Me ne stavo seduta, da sola, immobile, nonostante, su cocci di vasi e grafianti rovi.
Vedevo, ascoltavo, e pensavo come fossi un oracolo.Capivo, e siccome non potevo far altro che spiegare usando parole
pagane, avrei voluto tacere.
Ma lo spirito era prossimo al buio. Mentre tornava l'idolatria, chiedevo umilmente ad Aristotele di donare alla mia anima
nobiltà e libertà, di tornare a respirare l'aria pura del mattino, di sognare , pestare l'erba, ridere , ballare.
Come fossi vittima di un bere che brucia le budella e stravolge il ben pensare,
deliravo,ascoltavo, vedevo.
Si, vedevo che negli sconrti si aggrovigliavano le braccia possenti.
Petti spalancati che un tempo stringevano dolcemente amanti infuocate.
Alati funesti, che facevano da cimiero a teste incrinate dalle quali penzolavano lembi di carne.
Unici animati erano le lacrime, che , ancora sanguinolenti rigavano scarne ed inespressive gote, e i capelli che giocavano con il vento
come fossero accarezzati da lievi mani femminili e profumate.
Anime di innocenti che vagavano incredule e stupite tra laceri e vani sventolii di bandiere.
E io gridavo "forza!!! ballate ridete beffardi, affinchè l'innominabile, pensi che state danzando."
Mentre un' ascia insanguinata raschiava a mò di organo ferroso contro il bilico di un elmo, all'orizzonte
anche il cielo era rosso. Tramonto d'inferno.
Ancora nelle mie allucinazioni, ascoltavo.
Sentivo voci, solo voci che sussurravano come a non voler palesar segreti che già, sfacciati, sventolavano sui pennoni di alte torri.
Ed ognuno di quei sussurri, un offesa al mio cuore.
Avevano rubato la speranza che animava il mio spirito
mi soffocavano e mi sporcavano cercando di ripulirmi con cenci tumidi di sangue innocente.
E mentre molti avevano già raggiunto la morte con i loro egoismi e la loro fame, mi apprestai a scrivere il mio sfogo
usando una lacera e dannata pergamena.
Voi dal cervello rimpicciolito, dall'incapacità di combattere con onore, maestri solo nello scuoiare animali.
Voi siete i più inetti della storia.
Empi! voi adorate il sacrilegio! Ricolmi i vostri esseri di vizi, tutti i vizi! ira , meravigliosa lussuria, menzogna accidia.
Poi tornerete aizzando i vostri petti che trasuderanno di onori e di gloria, pur se conterranno dei cuori infetti.
Con volti deTurpati o con braccia monche, sui vostri allori sprofonderete spocchiosi le membra stanche.
Le dame vi cureranno facendo a gara tra loro. vi immischierete nella politica, sfoggiando le vostre medaglie dopo aver lucidato la scritta EROE
e non trucidator di folle. SARETE IN SALVO.
Sarete acclamati a furor di popolo, lo stesso che avete decimato, vi giudicheranno la razza eletta.
Ma io che di razza da sempre sono inferiore, vorrei poter far con voi come fa il gatto
che della sua vittima fa di trastullo, strazio
e poi lì, la abbandona, perchè già sazio.
Ma poi dopo aver, qui, vomitato l'immondo ratto, con mano ancor tremante e l'anima più leggera
mi limitavo a scrivere una preghiera intingendo nel mio cuore
chiedendo pietà per voi a DIO mio solo SIGNORE.
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