Afficher le menu
Information and comments (1)
<<   <   1, 2, 3, ..., 5, 6, 7   >>

Anche un porcello mannaro se adulato può salire su un albero

--Porcelloriuscitoasalire
Arriva il mattino e l'altri è già in piedi a svolgere la faccenda naturale. Homerdelcavalierener estrae ciò che deve senza mani né giù traguardare ché mai nessuno abbia ad insinuare che ciò che fa capolino dai calzoni desti in qualsivoglia modo il nostro ambiguo interesse.

E riecco il difettato pronto al viaggio. Fossi la madre, picchiarlo. Fossi il padre, picchiare lui e la madre.


“Danith ma come parli oggi?”

“Nulla nulla, stavo solo rimuginando sul passato. Dovrei scrivere una biografia”

“Immagino che mi debba procurare una penna”
fu il sospiro rassegnato di Homer.

“Ecco bravo scrivi che io detto”

“Ma se muovessi il braccio tu così facciamo prima?”

“E che c'entra? Mentre ricordo mi viene male scrivere”

“Portapazienzaportapazienzaportapazienza ...”




Retrolampo

… Anch'io volevo render gloria alla duchessa mia e conquistare i paesi come Fasc Gordon.

Fuoco! Fuoco! Fortissimamente e milanesissimamente fuoco!

Le nostre manie di grandezza scelsero come vittime i modenesi, gente che andava nuda a caccia di marmotte quando noi già s'accoltellava un Giulio Cesare. Non è detto che alla "soluzione finale" dovesse corrispondere un "problema iniziale".

Io ero un guerriero, volevo cambiare il mondo … ma non avevo più lo scontrino … e non me l'hanno cambiato.

Arrivammo a Modena in attesa di capire il da farsi. Cominciò dunque la lunga convivenza col nemico.

Di questo molto parlerà la storia, lo sappiamo, e fioccheranno dalle fogne demoplutocratiche insulti e calunnie. Sentirete di sicuro dire che i nostri si abbandonarono col popolo dei modenesi a crudeli efferatezze. Vi furono degli eccessi? Forse. Nei ricordi probabilmente artefatti dalla propaganda successiva, Williamwallace fa una satira sui costumi notturni delle femmine di Modena, e tira in ballo le loro madri. Lo Splendido avrebbe trattato l'ospite con eccessivo rigore ... che Tergesteo peraltro ha parato.

Se queste cose che voi avete saputo fossero davvero accadute, noi non avremmo il timore di affrontare il processo morale ma sia detto a nostra difesa di non guardare al singolo episodio, ma distrarsi con tutto il contesto.

Ordunque, restammo allo sbando finché l'ordine di assaltare giunse.

Il nemico era accerchiato, la retroguardia travolta, l'avanguardia non l'abbiamo mai capito.

Eccoli.

Il ducato brulicava di pietrosa vita. Aristotele, sono orrendi, sono vasi spinozisti pieni di averroismo. C'è in essi un pacifismo colpevole e ostentato che offende il progresso e getta cattivo odore sulla terra Italica tutta.

S'era pronti a morire per una buona causa ma, in mancanza, si moriva anche a vanvera.

Un manipolo di eroi: Katerina, primo bastione della squadrazza chiurlo; Tergesteo, il borghese che si fe' soldato benché figlio di generale multimiaiaio al mese; io, Danitheripper, temprata come un blocco fuso, pralinato d'acciaio; Williamwallace, il cui sguardo incantò i cuori di tante sognanti fanciulle. Era soprattutto un uomo d'ordine, per giunta figlio di una donna di servizio, e lasciò temporaneamente la vita nel medesimo stato in cui l'aveva trovata. Comunque la pensiate, egli fu il più grande Sceriffo che Modena ebbe mai avuto. Ed infine Plue, devoto molto più alla Duchessa che alla sua stessa madre, la quale caldamente lo ricambiava.

Dalla sala del trono mandai i miei messi a Milano. “O Duchessa Propezia, Modena è tua, te la incarto o te la porti via così?”

Noi abbiamo raso al suolo questo Paese, ma non abbiamo aumentato le tasse! Eppure io venni condannata a morte. Ricordo ancora le parole di Fragaldino: “Tu hai calciato l'estrema punizione; estrema punizione ti perisca. Ti s'era avvertito. A morte! A morte senza cena!”

Un semplice "Me ne frego" sostituì sospiri e vezzosi orpelli con cui le donnette arricchiscono il paese della mortadella.

Il Gran Consiglio del Duca Skioppo, subentrato alla Duchessa, nel frattempo si era riunito e l'esito è stato: Scappa!

La verità è che il nostro regime non cadde perché avea fallito. Ma per opportunismo e per congiura di squallidi residuati della storia. I testacoda! I voltalagabbana! Coloro che da un giorno all'altro si dissero da sempre modenesi, e bruciati i nuovi vessilli tornarono lesti ad indossare i vecchi e odiosi abiti borghesi, con i loro modi urbani e il dar del "voi".

La dittatura è un sistema per opprimere il popolo ... la democrazia è un sistema per costringere il popolo ad opprimersi da solo. Ed eccomi qui a cercare di trovare risposte, e qualcuno che non capisce la chiama vendetta. La vendetta è un piatto che va magnato freddo. E pure la mortadella ... sò due antipasti!
--Porcelloriuscitoasalire
Homer camminava cercando di non perdere contatto con l’obiettivo. La creatura che lo abitava perdeva contatto con lui occasionalmente ma quei momenti erano talmente carichi di attesa che egli faticava a goderne pienamente.

Predisposto al micidiale camminava e sperava che il suo tormento finisse presto.


“Non ardo dal desiderio di diventare uomo Homer, essere te non è piacevole né per me né, immagino, per te. Io non ho scelto di tormentarti, te lo assicuro” si schermiva Danith.

“A mio modesto parere, che peraltro condivido, tu sei sempre stata attratta da me e prova ne è quello che ci è capitato”.


Parlavano e ridevano, solo che uno solo parlava ed uno solo rideva e lungo la strada la gente non vedeva che questo: un pazzo che parlava con due voci e che alternava una risata gutturale ad una fresca risata da donna.

A un certo punto Homer si fermò.

Una gocciolina di sudore gli imperlò la fronte. Danith era distratta ma le bastò guardare con gli occhi di Homer per capire.

Non sempre chi si ferma è perduto: alle volte è semplicemente arrivato.

Casa di Tergesteo.

L’inverno era alle porte e Tergesteo alla finestra.

Guardò Homer ma non lo riconobbe. Il viso solitamente sbarbato era solcato da taglietti nascosti dalla folta barba. Rappresentavano i tentativi, falliti, di rasatura di un uomo posseduto da uno spirito.

“Straniero forse avete sbagliato porta, nessuno si inoltra mai fino alla casa del folle, è il folle che trova te semmai”

“Terge …”

La voce strozzata di Danith fu veloce a salire in gola a Homer, ma altrettanto repentinamente si lasciò spegnere dall’emozione. In quel momento Homer si sentiva di troppo nel suo stesso corpo.

Tergesteo udì la voce, la riconobbe e si materializzò davanti alla porta in quel lasso di tempo che gli occorse per uscire dalla finestra.
Tergesteo
Homer , nella frazione di istante che servì a Tergesteo per saltare dalla finestra ed atterrare a qualche passo, vide con drammatica chiarezza la propria situazione.

A tre soli passi, vedeva toccare terra flettendosi sulle gambe e gonfiando le spalle muscolose, un fabbro pluripregiudicato ex militare, con evidenti problemi di disagio psichico, il quale era convinto di aver udito la donna che aveva amato più di qualunque altra cosa.
Dentro di sè , lo spirito di una ex Duchessa spietata e decisa, priva di alcun scrupolo e desiderosa soltanto di riabbracciare il proprio fratello di Morte.

Ed in mezzo, come un salamino in un panino imbottito, lui, Homer , fragile involucro scelto dal fato.


Bisognava inventarsi qualcosa.

Tergesteo rimbalzò da terra e si pose in fronte ad Homer : la barba lunga ed i capelli ispidi lasciavano libeie soltanto la fronte aggrottata e gli occhi che scrutavano indagatori e micidiali quelli di Homer.
I quali erano posseduti al cinquanta per cento da Danitheripper.


Homer si trovo a piangere dall'occhio sinistro e fissare tramortito Tergesteo con l'occhio destro mentre sussurrava con voce femminile "Terges ... Terges".

"Danith.. ti scongiuro ... lascia parlare me!!
" disse a se stesso Homer.

"Tergesticchio! Quanto tempo vecchio mio ... "
disse Homer
" ... fratello mio di morte ... mi sei mancato come l'aria ..." disse Danith
".. ecco si passava di qui senza impegno ..." disse Homer
"... ho percorso le strade degli inferi per poterti riabbracciare!" disse Danith
"Magari stasera ti va una birretta ? Così ..." disse ormai tremante Homer
".. posso finalmente stringerti,Terges!" disse Danith

Tergesteo sentì un rumore nella testa.
Come di un vulcano che esplodesse.
Vedeva davanti a sè Homer del Cavaliere nero fare il ventriloquo ed imitare Danitheripper alla perfezione : illusione, inganno, scherno , delirio?

Tergesteo si mise inebetito a fissare Homer, con la tipica espressione dell'"utente al momento non disponibile".
Aveva sentito però la voce di Dani e già questo bastava a frastornarlo.
Homerdelcavalierener
Homer vide il Folle "infollire" sempre più,
tra l'altro stanco di esser trattato come un stupendo panorama con campanelle
da una che manco la testa ben attaccata al collo aveva saputo tenersi, prese una decisione drastica sperando nel funzionamento
della sua idea:

Iniziò a deglutire aria a più non posso,
dopo più deglutizioni bevve ampie sorsate d'acqua
e mentre pensava "Danith, ringrazia Aristotele
che provo a farti uscire dalla porta decente"...


BUUUUUUUUURRRRRRRRRRPPPPPPPPPP!!!!!!!!!!!

Una nuvoletta densa si formò davanti al volto di Homer,
assunse delle sembianze note...

"Tieni Tergesticchio, tutta tua, io torno da mia moglie!!!!
E finalmente potrò svolgere le mie funzioni vitali e piacevoli
senza questa rompiuerellallallà, che da viva era più simpatica. Ovviamente sarò tuo ospite sinchè non mi sarò ripreso al punto da riaffrontare il viaggio
--Porcelloriuscitoasalire



“Ella rifiuta sempre di capire, d’intendere
Ride per nascondere il terrore di se stessa
Ha sempre camminato sotto le arcate della notte
E dovunque è passata
Ha lasciato
L’impronta delle cose spezzate.
E’ ritta sulle mia palpebre
E i suoi capelli sono tra i miei
Ha la forma delle mie mani
Ha il colore dei miei occhi
Si inabissa nella mia ombra
Come un sasso del cielo.”


Danitheripper avvertì il pericolo prima ancora di trovarsi sbalzata fuori.

L’insofferenza di Homer le era palese, sentiva le sue emozioni e più volte aveva temuto che fosse sul punto di ingerire una purga nel tentativo di espellerla.

Lo aveva letteralmente invaso, gli aveva tolto quel poco di vita sociale che aveva, e continuava a ridicolizzarlo agli occhi del mondo.

Non era mai stata delicata in vita, in morte si era arrogata il diritto di fare la prepotente con l’unica persona che la poteva aiutare, come se quello stato di fantasma avesse potuto cancellare tutto il male fatto e le persone ferite.


“Hai la grazia di un elefante” si era sentita ripetere spesso.

Tutto le fu chiaro: avere la coscienza pulita è segno di cattiva memoria.

In fondo Homer era stato un buon nemico, il migliore che si potesse desiderare, ed un ottimo rettore. L’altro cui aveva affidato l’incarico non aveva apprezzato, magari aveva pensato di non esserselo meritato, ma Homer era diverso. In due giorni aveva persino organizzato una nuova materia e avrebbe pure messo le lezioni se, quella che gli altri chiamano coscienza e che Danitheripper chiamava fastidiosa emicrania, non l’avesse indotta a restituire la carica al legittimo proprietario.

Era troppo tardi per chiedere scusa ... la corda si era spezzata.

Sentì lo stomaco di Homer tremare e gorgogliare, provò ad aggrapparsi, inutilmente, alla milza. Si sentì risucchiare in un vortice di aria impazzita. La sua ultima resistenza, ossia le eteree dita infilate su per il naso di Homer, venne spazzata via insieme al tremendo rutto.
Per un momento si sentì libera.


"Tieni Tergesticchio, tutta tua, io torno da mia moglie!!!!”

Lui era là, incredulo, la guardava. Fu un momento. L’emozione di ritrovarsi non durò che quel lunghissimo istante. Danitheripper non era che quello: un mucchio di ricordi che si davano delle arie.

“Terge io …”

Era la frase che gli aveva ripetuto più spesso. Non c’era il coraggio del seguito, solo il patetico tentativo di provare a descrivere un’emozione. Neanche con le parole era stata brava in vita. Parlava, parlava, e cercava di celarsi dietro di esse per non mostrare più di quanto desiderasse che gli altri vedessero di sé.

Fu allora che sentì un boato. Si girò verso Homer per capire se quel suono assordante fosse una sua ulteriore dimostrazione di perizia ruttatoria, ma non era lui la causa del tuono.

Il cielo la reclamava, una volta uscita dal "nascondiglio" era stata scovata.


“Terge … non ho molto tempo, trova nostra figlia, è importante!”
Tergesteo


"Ha sempre gli occhi aperti
E non mi lascia dormire
I suoi sogni in pieno giorno
Fanno evaporare i soli
Mi fanno ridere, piangere e ridere
Parlare senza aver nulla da dire”


Tergesteo era stato polverizzato dagli avvenimenti.

Nel giro di pochi secondi, fatto salvo il rutto monsonico di Homer che poteva sì essere iscritti tra i fatti del giorno ma solo in una posizione di media classifica , aveva visto materializzarsi davanti a sè Danitheripper e venire a conoscenza del fatto di avere un'altra figlia.

Il suo cervello - o meglio quanto ne restava - si rimise lentamente a "funzionare".
Allungò la mano sinistra per raggiungere il volto di Danith.
La mano passò attraverso l'ectoplasmica presenza.


Era curioso ,agghiacciante ed emozionante fino alle lacrime osservare il volto di Danitheripper che si sovrapponeva alla mano sinistra di Tergesteo.
La mano che portava una cicatrice pesante come una catena.

Vedeva il Folle (... e avrebbe voluto vedere quanti di voi sarebbero rimasti savi in cotali circostanze ...) la cicatrice confondersi col volto della donna : una cicatrice contro una ferita aperta che bruciava ancora e sanguinava.


"“Terge … non ho molto tempo, trova nostra figlia, è importante!”

Un tuono sottolineò la frase.
Come si soleva dire tra i briganti " nel segreto del furtivo Aristotele ti vede, il prefetto no".

Danitheripper intuì la confusione emotiva del Fratello di morte.

"Terges .. abbi pazienza ... non ho molto tempo! La prossima volta che torno facciamo il vaso di ceramica,va bene?"

Era un fabbro e non un ceramista, ma andava bene lo stesso.

"Ascolta devi trovare nostra figlia prima che la trovi Erode ... ah no scusa .. errore mio...prima che la trovi chi vuol farle del male!"

"Come può avere già nemici?"

"Beh ..visti i genitori"
disse Danith " e poi per rendertela più visibile ho fatto in modoche le si appiccicasse sulla schiena un cartello con la scritta "Maniero è un puzzone!"

"Ma perchè Maniero...ah già vero.. dimenticavo...ma qual'è il suo nome,Danith?"
"Lo dovrai scoprire : potrebbe essere Khyra, Afrodite,Afrodite A, Mazinga Z, Mazinga_zenga, Yascin, Sven Goran,Tergesticchia, Aurora_incazzata_come _una_biscia, Atahualpa, Sorz, Winx, Emule, Linux,Lius, ponte_ponente_ponte_pi , Dolce_Panna, Latte_e_i_suoi_derivati, LadyKiri,LadyKara,LadyKarakiri ... insomma cerca!!!
"

Tergesteo continuava ad accarezzare il volto di uno spirito,sorridendo un poco ebete, intimamente felice, mentalmente confuso.
Homerdelcavalierener
Homer assisteva alla scena, sollevato dalla liberazione ma dispiaciuto che con la sua emissione Danith fosse richiamata da Aristotele o dal suo antagonista, non era dato sapere.

Fece mente locale, ricordò vari episodi remoti e recenti....

"Lo so io come si chiama Tergesticchio, mi sa che lo so, forse lo so, ho una vaga idea di saperlo, ho un ipotesi, forse non lo so
Tre boccali di birra che mi sa che mi son rimasti i piedi puzzoni di Danith nella bocca e magari ti dico le mia ipotesi, le mie idee, le mie non ipotesi, le mie vaghe idee, anzi no, non ti dico niente
"
--Porcelloriuscitoasalire
Retrolampo

Modena, Williamwallace, Tergesteo e Danitheripper sono stati falciati dall'esercito di Airone, per volontà di Aristotele giacciono miracolosamente feriti nonostante le innumerevoli persone che li hanno infilzati. Da qui il termine "duri a morire". Danitheripper e Tergesteo si trovano in un improvvisato ospedale, Williamwallace in quanto Splendido Barone di Tirano è stato trattato con tutti i riguardi e portato in una struttura privata. Si rivedranno con lui in un secondo momento.

Giornate Modenesi ha scritto:
Danitheripper, seppure facesse fatica a camminare venne trascinata verso una nuova destinazione visti i notevoli miglioramenti delle sue condizioni.
Cercava di mettere a tacere il dolore fisico concentrandosi su quello che sarebbe venuto dopo, su Will e Terge, che nessuno le diceva dove fossero finiti e se fossero vivi o meno.
Lei aveva visto Tergesteo, ne era certa, sentiva che se lei era morta e tornata in vita, il loro destino non poteva tradirli. E così doveva essere anche per Will, la cui sorte si era unita alla loro in un incredibile serie di episodi.
I carcerieri avevano per lei una particolare attenzione: il silenzio. Nessuno le rivolgeva la parola. Gesti e parole sussurrate tra loro in sua presenza sembravano un segno di rispetto per chi era stata una Duchessa, seppure fantoccio.
Le indicarono dei pagliericci, scelse il primo che vide libero e si accomodò. Quando i carcerieri uscirono esplorò la stanza con lo sguardo.
Fu allora che lo vide.
Delle bende gli coprivano gli occhi, ma era lui ed era vivo ...
Gli altri feriti sembravano dormire e non fecero caso a lei quando si portò a fatica verso lui.
Abituata com'era al silenzio non lo chiamò, anche se avrebbe voluto urlare il suo nome e risvegliare i morti col suo sollievo.
Si chinò ed accarezzò il volto libero dalle bende con il palmo della mano destra. La cicatrice fece attrito con la barba incolta ed il ricordo la colpì in pieno. Lui le afferrò il polso e le bloccò la mano nell'atto di accarezzarlo.

"Sapevo che ci saremmo ritrovati all'Inferno"
"Non è l'inferno Terge, solo un ospedale"
gli sorrise.
"Quanto ti sbagli Dani ... per me è l'Inferno, le fiamme bruciano così tanto che mi costringono a tenere gli occhi chiusi"
"Cos'è successo ai tuoi occhi?"
"Non lo so Dani ... so solo che non ci vedo"

Quella rivelazione recò con sé il silenzio. Istintivamente Danitheripper si strinse a Tergesteo. Per farlo si dovette distendere accanto a lui. Le forze l'abbandonarono a causa dello sforzo di quelle ultime ore e svenne abbracciando il fratello.
Dormì come non faceva da tempo, senza incubi né urla nella sua testa.


Tergesteo ha scritto:
Quella notte il Folle non riposò.
Non volle.
Vegliò la Sorella come ella faceva nella albe livide di Milano.
Ne percepiva il respirare tranquillo.
L'unico rammarico non vederla dormire.
Ora come su quel campo di battaglia.
Per lui il sonno della sorella era rappresentato ormai da un volto completamente insanguinato.
Nessuna possibilità di rivederlo.

“Curioso “ mormorò il Folle prima la distanza, ora l'oscurità … la mia è una maledizione: la maledizione di non poterla rivedere..”
Avrebbe voluto toccarle i capelli – quella chioma bionda che lei usava alle volte come una scusa alle volte come un vessillo – ma non voleva correre il rischio di svegliarla.
Restò quindi immobile.

“Dormi, ora.
Magari stiamo dormendo entrambi e domani ci sveglieremo e sarà tutto diverso.
Non ci sarà quel giorno a Mirandola, quando hai rischiato la vita per starmi accanto.
Non ci saranno le voci di quelli che nascondono il livore e l'odio dietro la virtù e i principi.
Non ci sarà dolore, non ci sarà attesa.
Solo due solitudini.
Solitudine …
No Sorella ti sbagliavi … quanti compagni abbiamo trovato? Quante persone care ?
Tante, tantissime.
E se anche volerle difendere contro tutto o contro tutti ci farà chiamare traditori o vili poco importa.
No, sorella non sei sola … solo è colui che odia.
Tu non puoi odiare nessuno.
Non ne sei capace.
E' buffo.
Potremmo bruciare villaggi e sterminarne gli abitanti, i bambini nelle loro culle e i malati nei loro letti, senza una sola goccia d'odio o di risentimento. Non l'odio ci guida, ma l'Ineluttabile.”

Tergesteo mormorava . Si interruppe dal momento che gli sembrava che Dani si fosse mossa. E stesse per destarsi.
Riposava ancora.

“Continua a dormire.
Ad aprire gli occhi c'è ancora tempo.
C'è ancora tempo ….”


Danith ha scritto:
Quel sonno, ristoratore e appagante, non era molto diverso dalla morte. L’ennesima separazione quando ci si era appena ritrovati.
Eppure Danitheripper teneva stretto il fratello di morte perché egli potesse essere lì al risveglio. Se quella situazione era irreale, se Tergesteo non era lì e neppure lei, allora avrebbe creato nella sue testa un mondo migliore in cui ci si abbandona al sonno consapevoli di non essere più soli, certi che al proprio risveglio una voce amica avrebbe dissipato la nebbia e consolato l’eterno dubbio in cui si è destinati a restare. Tante domande, mai delle risposte, tante risposte a domande mai poste.

Quando Danitheripper riaprì gli occhi era ancora tenebra. Un raggio sbirciava la sua serenità e colpiva la benda di Tergesteo in corrispondenza dell’occhio destro.
La cecità del fratello la fece crollare nuovamente sotto il peso della sua presenza.
Dormiva? Chissà … L’ultima volta che lo aveva visto dormire la follia era giunta a portarselo via e lei aveva avuto paura. Adesso non c’era paura solo sollievo, e dolore.
Avvicinò la bocca all’orecchio bendato e gli sussurrò, cercando d’insinuarsi nella sua incoscienza
“Dormi?”
“E come potrei dormire con te attaccata come un polpo?”

Non dormiva.


Quello che avvenne durante quella lunghissima notte fatta di sonno e veglia fu vissuto dai due protagonisti come un sogno, un qualcosa di irreale che entrambi erano consapevoli fosse successo ma di cui tra loro parlarono solo tramite allusioni, un po' per imbarazzo, un po' per non rovinare quel rapporto. In seguito Dani non ebbe modo di incontrare Terge e decise di tenergli nascosta la gravidanza, l'esecuzione avvenne pochi giorni dopo la nascita della figlia e, nonostante Terge vedendola andare al patibolo, si avvide che ella fosse ingrassata, i suoi pensieri si concentrarono su ben altro e rimossero questo particolare.

Danith ha scritto:
Perdonami fratello, ti ho visto annegare e sono scesa a fondo con te. Spero che non verremo puniti per questa nostra debolezza
“Quale debolezza?”
“Ci siamo voluti bene in un’altra vita e adesso che ci siamo ritrovati in quest’altra vita tu sei cieco ed io non ho la forza di sopportarlo”
“Mi vuoi mollare qui da solo al buio?”
“No, voglio che tu veda”
e così dicendo gli tolse delicatamente le bende.
Due occhi chiusi protestarono il proprio fastidio.

“A che serve togliere una benda? Non hai ancora il potere di guarire le ferite Dani, o Aristotele ti ha fatto questo dono quando gli hai reso il servigio di non restare morta a disturbare i profeti?”
“Tu non hai ferite agli occhi Terge”
gli rivelò dopo aver esaminato accuratamente la testa del folle.
“Tu non sei un medico”
“Io non sono cieca”
“Questo è un colpo basso”
“Apri gli occhi Tergesteo e permetti al mondo di entrare nella tua testa”

Lui apri gli occhi, una lacrima rigò la sua guancia.
“Vai via Dani”
“No”
“Non voglio che tu veda le mie lacrime mentre io non posso rivedere i tuoi occhi, la tua bocca, i tuoi capelli … Non tormentarmi con la tua presenza”
“Non vedo lacrime sul tuo volto, solo una barba incolta su cui, immagino, stiano proliferando colonie di pidocchi”

Il folle sorrise.
“Li manderò a fare compagnia a quelli che tu hai nei capelli”
“Impossibile, Dama Sconosciuta ha predisposto tutti i riguardi per me ed ha provveduto perché la prigionia non peggiorasse la già critica condizione della mia chioma. Ogni giorno delle gentili signore modenesi si occupano della mia igiene personale”
“Ecco cos’era quello strano profumo mentre mi abbracciavi. La prossima volta che vorrai svenire però potresti trovarti un moribondo più pulito da stringere”
“Cercherò Will allora, scommetto che se lui è sopravvissuto ha preteso tutti i riguardi del caso. Non per nulla è lo splendido Barone di Tirano …”

Una risata seppellì per un momento la tristezza, ma Danitheripper fissava Tergesteo e ridendo si chiedeva cosa mai potesse impedire ai suoi occhi di vedere. La follia apre la mente, non rende ciechi, qualcosa però lo aveva fatto, aveva reso cieco Tergesteo ...


Prima di morire Danith scrive a Terge e prova a dirgli della figlia, ma anche allora allude ma alla fine non dice nulla.




Tergesteo, fratello, amico, mio … ,
non sapevo se fosse opportuno scriverti o meno, ma alla fine il buon senso difficilmente prevale in me.
Ed eccoci qui, noi due, io condannata a morire, ancora, tu condannato a vivere …
Eppure non ho paura, né per me né per te, so che te la caverai … come sempre, e mi consola la tua follia che forse ti concederà una spiaggia in cui poter essere di nuovo felice, come lo fosti quel giorno in cui fummo certi di aver mantenuto il nostro patto. Espellerai il dolore … ti verrà naturale come respirare.
Il tempo ha semplicemente smesso di passare tra queste quattro mura, ma sarei bugiarda a dirti che mi manca il sole. Mi ero costruita una prigione tutta mia e quella che ho dentro di me è meno confortevole di questa che mi circonda. Ci hanno lasciato credere che potessimo scegliere, che la solitudine potesse essere superata da un bacio … non ti vedrò più … non sentirò più il tuo sapore, il gusto della follia … che abbiamo fatto? Un gesto totalizzante … come se ci fossimo scambiati una nuova promessa, come se ci fossimo procurati un taglio, diverso, che non saprei dove cercare … così adesso sapremo che non è vero, che anche la peggiore delle fini ha un seguito. Avrei dovuto perderti ed invece ti ho cercato …
Adesso rifletto e mi sembra di aver compreso il motivo per cui non riesco ad aver paura, ed è il dubbio quel motivo. La perplessità mi fa scudo. Vado incontro a quello che non capisco col beneficio del dubbio. Un enorme punto interrogativo … Se io sapessi cosa c’è dopo la morte probabilmente mi lascerei prendere dallo sconforto, oppure offrirei lacrime alla consolazione, ma io non lo so Terge e mai come adesso la curiosità mi pone di fronte a questo evento come, in passato mi ha posta di fronte ad una birra il cui gusto mi era ancora ignoto. Devo bere per saziare la mia sete.
La notte quando giunge lo fa in silenzio, e così vorrei obliarmi io, senza clamori, ma il buon senso, stavolta sì, mi fa intendere che non si può pretendere ciò di cui si è stati avari: il rispetto. Marcolando è un nemico che noi stessi ci siamo scelti, è normale che egli non tuteli noi ma i suoi scagnozzi, seppure non sarà sua la mano che mi colpirà egli non farà nulla per fermarla. Ho rinunziato a capirlo. Le sue scuse per la mia condanna mi giunsero inattese, ma la sentenza è stabilita ed il giudice è rimasto al suo posto. Le sue parole adesso risuonano inutili e superflue nella mia testa.
Ho incontrato la mia dannazione a Fornovo, Tergesteo, e ringrazio ogni maledetto minuto passato in quella meravigliosa città. Era inverno, ero un soldato, era Fornovo, era la Gemina, erano Braken, Ippolita, Imprimatur, Amsterdam, Plue, Ottaviana, Katerina, Walden, Sarnek, Luigi … eri tu. Era quel senso di giustizia che muoveva le nostre spade, spazzato via da un Duca che decidemmo di deporre. Siamo stati giudici e adesso? La storia ci ha già reso le nostre ragioni, noi adesso le rendiamo i nostri torti. Ed il tempo intanto crea eroi … e di certo non saremo noi … ma non è mai stato quello che avremmo voluto, né santi né eroi, solo dei folli visionari legati ad un patto che a raccontarlo non ci si potrebbe mai credere.
Una ferita auto inflitta … questo siamo noi, padroni delle nostre vite e delle nostre morti.
Mi rendo conto solamente adesso di aver concesso il mio affetto a più persone di quante non avessi mai potuto immaginare e sarà questo il rimorso che mi porterò dietro: il pensiero di aver trascinato nella mia dannazione coloro cui ho preso molto senza mai dare nulla in cambio. Persone … amici … Will … Will è vivo … e mi detesta Terge, per quello che ho fatto e per quello che ho detto. Ti chiederai come lo so … è venuto a trovarmi. Ma la sua vita non mi è di conforto nella misura in cui mi è di tormento.
Chiedevo continuamente di lui alle guardie, sperando che qualcuno sapesse dirmi che fine avesse fatto, ma un muro di silenzio, alto ed insormontabile, mi circondava. Finché un giorno lui è entrato dalla porta della mia cella solitaria, come se nulla fosse. La porta si è aperta ed eccolo lì, biondo e arrabbiato.
Avrei voluto abbracciarlo, felice perché lui era vivo e stava bene, ma lui mi si è fatto incontro e mi ha schiaffeggiata con forza. Anche lui ha affrontato l’ineluttabile, lui che non voleva che io lo salvassi, tu che non volevi che io ti salvassi, ho sbagliato nei vostri confronti, vi ho fatto un torto enorme attirando su di me le attenzioni. Avreste meritato ben altro, una forca con una corda d’oro, un’impiccagione collettiva magari … morire insieme, di nuovo, ora e per sempre. Eppure credo che anche lui col tempo espellerà me, il mio ricordo, ed il dolore che gli ho procurato.
L’ho visto tentennare, la sua sicurezza ha lasciato il posto alla persona che era, prima che io gli mostrassi il suo lato oscuro. E’ stato allora che gli ho poggiato una mano sulla nuca ed ho attirato la sua testa contro la mia spalla. Ha opposto una blanda resistenza, poi si è lasciato andare, si è semplicemente svuotato. Con una mano gli tenevo la testa nell’incavo della spalla, con l’altra gli accarezzavo i capelli. Siamo rimasti così a lungo … poi basta … è andato … non lo rivedrò mai più.
Non so se avrò modo di scriverti di nuovo, non saprei come salutarti, non sono mai stata brava a dire addio …
Ed io non sarò oscura, ma bella e terribile come la Mattina e la Notte! Splendida come il Mare ed il Sole e la Neve sulla Montagna! Temuta come i Fulmini e la Tempesta! Più forte delle fondamenta della terra. Tutti mi ameranno, disperandosi!










--Porcelloriuscitoasalire
Danitheripper diede il tempo a Tergesteo di leggere il retro lampo, dopodiché gli chiese: "Capito adesso?"

"E quindi noi quella notte …"

"Sì"

"Eh però io mica mi ricordo, ci avevo mal di testa, ero cieco, ci avevo un gomito che mi faceva contatto con il piede, mio padre poi aveva sbattuto con l’esercito … E poi sei certa che la figlia sia mia? Che ne so io? Se il metro di giudizio per appiopparmi una figlia è quello, potrei quotarti una parte in cui sei con Will e commentare che voi non lo sapevate ma stavate … scommetto che la bimba è pure bionda!"

"Terge, potresti fumarti un sigaro come tutti i padri invece di vaneggiare! Eppoi la bimba è nata calva … e che è? La figlia di Ardelon? In fondo ormai Arde ha il mocio biondo in testa. Non ci avevo pensato. Ma io e Arde non abbiamo mai fatto gdr insieme quindi questo lo esclude, se è figlia di gdr allora è figlia tua, rassegnati!!!"

“Uh la peppa!”
Commentò Terge alla notizia, che tradotto in linguaggio italico corrente vuol dire “Mi hai incastrato!”

"Un’altra femmina Danith, da te mi aspettavo almeno un maschietto però. Senti facciamo così, la figlia me la scelgo io, magari diciottenne, magari svedese e magari …"

"No Terge, niente biondone svedesi, tua figlia è sputata a te".

"Uffi, allora io scelgo Ladykiri e l’accendiamo! Scommetto che è lei, gira voce, ed è una voce mica che proviene da terze persone ma da lei medesima, che ci ha un tatuaggio sulla schiena che la riconduce a me. Aspetta che te lo quoto!


Ladykiri ha scritto:
Piccolo OT per Tergesteo:
la mia pg si è ritrovata uno strano tatuaggio sulla schiena; adesso si sta grattando contro gli alberi come se avesse la pulci, per tirarlo via (sai com'è, la vita in esercito... nessuno le ha mai spiegato, con dovizia di particolari, le meraviglie del meno cruento sapone...); come se le fosse stato appeso un cartello alle spalle, e l'inchiostro si fosse trasferito sulla pelle. Si legge qualcosa tipo "!ENOZZUP NU 'E OREINAM". Non so come, non so perché, ma avverto la tua colpevole presenza in tutto ciò.

E' sicura di non aver fatto niente di male -stavolta-, ma magari qualche burlone le ha attaccato l'indecifrabile frase per farle uno scherzo. O, magari, i cartelli piovono addosso alle persone come le barche, mentre dormono. Chissà.


Danitheripper guardò Terge, guardò il quote e poi guardò Homer e si chiese dove caspita avesse trovato i pop-corn!

A salvarla dall’imbarazzo di dover rivelare a quel punto il nome intervenne Aristotele in persona che si materializzò e parlò in antico linguaggio babelico, misurando con cura e attenzione le parole.

“A Danith, te voi sbrigà, sta a inizià il torneo de tresette cor morto, e tu me servi al tavolo uno, hai er record mondiale de morti, pe’ esercito, pe’ impiccagione, pe’ fame, pe’ cirrosi, e chi più ne ha più ne metta, cun te non posso perde!”

Così dicendo si trascinò via per un orecchio Danitheripper e scomparve con lei.
Tergesteo
E se ne resto là.
Immobile.
Immoto.

Immaginare i ricordi e le esperienze e i sogni di diecimilavite condensate in una manciata di colpi di clessidra.

Chiedetevi come avrebbe reagito la vostra psiche.

Immaginate il Folle ammirare ascendere al cielo la Sorella di Morte strscinata per l'orecchio da Aristotele in persone, dopo aver scoperto di avere una figlia in qualche parte del mondo.

Dopo un pò, Tergesteo si scosse.

"Trovarla ... devo trovarla ... " mormorava come inebetito, convinto di ripartire dall'unico punto certo : il cartello mistico con la dicitura circa l'igiene personale dell'ex duca - giudice - eminenza grigia - grigioverde Maniero.

"Devo muovermi, prima che la trovino gli emissari del Lato Oscuro..."
"Cavolo dici?
" rispose Homer con la bocca piena.
"Devo trovarla capisci Homer? Prima che loro trovino lei e risalgano a me per poi ritornare da lei dopo una breve sosta in autogrill !"
"Tutto chiarissimo, Terge, come sempre ...."
"Homer devo andare ora : il tempo stringe.
Non come la cintura che sono un poco sovrappeso ma comunque quanto basta per dare fastidio.
Devo andare a cercarla."


Il silenzio..poi il vento a mormorare fra i baobab (la politica di rimboschimento a Fornovo era molto estrosa) ... Tergesteo sentì dal profondo sgorgare un monito.

"Homer! Ebbasta con sti popcorn! E fai schifo! Non ti si può vedere!"


Era tempo di andare e Tergesteo si mise in marcia canticchiando.
"Fragaldinoooooo campanarooooooo dormi tuuuuu dormi tuuuu ???"
--Porcelloriuscitoasalire
Un anno, una vita, la fine, un nuovo inizio.

E non riuscire a lasciarsi andare, a perdersi, a morire del tutto, per sempre, come sarebbe stato naturale. Una traccia di lei, in quella figlia, in quell'uomo, in quelle persone che non dimenticano.

Danitheripper, Tergesteo e Williamwallace, tre pazzi suicidi, tre incoscienti, tre ragazzi che volevano solo divertirsi e farsi beffe di quel mondo buonista e ipocrita.

Un anno, altre guerre, altre morti, e poi gli eroi, quelli veri, quelli che lottano e rimangono, anche se le loro voci sono seppellite da centinaia di altre voci che urlano.

Tancredi, il suo capitano. Ha voluto una statua per lei, a un anno di distanza lui non dimentica, stringe le mani di chi è rimasto e ringrazia per quel sacrificio. Tancredi che ogni giorno guarda in faccia chi l'ha voluta morta e continua a sbattergli davanti quella statua, quel ricordo.


"Non ho tradito" solo questo vuole che si sappia e che si sappia che neanche i suoi amici hanno mai tradito, che Amsterdam, Ippolita, Dottoroby, Arabell, Cosy, Spartano, Polimnia, Gianfrancocast, Braken, Will, Terg, Katerina, Plue, Abraxas, Rajah, Imprimatur, Otta, Jungles, Magic, Luigi, Biss, Don Ferrante ... quel meraviglioso gruppo di fratelli e sorelle, non ha mai tradito. Sono pochi coloro che possono guardare nella propria memoria, trovare tanti volti amici e avere la consapevolezza che loro continuano a rendere questo mondo un po' meno monotono.

I milanesi, i modenesi, loro hanno dimenticato, loro sono amici adesso, si stringono le mani e combattono insieme. Una stretta di mano compiacente e ipocrita. I modenesi per dimostrare poi che non se la sono presa più di tanto per la storia del Castello le hanno pure voluto dedicare una statua, a lei, alla milanese che per una settimana è stata la loro Duchessa a progetto.





Ma sì, ridiamoci sopra, basta bassezze, basta ciambelle compiacenti con il nemico, divertiamo insieme. The show must go on ...


"Daniii, è l'ora della partita di soule, oggi giochiamo contro i rimorti da resuscitare per cui sbrigati che questa partita dura da dieci anni ..!"

"Arrivo Aristò, arrivo"
--Porcelloriuscitoasalire
Daniiiiiiiiiiiiii, Daniiiiiiiiiii!!! Il broccolo ha parlato!

Carismatica, brandendo un giornale come se fosse stata una spada, con la sua solita delicatezza aveva di nuovo svegliato tutti gli abitanti del Paradiso, isole comprese.

Che è successo? Lo spinacista ha dato finalmente i numeri? Aspè che me li segno. Non c'è mai un angelo a cui strappare una piuma quando serve!

Ma noooo che hai capito? Che poi vorrei capire come faresti a giocarti i numeri e a che pro. Vencespurgante, che non è spinacista ma spinozista, cioè la concorrenza, ha rilasciato un'intervista.

Non è che io mi giocherei i numeri, apparirei in sogno a qualche amico/parente/simpatizzante e li darei a loro che Aristotele per punizione non mi fa mai vedere i numeri futuri. Dai fammi vedere questo giornale.






Cribbio ...
L'avvocato del Biografo, rappresentato da Liriel


Spett.i fu-Danitheripper e fu-Carismatica78,
vi scrivo per conto del mio assistito, il Biografo, per una questione assai delicata.
In particolare vorremmo sapere dove avete reperito la rivista in cui è stata ricopiata l'intervista di Vencespurgante. Ciò costituisce un illecito in quanto il mio cliente ha autorizzato la pubblicazione dei suoi scritti solo nella prestigiosa rivista "Memoria Italica", non certo in un fascicoletto qualunque, meno che meno per fare dei pettegolezzi. Ogni ostacolo alla giustizia sarà considerato come atto di complicità nei confronti del reo, è per tanto opportuno che voi collaboriate per scoprire il colpevole.
In caso contrario voi stesse sarete considerate responsabili e pertanto citate in giudizio da me medesimo.
Se vi domandate come io sia in possesso del resoconto delle vostre attività ultraterrene, vi rispondo che non ci si poteva aspettare nulla di meno da parte di un avvocato il cui cliente è in grado di intervistare i morti.

In fede

Avv. Ermenegildo de Mortis
Studio De Mortis, Venetiae e Mann
--Spirito.di.carismatica78
Daniiiiiiiii! Vedi che ci vogliono denunciare! Ci è arrivata la lettera di un avvocato, non ti preoccupà lo sistemo io a questo...


Senza pensarci due volte, fece comparire inchiostro e pergamena ed iniziò a scrivere.




Illustrissimo Avv. Ermenegildo de Mortis,
le scrivo in merito alla sua missiva, concernente un' accusa di plagio nei confronti dell'autore della pubblicazione da me consegnata a Danitheripper, nonchè di un'accusa di complicità, della succitata Danitheripper e mia, con l'eventuale autore del suddetto reato.
Le illustro la situazione attuale per darle modo di regolarsi:


- La pubblicazione in oggetto è prodotta dalla "Paradiso Solare - Stampe Aristoteliche", che vede in Aristotele l'unico titolare, dovreste quindi rivolgervi a Lui per eventuali azioni legali relative al contenuto di quanto pubblicato dai Suoi organi di stampa.


- Danitheripper ed io siamo defunte, ciò ci priva della leggittimazione attiva o passiva nei confronti di qualsiasi tribunale. Con la morte infatti vi è la perdita di tutti i diritti nonchè la cessazione di qualsiasi pendenza di natura giuridica o legale. Le faccio inoltre presente che, proprio perchè defunte, abbiamo già subito l'unico giudizio che un'anima possa ricevere: quello dell'Altissimo, che abbiamo superato pienamente guadagnando la beatitudine eterna. In pratica non siamo nè denunciabili nè processabili.



Certa di averla illuminata su questa curiosa vicenda e sulle peculiarità che la contraddistinguono, la saluto, invitandola, nel caso desiderasse inviarci ulteriori comunicazioni, ad indirizzarle presso il nostro legale rappresentante: Aristotele c/o Paradiso Solare.




I miei ossequi

Nadine Carismatica78 Ridolfi



Legò la missiva ad un vaso di basilico e lanciò il tutto sullo studio dell'avvocato.

Tzè! Questo avvocato non sa con chi ha a che fare!
--Porcelloriuscitoasalire
Paradiso.

Una figura fa capolino alle spalle di Danitheripper.


"Buh"

"Cari basta, mi metti sempre nei guai, adesso me ne starò qui buona buona a lanciare rane su Modena per fargli credere che Aristotele gli manda le piaghe..."

"Magari dovresti girarti"

"Tergesteo ... tu ... qui ..."

"Ti stupisce più che io sia morto o che mi trovi in Paradiso?"

"Che tu sappia dove ti trovi, io ci ho messo mesi a convincermi che fosse il Paradiso ... Dai fatti guardare, stai benissimo per essere morto"

"Adulatrice!"

"Non vedo segnali di cappio, che ti è successo?"

"Ci sono ben due gdr che lo raccontano in piazza italica, appena finisco di leggerli te lo dico. Ma tu? Come te la passi qui, a parte lanciare rane su Modena?"

"Qua non c'è granché da fare, e sono stata allontanata da tutte le attività ricreative per colpa di Carismatica e dei miei innocentissimi tentativi di fuga. Figurati che mi hanno cacciato dal circolo di tresette col morto con disonore dopo che lei mi ha fatto arrivare in ritardo per la milionesima volta!"

"E ti dispiace?"

"Come mi dice sempre Carismatica: non si può scrivere la parola disonore senza scrivere la parola onore".

"Parliamo di cose serie: chi è qua il Duca?"

"Non hanno Duca, c'è Aristotele che comanda".

"E a difese come sono messi?"

"C’è sempre un gruppo fuori città composto da Ma_te_razzi, Gattu_so, Le_grottaglie e Chi_ellini, ma non so se difendono, poi ogni tanto vedo passare San_Quintino e Santocielo".

"Bene, un minimo di quattro e un massimo di sei, dobbiamo essere dodici. Direi di far entrare una parte col pacchetto furtivo e il resto uno alla volta, magari prendendo la residenza ..."


THE END

Chiuso come da richiesta dell'autore.
F
See the RP information <<   <   1, 2, 3, ..., 5, 6, 7   >>
Copyright © JDWorks, Corbeaunoir & Elissa Ka | Update notes | Support us | 2008 - 2024
Special thanks to our amazing translators : Dunpeal (EN, PT), Eriti (IT), Azureus (FI)