Tergesteo, fratello, amico, mio
,
non sapevo se fosse opportuno scriverti o meno, ma alla fine il buon senso difficilmente prevale in me.
Ed eccoci qui, noi due, io condannata a morire, ancora, tu condannato a vivere
Eppure non ho paura, né per me né per te, so che te la caverai
come sempre, e mi consola la tua follia che forse ti concederà una spiaggia in cui poter essere di nuovo felice, come lo fosti quel giorno in cui fummo certi di aver mantenuto il nostro patto. Espellerai il dolore
ti verrà naturale come respirare.
Il tempo ha semplicemente smesso di passare tra queste quattro mura, ma sarei bugiarda a dirti che mi manca il sole. Mi ero costruita una prigione tutta mia e quella che ho dentro di me è meno confortevole di questa che mi circonda. Ci hanno lasciato credere che potessimo scegliere, che la solitudine potesse essere superata da un bacio
non ti vedrò più
non sentirò più il tuo sapore, il gusto della follia
che abbiamo fatto? Un gesto totalizzante
come se ci fossimo scambiati una nuova promessa, come se ci fossimo procurati un taglio, diverso, che non saprei dove cercare
così adesso sapremo che non è vero, che anche la peggiore delle fini ha un seguito. Avrei dovuto perderti ed invece ti ho cercato
Adesso rifletto e mi sembra di aver compreso il motivo per cui non riesco ad aver paura, ed è il dubbio quel motivo. La perplessità mi fa scudo. Vado incontro a quello che non capisco col beneficio del dubbio. Un enorme punto interrogativo
Se io sapessi cosa cè dopo la morte probabilmente mi lascerei prendere dallo sconforto, oppure offrirei lacrime alla consolazione, ma io non lo so Terge e mai come adesso la curiosità mi pone di fronte a questo evento come, in passato mi ha posta di fronte ad una birra il cui gusto mi era ancora ignoto. Devo bere per saziare la mia sete.
La notte quando giunge lo fa in silenzio, e così vorrei obliarmi io, senza clamori, ma il buon senso, stavolta sì, mi fa intendere che non si può pretendere ciò di cui si è stati avari: il rispetto. Marcolando è un nemico che noi stessi ci siamo scelti, è normale che egli non tuteli noi ma i suoi scagnozzi, seppure non sarà sua la mano che mi colpirà egli non farà nulla per fermarla. Ho rinunziato a capirlo. Le sue scuse per la mia condanna mi giunsero inattese, ma la sentenza è stabilita ed il giudice è rimasto al suo posto. Le sue parole adesso risuonano inutili e superflue nella mia testa.
Ho incontrato la mia dannazione a Fornovo, Tergesteo, e ringrazio ogni maledetto minuto passato in quella meravigliosa città. Era inverno, ero un soldato, era Fornovo, era la Gemina, erano Braken, Ippolita, Imprimatur, Amsterdam, Plue, Ottaviana, Katerina, Walden, Sarnek, Luigi
eri tu. Era quel senso di giustizia che muoveva le nostre spade, spazzato via da un Duca che decidemmo di deporre. Siamo stati giudici e adesso? La storia ci ha già reso le nostre ragioni, noi adesso le rendiamo i nostri torti. Ed il tempo intanto crea eroi
e di certo non saremo noi
ma non è mai stato quello che avremmo voluto, né santi né eroi, solo dei folli visionari legati ad un patto che a raccontarlo non ci si potrebbe mai credere.
Una ferita auto inflitta
questo siamo noi, padroni delle nostre vite e delle nostre morti.
Mi rendo conto solamente adesso di aver concesso il mio affetto a più persone di quante non avessi mai potuto immaginare e sarà questo il rimorso che mi porterò dietro: il pensiero di aver trascinato nella mia dannazione coloro cui ho preso molto senza mai dare nulla in cambio. Persone
amici
Will
Will è vivo
e mi detesta Terge, per quello che ho fatto e per quello che ho detto. Ti chiederai come lo so
è venuto a trovarmi. Ma la sua vita non mi è di conforto nella misura in cui mi è di tormento.
Chiedevo continuamente di lui alle guardie, sperando che qualcuno sapesse dirmi che fine avesse fatto, ma un muro di silenzio, alto ed insormontabile, mi circondava. Finché un giorno lui è entrato dalla porta della mia cella solitaria, come se nulla fosse. La porta si è aperta ed eccolo lì, biondo e arrabbiato.
Avrei voluto abbracciarlo, felice perché lui era vivo e stava bene, ma lui mi si è fatto incontro e mi ha schiaffeggiata con forza. Anche lui ha affrontato lineluttabile, lui che non voleva che io lo salvassi, tu che non volevi che io ti salvassi, ho sbagliato nei vostri confronti, vi ho fatto un torto enorme attirando su di me le attenzioni. Avreste meritato ben altro, una forca con una corda doro, unimpiccagione collettiva magari
morire insieme, di nuovo, ora e per sempre. Eppure credo che anche lui col tempo espellerà me, il mio ricordo, ed il dolore che gli ho procurato.
Lho visto tentennare, la sua sicurezza ha lasciato il posto alla persona che era, prima che io gli mostrassi il suo lato oscuro. E stato allora che gli ho poggiato una mano sulla nuca ed ho attirato la sua testa contro la mia spalla. Ha opposto una blanda resistenza, poi si è lasciato andare, si è semplicemente svuotato. Con una mano gli tenevo la testa nellincavo della spalla, con laltra gli accarezzavo i capelli. Siamo rimasti così a lungo
poi basta
è andato
non lo rivedrò mai più.
Non so se avrò modo di scriverti di nuovo, non saprei come salutarti, non sono mai stata brava a dire addio
Ed io non sarò oscura, ma bella e terribile come la Mattina e la Notte! Splendida come il Mare ed il Sole e la Neve sulla Montagna! Temuta come i Fulmini e la Tempesta! Più forte delle fondamenta della terra. Tutti mi ameranno, disperandosi!