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Dichiarazione di Guerra

--Messo_di_genova
Era notte fonda , il Doge aveva appena chiuso le stanze del consiglio e dato al messo una missiva da fare recapitare in taverna Italica , e affiggerla visibile per tutti , cosi dopo aver corso con il suo cavallo , timoroso delle voci e le reazioni dei presenti , affisse il comunicato genovese.



Citazione:
" Cittadini genovesi....abbiamo sopportato molto...abbiamo subito in silenzio...abbiamo dovuto difendere le nostre terre sapendo di continue minacce..leggendo di svariati intrighi e falsi messaggi di pace...
Noi sappiamo quanto siamo stati derisi...denigrati ed offesi...io stesso lo son stato in questi tristi giorni che hanno visto fino a prova contraria invadere le nostre terre....
Ci hanno chiesto di mostrar noi le prove dei fatti....A NOI...a noi che eravamo in pace nei nostri territori....
Ci hanno ingannati tenendoci in sospeso con un trattato che sapevano che non poteva esser da loro firmato..avendone firmato in precedenza uno che di fatto glielo vietava....CHE IL POPOLO MODENESE SAPPIA...SAPPIA QUESTA COSA...CHE SAPPIA COSA E CHI HA PORTATO A QUESTO...!!
Ci hanno offesi...con continuità...provocandoci scientificamente...spalleggiando personaggi a noi nemici magari solo per invidia...o per incapacità....
Abbiamo ingoiato..spesso silenziosi...abbiamo sopportato dure parole dette magari da briganti o da personaggi che facevan comodo in quel momento....
Abbiamo visto gente reclutare nelle nostre stesse taverne per i loro scopi....abbiamo taciuto mentre a due passi da noi si incitava e si incita alla rivolta...
Noi e i nostri amici ed alleati milanesi siamo stanchi di tutto questo....e fianco a fianco combatteremo affinchè questo cessi...
Da domani solo le lame delle spade parleranno....da domani....
Cittadini genovesi..comportatevi con onore...non disprezzate il nemico che combatte suo malgrado...esso non è colpevole ed ama come voi la sua terra...ma non abbiate timore nell'affrontarlo..la ragione è dalla vostra e nostra parte....
Soldati....armi in pugno....Genova lo vuole....Genova sa e conosce il vostro valore....
ALLE ARMI....!!!


Propezia
Dama Propezia, era particolarmente seria quel giorno.

La discussione in consiglio era stata intensa, ma anche molto matura, il risultato finale era stato a larga maggioranza, Milano non avrebbe soprasseduto un'altra volta ai comportamenti scorretti dei suoi vicini, quindi avrebbe mostrato i muscoli, avrebbe dichiarato guerra a Modena.

Con questo pensiero salì sul palco e iniziò a leggere il comunicato.


Citazione:
Il Ducato di Milano, con il mio avvallo di Duchessa e con l’accordo della maggioranza del consiglio, dichiara guerra a Modena.
Le ragioni di questa guerra sono più di una, e partono dal passato.
Modena si è intromessa, nel trattato di pace tra Siena e Firenze, che veniva gestito da Milano.
Modena ha preso un nodo ai nostri alleati Genovesi (che poi si sono ripresi)
Ma cosa ancora più grave, mentre trattava con noi l’accordo di fare un trattato di amicizia, pretendeva che non ci fossero altri trattai fino alla conclusione del nostro accordo. Per poi vedere futuri altri trattai insieme a noi. Bene Modena, mentre pretendeva questo, faceva un trattato con Venezia, aiutando e spingendo tutte le forze anti Milanesi nei ducati Limitrofi.
Ci teneva fermi e intanto contattava i nostri nemici, se li faceva amici.
Usano parole di pace perche sanno solo muoversi strisciando, alle spalle, appoggiando briganti, rosi dall’odio e dall’invidia verso Milano e Genova fanno di tutto per indebolirci.
E noi che gli abbiamo dato tutte le possibilità per esserci amici oggi diciamo basta, non aspetteremo che vi facciate forti per assaltarci, per mandarci briganti.
Modenesi vi abbiamo allungato la mano per esservi amici e voi ci avete sputato, ve l’abbiamo porta ancora, e ancora una volta ci offendete.
Modenesi i vostri capi di governo vi raccontano le favole, siete governati senza una reale opposizione, non come a Milano, dove la molteplicità di idee, il numero dei partiti, permette la vera trasparenza. I vostri capi di governo hanno fatto di tutto, trattando con briganti, con nemici per arrivare a questo punto, pensando che Milano amicasse sempre.
Ora ci muoveremo per abbattere i vostri falsi capi di governo, indegni, per mostrare la loro falsità, per mostrare la loro viltà, per arrivare ad avere un governo che alla domanda Milanese volete essere nostri amici, non ci risponda, “cosa serva l’amicizia” pensando solo a un regno italico governato da loro stessi, tramite bassi giochi di potere e sotto rifugi. Ma dica SI amici onesti e sinceri.
Milano non usa sotto rifugi e inganni, e quindi userà l’acciaio contro chi trama alle sue spalle, guardandolo negli occhi senza paura lo combatteremo.
Oggi andiamo in guerra assieme agli alleati Genovesi, non per capriccio ma per difendere in nostro ducato, per difendere la nostra terra, i nostri principi, i nostri ideali la nostra identità


Dama_Propezia, Duchessa del Ducato di Milano



_________________
Margab



Con una corsa pazzesca il suo cavallo raggiunse la Principessa.... Dama_propezia stava dando disposizioni ai suoi uomini...

" Principessa...i vostri uomini e i nostri marceranno assieme..come un unico popolo...uniti di fronte a questi avvenimenti...oggi mesi e mesi di amicizia vedon il loro sugello..."

Girò velocemente il suo cavallo e sparì in mezzo alla polvere...
Ebernitz
Dopo aver letto le dichiarazioni dei due stati confinanti, lascia una pergamena recuperata velocemente per lasciar eil suo di messaggio. Sporco e mal ridotto il pezzo di carta sul quale viene vergato:



dopo aver raggiunto successivamente le dichiarazioni, la pergamena viene strappata
Polimnia
Polimnia passo dalla taverna Italica e vide il caro Pier parlare da solo , sorrise e disse...

So gia che sarete pronto come vostro solito ad aiutare i vostri amici a discapito della vostra Patria, il bugiardo siete solo voi , non vi permetto di offendere la mia signora !

Vergognatevi a parlare cosi della vostra duchessa !
Lupaski
Sante ascoltò il comunicato con attenzione, e non lo sorprese, quante volte come ambasciatore aveva usato la parola amicizia con Modena e loro avevano scosso la testa...

"Non ci interessa un trattato di amicizia, solo trattai militari"

E lui allora rispondeva

"Ma come si può fare trattati militari tra popoli che non vogliono essere amici?
Volete un trattato per non essere nostri amici e non essere in conflitto con noi, non ha senso"

Avranno mai detto i duchi Modenesi, di essere stati loro a non volere l'amicizia con Milano?

Avranno detto al loro popolo, che da una parte tiravano a fare sgambetti a Milano, e dall'altro li impegnavano con vuote parole?

Non credo proprio, pensò, come sempre hanno fatto avranno sputato sentenze contro i loro cugini Milanesi e Genovesi.

Ma c'è un limite, un limite passato da tanto tempo, è finita da tempo l'ora della parola ora è tempo che siano le spade a far sentire i loro suoni.

Senti Pierluigi, e si chiese, chissà i Fenice Milanesi, saranno Milanesi per davvero o solo squallidi traditori della patria per appoggiare i loro amici Modenesi.
Sarà un test anche per questo, ma la cosa non mi preoccupa, se sarà così , sarà un onta loro, la vergogna è di chi non ha senso nazionale, non di chi ama il proprio ducato

Quindi disse


E' in questi momenti, in cui la morte corre sul filo che si vede di che pasta è fatta la gente.
Appoggerò la mia Milano sempre e comunque, se sarà necessario combatterò per Milano



poi rivolgendosi verso la sua duchessa


SONO MILANESE, SONO ORGOGLIOSO DEL MIO POPOLO.

DUCHESSA PROPEZIA HA TUTTA LA MIA FEDELTA' IN QUESTO MOMENTO, SONO SUO UMILE SERVITORE,

LA MIA SPADA , LE MIE CONOSCENZE SONO AL SUO SERVIZIO PER MILANO.

PERCHE' MILANO NON E' INDIVIDUALISMO MA E' GRANDE NELLA SUA COMPELSSITA' NELLA SUA ETEROGENITA' E PER MILANO E I SUOI CITTADINI COMBATTERO' SEMPRE


poi sentendo alcune voci aggiunse

E cosa volevate? magari sapere anche dove , come e quando avrebbero attaccato? Una settimana di tempo per prepararvi? Già è caduta per i movimenti degli eserciti modenesi Misery, direi che non c'è stata ne sorpresa ne attacco a tradimento ma solo un minimo di normale strategia.
Domiziano
Le voci corrono anche nel cuore della notte, fino all'accampamento dei Mastini Fiorentini. Domiziano faceva la guardia, la sua adorata Firenze in vista. Chissà domani che clima avrebbe trovato in città, che clima fra i consiglieri...che ruolo avrebbe avuto Firenze in questo. Domiziano in cuor suo sapeva distinguere gli amici dai nemici e non avrebbe mancato di far arrivare alle orecchie opportune la sua opinione.
_________________
Caboto
Quella notte fu molto breve per Don Giovanni.
Si distese solo per qualche ora durante le quali non poteva certo dormire avendo nella testa parole come Guerra, Odio, Morte, Povertà

...questo era ciò a cui andavano incontro, chi più chi meno, tre grandi popoli come i Genovesi, i Milanesi ed i Modenesi.

Tante cose era state dette e fatte, tante verità e tante bugie sino al punto di non ritorno:La Guerra

Ormai nessuno poteva più tirarsi indietro, nessuno poteva riportare la pace, o forse si.

Giovanni penso che ad un'unica domanda non era stata data risposta: Cosa vuole il popolo Genovese, Milanese e Modenese?

Don Giovanni non è un politico, non è un soldato, è un uomo umile che vuol bene alla propria terra tanto quanto ogni essere umano dovrebbe. Il popolo sovrano non può rispondere in modo diverso da: Io non voglio la guerra

Giovanni decise quindi di urlarlo a tutti: soldati, principi, duchi e duchesse

IO NON VOGLIO LA GUERRA
...lo scrisse ben in vista perchè non possa passare inosservato

Certo una goccia nel mare è una nullità ma tante gocce unite in un solo grido di pace non possono passare inosservate: Vox Populi, vox Dei.

Giovanni si avviò verso il suo ufficio con la speranza che tanti, tantissimi, centinaia di genovesi, milanesi e modenesi si uniscano al suo urlo di pace e che alla sua scritta se ne possano aggiungere il più possibile ma soprattutto con la speranza che i governanti di questi tre popoli possano tener conto della volontà di queste voci e porre fine a questa triste parentesi.
pnj
De beneditio descendit

Citazione:
Discenda su di voi tutti la benedizione dello Signore Nostro in questo tempo di buio et di peligro che attanaglia la Repubblica.
Da più parti ci giunge lo grido de dolore delle genti che habeano timore de la guerra et iudicano unica solutione domandar asilo alla Ecclesia et a la Nostra persona.

Conosciamo le ationi barbare che stranieri militi hanno compiuto sullo territorio nostro, sia in lo passato che ne li scorsi jorni sed etiam sapeamo che quelli che si trovano in su lo confino han esposto una petitio de esser ascoltati mostrando prontamente le mani in segno di pace.
Sapeam che prima volta non est che codesti accadimenti turbano l’animo Nostro et de le Liguri genti.

Siamo fiduciosi che le Genoesi terre son da sempre ben pattugliate et difese dalli repubblicani eserciti et che codesti prodi soldati son pronti financo al sacrificio de la istessa vita per tener fede allo patto che fecero entrando ne le militie.

Fidando nello Doge et ne lo consiglio de la Repubblica, che sempre hanno agito simplicemente per lo bene de la Natione ;
Sapendo et demostrando che lo pugnare est la extrema ratio de l’homini d’indole brutale come solutione de li conflitti in fra le Aristotelica nationi, vi Chiediamo con lo garbo che est de li justi et con la sicumera che est de la Fede di ponderare assai lungamente pria di lavar sangue con sangue qualora ve ne fosse la bisogna;

Noi, Monsignor Segalello Della Rovere, Arcivescovo di Genoa, impartiamo la Nostra benedizione in su la Guardia Repubblicana et in su coloro che pugneranno allo fianco nostro qualhora non si potrà far di manco alla battaglia, ne la sperantia che habbiano a soffrire non le civiche genti et in qualsiasi caso lo menor numero possibile di fedeli della Santa Chiesa Aristotelica.



Scritto e ratificato da Sua Eccellenza
Monsignor Cesarino “Segalello” Della Rovere
Arcivescovo di Genova
Nel diciannovesimo giorno del quinto mese dell’anno del signore MCDLVII





Mystere
Dirk venne a conoscenza delle dichiarazioni di guerra.

"Da intervento delle Sante Armate e rischio scomunica direi, vedremo che succederà".

Nel frattempo attese la risposta del Doge.
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pnj
risposta saggia
Empedocle
Empedocle rimuginava sugli accadimenti della notte mentre si preparava alla guerra.

"Ma se semplicemente avessero detto subito dall'inizio Genova e Milano insieme si sentono più forti di Modena, quindi attacchano perché vogliono conquistare le nostre città, non sarebbe stato tutto più chiaro?
Magari lo infarcivano di propaganda, dicevano che le loro terre stavano loro strette, che la loro potenza non sarebbe stata arginato da un piccolo ducato di sole 4 città, che sono fortissimi e intelligenti e simpatici e giusti e saggi ecc ecc
Così, a mio parere, sono stati solamente ridicoli."

Potete attaccare quando volete, potete anche conquistare le città. Noi forse perderemo la vita, forse perderemo le terre, le famiglie, le case, gli amici.
In compenso, ci rimarrà sempre la dignità.
I popoli milanese e genovese potranno dire la stessa cosa? Non credo. Non dopo questo comunicato che fa soltanto ridere. Forti, tanti, prepotenti, ma senza dignità.
Se il mio duca si fosse comportato in modo tanto ridicolo come il signore di genova, avrei scritto in piena libertà che stava facendo la figura del bambino viziato, che vuole il giochino nuovo e inventa storielle e bugie per ottenerlo.
Popoli di milano e genova con governanti che hanno venduto la loro dignità al mercato del potere. Addirittura la chiesa genovese che si schiera a favore della guerra di aggressione. E l'arcivescovo che scrive in quel misto di italiano-latino...bellissimo...che tempi, che gente...
Hanno voluto loro la guerra, non noi. Adesso dovranno anche combatterla, vedremo se saranno bravi con le spade quanto lo sono stati con le menzogne.

Con questi pensieri si avviò verso la taverna municipale, in attesa degli eventi, e in attesa della notte. Dubitava che alla luce del giorno si sarebbe mostrata più di qualche vuota parola...
Cledada
Il ministro Cledada quella mattina doveva andare dal medico per mostrargli la gola, che sempre più gli dava fastidio.
Chiese al suo messo di prendergli il giornale e gli occhialetti a mezza luna, così che possa leggere:

"Ildebrando, portami il giornale e gli occhialetti!
"Certo Vostra Grazia"
Ildebrando con le sue gambre corse velocemente dentro il Palazzo Borgia di Venezia, finchè, arrivato all'ufficio del suo capo, pieno di scartoffie recanti i sigilli veneziani, consegnò il giornale al Ministro Cledada

Cledada aprì il giornale e---
"O BUON ARISTOTELE!!!!
CI MANCAVA ANCHE QUESTA!!!!!!!
GENOVA E MILANO DICHIARANO GUERRA AL POVERO DUCATO DI MODENA.
...
...
...

Prese la sua tazza di the inglese, e la sorseggiò
Mio Signore, è grave ciò che è successo??Chiese Ildebrando a Cledada
"Ildebrando caro, lo si sapeva...Sono i classici atteggiamenti genovesi...
C'era da aspettarselo.
Prima ti cercano dicendo che vogliono la pace e che tutto ciò che è successo è stato per via di anomalie, poi ti dichiarano guerra in un battito di ciglia"
pnj


"Ma va a ciapà i rat" disse Giulia rivolgendosi ai dittatori genovesi e milanesi.
Polodepoli
Polo era solo nel suo studio. La luce del giorno non era ancora sorta e grazie ad una fievole candela stava terminando di preparare la lezione del giorno.
All'improvviso un urlo squarcia la notte:


E' GUERRA - E' GUERRA

Si alza di scatto e corre alla finestra per sincerarsi l'accaduto. Vede un giovane e chiede E' scoppiata la guerra con Genova?
La risposta ancora piu' agghiacciante del sospetto Mio signore e' guerra con Genova, con Milano, e' l'anno mille arrivato in ritardo risponde senza fiato il messo
Ma... ma quali sono le cause di tali atti dopo un attimo aggiunge Va' non importa le motivazioni, corri e avvisa tutti - che sappiano cio' che succede
Il messo esausto riprende la sua corsa

Di nuovo solo nel suo studio pensa
Motivazioni... alla fine sono sempre le stesse: soldi... potere... fama... magari un popolo infelice che cerca soddisfazioni tormentando altri. Poi il tutto verra' mascherato con scopi piu' alti `Esportiamo la democrazia' 'Portiamo la vera religione' e chissa magari anche 'Ci hanno detto che siamo brutti e quindi li uccidiamo'
Guarda la sua stanza, volge gli occhi verso la sua universita' e sospirando L'unica certezza: la violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci chi inizia una guerra non sara' mai dalla parte del giusto perche' troppo presto si e' fermato nel parlare, nel trattare, nel cercare di capire e farsi capire
Aggiusta le carte sullo scrittoio ormai rischiarato dal giorno, spegne la candela e si prepara ad andare in piazza. Chissa' sei suoi studenti vedranno mai quelle note...
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