Afficher le menu
Information and comments (0)
<<   <   1, 2, 3, 4, 5   >   >>

[gdr]La vita facile.

Mistic
Furtivi c'eravamo introdotti in città.Tutto era andato per il meglio.
Non restava altro che festeggiare e l'avrei anche proposto,se ogni vicolo di quella città,non mi avesse riportato indietro nel tempo.
Tutto era lì,a portata di ricordo.
Cercai lo sguardo di Morphea.Era assente.Aveva indossato ancora una volta la sua maschera di ghiaccio.
Mi avvicinai colpendola con la spalla nella speranza che destasse lo sguardo dalla piazza dove,una volta,c'era una taverna a noi ben nota.

"Devi trovare un posto in cui stare..." le dissi.

Scrollò le spalle.

"Morph..."

Non feci in tempo a formulare altre parole che lei mi rivolse un debole sorriso e si allontanò.
Grevius stava per seguirla ed io lo bloccai.
Mi guardò smarrito.
Scossi la testa.

"Lasciatela sola!"

Aveva l'espressione di chi stava per fare un sacco di domande.Lo fermai ancor prima che l'esprimesse.

"Non è tempo di risposte Barone...capirete..."

"...o forse no!" aggiunsi tra me e me.
Non è mai facile fare i conti con quello che sai,non tornerà più!
_________________

16 Ottobre 1460
Morphea



Mi allontanavo da loro, sparendo nel nulla.






Quello che c'è lì non mi interessa, se non nella misura in cui mi interessa tutto il resto.







Mentre mi allontanavo ho visto un uomo, ripiegato a metà, che rovistava in alcune sacche accatastate, e che stringeva forte nel pugno qualcosa.

Era buio, molto buio.

L'unica cosa che riuscivo a distinguere nitidamente era la sua ombra e il pugno stretto.

Sono rimasta a distanza ad osservarlo, senza mai abbassare il cappuccio.

Cercavo di capire cosa stringesse tra le dita e il palmo.

Dopo un po' di tempo, quell'uomo si è accasciato sulle ginocchia e ha cominciato a grattare sul terriccio con le dita. Grattava, grattava e grattava come se sperasse che da sotto la terra venisse fuori qualcosa...
Ha continuato a scavare, anche quando i polpastelli hanno cominciato a sanguinare.

Ad un tratto si è fermato, sembrava sfinito e sorrideva.
Avevo la sensazione di sentire il suo respiro pensante, il suo affanno, la sua resa.

Il rumore degli zoccoli di un cavallo l'aveva ridestato, così ha cominciato a guardarsi intorno. Ho capito solo dopo che stava aspettando qualcuno. Un amico, o un suo nemico giurato, un'amante segreta, o forse una serva taciturna e senza pretese... ma non aveva lasciato nulla al caso.

Prima che il cavallo lo raggiungesse, ha aperto la mano e ha sotterrato quello che nascondeva.

Era così buio........................


Ho sentito il galoppo più vicino, ho alzato la testa e ho ripreso il mio viaggio.
D'un tratto il cavallo deve aver arrestato la sua corsa, ma avevo già voltato le spalle e ho tirato dritto senza voltarmi.



"O animal grazïoso e benigno
che visitando vai per l'aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,

se fosse amico il re de l'universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,
poi c'hai pietà del nostro mal perverso..."



cit. inferno, canto V° - Dante Alighieri.





Le domande trovano sempre una risposta, anche a distanza di mesi o anni.
L'istinto, che da sempre aveva guidato i miei passi, neppure allora mi aveva ingannato.






Grevius
Ennesimo agglomerato di pietre, case fatiscenti affianco a case distinte e robuste.
Eppure le pietre sono tutte uguali.

Piantammo le tende al limitare del paese affianco al nostro carro, non potevamo farci rubare le merci, anche se erano state rubate a loro volta da noi, in quel pazzo mondo tutto era possibile.

Mangiammo seduti attorno al fuoco, la carne del posto era ottima.

"Forse dovremmo trovare una casa" dissi
sarebbe stata l'ennesima, ma ormai mi piaceva abitare in posti sempre diversi.

"Vedremo" rispose Alessia

Già la vedevo immaginare drappi paonazzi spuntare da ogni angolo della casa, glielo leggevo negli occhi, quei colori non erano solo fondamentali, erano vitali.
Se non c'erano poteva tirar giù il Padre Eterno.

"Domani passiamo al mercato, che dici?"
"Cosa buona e giusta" sentenziò solennemente.

Forse avevo trovato il compromesso.

Dormimmo sotto le stelle.

_________________
Mistic
Mi svegliai di buon mattino.Una maledettissima cicala,aveva deciso che non meritavo un degno riposo.
Feci scricchiolare la schiena in tutta la sua lunghezza.

"Maledettissimo giaciglio!"

Non vedevo un letto decente da...mi sforzai di ricordare invana.Probabilmente la mia "vera" ultima casa era stato il mulino di Bembe ad Udine.
Scossi la testa.

"...e maledetta pure Udine!"

Mi tappai la bocca di scatto.Avevo parlato troppo e con tono alto.
Percorsi la strada acciottolata che portava alla piazza principale.Mi infilai nella prima taverna.
Il nome mi fece ridere.
Il bancone era deserto,diedi un paio di colpi su di esso con l'elsa della spada.

"Poooooozz?!?"

Una figura spettrale mi comparve davanti all'improvviso.

"Poooozz...a passà nu uaje!"
Pensai e storsi la bocca.

"Daj mi....come si dice birra?...ehm..."
"Pivo madame!" mi rispose.
"Conoscete la mia lingua?"
"abbastanza bene!Voi siete?"
"bella domanda!e vorreste anche una risposta?"
"Mistic?"

Strabuzzai gli occhi e lui rise di gusto.
"Sono stato in Italia per molto tempo..." disse iniziando a raccontarmi la storia della sua vita.
Continuavo a non capire il collegamento con il mio nome,fin quando non mi passò una vecchia missiva unta.
L'aprii con riluttanza e la lessi velocemente.
Qualcuno di ormai a me noto l'aveva avvisato del nostro arrivo.

"Avete modo di fargli arrivare una mia missiva senza dare nell'occhio?"
Annuì silenzioso.
"Ottimo!Vorrei avvisarlo del nostro arrivo!"
Mi misi subito a scrivere.




I tempi per arrivare in città sono stati leggermente più lunghi del previsto,ma ora ci siamo e non ci resta che aspettare.
Spero di ricevere presto vostri aggiornamenti.
I miei più cordiali saluti.
Alessia D'Arborea


Gli diedi la missiva e mandai giù tutto di un sorso la birra che intanto mi aveva versato.

"Abbiamo bisogno di 3 stanze...potete esserci utile?"
"Ne ho alcune libere al piano di sopra,potete usare quelle!"
"Bene!raduno gli altri,a dopo..."


Mi allontanai dalla taverna e rifeci la strada a ritroso.
_________________

16 Ottobre 1460
Grevius
Ovviamente chi doveva trasportare tutte le cose, dalle tende alle stanze della locanda?
La domanda retorica risuonò nella mia testa mentre posavo gli ultimi sacchi di merce sotto al nostro letto.
Aveva preso una forma convessa, decisi di saltarci sopra per appiattirlo.
Se non c'era spazio e le cose non trovavano il giusto incastro, bisognava procurarglielo a forza.
Dopo una decina di balzi, riuscii finalmente a saggiare soddisfatto la superficie completamente piana.

"Alessia! Ci sono riuscito!" urlai alla mia compagna che stava al piano di sotto.
"Brà! Mo vai a portare i cavalli nel ricovero!"
"Oh già... i cavalli" dissi con un filo di voce

Credevo di aver finito e invece ecco quell'altro compito ingrato.
Quei palafreni, o per meglio definirli potevo chiamarli paracu.., beh ci siamo capiti, erano dei testardi animali, incroci tra muli, asini e bardotti... io amavo chiamarli mulasotti, anche se il nome ufficiale restava appunto paracu..palafreni.

Giunsi davanti a quelle tre bestiacce maligne...

"Cazzimmino, Cessuccio e Obbarò... qui!" comandai, ma non si spostarono di un millimetro.
Mi toccò bastonarli sul didietro e rischiai di trovarmi un ferro stampato in fronte, ma per fortuna lo schivai.
Tornai davanti a loro, ma ormai non mi degnavano più di uno sguardo.

"Uff, ci sono le carote nel ricovero..."

niente.
Tentai con la strategia dell' inverso.

"Beh... così insomma... mi sa che ora andrò nel ricovero a papparmi tutte le carote, dato che QUALCUNO non le vuoooole..."

i tre si guardarono e convennero che forse conveniva più a loro mangiarsi le carote, e difatti si mossero verso la piccola costruzione in legno difronte alla locanda.

"Aaaaah e anche questa è fatta..." dissi legandoli alla staccionata.
Pensai di non vantarmi del lavoro, dato che potenzialmente ci sarebbero state altre cose da fare.
Preferii sollazzarmi facendo un bagno al lago.

_________________
Mistic
La sera,come tutte le sere,venne la sera.
In taverna stavano riecheggiando le nostre risate.
Furono spente dal suo ingresso.

Le pupille di Morphea si dilatarono all'istante,per poi ritornare subito alla loro naturale forma,lasciando spazio ad un'espressione dura.
Conoscevo quegli occhi meglio dei miei,lo stavano fissando.
Chiunque avrebbe visto in loro freddezza mentre gli parlava,ma non c'era.
In quel preciso momento era in lotta con la sua stessa anima.
E lui?
Lui aveva lo sguardo di chi camminava tra le macerie e quella faccia tosta che neanche il patibolo era riuscito ad ammorbidirgli.
Era una roccia lui...ma lei era goccia...

Li osservai per lo più silenziosa,come era mio solito.
Per la prima volta da quando li conoscevo,le loro parole non mi sembravano le protagoniste della scena.
Gesti e silenzi la facevano da padroni.

Andò via all'improvviso e tutto si spense a poco a poco come un lento tramonto autunnale.
_________________

16 Ottobre 1460
Grevius
Il silenzio.
Il silenzio non è solo il non dire, è ascolto, è apprendere ciò che si vede e ciò che si percepisce nell'aria.

Vedevo due colonne di un'unica casa.
Tempo fa si distanziarono l'una dall'altra, rispuntò una crepa sepolta più volte dalla malta, ma questa volta era troppo profonda per poter essere nascosta, nessun tirante le avrebbe mai riavvicinate, tant'è che infine una parte di casa si separò completamente dal resto.
Ora la prima colonna cercava nuovamente calce da fabbricare, malta da formare per rimediare alla crepa divenuta frattura con l'altra.
Quando si trova l'inverno, nessuna malta regge, si rispetta il freddo e ci si chiede come mai non si è riparata quando si poteva trovare l'estate.
Quando ancora una volta, si è preferito attendere troppo e sbagliare ancora.

Pensavo ed ascoltavo, in rispettoso silenzio, dato che non volevo affatto fare il muratore.

_________________
Morphea
Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io.





Ho la razionale consapevolezza che ogni cosa andrebbe collocata secondo il giusto ordine per non finire poi risucchiata nel vortice del caos.
Nella mia classifica delle priorità devo aver fatto qualche errore di valutazione.

Sono finita esattamente al centro di qualcosa di cui ignoro la natura, tanto da ritrovarmi sotto la vecchia quercia, fuori le mura di questa città maledetta, a piangere lacrime che ho trattenuto a stento la notte scorsa.







Mentre eravamo intente a prendere in giro il Barone, su quanto potesse essere sgradevole vederlo senza mutande, tra l'eco di una risata e l'ennesimo bicchiere di vino annacquato.... la porta della Locanda si aprì ed io quasi soffocai.


Un fantasma mi avrebbe fatto certamente meno effetto.
Ed ecco che il torpore.... a cui ti sei volutamente abbandonata, buttando giù tutto quello che l'oste ti ha versato per una notte intera, per allontanare la sensazione che qualcosa di spiacevole stesse per accadere.... improvvisamente svanisce, perchè quel qualcosa diventa reale, comparendoti improvvisamente davanti agli occhi.


Così la mia risata si interrompe, ed anche la loro.
Lui invece ha stampato sul viso il solito sorriso beffardo della leggerezza di chi dimentica in fretta ogni cosa, anche ciò che ha detto o fatto.


A volte mi chiedo cosa si veda ora nei miei occhi, se prima dicevano che fossero freddi come il ghiaccio.


Limitarsi ad un saluto formale, sembrava la cosa più coerente da fare.


"Aò misti so io eh" ha replicato.

"ah si? ci conosciamo?" gli ha chiesto.

" Ho i miei dubbi" ho ribattuto.


" Mi è andata meglio di ieri, neppure buonasera mi sono beccato" più che un rimprovero, sembrava ne fosse dispiaciuto.





Gli ho offerto da bere.
Mi ha fatto uno strano effetto vederlo andare in giro con degli stracci e senza il becco di un quattrino. Ha buttato l'occhio nel portafogli, e ha provato a farselo passare, come gli ho visto fare con altri, non so neppure io quante volte.
Con me non l'aveva mai fatto prima di Piombino, poi evidentemente deve averci preso gusto, e qualcosa deve essergli sfuggito di mano...





" Guarda il labiale....................... fot...!!!" gli ho detto ridendo " Susu, non disperare ora ne hai due a cui spillare soldi. La pia semprevergine e l'addoloratamartire, vedrai che sapranno come accontentarti...."


" Ma susu, ma che ce l'hai ancora con quelle due? Che sarai mica gelosa? "

" Forse non hai letto bene il labiale, con me non attacca.... guarda bene eh... fot....!!!"


" Hai un tono acido... "
ha replicato.

" Veramente sto ridendo. Ho il portafogli pieno, merce e cibo a iosa, e non ho alcun motivo per essere acida. La famiglia tutto bene?"


" Sì siamo tutti felici, andiamo tutti d'accordo e siamo come un grande famiglia allargata. Devi modernizzarti, metterti al passo coi tempi"

" Scusami, ma sono cose che lascio ben volentieri ad altri."

" Aò, me stai a fa' nero! Ho visto le luci da fuori, dei vecchi amici e sono entrato." ha continuato.

" Amici? Perdonami, ma ho un concetto di amicizia che non credo corrisponda al tuo.".D'improvviso il sangue nelle vene è diventato così caldo che ho avuto la sensazione che la pelle bruciasse.


" Non entravo in una taverna da non so quanto, non lo faccio per tutti. "




Credo sia la cosa che mi ha fatto più rabbia.
Ricordavo ancora che qualche anno prima, si fosse precipitato a cercarmi in quella città maledetta facendo esattamente la stessa cosa, anche se, allora, l'uomo che conoscevo, aveva poco in comune con quello che mi stava davanti in quel momento.







"Forse ancora non t'è chiaro. Per me contavano quattro persone sopra ogni cosa, tu molto più di altri... me ne resta una!"
dissi con tono fermo, e nella speranza che la voce non fosse rotta dall'esitazione" Amicizia? Un amico mente pur di aver ragione e di prendere il consenso della platea? "


" Ho mentito?" ha chiesto.

"..............................................."


" Dal silenzio di Misti e Grev direi di sì." ha aggiunto.

" Non credo tu abbia bisogno delle loro conferme, sai bene se l'hai fatto o meno."
ho replicato.


" Io con voi due non mi ci mettevo prima, figuriamoci ora!" ha aggiuto Misti. " ma credo che non abbiamo capito niente per tutti questi anni"

" Nono, io non credo di essermi sbagliata, credo che sia lui ad averci giudicate in maniera sbagliata. Credo ci abbia sopravvalutate... non s'è reso conto che fossi stupida e a quanto pare devo essere peggiorata se i risultati sono questi!"

" Tu mordevi...."


" Dire quello che si pensa è mordere? La verità è una sola, a te non andava bene che io dicessi quello che pensavo, e allora è stato più facile mentire. "

" Ora capisco i silenzi... "




L'espressione sul suo viso era cambiata da un pezzo.
Dava la sensazione di essere su un campo di battaglia, disarmato, in mezzo ai nemici, piuttosto che agli amici a cui aveva deciso di voltare le spalle.

Un tempo avrei trovato mille giustificazioni a ciò che aveva fatto, lo avrei difeso contro il mondo, ma quel giorno era stato diverso... ricordo ancora, come se fosse ieri, che riuscivo a rispondere a chiunque, meno che a lui.

C'è chi reagisce male quando è in torto e viene punto sul vivo, e chi, come me, reagisce male quando cercano di farti passare per quello che non sei. E quello che ti ferisce di più, non è neppure quello, ma il fatto che chi si vantava di essere la tua parte complementare, in realtà di te, non ha mai capito niente e continua a non capirci niente... non per stupidità, ma per strafottenza.

" E cosa avresti preferito? Che replicassi davanti a tutti? Vogliamo parlare del complotto? Dei pettegolezzi? Delle cose a cui non hai mai ribattuto? A quelle che hai concesso? Della lettera di insulti della vergine e martire? Vogliamo parlare delle bugie di quell'altro? "


" No, meglio di no. E' che io a volte non trovo le parole... mi spiego male... "

" Nono. Tu le parole le hai trovate, con me le parole non ti sono mai mancate. Tu sai bene, a differenza di altri, il significato di ogni parola che usi. La verità è una, tu hai avuto esattamente ciò che volevi ottenere. Ora tienitelo!"

E' caduto il silenzio, ed io sono precipitata a fondo con esso.














" Quando partite?"
" Presto...."




Dopo poco è andato via.


Qualcosa in comune ce l'avevo ancora.



LA FUGA!


Eravamo entrambi dei maestri nell'arte della fuga, e a quanto pare è l'unica cosa che non è cambiata.
Così lui ha preso una direzione, io un'altra.





" Scusatemi... "

Prendendo congedo da Misti e Grev, sono ritornata alla vecchia quercia.





Non credo di aver mai fatto così tanta fatica a trattenere le lacrime.














Ho perso il conto di tutte le volte che ci ho quasi rimesso la pelle, eppure non ricordo di aver mai sentito la morte dentro come ora.













Grevius
Giorno e notte.

Quando i sogni si fanno largo tra i pensieri comuni, creano il mondo irreale.
L'assoluto diventa estremo, un esercito quadrato che emana odori nauseabondi, stantio e putrefatto.
L'ambizione diventa regina, l'inganno è la mano che colpisce il ventre dell'uomo, l'invidia brama ancora carne.
L'assolutismo del credersi perfetti, sopra ogni umana forma.
Il vessillo di onnipotenza, schierato in prima linea dalla marmaglia insicura.
Guardo le mie mani, impugno una spada con scritto "Brigante", non "Venduto".
La nera massa informe, avanza ancora.

Mi sveglio imperlato di sudore.
"Notizie da Genova..." dice Alessia seduta al mio fianco.

Immaginavo.

_________________
Gandalf_il_bianco
L'afa del mese di Agosto, rendeva gravosi gli impegni in Repubblica.
Ogni giorno, nuovi intoppi rallentavano i lavori del Consiglio genovese.
Tra i vari problemi da affrontare il Doge si trovò a dover fronteggiare una rivolta in una delle province.
La Spezia era stata affrancata e i ribelli l'avevano messa in vendita al miglior offerente.
Dopo aver scritto ai suoi alleati per chiamarli a raccolta, Niccolò decise di scrivere una ulteriore missiva.

Era arrivato il momento di accellerare il riscatto di un pegno per una una scommessa, fatta anni prima con una sua amica.

" Se un giorno diventerai Doge, verrò a farti visita... ma prima di allora scordati che metterò piede sul suolo genovese!"gli aveva detto.

Era diventato Doge da qualche tempo, e si teneva informato sui loro spostamenti, tramite la Kaffekvarn corrispondenza che aveva intrapreso con Mistic.
Il timore che potessero essere intercettate e perdute, non aveva concesso altre soluzioni.









Madonna Mistic,

è arrivato il momento che io comunichi direttamente con la nostra amica, pertando allego a questa, un'altra pergamena.
Spero vi facciate carico della consegna e che non prendiate a male la mia richiesta.

I miei più sentiti ringraziamenti.

Niccolò Aleramico Imperiali

Doge di Genova



Tutto si chiariva nella seconda missiva.








Cara Morphea,



come ben saprai sono diverse settimane che mi tengo informato sui vostri spostamenti.
Non ho dimenticato della scommessa fatta davanti ad una birra in una taverna a Massa, dove tu mi giurasti che qualora fossi diventato Principe, saresti venuta a farmi visita sul suolo genovese.
Hai vinto la tua scommessa. Qualche settimana fà sono stato incoronato Doge di Genova.

Con questa mia missiva, voglio invitarti in Repubblica per saldare il mio debito.

Nella corrispondenza delle settimane passate Mistic mi ha detto delle tue preoccupazioni in merito alle voci che ti giungevano su La Spezia.
Inizialmente non gli ho dato peso, ma si sono verificate anche quelle.
E' per questo che scrivo direttamente a te questa volta.

Vorrei averti qui nella lotta contro i De Montemayor, famiglia che con l'aiuto dei membri della ManoNera ha affrancato la città di La Spezia, confermando le tue preoccupazioni ed i miei sospetti.
Anche la tua preoccupazione sui Foscari inizia a prendere forma, alcuni di loro, pochi giorni fà, hanno fatto richiesta di ingresso sul suolo genovese.

In attesa di una tua risposta,
ti porgo i miei saluti.



Niccolò







Il vento soffiava verso est, era lì che sarebbero state consegnate le due lettere. 
_________________
Mistic
Erano giorni che al risveglio non avevo voglia di uscire dalla stanza di quella locanda.
Ero in bilico tra il nulla e l'addio!
...ancora una volta.
"Che si fa in questi casi?"
Me lo domandavo in continuazione.
Quella mattina,avevo una risposta.
"Si indossa la faccia più spensierata che hai e si scende nella mischia,facendo finta di nulla."

Quello che non si vede,non c'è!

"absolutamente necessario!" avrebbe aggiunto.

Mi rendevo sempre più conto,che alla fine,si è il risultato delle persone con le quali hai condiviso la vita.
Sorrisi di un sorriso amaro,quello che ti si piazza in faccia più per rabbia che per soddisfazione,poi scesi le scale della locanda.

Giù in taverna c'erano Morphea e Grevius che stavano discutendo su qualcosa.
Mi avvicinai.

"Ditemi che ci sono novità!"
_________________

16 Ottobre 1460
Grevius
In quelle terre, che per prime vedono spuntare il sole, la calma è la principale ed unica cosa che si percepisce.
Calma che nel giro di qualche giorno diventa noia profonda.

La mia testa ciondolava mentre ero seduto sulla sedia in taverna...
Ogni tanto rialzavo di colpo, stavo andando via con il sonno, la mia mente annaccquata lo stava capendo.
Il caldo era impressionante, si sudava senza dover fare il minimo movimento.
Morphea sapeva che tutto questo mi dava problemi, e mi tormentava apposta

"Fai quello, fai quest'altro, vai qua, vai di là..."

Ogni tanto buttavo la testa nel bacile di pietra della locanda, un piccolo ristoro quotidiano.
Per qualche giorno ci furono malumori dovuti ad altro, ma qualcosa stava cambiando e fra noi stava tornando la tranquillità.

Morphea entrò con un viso quasi sorridente.

_________________
Morphea




Mi ritrovo in riva al mare.
Bell'aria... calda schiattosa e piena di zanzare rompicojotes.
Al rientro, quasi stuMEFATTA, mi avvicino a Grev per mostrargli qualcosa, mentre Misti scende le scale, allegra come una vedova nera, che ci fà:


"Ditemi che ci sono novità!"

Nel voltarmi le mostro una bella rete piena piena.

" Stasera ci facciamo una bella zuppa di cozze allo scoglio, colte al chiaro di luna.
Scarta quelle senza guscio, però, va a finire che ci viene un panteco!"






Quello che succede a tarda notte in questo posto maledetto, richiederebbe un esorcista o un cassamortaro.

Oramai ai morti mi sono abituata, vanno e vengono come niente fosse, come tutto il resto d'altra parte. C'è qualcosa, però, a cui non mi abituerò mai: a chi entra in una taverna alla disperata ricerca di un uomini o donne con cui dividere un talamo.

Pare che sia il passatempo preferito di molti. Che sia giorno o notte, che tu sia racchia o gnocca, pezzente o Re, non sembra faccia differenza alcuna.
Insomma... basta che respiri, anche a tratti, e che il morto non sia proprio in fase di decomposizione avanzata... e che puzzi e che qualche vermetto abbia cominciato a fargli la festa... che tutto è concesso.


Misti, da buongustaia qual è - "t'hanna semp accir'r, a te e ai gusti che tieni... più prima che dopo, e se fosse adesso gli darei pure una mano", penso sempre sbigottita, tra la veglia funebre ed il sonno e chillebiv - ha scelto per noi la Locanda in cui pernottare per tutta la durata di questo allegro soggiorno su quest'amato suolo.



Mon Cherì.



"Ma s po' mai chiammà 'na taverna... Mon Cherì?" , chiedo al Barone Gregorius petrusino.
E lo guardi lui, che gli brillano gli occhi solo perchè l'ha scelta la Contessina delle cesse e che ti risponde con un filo sottile di voce...
" Sìììììììì!"
" E t'hanna accir'r e nun t'hanna pavà manc a te allò! Jamm bell....prima o poi chillu guscio t'ò scass! " gli replico senza ritegno alcuno.

L'insegna di legno la vedi luccicare e la senti stridere sotto le lanterne ad olio manco fosse un puttanaio.
E a me cosa poteva mai succedere?
Il Barone, pur di distogliere ogni possibile sguardo dalla sua amata Contessa, ha preso l'abitudine di rifilarmi tutti i prusutti che varcano la soglia di questa Locanda.

Due giorni fà mi manda un tipo.
Giovane, aitante, ma senza un briciolo di umana follia che comincia a sventolarmi un paio di chiavi sotto al naso.
Ho pensato si trattasse di un forziere carico di brillocchi.... macchè.


" Passiamo la notte insieme? " mi fà.
" E che ti devo cantare la ninna nanna?" gli replico d'istinto.

" Nono!" risponde impettitto e inorgoglito, manco stesse davanti ad un piatto di sciacquapallette col tacchino.
" E che vuò?" gli domando.

"Facciamo l'amore?" mi domanda senza vergogna.
" Comm no... e senza mani e piluscino ci riesci?" gli replico ancora.



Vedo Gregorius Petrusetto Barone di Quaqquaraqqua che si mette la mano sulla bocca e inizia a contorcersi dalle risate sopra la sedia.

" Io ho tutto al posto giusto e dove deve essere!"
esclama.
" P mò... fai un altro mezzo passo e ti faccio vedere quello che hai al posto giusto che fine gli faccio fare!"

" Non ne saresti capace...." fa l'ometto alto mezza tacca in più del bancone.
Così estraggo la lama e la appizzo sul bancone davanti la faccia.

" Uh! Tu mi piaci proprio, non la dai via facilmente..." continua.


SGROSHHHHHHHHHHH SPUUUUUUUUUU!!!!

" Ma che l'è pigliat p nu vruocc'l?" gli chiedo.
" Ma mi hai sputato...." dice quasi in lacrime.
" No! Ti ho benedetto... anzi, visto che ci troviamo, ti trovi un aspersorio?"

" Tu parli troppo complicato per me. Mò non ce l'ho questo coso, però prometto che me lo procuro e te lo porto domani! mi risponde

L'istinto di dare testate al bancone è stato frenato da qualcosa che neppure io sono riuscita a spiegarmi, fatto sta che l'indomani, il giovane suicida, si è ripresentato con una cassa di legno abbastanza grande che pesava un accidenti e me l'ha dato in dono.


" Aprilo su... " mi fà, ricominciando a sventolarmi le chiavi sotto il naso.
" Queste sono le chiavi con cui chiuderò la tua cassa da morto" gli ribatto.


Al che decide di aprire lui la scatola di legno.



" Che è un pitale?" gli domando.

" No è quel coso che mi hai chiesto ieri"
" Come pitale potrebbe tornarmi utile" gli faccio.
" Facciamo così, questo intanto te lo tieni, poi per domani torno col sospensorio che mi hai chiesto..."
" ... Aspersoriooooo!"
" Eh... quello insomma..."
" Allò posso stare senza pensiero ja... pensaci tu che mò CIO un attimo da fare, mò torno..."






Grevius
Prosciutti.
Così Morphea definiva i suoi spasimanti, non ne conoscevo l'esatto motivo ma avevo immaginato che fosse per la sua volontà di affettarli.
L'ultimo in ordine di successione, tentava ormai da tre giorni di portarsela a letto, arrivando a proporre addirittura contratti in stile "visto e piaciuto".

Assistevamo impotenti ogni sera alla carica del pischello, finchè non intervenne Misty con la sua solita delicatezza... diede una rata di botte a tutti quanti, compreso chi non c'entrava nulla... botte nel senso di male parole ovviamente, le mani le avrebbe usate certamente come ultima spiaggia.

"Non vengo a letto con te, se vuoi ti diamo Grevius" disse Morphea
"Si si prendilo pure" aggiunse Misty

Chiaramente non c'era giorno in cui non venissi ceduto a qualcuno, specie se questo era disposto a pagare qualcosa.
Ma anche questo aveva rifiutato, affermando che non gli piacevo.

"Come come? Non ti piaccio?" domandai offeso
"Calma Grev, non sono interessato a te" rispose lui allontanandosi

Di male in peggio, si stava mettendo sempre più nei guai.
Mimai un urlo femminile, anche se mi uscì una specie di rauco gracchiamento da avvoltoio.

"Mistic spostati dai, lasciami stare vicino a Morphea"
"Ma anche no" esclamò lei
"Ehi cocco, io non ti vado proprio bene? Cominci già a tradirmi guardando quella???" dissi spazientito
"Non mi piaci Grev"

Lo guardai a bocca aperta pronto a scaricargli addosso la mia gelosia

"E ti metti subito a fare lo svenevole con un'altra! Questa non te la perdono!"

Ormai aveva perso il controllo della situazione, lo si capiva dallo sguardo vacuo e vacillante.

"In omaggio ti diamo anche un paio di mutande in più per lui, dato che non si lava da sei mesi" aggiunse Morphea per invogliarlo
"Facciamo anche otto" disse Misty
"Eeehhh... la Bosnia, bei tempi quelli" sospirai

Ridemmo tutti e tre, impossibili da gestire per una persona sola, specie se prosciutto, infatti lui non rise.

Uscimmo dalla taverna all'unisono...
Chi a cavacece, chi ridendo come una pazza, chi mimando il ruggito di un leone voglioso e provocatorio verso il povero ragazzo.
Logicamente il felino, ero io.


Buonanotte ai suonatori.

_________________
Morphea






Si doveva essere preso un giorno di festa, quando ieri a tarda notte eccolo comparire tutto contento.


" Eccoti..." mi dice tutto sorridente.
" Checc....cheffortuna!" gli dico tossendo, iniziando a prendere a calci da sotto la seggiola Grev che si era profondamente abioccato.

E come al solito, la Contessa delle cesse... dileguossi!


" Ho qualcosa per te"
mi fà.
Ed inizia a scavare nella sacca in cerca di qualcosa.
Estrae una guaina fatta di budella di maiale e me lo sventola tutto sorridente davanti la faccia.
Sgrano gli occhi ed inizio a scuotere il capo incredula, trattenendo a fatica l'istinto animale che mi spingerebbe a ficcarglielo a forza giù per la gola.
" Respira profondamente Morph" mi dico. " Vedrai che si quieterà, è solo un ragazzino..." continuo a ripetermi " mantieni la calma Morph, respira profondamente Morph...."


L'istinto si frena solo quando, puntandogli il coltello alla gola, il suo sorriso si spegne e con un filo sottile di voce, riesce a dire
: " ops... non è questo quello che volevo darti... ma questo.... ". Così estrae fieramente l'aspersorio che mi aveva promesso e continua imperterrito l'opera di tacchinaggio. " Ora la passi un notte con me?"


" PIGLIATAVILLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLL!"
urlo con le mani nei capelli.

Grev si ridesta ed improvvisamente compare Misti.


" Che succede?"
mi chiede.
" Pigliatill prima che lo scanno!" esclamo in...furiata.
Misti inizia a sfogliare la corona dicendogliele di tutti i colori, fino a quando disperate gli proponiamo la cessione di Grev.

"Non vengo a letto con te, se vuoi ti diamo Grevius"
dico.

"Si si prendilo pure" aggiunse Misti.
" Te lo cediamo alla modica cifra di 300 ducati, mutanda di ricambio compresa. Basta che poi ce lo rimadi, lavato ed inamidato tra due giorni." gli dico.

" Noneeeeeeee voglio teeeeeee!" imperterrito.
" NO!" risponde secca Misti. " Allò nun e capit... LEI NO!"

E nel frattempo comincia il teatrino tra lui, lei e Obbaronequaqquaraqua per le contrattazioni.

"In omaggio ti diamo anche un paio di mutande in più per lui, dato che non si lava da sei mesi" gli ripeto.

"Facciamo anche otto" dice la Contessa
"Eeehhh... la Bosnia, bei tempi quelli" sospira dispiaciuto lui... sempre Obbaro'.

Lui ci guarda... sguardo attonito... silenzioso solo per pochi istanti e poi...
" Ma allora non mi volete?........................................ Allora ciao!" e offeso esce sbattendo la porta.


Io e Misti ci guardiamo.
Silenzio.

" ahahahahahahahahahahahaha"
" ahahahahahahahahahahahahahahahah ce l'abbiamo fattaaaaaaaaaaaaaaaaa" urlo esultando.



La porta si riapre.

" Scherzavo!"
Io e la mia Contessa ci guardiamo, in un attimo portiamo le mani ai lati delle tempie e in coro: " Maròòòòò Owens!"
" Vedrai... prima di partire ti convincerò, sarai mia, anche se solo per una sola notte!" ribatte " Sono pieno d'amore!"
" Tu.... io NO! Non ci sta niente, svenduto tutto alla fiera del baratto... sono un guscio vuoto!" nun l'avess mai ritt.
" Meglio... ti riempio io" fa lui.
" Eppuretuperò" mi dice Misti " t l'è chimmat proprio mò!"




Poi si fà largo tra Misti e Grev e mi si avvicina " Sarai mia!"


" Uh Aristotele santissimo lievammill a sott e man!" dico guardando verso l'alto, congiungendo le mani a mo' di preghiera." Uè, o te ne vai o ti eviro... decidi..."
" Ma, scusa, che ti costa? Perchè fai così? Solo una notte... ti invito pure a mangiare in una Locanda, soli io e te e dopo...."
" Perchè so' brutt e cattiv. E dopo t'affog... pure durante.. e pure prima. L'unico modo per passare una notte insieme è su un nodo. Ti porto là, t'accir e dopo occulto il cadavere, così nessuno ti trova"
" ... ma primaaaa.... poi ti faccio vedere che una volta là.... mi piace, all'aperto e sotto le stelle"
" Ti scanno e non t'affogo? Come alternativa mi piace assai."
" E dai... poi se parto, ti resterà il rimoro e sentirai la mia mancanza"
" Nun pens..."
mi precede Misti.
" Ma perchè? quando parti?"
" Tra il 23 e il 25..."
" Tu fai così... inizia a partire, dirigiti verso ovest... fai il giro largo e arriva in Africa, una volta là se mi manchi ti faccio sapere ja... ma mò abbij a partì!"




Ed ecco che ad un tratto si avvicina di più, e parte l'impulso di conficcargli il coltello in una palletta, che stavolta non trattengo.



" Forse è il caso che mi allontani un po'..."
" Oilloc... ha capit!"
esclama Misti.


Ma a quanto pare i miracoli sono una vana speranza.


" Allò prima che parto la passiamo una notte insieme?"
imperterrito.
" Andiamocene ja... è tropp!" dice Misti disperata.
" Sìsì, basta che mi porti a cavacece" le dico saltandole in groppa, ridendo come una pazza dalla disperazione, mentre lei ruggisce verso Grev per richiamarlo all'ordine, mentre lui... illuso... la segue come fosse un richiamo voglioso, nella vana speranza che trascorrerà una notte da leoni.




E il nostro amico?

Ha inseguito Grev e ha trascorso una notte da orsacchiotto.






See the RP information <<   <   1, 2, 3, 4, 5   >   >>
Copyright © JDWorks, Corbeaunoir & Elissa Ka | Update notes | Support us | 2008 - 2024
Special thanks to our amazing translators : Dunpeal (EN, PT), Eriti (IT), Azureus (FI)