stato facile.
Mi avvicinai cauta e le porsi l'articolo che parlava di lei.
Con voce flebile le dissi:

" So cos'è quella luce nei tuoi occhi... so cosa provi... e so che sapore amaro e dolce ha per te questa vittoria"
poi andai via...
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16 Ottobre 1460
Grevius
Dopo la mezza vittoria, riuscimmo a tenere a bada il contro assalto dei cittadini la notte successiva.
Per il secondo giorno il municipio era sotto il nostro controllo.

"Questi si sono presi tutto prima che arrivassimo noi" dissi a Morphea

Non capivo per niente quella loro strana lingua, ma dalle carte riuscivo ad individuare le licenze dai semplici proclami.
Intuivo che si trattavano di licenze creditizie piuttosto di concessioni mercantili, per i numeri riportati e la quantità di merce assegnata ad un piccolo gruppo di persone, con l'incarico evidente di custodirla durante la notte.

"Non è più possibile far custodire le merci del municipio a persone esterne, non devono spostarsi mai da qui..." posai un mucchio di pergamene sul tavolo "... tantomeno i soldi"

Misty disse sarcastica "Beh ma non possono neanche farci trovare il tutto accatastato ed imballato per essere portato via."

"Alessia, avete ragione, ma c'erano le guardie apposta per difendere il tutto, noi siamo stati semplicemente più bravi di loro" risposi.

La notizia del nostro assalto si stava facendo largo, e noi dovevamo trovare una soluzione.
Ancora notte senza luna.

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Delling
il Barone passeggiando nella piazza si fermò a dare uno sguardo alle notizie affisse, provenienti da ogni dove grazie all'efficienza dell'agenzia di stampa regnolosa. Subito gli saltò agli occhi un nome ben conosciuto, però la notizia era in una lingua incomprensibile
http://www.degloriaregni.com/KAP/index.php?id_depeche=17193
Facendo ricorso a tutte le sue conoscenze di crucco (e non ci volle molto considerando che erano nulle), riuscì a capire (parecchio all'incirca) quello che era successo, la notizia lo riempì di felicità e decise di scivere immediatamente alla sua vecchia amica:



Esimia Madonna,
mi compiaccio nell'apprendere della Vostra nomina a sindaco della città stiriana di Marburgo sulla Drava; ho notato la comunicazione fatta nell'agenzia di stampa regnolosa, in cui si da notizia della Vostra avvenuta elezione, anche se non capisco il tedesco ho indovinato l'avvenimento, ma per qualche strana ragione non sono presenti le percentuali... chissà come mai.
Ad ogni modo sono gaudioso nel venire ad apprendere che avete sbaragliato i vostri avversari e avete raggiunto il giusto obbiettivo.
Il saperVi ritornata nella rettitudine, come amministratrice ed allevatrice di caprette sui monti come socia di Heidi, non può che riempirmi di gioia composta ma persistente.
Vi auguro che il Vostro mandato, indipendentemente dalla durata, sia il più fruttuoso possibile.

I più distinti e distinguibili saluti,

il Francesco Saverio Visconti
Barone di Angera



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Grevius
"Una missiva per te, gli ammiratori si fanno sentire." dissi porgendo una pergamena arrotolata a Morphea.

Quarto giorno da padroni.
Il municipio era sempre sotto il nostro controllo, ma dei soldi ancora un nulla di fatto.
Avevamo rivoltato da cima a fondo quelle quattro mura, ma oltre al cibo, c'erano solo documenti costipati, mille scartoffie piene di nulla.
Volevo bruciarle tutte, e probabilmente lo avrei fatto al termine di quella gita nella verde Stiria.

"Maburgo... ormai questa città è italica, diamole il nome italico di Maburgo, e togliamo quell' an-der-drau che non serve a nulla." proposi.

"Perchè non: Morpheburgo?" disse la sindaca

"Troppo altisonante..." disse Misty "...Cessaburgo andrebbe bene!"

Omaggiai la mia contessa come si conviene.
Mi voltai a guardare la piazzetta antistante il municipio.
Uomini affannati ceracavano di arpionare le mura, caddero fra di loro.

Era l'alba del quinto giorno da padroni.

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Mistic
"Una missiva per te, gli ammiratori si fanno sentire."

Curiosa,come sempre,mi affacciai sulla missiva per vedere di chi fosse.

"Vediamo stavolta chi dobbiamo aggiungere alla tua numerosa lista...è un italiano o..."

Mi stoppai di botto quando vidi lo stemma impresso sulla ceralacca.

"Morph...ma è di..."

Annuì con un sorriso smagliante.
Ci fu un attimo di silenzio interrotto dalle sue risate sguaiate.

"Tu la devi leggere..."
continuava a dire tra un singhiozzo e una lacrima.
Le strappai letteralmente la missiva di mano e dopo averla letta scoppiai in una fragorosa risata.

"Credo che Heidi sia tu..."
Risi ancora di più,facendo scendere anche io qualche lacrima.
"Devi assolutamente rispondergli!"

L'allegria creatasi fu dopo poco interrotta da un gruppo di uomini che cercavano di riprendersi il municipio.
Ci fissammo per un attimo poi ci armammo...

Nonostante fossero aumentati i soldati quella notte avemmo la meglio.

Ci ritrovammo nell'ufficio del sindaco all'alba.
"...e allora?che ne dite?" esordì il Barone.
Lo fissai per qualche secondo poi sentenziai:
"Dico che avete urgentemente bisogno di una doccia..."
Mi guardò storta ma subito dopo aver visto il mio sorriso scoppiò a ridere.
Mi voltai verso Morphea non sentendo la sua voce.
"Arriveranno con l'esercito Morph!" le dissi trasformando i suoi pensieri in parole.
Annuì.
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16 Ottobre 1460
Morphea





All'ingresso soddisfatto di Grev, nel porgermi la missiva di Saverio, seguì un silenzio gravoso.
Il sigillo che utilizzava per le sue epistole lo conoscevamo bene tutti e tre, anche se per motivi diversi. Ero imbarazzata e avevo quasi il timore di aprirla.
Tra tante scartoffie inutili, lettere senza capo nè coda, minacce di morte, e congratulazioni vivissime per il nulla assoluto, qualcosa preannunciava che quella sarebbe stata una rivelazione.
Ascoltai Grev ed una delle sue teorie assurde e dopo una disquisizione filosofica sull'essere e il non essere, di scatto srotolai il cilindro di carta e cominciai a leggerlo.
Grev e la Contessa, senza perdersi d'animo si appollaiarono dietro la schiena, a mo' di avvoltoi, per sbirciare.
Rimasi impalata per un attimo.
La risata e le lacrime che ne conseguirono, furono per me incontenibili.
Identificai subito Misti con Heidi... immaginando le caprette che le facevano ciao...
Le passai la lettera in lacrime e subito mi affrettai a cercare un foglio pulito per rispondergli.
La sottile ironia di quell'uomo riusciva sempre a conquistarmi, anche a distanza di anni.









Caro Saverio,
( Francesco è brutt, è comune e oramai sei spretazzato da una vita ormai, e santo non lo sarai più... quindi accontentati del Saverio che sa tanto di Savonarola a Frittole... e tu oramai sei frittolo abbastantemente).
Le Vostre parole mi hanno fatto scapicollare dallo scannetiello municipale.
Effettivamente queste percentuali mancavano, ho notato anche io. Posso solo dirVi, mio caro Barone che il rapporto era di dodici a quattro, forse cinque và... mi voglio tenere larga che mi sono scocciata di stare stretta.
Questa strada è stata proprio una via dirittadiritta da Lezhe a Marburgo, anche se c'era qualche curva, un fiume di mezzo e qualche rompicojotes... dovevo portare heidi a farsi fare ciaociao dalle caprette dell'Alpe, ma ci siamo fermate per strada che dovevo un attimo un attimo prendermi qualche soddiasfazione, ma Vi posso assicurare che non ho fatto molto rumore aprendo il Municipio... ci sono andata cauta, esattamente come un orso che si adagia improvvisamente sulla culla di un infante.
Però c'era da mangiare eh... ci siamo abbuffati che non possiamo fare ulteriori scorte.
Certo pochi denari da investire in attività fruttifere... ma non si può avere tutto dalla vita no?
Certa di poterVi incontrare presto, e non cosciente del perchè ci stiamo dando del Voi ( tu a me e io a te )

Ego te absolvo et ( ci vuole et, eh? ) t salut!

Morphea



post scriptum:

Heidi ha detto che ti porta un manico di scopa come trofeo. non ho osato chiedere però, che uso voglia fartene fare... certa di un tuo riscontro in merito alla consegna, questo ti dovevo dire e questo t'ho detto.



( e per farti capire come sto diventando alto allocata... ti schiatto pure il sigillo... tiè! )



( ovviamente non credere neppure lontanamente che sia di ceralacca, che me la sono rivenduta... è solo sangue raggrumito di toporatto scannato una mezz'oretta fa... )








E ancora in lacrime passai la lettera a Grev.
" Vedi come devi fare, trova pure nu sfasulat, ma fai in modo che gliela porti!"






Il pensare alla difficoltà di reperire qualcuno che potesse recapitargliela, mi riportò subito alla realta e alla preoccupazione. La puzza che arrivava da fuori, aveva il sapore di un esercito in procinto di alzare orifiamma.
Misti lo lesse nei miei occhi.




Grevius
Tamburi di guerra.

Urla esaltate, fuochi accesi nel mezzo della verde macchia indistinta, rituali di popolazioni barbare, cadute nell'oblio della civiltà imperiale.
Barconi dalle vele nere scivolano sul fiume, riportano dall'esilio le antiche divinità di quelle genti.
Non sanno più a chi rivolgere le loro preghiere.
E quando un'anima è smarrita dopo tanto lottare, impugna anch'essa la spada ed affianca il suo padrone.

Tamburi di guerra.

E' tempo per le acque della terra, di tornare al di sopra del cielo stellato.

Non sanno quello che fanno.

_________________
Morphea





Quando la stanza si svuotò, mi avvicinai al finestrone aperto che dava sulla città.
Poggiai lì le mani e chiusi gli occhi, per ascoltare ciò che il vento mi portava.

Gli austriaci si stavano radunando fuori le mura per costituire esercito.
Avrebbero sventolato l'orifiamma da lì a due giorni.
Fare altrettanto sarebbe stato inutilmente dispendioso, e noi avevamo altro da fare.
La fortuna ci aveva assistito dignitosamente e abbondantemente per diversi giorni.

Quella città non ci apparteneva, così come noi a lei.

Era ora di andare.

C'era qualcuno con cui non danzavo da troppo tempo.

" So che ti sei nascosta da qualche parte lì fuori e mi attendi. Le nostre strade non si incrociano da diverso tempo ormai. Sei fortunata, perchè ho la sensazione che la prossima volta che ci rivedremo... la vittoria sarà finalmente tua."

Le stelle illuminavano il ciello quella notte.
I carri erano stati caricati e i cavalli sellati.
Lasciamo la città che era notte fonda, mentre la Waffenbrueder rimaneva ormeggiata nel porto, abbandonata al suo destino.

Il mio non sarebbe stato diverso dal suo.








Grevius
Ancora la strada sotto i nostri passi.

Passamo in sordina, celati da attenti sguardi di valorosi guerrieri, in procinto di assaltare un municipio vuoto.
L'avevo già sentita una storia simile, anche se l'obiettivo era diverso così come il modus operandi... la cosa in comune era l'esatta quantità dei loro nemici.
Eravamo una manciata di una mano mezza piena.
Ma per avere l'onore della presenza militare, dovevamo far parte di una calca pari all'esodo, per loro.

"Annega nella tua avarizia, città quadrata e senza colore"

Il sentiero svoltò, e Marburg an der drau, sparì dalla mia vista.

Sorrisi.
Al Municipio, nella stanza principale, mille carte bruciavano nel silenzio della notte.

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Morphea





Per quanto ami il silenzio, la mancanza d'impegno me lo rende quasi assordante e fastidioso.

Ci nascondiamo di giorno tra gli alberi, lontano da occhi indiscreti, e senza un motivo preciso. La notte montiamo a cavallo per sfruttare i vantaggi del buio pesto.

Ieri notte Niku è rimasto dietro. Quando ci ha raggiunti si è avvicinato e mi ha chiesto preoccupato e sottovoce:
" Morph... c'è un posto in cui non ti cercano? C'è qualcuno, a parte noi, che non ti vorrebbe morta?".

Spiegargli che l'odio fosse qualcosa per cui non c'è necessità di difendersi, e che sia qualcosa per cui esiste rimedio, mi è apparso quanto di più banale e scontato potessi replicargli. Così mi sono limitata ad un sorriso di circostanza, che lui sicuramente ha inteso.

Un attimo dopo eravamo nuovamente in sella.

Pensare, sentire e volere sono diventati una sola cosa confusa.
Gli ideali, le sensazioni, le cose sperate e quelle attuali sono in disordine, come le foglie che calpestano gli zoccoli dei cavalli al galoppo...
Ho la consapevolezza tangibile del respiro quieto, senza mondo, senza astri, senza anima.

Come potevano sconvolgermi le sue domande se intorno c'era un mare morto di emozioni, che riflettevano l'oscurità del cielo?

Il sentiero fra la boscaglia che apriva Misti davanti a sè, stando a capo del gruppo, era di per sè una scoperta, anche se già accaduta, in coda a qualcosa che sembrava sempre più lontana e che forse non era mai esistita, se non nell'immaginazione astratta di una realtà mai vissuta fino in fondo.





Grevius
Il sentiero proseguiva in salita man mano che avanzavamo.
Le montagne prendevano forme più addolcite, ma alla sera era fresco, tanto da doverci coprire addirittura con i mantelli in feltro.

Di giorno si camminava silenziosi, ognuno aveva i propri pensieri da portare in spalla, ma stavo bene.
In quel momento avevo tutto, una compagna, una sorella e la presenza del ragazzo albanese, che comunque non guastava il morale di nessuno.

Sotto di noi si estendevano desolate lande di nessuno, ove nessuno vi transitava apparte noi, e nessuno vi abitava.
Immense distese di boschi interminabili.
La mia mente faticava ad immaginare la fine di tutto questo mondo.

Il tutto, interrotto dalla vista di un paio di campanili in due giorni diversi.
Raccoglitori di greggi, chiamavano a rapporto le anime perdute.

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Morphea






Misti è a capo della fila ed io sono preoccupata per lei.
Prima di metterci in viaggio abbiamo saputo di due eserciti che fanno spola sul tratto di strada che dobbiamo attraversare.
Sarà complicato passargli sotto il naso senza che ci notino ed uscirne indenni.

Grev durante la sosta mi ha tempestato di domande, ed io non avevo risposte.
Guardo Niku e sono terrorizzata dal fatto che possa accadergli qualcosa a causa mia.



La necessità di metterli al sicuro è impellente.
C'è qualcosa che dovrei fare, e dovrei staccarmi da loro.
Ho avuto quasi timore nel dirglielo stamattina.



E' rimasta qualche istante in silenzio, poi ha detto la prima cosa che le è venuta in mente, quella che le è sembrata più logica per non farmi proseguire da sola.




Prendo consapevolezza della mia follia, solo quando lei prova a farmi ragionare.




Questa notte sembra non passare mai.
Continuo a guardarmi intorno cercando di scorgere qualcosa che non mi sia familiare.
Qualcosa che cancelli i ricordi.




"Forse non dovevamo passare di qui..."





Sento uno strano dolore dentro e non so spiegarlo neppure a me stessa.




L'equilibrio di ogni cosa sembra sovvertito.
Anche i muri della prossima città parleranno, ed io non ho voglia di ascoltarli.

Gli dei un giorno ci hanno abbandonati e non c'è ricchezza che potrà restituirci ciò che eravamo.


A che prezzo ognuno di noi ha venduto la propria anima?









L'alba è così vicina ormai.






Mistic
All'assedio seguì la fuga.
Ero a capo del gruppo.
Facevo strada agli altri con cautela.C'erano soldati ovunque che non aspettavano altro che fare un pò di movimento con il primo sventurato che gli capitava sotto mano.
I boschi ci aiutavano a mimetizzarci di giorno e ci davano riparo da occhi indiscreti durante la notte.
Il carretto stracolmo che ci portavamo indietro non sarebbe passato inosservato se ci avessero visti.

Per quanto stesse andando tutto per il verso giusto,una sensazione anomala mi si era appiccicata allo stomaco e non scendeva giù.
Morphea ce l'aveva stampata in faccia.Un misto di rabbia e preoccupazione le incorniciava il volto.
Nessuna delle due disse niente.Sapevamo entrambe a cosa era dovuta.

Ci sono silenzi che hanno il fragore di un tuono e come lampi mandano scariche.
Quella tempesta emotiva non sarebbe passata facilmente,o semplicemente non sarebbe passata.
Ma fermarsi ancora a pensare non sarebbe servito.

Guardai avanti...c'era un obiettivo da raggiungere e non mi sarei fatta distrarre.
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16 Ottobre 1460
Grevius
Quando sorge la notte ed il buio inonda i nostri passi, tutto prende la forma indistinta del mistero.
Così gli alberi fanno rumori sinistri, animali strani figli della sera si svegliano ed accompagnano i pellegrini oscuri.
Ormai conoscevo a memoria il suono dei passi di Alessia, così come il rumore dei sassi sotto i suoi stivali, riconoscevo persino il suo respiro come se parlasse ed udissi la sua voce.
Ero dietro di lei, e per distrarmi dal cammino interminabile, fantasticavo su come avrei potuto assaltarla.
Del resto sono pur sempre un brigante.

"Sguardo alto!" disse senza voltarsi
"Si maestà..." replicai ridendo

Aveva indovinato ancora una volta, mi conosceva meglio delle sue tasche.
Infame di una compagna.

Giungemmo a destinazione, dopo tante miglia messe in fila una dietro l'altra, guardammo il cielo sopra di noi.
Iniziava il tramonto dell'alba.

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