RetrolampoModena, Williamwallace, Tergesteo e Danitheripper sono stati falciati dall'esercito di Airone, per volontà di Aristotele giacciono miracolosamente feriti nonostante le innumerevoli persone che li hanno infilzati. Da qui il termine "duri a morire". Danitheripper e Tergesteo si trovano in un improvvisato ospedale, Williamwallace in quanto Splendido Barone di Tirano è stato trattato con tutti i riguardi e portato in una struttura privata. Si rivedranno con lui in un secondo momento.Giornate Modenesi ha scritto:Danitheripper, seppure facesse fatica a camminare venne trascinata verso una nuova destinazione visti i notevoli miglioramenti delle sue condizioni.
Cercava di mettere a tacere il dolore fisico concentrandosi su quello che sarebbe venuto dopo, su Will e Terge, che nessuno le diceva dove fossero finiti e se fossero vivi o meno.
Lei aveva visto Tergesteo, ne era certa, sentiva che se lei era morta e tornata in vita, il loro destino non poteva tradirli. E così doveva essere anche per Will, la cui sorte si era unita alla loro in un incredibile serie di episodi.
I carcerieri avevano per lei una particolare attenzione: il silenzio. Nessuno le rivolgeva la parola. Gesti e parole sussurrate tra loro in sua presenza sembravano un segno di rispetto per chi era stata una Duchessa, seppure fantoccio.
Le indicarono dei pagliericci, scelse il primo che vide libero e si accomodò. Quando i carcerieri uscirono esplorò la stanza con lo sguardo.
Fu allora che lo vide.
Delle bende gli coprivano gli occhi, ma era lui ed era vivo ...
Gli altri feriti sembravano dormire e non fecero caso a lei quando si portò a fatica verso lui.
Abituata com'era al silenzio non lo chiamò, anche se avrebbe voluto urlare il suo nome e risvegliare i morti col suo sollievo.
Si chinò ed accarezzò il volto libero dalle bende con il palmo della mano destra. La cicatrice fece attrito con la barba incolta ed il ricordo la colpì in pieno. Lui le afferrò il polso e le bloccò la mano nell'atto di accarezzarlo.
"Sapevo che ci saremmo ritrovati all'Inferno"
"Non è l'inferno Terge, solo un ospedale" gli sorrise.
"Quanto ti sbagli Dani ... per me è l'Inferno, le fiamme bruciano così tanto che mi costringono a tenere gli occhi chiusi"
"Cos'è successo ai tuoi occhi?"
"Non lo so Dani ... so solo che non ci vedo"
Quella rivelazione recò con sé il silenzio. Istintivamente Danitheripper si strinse a Tergesteo. Per farlo si dovette distendere accanto a lui. Le forze l'abbandonarono a causa dello sforzo di quelle ultime ore e svenne abbracciando il fratello.
Dormì come non faceva da tempo, senza incubi né urla nella sua testa.
Tergesteo ha scritto:Quella notte il Folle non riposò.
Non volle.
Vegliò la Sorella come ella faceva nella albe livide di Milano.
Ne percepiva il respirare tranquillo.
L'unico rammarico non vederla dormire.
Ora come su quel campo di battaglia.
Per lui il sonno della sorella era rappresentato ormai da un volto completamente insanguinato.
Nessuna possibilità di rivederlo.
Curioso mormorò il Folle prima la distanza, ora l'oscurità
la mia è una maledizione: la maledizione di non poterla rivedere..
Avrebbe voluto toccarle i capelli quella chioma bionda che lei usava alle volte come una scusa alle volte come un vessillo ma non voleva correre il rischio di svegliarla.
Restò quindi immobile.
Dormi, ora.
Magari stiamo dormendo entrambi e domani ci sveglieremo e sarà tutto diverso.
Non ci sarà quel giorno a Mirandola, quando hai rischiato la vita per starmi accanto.
Non ci saranno le voci di quelli che nascondono il livore e l'odio dietro la virtù e i principi.
Non ci sarà dolore, non ci sarà attesa.
Solo due solitudini.
Solitudine
No Sorella ti sbagliavi
quanti compagni abbiamo trovato? Quante persone care ?
Tante, tantissime.
E se anche volerle difendere contro tutto o contro tutti ci farà chiamare traditori o vili poco importa.
No, sorella non sei sola
solo è colui che odia.
Tu non puoi odiare nessuno.
Non ne sei capace.
E' buffo.
Potremmo bruciare villaggi e sterminarne gli abitanti, i bambini nelle loro culle e i malati nei loro letti, senza una sola goccia d'odio o di risentimento. Non l'odio ci guida, ma l'Ineluttabile.
Tergesteo mormorava . Si interruppe dal momento che gli sembrava che Dani si fosse mossa. E stesse per destarsi.
Riposava ancora.
Continua a dormire.
Ad aprire gli occhi c'è ancora tempo.
C'è ancora tempo
.
Danith ha scritto:Quel sonno, ristoratore e appagante, non era molto diverso dalla morte. Lennesima separazione quando ci si era appena ritrovati.
Eppure Danitheripper teneva stretto il fratello di morte perché egli potesse essere lì al risveglio. Se quella situazione era irreale, se Tergesteo non era lì e neppure lei, allora avrebbe creato nella sue testa un mondo migliore in cui ci si abbandona al sonno consapevoli di non essere più soli, certi che al proprio risveglio una voce amica avrebbe dissipato la nebbia e consolato leterno dubbio in cui si è destinati a restare. Tante domande, mai delle risposte, tante risposte a domande mai poste.
Quando Danitheripper riaprì gli occhi era ancora tenebra. Un raggio sbirciava la sua serenità e colpiva la benda di Tergesteo in corrispondenza dellocchio destro.
La cecità del fratello la fece crollare nuovamente sotto il peso della sua presenza.
Dormiva? Chissà
Lultima volta che lo aveva visto dormire la follia era giunta a portarselo via e lei aveva avuto paura. Adesso non cera paura solo sollievo, e dolore.
Avvicinò la bocca allorecchio bendato e gli sussurrò, cercando dinsinuarsi nella sua incoscienza Dormi?
E come potrei dormire con te attaccata come un polpo?
Non dormiva.
Quello che avvenne durante quella lunghissima notte fatta di sonno e veglia fu vissuto dai due protagonisti come un sogno, un qualcosa di irreale che entrambi erano consapevoli fosse successo ma di cui tra loro parlarono solo tramite allusioni, un po' per imbarazzo, un po' per non rovinare quel rapporto. In seguito Dani non ebbe modo di incontrare Terge e decise di tenergli nascosta la gravidanza, l'esecuzione avvenne pochi giorni dopo la nascita della figlia e, nonostante Terge vedendola andare al patibolo, si avvide che ella fosse ingrassata, i suoi pensieri si concentrarono su ben altro e rimossero questo particolare.
Danith ha scritto:Perdonami fratello, ti ho visto annegare e sono scesa a fondo con te. Spero che non verremo puniti per questa nostra debolezza
Quale debolezza?
Ci siamo voluti bene in unaltra vita e adesso che ci siamo ritrovati in questaltra vita tu sei cieco ed io non ho la forza di sopportarlo
Mi vuoi mollare qui da solo al buio?
No, voglio che tu veda e così dicendo gli tolse delicatamente le bende.
Due occhi chiusi protestarono il proprio fastidio.
A che serve togliere una benda? Non hai ancora il potere di guarire le ferite Dani, o Aristotele ti ha fatto questo dono quando gli hai reso il servigio di non restare morta a disturbare i profeti?
Tu non hai ferite agli occhi Terge gli rivelò dopo aver esaminato accuratamente la testa del folle.
Tu non sei un medico
Io non sono cieca
Questo è un colpo basso
Apri gli occhi Tergesteo e permetti al mondo di entrare nella tua testa
Lui apri gli occhi, una lacrima rigò la sua guancia.
Vai via Dani
No
Non voglio che tu veda le mie lacrime mentre io non posso rivedere i tuoi occhi, la tua bocca, i tuoi capelli
Non tormentarmi con la tua presenza
Non vedo lacrime sul tuo volto, solo una barba incolta su cui, immagino, stiano proliferando colonie di pidocchi
Il folle sorrise.
Li manderò a fare compagnia a quelli che tu hai nei capelli
Impossibile, Dama Sconosciuta ha predisposto tutti i riguardi per me ed ha provveduto perché la prigionia non peggiorasse la già critica condizione della mia chioma. Ogni giorno delle gentili signore modenesi si occupano della mia igiene personale
Ecco cosera quello strano profumo mentre mi abbracciavi. La prossima volta che vorrai svenire però potresti trovarti un moribondo più pulito da stringere
Cercherò Will allora, scommetto che se lui è sopravvissuto ha preteso tutti i riguardi del caso. Non per nulla è lo splendido Barone di Tirano
Una risata seppellì per un momento la tristezza, ma Danitheripper fissava Tergesteo e ridendo si chiedeva cosa mai potesse impedire ai suoi occhi di vedere. La follia apre la mente, non rende ciechi, qualcosa però lo aveva fatto, aveva reso cieco Tergesteo ...
Prima di morire Danith scrive a Terge e prova a dirgli della figlia, ma anche allora allude ma alla fine non dice nulla. Tergesteo, fratello, amico, mio
,
non sapevo se fosse opportuno scriverti o meno, ma alla fine il buon senso difficilmente prevale in me.
Ed eccoci qui, noi due, io condannata a morire, ancora, tu condannato a vivere
Eppure non ho paura, né per me né per te, so che te la caverai
come sempre, e mi consola la tua follia che forse ti concederà una spiaggia in cui poter essere di nuovo felice, come lo fosti quel giorno in cui fummo certi di aver mantenuto il nostro patto. Espellerai il dolore
ti verrà naturale come respirare.
Il tempo ha semplicemente smesso di passare tra queste quattro mura, ma sarei bugiarda a dirti che mi manca il sole. Mi ero costruita una prigione tutta mia e quella che ho dentro di me è meno confortevole di questa che mi circonda. Ci hanno lasciato credere che potessimo scegliere, che la solitudine potesse essere superata da un bacio
non ti vedrò più
non sentirò più il tuo sapore, il gusto della follia
che abbiamo fatto? Un gesto totalizzante
come se ci fossimo scambiati una nuova promessa, come se ci fossimo procurati un taglio, diverso, che non saprei dove cercare
così adesso sapremo che non è vero, che anche la peggiore delle fini ha un seguito. Avrei dovuto perderti ed invece ti ho cercato
Adesso rifletto e mi sembra di aver compreso il motivo per cui non riesco ad aver paura, ed è il dubbio quel motivo. La perplessità mi fa scudo. Vado incontro a quello che non capisco col beneficio del dubbio. Un enorme punto interrogativo
Se io sapessi cosa cè dopo la morte probabilmente mi lascerei prendere dallo sconforto, oppure offrirei lacrime alla consolazione, ma io non lo so Terge e mai come adesso la curiosità mi pone di fronte a questo evento come, in passato mi ha posta di fronte ad una birra il cui gusto mi era ancora ignoto. Devo bere per saziare la mia sete.
La notte quando giunge lo fa in silenzio, e così vorrei obliarmi io, senza clamori, ma il buon senso, stavolta sì, mi fa intendere che non si può pretendere ciò di cui si è stati avari: il rispetto. Marcolando è un nemico che noi stessi ci siamo scelti, è normale che egli non tuteli noi ma i suoi scagnozzi, seppure non sarà sua la mano che mi colpirà egli non farà nulla per fermarla. Ho rinunziato a capirlo. Le sue scuse per la mia condanna mi giunsero inattese, ma la sentenza è stabilita ed il giudice è rimasto al suo posto. Le sue parole adesso risuonano inutili e superflue nella mia testa.
Ho incontrato la mia dannazione a Fornovo, Tergesteo, e ringrazio ogni maledetto minuto passato in quella meravigliosa città. Era inverno, ero un soldato, era Fornovo, era la Gemina, erano Braken, Ippolita, Imprimatur, Amsterdam, Plue, Ottaviana, Katerina, Walden, Sarnek, Luigi
eri tu. Era quel senso di giustizia che muoveva le nostre spade, spazzato via da un Duca che decidemmo di deporre. Siamo stati giudici e adesso? La storia ci ha già reso le nostre ragioni, noi adesso le rendiamo i nostri torti. Ed il tempo intanto crea eroi
e di certo non saremo noi
ma non è mai stato quello che avremmo voluto, né santi né eroi, solo dei folli visionari legati ad un patto che a raccontarlo non ci si potrebbe mai credere.
Una ferita auto inflitta
questo siamo noi, padroni delle nostre vite e delle nostre morti.
Mi rendo conto solamente adesso di aver concesso il mio affetto a più persone di quante non avessi mai potuto immaginare e sarà questo il rimorso che mi porterò dietro: il pensiero di aver trascinato nella mia dannazione coloro cui ho preso molto senza mai dare nulla in cambio. Persone
amici
Will
Will è vivo
e mi detesta Terge, per quello che ho fatto e per quello che ho detto. Ti chiederai come lo so
è venuto a trovarmi. Ma la sua vita non mi è di conforto nella misura in cui mi è di tormento.
Chiedevo continuamente di lui alle guardie, sperando che qualcuno sapesse dirmi che fine avesse fatto, ma un muro di silenzio, alto ed insormontabile, mi circondava. Finché un giorno lui è entrato dalla porta della mia cella solitaria, come se nulla fosse. La porta si è aperta ed eccolo lì, biondo e arrabbiato.
Avrei voluto abbracciarlo, felice perché lui era vivo e stava bene, ma lui mi si è fatto incontro e mi ha schiaffeggiata con forza. Anche lui ha affrontato lineluttabile, lui che non voleva che io lo salvassi, tu che non volevi che io ti salvassi, ho sbagliato nei vostri confronti, vi ho fatto un torto enorme attirando su di me le attenzioni. Avreste meritato ben altro, una forca con una corda doro, unimpiccagione collettiva magari
morire insieme, di nuovo, ora e per sempre. Eppure credo che anche lui col tempo espellerà me, il mio ricordo, ed il dolore che gli ho procurato.
Lho visto tentennare, la sua sicurezza ha lasciato il posto alla persona che era, prima che io gli mostrassi il suo lato oscuro. E stato allora che gli ho poggiato una mano sulla nuca ed ho attirato la sua testa contro la mia spalla. Ha opposto una blanda resistenza, poi si è lasciato andare, si è semplicemente svuotato. Con una mano gli tenevo la testa nellincavo della spalla, con laltra gli accarezzavo i capelli. Siamo rimasti così a lungo
poi basta
è andato
non lo rivedrò mai più.
Non so se avrò modo di scriverti di nuovo, non saprei come salutarti, non sono mai stata brava a dire addio
Ed io non sarò oscura, ma bella e terribile come la Mattina e la Notte! Splendida come il Mare ed il Sole e la Neve sulla Montagna! Temuta come i Fulmini e la Tempesta! Più forte delle fondamenta della terra. Tutti mi ameranno, disperandosi!