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[gdr]La vita facile.

Mistic
Dopo una notte quasi insonne,avevo gli stessi occhi di una talpa al sole,che cerca disperatamente di rientrare nel buio della sua fossa.
Uscii dalla mia stanza e scesi al piano inferiore in rigoroso silenzio.

"Miiiiistiiiiiic!" urlò il taverniere italo-croato.

Lo salutai con uno svelto cenno della mano e mi sedetti al tavolo più isolato che c'era in quella bettola.
Poggiai i gomiti sul tavolo e spiaccicai il mio viso sulle braccia,da vera gran signora.


"Miiiiiiistiiiiiiic!"
insistette.

Alzai la mano e iniziai a salutarlo,senza proferir alcuna parola.

"Miiiiiiiiii..."
"Ebbastaaaaa....che c'è?...che vi ho fatto di male stamattina?"
odiavo chi mi parlava quando ancora non ero lucida.

Mi guardò quasi offeso poi dopo essersi guardato intorno mi diede delle missive.

"Stiamo io,voi e ancora voi...state sereno!"

Srotolai le pergamene,questa volta erano due,poi di tutta fretta mi diressi verso la stanza di Morphea.
_________________

16 Ottobre 1460
Morphea




Negli ultimi giorni mi capitava spesso di voler restare da sola.
Evitavo di uscire dalla stanza, e quando lo facevo era solo per mangiare e bere, e preferivo farlo senza compagnia.

Qualcuno mi aveva avvisato che dopo l'ultima discussione, preso dall'ira aveva oltrepassato il confine schiantandosi contro gli eserciti.
E qualcun altro da Venezia, si era affrettato a mettermi al corrente dell'impresa eroica, vantandosene.

" Cosa avrebbe mai potuto fare da solo contro diversi eserciti e con le città assediate dalle sentinelle?" continuai a chiedermi invano, pensando che certe imprese non saranno mai degne di gloria.

Il sapere che in noi aveva visto dei nemici, e non degli amici feriti dal suo comportamento, per quanto mi facesse rabbia, non attenuava comunque la preoccupazione, nè quel senso di sconfitta che mi portavo dentro da mesi.

Non sapevo se fosse vivo o morto.

Avevo avvisato Misti, e non l'aveva presa granchè bene.
Per quanta rabbia ci fosse nei suoi occhi e nelle sue parole, so che non l'ha cercato per paura di trovarsi davanti ad un muro fatto di silenzi o di risposte perfide, gratuite e senza senso.

" Se la caverà, vedrai..." mi ripetevo.

Nessuno avrebbe potuto capire, non c'eravamo riuscite neppure noi.

Qualche giorno fà si è presentata alla mia porta con una lettera, avevo quasi il timore che il contenuto fosse simile a quello della lettera ricevuta da Venezia.


" E' di Gandalf... "
mi ha detto, guardandomi fissa negli occhi.

L'ho letta diverse volte, non perchè fosse complicato comprenderla, ma perchè avevo la testa altrove, così le ho chiesto di andare.

Ultimamente mi asseconda troppo, non so se sia per rassegnazione o per preoccupazione.

Mi sono distesa sul pavimento a fissare le travi.

"Arrivare a Genova per noi sarebbe morte certa, qualsiasi strada scegliessimo sarebbe impraticabile" continuavo a ripetermi " Non posso mettere a rischio loro, dovrei tentare da sola via terra"







Non avrei deciso così in fretta stavolta.





Legio


Rijeka riesce ad essere umida persino con un caldo infernale.


Mi ero sistemato in un letamaio al piano rialzato di una bottega di macelleria.
Non c'erano piu gli astrolabi e le carte dei zingari,
ne gli attrezzi e i cessi d'ottone con cui si tracciavano le rotte,
niente gufi impagliati ne' ritratti d'antenati alle pareti.

In cortile nessuno faceva piu casino e i settimini non nascevano piu' nei stipetti del palazzo,
partoriti tra gli oleandri e le galline accovacciate su i marmi delle scale.
In compenso c'erano le mosche.
Pagavo una miseria, e comunque al secondo giorno gia non facevi piu caso alla puzza,
il che alla lunga da quelle parti era un gran vantaggio.

Univo l'alba al tramonto a forza di acquavite , bei propositi e donnine mandate dal macellaio che Aristotele lo abbia in gloria.
Ogni notte mi ripromettevo improbabili resurrezioni per il giorno dopo.
Il mattino seguente capitolavo, privo di me stesso, al primo albeggiare.

Andavo avanti cosi' da parecchio.

Avevo provato a pescare, il sindaco me lo proebi' come si proibisce la sala da pranzo a gli sguatteri
ed io non feci una piega , quasi sollevato dall'incombenza.
Neanche mi processava, forse gli facevo pena.

Nei giorni di alta marea arrivavo fino in fondo al viale.
Fino alle taverne.
Guardavo dentro.
E stava sempre li'.
Mi chiedevo per quanto ci sarebbe rimasta.

Curvavo come icaro di fronte al sole,
ulisse alle sirene,
un cavallo preso per la briglia,
una carrozza lanciata in curva.

Dicono che al cuore non si comanda.

Ma si puo' uccidere,
e cosi un lunedi' rovente d'agosto al piano rialzato di un macellaio me lo strappai dal petto e lo divorai a morsi.
Piegato come una pernice sul pasto sorrisi a denti stretti e tra i conati sputai la parte piu stoppacciosa.


Non scandalizzatevi troppo, perche' la cosa piu spaventosa di tutte è scoprire che l'essere umano
puo' sopravvivere comunque.
A questo e a molto altro.

E' solo questione d'abitudine.

_________________
Morphea







A volte senti lo sguardo vigile di qualcuno, anche in sua assenza.
Lo senti ovunque ti trovi.
Io quello sguardo lo sento da sempre.
E' sempre stato lì, esattamente come ora.


Mi spingeva a cadere, a volte tendendo la gamba, e si voltava di spalle quando mi risollevavo, ma era come se continuasse a fissarmi. Ci sarebbe riuscito anche bendato.


Sono qui e mi guardo intorno e so che è da qualche parte lì fuori.





Ricordo che una sera la taverna di Piombino era piena.
Il giorno della partenza si avvicinava.
Ognuno cercava di immaginare cosa ci aspettava.


Parzek per attirare l'attenzione fece un colpo di tosse.
" Morph con chi dividerai il pagliericcio?" tutti si zittirono, lui pure, ma per poco, poi riprese a parlare come se nulla fosse.
" Morph dormi con me?" ridomandò.
" Parz... lei no... lei è mia!" disse con tono secco.


Ingoiai come quando ti và un boccone di traverso, il respiro ti manca, e l'anima si distacca dal corpo perchè gli sta stretto, e sai che non c'è più nulla per cui varrebbe la pena di vivere se non per quello.
Il silenzio divenne più assordante, fin quando tutti uscirono ad uno ad uno da quella porta.



" Che faremo?" mi disse quel giorno.
" Quello che abbiamo sempre fatto" gli risposi.

" Nessuno di loro capirebbe". ribattè con un filo di voce, più per dirlo a se stesso che a me.
Ricordo che restai in silenzio a lungo, poi aggiunsi " perchè non dovrebbero? Ognuno di loro ha la propria vita, perchè dovrebbero guardare proprio noi? Qualcuno forse se lo aspetta.... "
" Che faremo? ........ Saremo costretti a scappare a Rijeka.... io andrei a pescare e tu mi aspetteresti a casa a fare la calza? E se finissimo con l'annoiarci?"
" E quando mai ci siamo annoiati!" gli avevo risposto.





E poi quel giorno... quel maledettissimo giorno...






Ho provato a sotterrare il cuore e me stessa da quel giorno.
Ho provato a voltare pagina, non una, ma mille volte... e il suo sguardo vigile era sempre lì, anche se l'unica cosa che faceva era mettere sempre più distanza tra noi.


Le sue parole sempre più dure.
I miei silenzi.
Le sue donne... i miei uomini...
L'andare e il tornare.
Il risvegliarsi da un incubo, poggiare la mano sui listelli del pavimento e vederli cedere ad uno ad uno e sentirsi inesorabilmente persi, anche ad occhi aperti... senza avere in corpo una goccia di acquavite che offuschi la vista e riempia quel maledetto vuoto che a fatica ti trascini dietro.
L'appartenersi sempre e comunque.


Ho trovato dei brandelli di carne, fuori la bottega di un macellaio un martedì mattina, dopo un lunedì d'agosto, dalla consistenza stopposa. Era vomito, così ho creduto fossero i suoi, e d'istinto gli ho scritto.
Gli ho mandato l'anima di Nando per la consegna, così tra morti forse si intendono meglio, visto che io sono morta dentro, ma sono ancora viva, purtroppo... mio malgrado, suo e di qualcun altro.

Gli ho detto che è uno stro***, ma che questo lui lo sà già e che nonostante abbia lasciato traccia di quello che ha fatto, io non gli credo. Gli ho ribadito il concetto che è un grandissimo stro***, ma che mi manca, anche se ha la perfetta consapevolezza che lo strozzerei e che lo vorrei morto, ma mi manca da morire lo stesso.



La cosa piu spaventosa di tutte è scoprire che l'essere umano sceglie di sopravvivere, sapendo che, invece, potrebbe vivere e lo fà a costo di strapparsi il cuore, per poi prenderlo a morsi e rigurgitarlo sorridendo...
Perchè non conta che tu sia felice o infelice, o che tu faccia una scelta piuttosto che un'altra, ma che gli altri esseri umani, non si accorgano che senza la persona che guardi da lontano, tu sia curvato come icaro di fronte al sole, ulisse alle sirene, un cavallo preso per la briglia, o una carrozza lanciata in curva.

E' solo una questione di brutta abitudine, per giustificare quello che non si ha il coraggio di fare... o che, più probabilmente, non si vuole fare.......

Scelte... semplicemente scelte...
come vivere, morire... o sopravvivere....










Grevius
Puntuale come ogni sera, entrava lo spasimante.
Non importa se piovesse, tirasse vento o ci fosse luna piena, lui entrava e cominciava l'ammuìna, l'insistente tiritera sul perchè Morphea la Cessa dovesse passare una notte con lui.
Bella la tenacia, ma essa comporta conseguenze delicate, una su tutte è il confine sottilissimo con la noia.
Una persona può passare da capa tosta ad ansiosa presenza, nel giro di qualche giorno.
Ormai quel ragazzino era diventato una sorta di incubo.
Vaglielo a spiegare che un No, significa No.
Due lettere appaiate, l'una accanto all'altra, dal significato così semplice che comporta un punto fermo ad una strada percorribile.
Non ci sono spiragli o scappatoie, un No non è un Forse o un Chissà, altrimenti non si sarebbe chiamato No.

Si diventa improvvisamente un disperato, che cerca affetto nell'unica persona disponibile e presente in quell'ennesima città di morti.
Tante grazie che diventa la donna della tua vita.

Che stanchezza vedere l'ennesimo pagliaccio travestito da eroe, che cerca la soddisfazione con improbabili prostitute facendole passare per improbabili fiabe, dove il protagonista parla italiano ma alla fine capisce croato.

_________________
Morphea






Vorrei sapere da dove sia partita l'idea che la morte sia l'unica cosa certa a questo mondo... a meno che non si stessero riferendo al suicidio.
L'unica cosa che mi appare certa ed evidente, negli ultimi tempi, è che, quel ragazzino, varca la porta della taverna, tutte le notti.
Lo vedi arrivare, tra la prima e la seconda ora, sventolando quella chiave dal tintinnio stonato ed, oramai, insopportabile.

" Oilloc!" esclamo ogni santissima volta, chiudendo gli occhi e mettendomi le mani fra i capelli.
Sono arrivata al punto di dirgli che in realtà sono un uomo e che mi travesto da donna, per poter ingannare più facilmente i malcapitati e sfilargli qualche quattrino, ma lui di tutta risposta ha detto che non ci crederà fin quando non sarà lui a togliermi i vestiti di dosso.

Dicono anche che sia un disegno dell'Altissimo se sulla strada si incontrino determinate persone e non altre. Ho come l'impressione che a Chistos il lapis scappi proprio di mano quando si tratta di disegnare qualcosa che mi riguarda.

Così, ieri notte, quando lui è arrivato, mi sono nascosta sotto ad un tavolino.
Ho aspettato che si distraesse e ho camminato carponi sotto i tavoli della Locanda deserta, cercando di non fare rumore, prendendo direttamente come punto di riferimeno la porta. Una volta fuori, ho fatto una corsa, dirittadiritta, fino in Chiesa.
Ci sono entrata smontando una grata, con la leggiadria e la grazia che tanto mi appartengono, visto che era chiusa.

Una volta dentro, ho fatto tutta la navata centrale fino all'abside e poi mi sono seduta a terra. Era tardi e stavo stanca.

" Ecco, mò mi devi dare una spiegazione. Parliamone!
E' mai possibile che a me mi succedano tutti sti fatti? Ti pare normale a te?
E non si può campare così.
Ma pecchè sti disegni e sbagl' proprio cu me?
Eppure mi hanno cresciuta le monache, mi hanno educata alla preghiera....
La badessa organizzava pure i pellegrinaggi... io ci andavo pure.
E tu m fai chest a me... m fai?
No no no... io aggia ave' n'à spiegazione. Io da qua non me ne vado stanotte fino a quando non me ne dai una."


E poi c'è stato un fulmine, ma fuori il cielo era terso, e io non mi sono spiegata neppure quello.

" Ue'...
mica stavo grindando...
ho alzato un po' la voce ma... ma dato la lontananza agg ritt... fors chist sta facendo qualche altra cosa...
Sì, ho chiamato... ma volevo sapere com'è che a me mi succedono tutti sti fatti.
Disgrazie appriess appriess... io nun pozz campa' chiù.
Io bestemmiavo?
Nono guard... ti sbagli.
Non ho mai bestemmiato.
Ma quand'è c'agg bestemmiato?
Ahhhhhh.... ah mi ricordo... sì mi ricordo.
Nono nun so sta j.
Ssssì, mi ricordo ma nun so' stat j.
Nooooo è stata l'amica mia, guarda... eh! stavamo tutte e due.
Ehhh lo so, tu stai in ogni luogo ma s' ver ch stiv e spall e nun e vist.
Ma... no nun s'ò stat j.
Ma ti giuDo nun s'ò stat j.
No è stata lei, guarda..
Chell o ten stu vizio, ogni tant che si mette... io c' l'agg ritt pur: statt zitt ch chill s'ò pigl' cu me...
No è stata lei, guarda...
eh... e mettiamo pure ch foss stat j... niente di meno ch tu ti scateni e chesta maner?
Eh... ma nun s' po' campa' accussì.
Tu, infondo, 'o sai quant t stim, no?
Vengo in Chiesa tutte le volte che posso.
Eh...
E vabbeh... ho fatto un paio di assalti.... ma... ma oggigiorno li fanno tutti...
Eh...
Ma nun e vist che appena ho preso il Municipio, ho diviso tutti soddi?
Tutti i soddi... mi sembra a me... eh...
Eh...
Ho disobbedito agli ordini...?
Eh... no però tu m controlli allor... scus?
E non lo so... e m stai ncuoll ncuoll però...
Sì, ma guard nu poc pur all'at... agg' pacienz...
Ma par' ch c' l'hai proprio cu me...
Sì, ma guard pur all'at... nun guarda' sul' a me...
Sì, ma infondo nisciun è perfetto... ognun ten e cos' s....
No, no lo so... tu sì perfettissim... no, stev parlann e nuj cà... nun c' l'avev cu te...
No... eh...
A parte il fatto che... tu pur e fatt e sbal' tuoj eh...
Nono, lasc' sta che e sbagliat pur' tu eh...
No... certe cose l'hai... lasciati pregare... sì ti ric che 'e sbagliat... 'e sbagliat...
E' capitato certe volte che...
No.. nono parl' parl'... noooooo, lasciati pregare era un modo di dire...
e non lo so, subit t miett in posa... e non lo so... ma nooooooo, er int o discors'...
Sì...

No...

Parl...

Er int o discors... nun c'a... eh!
No, e sbagliat pur' tu... certe cose l'è sbagliat... e fatt tutt cos' buon tu? Tu nun e mai sbagliat? Secondo te Grev è bell? Ja... l'è cumbinat e chella maner a Grev...
Lasc' sta... lasc' sta...
Ma t par bell a te ch chill adda sta semp cu nu gusc' ncap e chella maner cumbinat?
Ma nossignor... ma.. ma è logico ch poi si lamenta..
Po' bestemmia Grev... po' è malament...
Ma sì tu o cumbin e chella maner a chill...
Nono, mic' sul a Grev...
Nono tu pur' a Misti e sbagliat... nono tu a mist ce fatt a vavarazza... t'è scurdat e c' fa o cuoll... ma pecchè deve dare le capate con la vavarazza Misti?
E' scomodo... e' scomodo... nun dà rett.... eh!
Ma... ma no è scomodo a dare le capate con la vavarazza...
E s' lament'n... e giustamente s' lament'n... si lamentano.
No, pure Giub... eh... a Giub lo sentì proprio io... ca s' lam'ntav...
Eh... s' lam'ntav... eh... non lo so... diceva che... guarda a me comm m'à cumbinat...
Eh... c'ò fatt che nun ten manc nu capill ncap...Giub....
Sì, ma perchè l'è fatt senza nu capill ncap a Giub?
Eh, stu fatt e chest...
Ma ch'è fatt? Vuliv fa' l'uov, vuliv fà?
Ma... fa primm gli esperimenti a parte, scus... ma no, ma no p piacer...
Ma è logico... sì tu o stess juorn ch'è fatt a Giub, vuò fa l'uov... t ven Giub cu l'uov ncap, scus...
E no... s' fann a part sti cos'...
Eh... ehhh... a frett... a frett... a frett...
Cioè... chi t'ha jtt a te, fa tutt cos' in pochi giorni, scus?!
No, no tu t'niv l'eternità annanz... iv con con calma, e faciv' e cos' per bene...
No... nono... secondo me e vulut fà nu poc o spaccon...
non lo so... non lo so... secondo me qualche scommessa tenevi... quaccos... ma nun so' cos ch s fann int a pochi juorn... ma... guard... ehhhhh eh vabbeh!
chill so esseri umani... esseri umani...
ch signific ch so' esseri umani, scus'?
no, che poi tutti si lamentano eh...
sì... l'agg s'ntut proprio j ch s' lam'ntav'n...
eh... dicevano: però iss pur ha sbagliato...
tu nun e sient perchè chill parl'n tutt accussì...
s' lament'n... non lo so... ric'n ch tu e fatt tutt cos a favor r'ò ricch... c'ò pov'r è destinato e j all'inferno...
o pov'r adda fa' p forz p'ccat...
eh... o fatt r'è comandamenti...
- non desiderare la roba d'altri...
mò tras nu ricch e m ver... ch ten a desiderà chill e me, scus?
o uaij è semp o nuost, scus...so cos' c'amma...
no, ma lascia sta... scus...
- non desiderare la donna d'altri...
tu a cunusc' la moglie di quello, no?
sì... sì... quello è un fatto suo... siamo d'accordo... se lo doveva guardare prima bene lui, ma... siamo d'accordo... sì...
- non fornicare.
ch signific' non fornicare?... eh... tu o sai che io certe volte agg fornicato senza sape'?
no... no... noooooo... io pensav e furmic'l guard... eh... p'nsav e furmic... è venuto un periodo che camminavo alzando la gamba... m l'agg vist brutt... lascia stà...
ma non lo so... non lo so... ho pensato... fors chist c' ten particolarmente p'è furmic'... ma ch n sacc' j... ma perchè e scritt: non fornicare?
ma tu o spazio o t'niv, no?
e tav'l er'n gross...
e invece e - non fornicare- scivevi non fate quelle... cioè... non fate quelle coseeee... non fate quelle cose sporche che... accussì capev'm tutt quant però...
e tu t miett a scrivere: non fornicare.
ma chi è ch capisc'... non fornicare? scus...
Eh... e diffici... no... nono io so calm, guard... nono io so calmissima... sì, nono no... qua se ci sta uno che si sta innervosendo sì proprio tu eh... eh
e io ti vedo tutt arraggiat... eh... stai tutt innervosito... eh... eh... l'età l'età l'età...
lasc' sta, lasc' sta... che tu pure quando ir giov'n ir accussì...
subito t'innervosivi...
comm no? comm no? chella uaglion p s' mangia' na mel' ... facist succer'r chillu burdell...
ma allor stamm calm... allor stamm calm tutt quant... e stamm calm allor...
e va bene... ma allor stamm calm tutt quant, scus...
anzi, io ero venuta qua per parlarti di un'altra cosa...
io t vulev parlà proprio e n'atu fatt... "


All'improvviso tutto è diventato buio...

"Ecchechristos... uno sta parlann e chist s n và"


Poi si è illuminato dinuovo tutto.

" Sì, agg ritt ecchechristos...
no ma... ecchechristos mic' è na bestemmia...
ma no, l'agg ritt int o discors'...
no, ma io nun teng nient a...
nono io sto bene così...
nono me ne vado...
nono non tengo niente da lamentarmi...
nono
sìsì sto bene così...
sì me ne vado...
sìsì... no..."


Così ho lasciato la Chiesa e ho preso la direzione del porto.











Il dialogo con Christos è tratto dal "Dialogo con Dio" di Massimo Troisi, e riadattato al GdR.


Traduzione:


" Ecco, ora mi devi dare una spiegazione. Parliamone!
E' mai possibile che a mi succedano tutti sti fatti? Ti pare normale a te?
E non si può campare così.
Ma pecchè sti disegni li sbagli proprio con me?
Eppure mi hanno cresciuta le monache, mi hanno educata alla preghiera....
La badessa organizzava pure i pellegrinaggi... io ci andavo pure.
E tu m fai questo... mi fai?
No no no... io devo avere una spiegazione. Io da qua non me ne vado stanotte fino a quando non me ne dai una."

E poi c'è stato un fulmine, ma fuori il cielo era terso, e io non mi sono spiegata neppure quello.
" Ue'...
mica stavo grindando...
ho alzato un po' la voce ma... ma data la lontananza ho detto... forse questo sta facendo qualche altra cosa...
Sì, ho chiamato... ma volevo sapere com'è che a me mi succedono tutti sti fatti.
Disgrazie dietro dietro... io non posso più vivere.
Io bestemmiavo?
Nono guarda... ti sbagli.
Non ho mai bestemmiato.
Ma quand'è che ho bestemmiato?
Ahhhhhh.... ah mi ricordo... sì mi ricordo.
Nono non sono stata io.
Ssssì, mi ricordo ma non sono stata io.
Nooooo è stata l'amica mia, guarda... eh! stavamo tutte e due.
Ehhh lo so, tu stai in ogni luogo ma si vede cha stavi di spalle e non hai visto.
Ma... no non sono stata io.
Ma ti giuDo non sono stata io.
No è stata lei, guarda..
Quella lo tene sto vizio, ogni tanto che si mette... io gliel'ho detto pure: statti zitta che quello se la prende con me!
No è stata lei, guarda...
eh... e mettiamo pure che sia stata io... niente di meno ch tu ti scateni di questa maniera?
Eh... ma nun si può campare così.
Tu, infondo, lo sai quanto ti stimo, no?
Vengo in Chiesa tutte le volte che posso.
Eh...
E vabbeh... ho fatto un paio di assalti.... ma... ma oggigiorno li fanno tutti...
Eh...
Ma non hai visto che appena ho preso il Municipio, ho diviso tutti soddi?
Tutti i soddi... mi sembra a me... eh...
Eh...
Ho disobbedito agli ordini...?
Eh... no però tu mi controlli allora... scusa?
E non lo so... e mi stai attaccato addoso però...
Sì, ma guarda un poco pure gli altri... per piacere...
Ma pare che ce l'hai proprio con me...
Sì, ma guarda pura agli'altri... non guardare solo me...
Sì, ma infondo nessuno è perfetto... ognun tiene le cose....
No, no lo so... tu sì perfettissimo... no, stavo parlando di noi qui... non mi rivolgevo a te...
No... eh...
A parte il fatto che... tu pure hai fatto gli sbagli tuoi eh...
Nono, lascia stare che hai sbagliato pure tu eh...
No... certe cose l'hai... lasciati pregare... se ti dico che hai sbagliato... hai sbagliato...
E' capitato certe volte che...
No.. nono parla parla... noooooo, lasciati pregare era un modo di dire...
e non lo so, subito ti mietti in posa... e non lo so... ma nooooooo, era nel discorso...
Sì...
No...
Parl...
Era nel discorso... non che... eh!
No, hai sbagliato pure tu.. certe cose le hai sbagliate... hai fatto tutto bene tu? Tu non hai mai sbagliat? Secondo te Grev è bello? Ja... l'hai combinato di quella maniera a Grev...
Lascia stare... lascia stare...
Ma ti sembra bello che quello deve stare sempre con un guscio in testa combinato così?
Ma nossignore... ma.. ma è logico ch poi si lamenta..
Poi bestemmia Grev... poi è cattivo...
Ma se tu lo cumbini di quella maniera a quello...
Nono, non solo a Grev...
Nono tu pure a Misti hai sbagliato... nono tu a misti le hai fatto il doppio mento... hai dimenticato di farle il collo... ma perchè deve dare le capate col doppio mento Misti?
E' scomodo... e' scomodo... non dar retta.... eh!
Ma... ma no è scomodo a dare le capate col doppio mento...
E si lamentano... e giustamente si lamentano... si lamentano.
No, pure Giub... eh... a Giub lo sentì proprio io... che si lamentava...
Eh... si lamentava... eh... non lo so... diceva che... guarda a me come mi ha combinato...
Eh... col fatto che non ha neppure un capello in testa...Giub....
Sì, ma perchè l'hai neppure un capello in testa a Giub?
Eh, questo fatto...
Ma che hai fatto? Volevi fare l'uovo, volevi fare?
Ma... fai prima gli esperimenti a parte, scusa... ma no, ma no per piacere...
Ma è logico...se tu lo stesso giorno che hai fatto Giub, volevi fare l'uovo... ti viene Giub con l'uovo in testa, scusa...
E no... si fanno a parte queste cose...
Eh... ehhh... la fretta... la fretta... la fretta
Cioè... chi te l'ha detto di fare tutto in un solo giorno, scusa?!
No, no tu avevi l'eternità davanti... andavi con con calma, e facevi le cose per bene...
No... nono... secondo me e vulut fà nu poc o spaccon...
non lo so... non lo so... secondo me qualche scommessa tenevi... qualcosa... ma non sono cose che si fanno in pochi giorni... ma... guarda... ehhhhh eh vabbeh!
quelli sono esseri umani... esseri umani...
che signifia che sono esseri umani, scusa?
no, che poi tutti si lamentano eh...
sì... li ho sentiti proprio io che si lamentavano...
eh... dicevano: però lui pure ha sbagliato...
tu li senti perchè quelli parlano tutti così...
si lamentano... non lo so... dicono che hai fatto ogni cosa a favore dei ricchi... che il povero è destinato ad andare all'inferno
il povero deve fare per forza peccato...
eh... il fatto dei comandamenti...
- non desiderare la roba d'altri...
ora entra un ricco e mi vede... che tiene da desiderare quello di me?
o il guaio è sempre nostro, scusa...sono cose che dobbiamo...
no, ma lascia stare... scusa...
- non desiderare la donna d'altri...
tu la conosci la moglie di quello, no?
sì... sì... quello è un fatto suo... siamo d'accordo... se lo doveva guardare prima bene lui, ma... siamo d'accordo... sì...
- non fornicare.
che significa non fornicare?... eh... tu lo sai che io certe volte ho fornicato senza saperlo?
no... no... noooooo... io pensavo alle formiche, guarda... eh... pensavo alle formiche... è venuto un periodo che camminavo alzando la gamba... me la sono vista brutta... lascia stare...
ma non lo so... non lo so... ho pensato... forse questo ci tiene particolarmente per le formiche... ma che ne so io... ma perchè hai scritto: non fornicare?
ma tu lo spazio lo tenevi, no?
le tavole erano grandi...
e invece di - non fornicare- scrivevi non fate quelle... cioè... non fate quelle coseeee... non fate quelle cose sporche che... così capivamo tutti però...
e tu ti metti a scrivere: non fornicare.
ma chi è che capisce... non fornicare? scusa...
Eh... e diffici... no... nono io so calma, guarda... nono io so calmissima... sì, nono no... qua se ci sta uno che si sta innervosendo sei proprio tu eh... eh
e io ti vedo tutto arrabbiato... eh... stai tutto innervosito... eh... eh... l'età l'età l'età...
lascia stare, lascia stare... che tu pure quando eri giovane eri così...
subito t'innervosivi...
come no? come no? quella ragazza per mangiarsi una mela ... facesti succedere quel casotto...
ma allora stiamo calmi... allora stiamo calmi tutti quanti... e stiamo calmi allora...
e va bene... ma allor allora stiamo calmi tutti quanti, scusa...
anzi, io ero venuta qui per parlarti di un'altra cosa...
io ti volevo parlare proprio di un altro fatto.. "

All'improvviso tutto è diventato buio...
"Ecchechristos... uno sta parlando e questo se ne và"
Poi si è illuminato dinuovo tutto.
" Sì, ho detto ecchechristos...
no ma... ecchechristos mica è una bestemmia...
ma no, l'ho detto nel discorso...
no, ma io non ho niente da...
nono io sto bene così...
nono me ne vado...
nono non tengo niente da lamentarmi...
nono
sìsì sto bene così...
sì me ne vado...
sìsì... no..."

Morphea






La linea dell'orizzonte divideva di netto il cielo dal mare, ma lo sguardo si arrestava a poche leghe dal pontile.

Era tutto pronto, e anche se non aspettavo altro, mi sembrò troppo presto.

Stetti lì fin quando il sole annegò tra le acque... fin quando la notte avvolse il cielo e la terra nell'oscurità.
E quando tutto tacque potei abbandonarmi alla follia, lontana da tutto e tutti.

Attraversai i vicoli di Rijeka, avendo la consapevolezza nelle tasche, che quello che stavo per fare fosse quanto di più sbagliato io potessi, e nonostante tutto nulla mi avrebbe distolto dal farlo.



Arrivai alla bottega del macellaio.
Dalle inferriate delle finestre dei piani di sopra, veniva fuori il buio, o in alcune, sotto il soffitto, si intravedevano ombre in movimento grazie alla luce fioca delle candele.
A poche spanne da dove mi trovavo, ammassi di carbone si accatastavano ad un muro.
Scavai nella sacca e presi una pezza di lino, raccolsi uno di quei frammenti e scrissi.





" Prima che parta, ti farai salutare?"




Entrai nel portone come se avessi dovuto attraversare un labirinto senza uscita.
Stavo lì, ma non avevo la benchè minima idea di dove fosse.
Feci piano per piano più volte, accostando l'orecchio alle pareti o alle porte, in cerca di un rumore... ma in realtà brancolavo nel buio, esattamente come avevo fatto fuori.
Giunsi alla resa dopo un tempo che mi sembrò infinitamente lungo.
Stavo per imboccare l'ultima rampa di scale, quando al piano ammezzato della costruzione, dei gemiti di piacere fecero un eco tonfo, tra le travi marce del corridoio.

" Come al solito starà discutendo di affari di stato con qualche baldracca" pensai. " Ed io al massimo sbaglierò porta e farò felice il mondo..."

Giunsi alla camera di un piano ammezzato sopra la bottega di un macellaio, guidata dall'eco di un gemito e il cigolio del legno di un'alcova in movimento, solo per infilare una stramaledetta pezza di lino sotto un uscio.

" Maledetto il giorno che santovalerioborghese, che il diavolo lo abbia per sempre fra le sue maledettissime schiere, ha messo piede a Teramo!"
ringhiai tra me e me.







Tabac
"TABACCCCCC...COMANDANTE TABACCCCCCC"
"cosa urli ragazzo....ora lo sanno tutti che sono qui !"
"perdonatemi messer Tabac....ho una missiva urgente per voi dalla Spagna e ho pensato......"
"hai pensato male" presi la lettera...diedi la mancia e una pacca sulla spalla al giovine...
non ero agitato......ma quasi emozionato....presto avrei saputo il luogo in cui si nasconderebbe quella "cagna bastarda"
lessi........tre fredde parole



Feuerweib està muerta

rimasi in silenzio..........
Morphea





Rientrai alla Locanda che era notte fonda.

Lei era lì.
Laconicamente assorta, spettrale... venne fuori dal buio , e divenne immediatamente ciarliera.


" Domani partiamo!" mi disse.

Sembrava una lupa apprensiva, che non vede l'ora di portare al sicuro i suoi cuccioli.
Così, prima che lo capisse lei, la feci corta e le dissi subito...
"Gli ho scritto che voglio salutarlo..."


" Perchè? ...non ti basta quello che è successo?"

" Per quanto possa essere assurdo, per quanto sia convinta di ciò che ho fatto, per quanto io continui a pensare le stesse cose, è come se lo stessi abbandonado, e mi fà male!"

" Dov'era quando avrebbe dovuto difenderci? dov'era quando avevamo bisogno di lui? ... e quando non ha mosso un dito? ...Non sarai tu ad abbandonarlo, è lui che ha abbandonato noi!"
" Ti ho detto che penso le stessissime cose, ma non cambia il fatto che io mi senta così! ...Comunque non preoccuparti, non credo si farà vivo, probabilmente ho sbagliato porta"
" Che hai combinato mò?"

Le raccontai tutto, ma ogni tratto del suo viso esprimeva disappunto.



L'indomani, di buon'ora trovai sulla porta un bel pezzo di carta fissato con una lama.




"Dobbiamo partire entro stasera!!!

P. "


Sembrava una minaccia, più che un appuntamento per la partenza.

"beh... dice entro stasera... infondo nn specifica nulla... ho tutto il tempo per.... cosa potrà mai farmi se tardo di qualche minuto... e poi... cosa tardo?... non leggo niente più di quello che c'è scritto"


Pensavo tutto questo infilando le mie cose nella saccoccia, quando Misti varcò l'uscio.


" Dobbiamo partire entro stasera!!!"
" ... e dall! ma l'avit pigliat a vizio?... ma per caso... dobbiamo partire entro stasera?... agg' capit... stasera partiamo... io devo aspettare Niku, prima di stasera sul tardi non si farà vivo!"


E mai come quella sera, Niku arrivò in anticipo.... zacketeeeeeeee!

" Devi farmi un favore, dovresti rimanere nascosto... ti vengo a cercare io."

" Assaltiamo un altro Municipio?" disse con gli occhi vispi.
" Azz Niku... t sta piacenn?" gli chiesi sorridendo." Comunque no... dobbiamo partire entro stasera!" oramai la frase mi si era stampata in testa."Se riesco, dovrei fare qualcosa prima."
Niku, ci aveva trovato gusto ad assecondarmi, ed anche quella volta, accettò senza fare ulteriori domande.




Misti si presentò dopo poco, chiedendomi se Niku si fosse fatto vedere.
Negai, mentendo spudoratamente.






Morphea






Entrai lì, in quella taverna dal nome buffo, e mi sedetti.
Lì in fondo, dove neppure le candele erano accese, ed ordinai il solito vino.






Fissavo il muro.

Arriva il tempo in cui, devi lasciarti il passato alle spalle e andare avanti.





Mi piombò davanti all'improvviso, schiattando un boccale di birra sul tavolo.

" Mi fai saltare così... la prossima volta avvisa..."

" L'ultima volta non sei saltata"
" L'ultima volta se l'avessi fatto, ti avrei azzannato alla gola..."
" Stai tremando, và tutto bene? Non vorrei svenissi"
" Sì che sto bene... puoi controllarmi il polso, così ti metti l'animo in pace..."
" Non posso toccarti, lo sai..."
" No, non lo so. E perchè non puoi?"
" Sai anche questo"
" In realtà non so nell'uno, nè l'altro... altrimenti non chiederei..."
" ... e poi non sono un cerusico"
" hahahahahahhahaha ma che str****!"
" Veramente dovresti dirmi - sai che non vorrei partire amore mio e restare qui con te, ma devo farlo - non dirmi... echitemmuort!"
" Ma poi sembrerebbe una cosa finta, e sai che i vuommechi non sono arte mia."
" Delicatissima come sempre..."
" ahahahahhahaah.... ma io ti chiamo amore mio ogni volta che ti chiamo piscione..."







Per qualche istante fissai i bicchieri sul tavolo, poi alzai la testa per guardarlo negli occhi.





" Ho mentito a Misti per vederti stasera, non è stata molto contenta del biglietto che t'ho scritto. Ho chiesto a Niku di nascondersi e di aspettare che lo cercassi io, perchè avevo qualcosa da fare. Ho mentito a tutti... e non mi piace mentire, ma avevo bisogno di sapere come stavi e di vederti prima di partire." E dopo un sorso di vino gli chiesi " Perchè... perchè lo hai fatto?"










Buttare giù quel vino era un modo come un altro per ingoiare il nodo che da giorni avevo alla gola.






Grevius
"Ci siete?"
"Si Morphè stamm accà" dissi

diedi una gomitata a Misty e piegando gli avambracci feci oscillare le mani a mo' di mano morta, sgranando gli occhi e gonfiando le guance, come per dire... 'che balleeee'

"Tengo freddo ai pieTi" disse Misty
"Dopo te li scarfa il Barone quanTo finisce' di fare li Cesti" rispose Morphea al posto mio.
"Ma quàggeeeesti Morphè, sto camminando zitt zitt ij"

dopo qualche metro

"Barò state rallentando..."

Feci roteare gli occhi e mi rivolsi quasi silenzioso a Misty
"Aaaah, mo l'acci'r..."
"Statt bunariell amò ja" mi sussurrò la mia metà per incoraggiarmi

"Mi parli alle spalle?!" continuò Morphea

"Morphe'... tu staje annanz... nuj stamm aret, comm fai a sape' chell sto facenn ij, ma chebbuò!"

Si girò piazzandosi le mani sui fianchi, come faceva quando si arrabbiava con noi...
Era una posa simile a quella che prendeva la mia fidanzata, ma con il tempo e l'esperienza avevo notato una diversa inclinazione del busto.
Misty aveva una posa più da predatrice, Morphea era più massaia e rustica.

"Io vedo tutto, tu ti stai lamentando con me medesima, per il fatto di come noi, noi medesimi stessi, stiamo andando innanzi a questo viaggio"

"Quando te ne esci con il volgare fiorentino, m'fai murì... iss non è volgare è sHcanTaloso proprio, sHcurrilO! No volgare... SHcurrilO... oh!"

"Stai ricenn che non sacc' parlà?"

alzai il mento e mi sfregai velocemente una mano sotto la gola

"Ahhhhhhhhhhhhhhh! ...Morphè, n'è cos' p 'tte. Tu sì 'na brava loCista, 'na brava Querriera, ma a parla' nun sì bona proprio! ... Sei la nemica della linQua volgarA proprio.... Eeeeee agg' ritt tutt cos' ja"

Misty guardò il cielo.
Vidi chiaramente che lanciava una preghiera all'Altissimo per concederci la grazia.
Morphea se ne accorse e disse

"Quand c' vò, c' vò.... annanz a 'na santa femm'n... c' sta semp' n'omm e merd
"


Fu sempre sera, e fu di nuovo mattina.
Ennesimo giorno.












ho voluto provare a scrivere in napoletano, o per meglio dire in laburino capuano per rimanere in tema RR, sicuramente molte parole sono scritte in maniera errata, è per il fatto che io giocatore sono di tutt'altra parte d'Italia... le capisco io quindi non è cosa complicata, mi bastava dare l'idea della musicalità, le traduzioni mi sembrano inutili, se proprio non riuscite a capire annanz = davanti, aret = dietro vi mando la traduzione via privata. Per il resto basta seguire il contesto del discorso.
Le lettere in maiuscolo sono per accentuare i difetti buffi che ha la lingua napoletana nel cambiare le lettere in una parola, o modificandone il genere

_________________
Morphea








" ti dovevo una sola vita!"
" la vita... non la morte..."



Certo che il momeno di mettersi a fare i conti era assai inopportuno.
Se avessi dovuto mettere su carta, chi doveva cosa e a chi... tra debiti, crediti, sovvenzioni, detrazioni e liquidazioni varie... credo che nessuno dei due ne sarebbe uscito in pari... uno dei due aveva sicuramente parecchi debiti in più.





Il tempo passò, e dopo un'inutile promessa, strappatami con l'inganno, gli sentii soltanto sbattere la porta.









Lasciai la locanda in direzione del porto, senza voltarmi indietro neppure per un attimo.
Mollai gli ormeggi e spiegai le vele nell'Adriatico.

Il giorno successivo le coste Veneziane tagliavano l'orizzonde a nord.
La tentazione di farci una capatina, nascondendo una scialuppa, lì dove nessuno l'avrebbe scorta, fu talmente grande, che non potei non cedervi.

Una volta giunta nella Piazza più affollata della Repubblica, il primo istinto fu quello di portare le mani ai lati della bocca per poter urlare:

"Scusassime, ma le frontiere sono chiuse da fuori o da dentro?
Perchè non mi pare di aver visto le cancellate sul nodo all'ingresso.
E se io già fossi dentro, come mi rimandereste fuori? Mi mandate la scorta armata?
... mi sento tanto sola solissima qui... fà tanto freddo.... è buio buio....
eeeeeeeeee... se poi mi beccate... mi falciate con l'esercito... mi processate... o tutte e due insieme?

Vorrei un'accusa di pernacchia ad alta voce sul nodo e parcheggio in doppia fila per il cavallo pazzo che s'è perso lo zoccolo per strada...

INVOCO LA CLEMENZA DELLA CORTE!"




Non la presero granchè bene, soprattutto perchè non credo avessero capito da dove provenissi e come fossi arrivata fin lì.







Se avessero visto il dimonio, credo avrebbero avuto meno di cui spaventarsi.... ahahahahahahahahahahahaha



Morphea






Sembrava che molti si dannassero per la mia apparizione.





I loro visi segnati dalla preoccupazione e dalla fame, pronuciavano parole sprezzanti.
Espressioni perfette del terrore di cui assaporavo la polpa, come quando si fa scivolare, tra le labbra, un lampone vellutato appena colto e chiudi gli occhi per goderne.
Lo gusti piano, fino a quando non dai l'ultimo morso, trattenendolo nella bocca e contemporaneamente ti lecchi le dita per ghiottoneria.

Li guardavo così.






Scrutavano continuamente intorno, in attesa che, dal nulla, potesse materializzarsi qualcuno... neppure ci fosse qualcosa da potergli sottrarre.
Le ricchezze e la grandezza, così tanto ostentate negli passati, erano ormai chimere ambite e bramate dai pochi uomini rimasti lì, che rosicchiavano le ossa di una carcassa già spolpata.
E mi rendevo conto che la presunzione li aveva resi ancora più ciechi di allora, consumandoli.

Avrei voluto provar compassione...








Vidi sparire la costa dopo pochi giorni, per risalire il Po, lasciandoci l'Adriatico alle spalle.













Piombino, settimo giorno del mese di Settembre, A.A. millequattrocentocinquantotto.

" Le scommesse si pagano, e a me costò un bacio... ed un viaggio senza meta"






Mantua, sesto giorno del mese di Settembre, A.A. millequattrocentocinquantanove.

" La vita facile........ e tutto torna, con il sussurro di un eco lontano"

























Non è finito niente.
Non finisce mai niente.
Ritorno dove ho lasciato che una storia, scivolasse nel passato, perdendo la sua nitidezza sotto la polvere del tempo...
E poi, inaspettatamente, ad un certo punto, la storia ritorna... come un sogno.
... Non finisce mai niente.




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