pnj
Danitheripper scivolava dolcemente verso loblio, sentiva i pensieri spegnersi, il dolore, quello fisico, aveva cessato di travolgerla da tempo, e adesso anche quel malessere che la nostalgia iniziava a recare scorreva via. Via verso la morte, quella vera, quella per sempre
Adesso che il comune sentire era cessato e che i pensieri si erano saziati ed avevano quasi cessato di catapultarsi nel cervello, Danitheripper iniziò ad avvertire la pesantezza delle proprie palpebre, qualcosa di reale, una finestra verso il mondo che chiedeva solo di essere spalancata. Ma erano pesanti quelle palpebre, come le braccia di un contadino quando il tramonto viene ad annunziargli che il suo lavoro è finito.
Gli occhi chiedevano di aprirsi perché le orecchie invocavano che il folle tacesse. Quella voce acuta e sempre uguale a se stessa. Coglieva qualche parola qua e là, sentiva un significato che voleva essere svelato, ma lei invocava solamente il silenzio.
Era un anno fertile per il grano ... Nei giorni dei grandi temporali il cielo era rosso ci sarà la guerra ... nessuno fece nulla ... perché non ne restasse nessuna è raccomandabile piangere ... non c'è mai molto tempo a disposizione"
Ti svelerò un segreto, una cosa che non insegnano. Gli dei ci invidiano. Ci invidiano perché siamo mortali, perché ogni momento può essere l'ultimo per noi, ogni cosa è più bella per i condannati a morte .. E tu non sarai mai più bella di quanto sei ora! Questo momento non tornerà.
Tergesteo era lui adesso, prima un folle poi la follia in persona.
Aprì gli occhi e fu avvolta da quellimmagine familiare.
Non ce labbiamo fatta provò a dire, ma le parole non trovarono la strada.
Siamo morti Dani, siamo tornati indietro dallInferno, ci siamo riusciti le disse mostrandole il palmo della sua mano.
Il taglio brillava come la coda di una cometa, o almeno così le era parso.
Adesso che il comune sentire era cessato e che i pensieri si erano saziati ed avevano quasi cessato di catapultarsi nel cervello, Danitheripper iniziò ad avvertire la pesantezza delle proprie palpebre, qualcosa di reale, una finestra verso il mondo che chiedeva solo di essere spalancata. Ma erano pesanti quelle palpebre, come le braccia di un contadino quando il tramonto viene ad annunziargli che il suo lavoro è finito.
Gli occhi chiedevano di aprirsi perché le orecchie invocavano che il folle tacesse. Quella voce acuta e sempre uguale a se stessa. Coglieva qualche parola qua e là, sentiva un significato che voleva essere svelato, ma lei invocava solamente il silenzio.
Era un anno fertile per il grano ... Nei giorni dei grandi temporali il cielo era rosso ci sarà la guerra ... nessuno fece nulla ... perché non ne restasse nessuna è raccomandabile piangere ... non c'è mai molto tempo a disposizione"
Ti svelerò un segreto, una cosa che non insegnano. Gli dei ci invidiano. Ci invidiano perché siamo mortali, perché ogni momento può essere l'ultimo per noi, ogni cosa è più bella per i condannati a morte .. E tu non sarai mai più bella di quanto sei ora! Questo momento non tornerà.
Tergesteo era lui adesso, prima un folle poi la follia in persona.
Aprì gli occhi e fu avvolta da quellimmagine familiare.
Non ce labbiamo fatta provò a dire, ma le parole non trovarono la strada.
Siamo morti Dani, siamo tornati indietro dallInferno, ci siamo riusciti le disse mostrandole il palmo della sua mano.
Il taglio brillava come la coda di una cometa, o almeno così le era parso.