Tancredi
Tancredi seppe a grandi linee cosa stesse accadendo in patria mentre guidava i propri soldati in territorio modenese. Tante notizie lo avevano scosso e deluso. Volle scrivere di suo pugno, come primo testimone di ciò che stava accadendo in guerra e chiarire le dinamiche della stessa.
All'interno della sua tenda, alla debole luce di una candela, poggiò la penna nel calamaio e prese a scrivere...
Modena, notte del 20 Maggio, A.D 1457.
A tutto il popolo del Ducato di Milano,
vi scrivo di mio pugno per chiarire, come testimone primo di quanto successo, che è sempre stato nell'intento di S.E. la Duchessa di Milano Propezia, che la dichiarazione di guerra al Ducato di Modena venisse recapitata in tempo debito per garantire la presa visione da parte delle autorità interessate il giorno stesso dell'evento.
Non era nostro interesse agire come fece la Repubblica di Firenze con Siena. Ma purtroppo così è stato.
A voi che non conoscete gli accadimenti, ma solo i risvolti, potrebbe apparire la stessa medesima meschina mossa. Non vi do torto in questo. Le conoscenze in vostro possesso portano a questa conclusione.
Ma non è così. Ve lo confida un uomo che serve il Ducato di Milano dal lontano giugno 1456 quando il Duca Pierluigi mi nominò Capitano delle Armate milanesi. Non macchierei mai tutta la mia devota carriera di tale nefandezza!
L'invio della dichiarazione, già preparata e pronta nella mattinata, è stata continuamente ritardata per l'impossibilità di prendere contatti con i messi genovesi per effettuare un consulto e creare due documenti affini. Le ore purtroppo sono trascorse e la dichiarazione è giunta alle autorità modenesi a tarda ora.
Milano non poteva più ritardare l'invio della dichiarazione. L'armata del Maresciallo Icemen aveva lasciato già il territorio milanese confidando nell'invio della dichiarazione in orario decente ed è stato quindi impossibile fermarlo. Di certo peggio sarebbe stato trovare accampato alle porte di Guastalla un'armata milanese senza nessuna dichiarazione!
Per evitare quindi di cadere nel disonore, affermo con certezza e ribadisco il fatto che le armate milanesi sono entrate in territorio modenese senza accendere nessuna ostilità il giorno dopo la tardiva dichiarazione di guerra. Ne è la prova l'incotro con il Maresciallo Icemen avvenuto alle porte della città al suo arrivo, con un gruppo di militari modenesi che da Mantova giungevano a Guastalla per rinforzare la città o pattugliare la strada. Tra i nomi di questi fanti che mi furono indicati, purtroppo ricordo ora solo tale Gandalf333. Questi, assieme ai suoi compagni, possono testimoniare l'accaduto e il fatto che non furono attaccati.
Solo più di 24h dopo la dichiarazione dunque, le nostre armate sono entrate in formazione offensiva. Ho inoltre inviato personalmente missive ai viaggiatori fiorentini, veneti e croati che quel giorno si trovavano a soggiornare nella città di Mantua per informarli della nostra presenza ed evitare incidenti pregandoli di informarmi qualora attraversassero il teatro di guerra oppure di ritornare alle loro città. Tutt'ora il permesso viene concesso a membri del clero, viaggiatori di province neutrali e viaggiatori che presentino garanzie di illustri personalità del Ducato di Milano. Qui potrei citarvi dama Erving, LadyRoy, S.E. Afree e la sua scorta, dama Valentinac e tanti altri che non rammento.
Popolo di Milano, questa non è una guerra fatta per degli assassini. Non è una guerra vile benchè sia iniziata in malo modo, si è ritardato lo scontro. Non è una guerra voluta da noi soldati per il solo scopo di "menare le mani".
Tutte queste affermazioni sono bieche falsità. Avremo trucidato chiunque con la scusa della guerra per il gusto di veder scorrere il sangue.
Così non è stato, così non sarà mai finchè avrò il controllo di queste armate.
Non abbiamo nulla contro i cittadini di Modena, ne i loro soldati. Fanno il loro dovere come i nostri fanno quello che gli viene chiesto anche se questo porta a doversi scontrare con amici o fratelli, padri o figli. Mia nipote è stata uccisa davanti alle mura di Modena. Ho una mia figlia, mio genero e uno dei loro figli, mio nipote "Flam" Tancredi Malaspina, tra le fila dell'esercito di Modena. Loro difenderanno la loro terra affrontandomi senza rinunce se sarà neccessario ma la stima e l'affetto reciproco non è stato incrinato da questa guerra. Nella condivisione della paura di morire, ci ha avvicinati. E' dimostrazione di onore e devozione per i rispettivi paesi!
Cittadini, vedo ora questi miei soldati e non sono altro che vostri fratelli e sorelle. Giungono da tutte le città del Ducato e hanno risposto fedelmente alla chiamata alle armi. Ricoprono fedi politiche differenti: ci sono membri Fenice, Agorà, LFI, PPM,... siamo tutti lontani dalle nostre case ma siamo uniti, nel bene o nel male!
Quando mai vedrò la stessa cosa a Milano? Uniti per il Ducato e non per un sedile imbottito o una corona!
La guerra può essere giusta o meno, dipende dai punti di vista. Ma ora siamo tutti coinvolti, che l'abbiate voluto o meno. Date prova di unità! Sostenete il nostro Ducato e le nostre armate! Se gli uomini che stanno combattendo per le nostre terre, per renderle più forti, sentiranno di avere alle spalle il sostegno dei loro cari, dei loro amici ma soprattutto dei loro concittadini, questi combatteranno cento volte meglio!
Notizie di assembramenti di armate veneziane giungono da levante. I nostri antichi nemici verranno a combatterci come è già successo tante volte in passato. Ci hanno strappato città su città e lo faranno ancora se le nostre armate dovessero cedere. E a loro non importerebbe certo fare una cernita di chi di voi era a favore o meno di questa guerra. Chi vi garantisce che anche loro si daranno da brigare per contattare semplici viaggiatori o membri del clero per impedire massacri! Si accontenteranno di restituire a Modena il maltolto o ne approfitteranno per avere una fetta della torta?
Segue dunque questo mio appello. Il Ducato ha bisogno di volontari da inquadrare nelle sue armate. Non per una Duchessa, non per uno o più partiti politici... ma per Milano! Serve che chiunque possa impugnare una spada si mobiliti e, alla guida dei nostri valorosi comandanti, giunga a dare manforte alle armate milanesi impegnate al fronte.
Questo mi sento di scrivervi in questa lunga notte, cittadini di Milano. Accantonate la politica ed unitevi sotto le insegne del vostro Ducato.
Affido questo mio scritto e questa speranza ai sindaci delle città. Che questa mia lunga lettera venga affissa nei vostri municipi e sia a disposizione di tutti i cittadini. Chiunque rispondesse a questa mia richiesta e volesse combattere per il proprio paese, si dovrà rivolgere al Sergente Adalgiso dei Rossi o a Eleinad Ridolfi i quali, assieme ad altri membri dell'Esercito, gestiranno una tenda apposita a disposizione di tutti voi.
In fede,
Tancredi dei Rossi, Capitano dell'Esercito Ducale.
Tancredi piegò la lettera e appose il suo sigillo e dopo averla consegnata ad un suo messaggero, preparò il suo giaciglio per la notte. Un ultimo pensiero alla sua amata Shivani prima di crollare nel sonno ristoratore.
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All'interno della sua tenda, alla debole luce di una candela, poggiò la penna nel calamaio e prese a scrivere...
Modena, notte del 20 Maggio, A.D 1457.
A tutto il popolo del Ducato di Milano,
vi scrivo di mio pugno per chiarire, come testimone primo di quanto successo, che è sempre stato nell'intento di S.E. la Duchessa di Milano Propezia, che la dichiarazione di guerra al Ducato di Modena venisse recapitata in tempo debito per garantire la presa visione da parte delle autorità interessate il giorno stesso dell'evento.
Non era nostro interesse agire come fece la Repubblica di Firenze con Siena. Ma purtroppo così è stato.
A voi che non conoscete gli accadimenti, ma solo i risvolti, potrebbe apparire la stessa medesima meschina mossa. Non vi do torto in questo. Le conoscenze in vostro possesso portano a questa conclusione.
Ma non è così. Ve lo confida un uomo che serve il Ducato di Milano dal lontano giugno 1456 quando il Duca Pierluigi mi nominò Capitano delle Armate milanesi. Non macchierei mai tutta la mia devota carriera di tale nefandezza!
L'invio della dichiarazione, già preparata e pronta nella mattinata, è stata continuamente ritardata per l'impossibilità di prendere contatti con i messi genovesi per effettuare un consulto e creare due documenti affini. Le ore purtroppo sono trascorse e la dichiarazione è giunta alle autorità modenesi a tarda ora.
Milano non poteva più ritardare l'invio della dichiarazione. L'armata del Maresciallo Icemen aveva lasciato già il territorio milanese confidando nell'invio della dichiarazione in orario decente ed è stato quindi impossibile fermarlo. Di certo peggio sarebbe stato trovare accampato alle porte di Guastalla un'armata milanese senza nessuna dichiarazione!
Per evitare quindi di cadere nel disonore, affermo con certezza e ribadisco il fatto che le armate milanesi sono entrate in territorio modenese senza accendere nessuna ostilità il giorno dopo la tardiva dichiarazione di guerra. Ne è la prova l'incotro con il Maresciallo Icemen avvenuto alle porte della città al suo arrivo, con un gruppo di militari modenesi che da Mantova giungevano a Guastalla per rinforzare la città o pattugliare la strada. Tra i nomi di questi fanti che mi furono indicati, purtroppo ricordo ora solo tale Gandalf333. Questi, assieme ai suoi compagni, possono testimoniare l'accaduto e il fatto che non furono attaccati.
Solo più di 24h dopo la dichiarazione dunque, le nostre armate sono entrate in formazione offensiva. Ho inoltre inviato personalmente missive ai viaggiatori fiorentini, veneti e croati che quel giorno si trovavano a soggiornare nella città di Mantua per informarli della nostra presenza ed evitare incidenti pregandoli di informarmi qualora attraversassero il teatro di guerra oppure di ritornare alle loro città. Tutt'ora il permesso viene concesso a membri del clero, viaggiatori di province neutrali e viaggiatori che presentino garanzie di illustri personalità del Ducato di Milano. Qui potrei citarvi dama Erving, LadyRoy, S.E. Afree e la sua scorta, dama Valentinac e tanti altri che non rammento.
Popolo di Milano, questa non è una guerra fatta per degli assassini. Non è una guerra vile benchè sia iniziata in malo modo, si è ritardato lo scontro. Non è una guerra voluta da noi soldati per il solo scopo di "menare le mani".
Tutte queste affermazioni sono bieche falsità. Avremo trucidato chiunque con la scusa della guerra per il gusto di veder scorrere il sangue.
Così non è stato, così non sarà mai finchè avrò il controllo di queste armate.
Non abbiamo nulla contro i cittadini di Modena, ne i loro soldati. Fanno il loro dovere come i nostri fanno quello che gli viene chiesto anche se questo porta a doversi scontrare con amici o fratelli, padri o figli. Mia nipote è stata uccisa davanti alle mura di Modena. Ho una mia figlia, mio genero e uno dei loro figli, mio nipote "Flam" Tancredi Malaspina, tra le fila dell'esercito di Modena. Loro difenderanno la loro terra affrontandomi senza rinunce se sarà neccessario ma la stima e l'affetto reciproco non è stato incrinato da questa guerra. Nella condivisione della paura di morire, ci ha avvicinati. E' dimostrazione di onore e devozione per i rispettivi paesi!
Cittadini, vedo ora questi miei soldati e non sono altro che vostri fratelli e sorelle. Giungono da tutte le città del Ducato e hanno risposto fedelmente alla chiamata alle armi. Ricoprono fedi politiche differenti: ci sono membri Fenice, Agorà, LFI, PPM,... siamo tutti lontani dalle nostre case ma siamo uniti, nel bene o nel male!
Quando mai vedrò la stessa cosa a Milano? Uniti per il Ducato e non per un sedile imbottito o una corona!
La guerra può essere giusta o meno, dipende dai punti di vista. Ma ora siamo tutti coinvolti, che l'abbiate voluto o meno. Date prova di unità! Sostenete il nostro Ducato e le nostre armate! Se gli uomini che stanno combattendo per le nostre terre, per renderle più forti, sentiranno di avere alle spalle il sostegno dei loro cari, dei loro amici ma soprattutto dei loro concittadini, questi combatteranno cento volte meglio!
Notizie di assembramenti di armate veneziane giungono da levante. I nostri antichi nemici verranno a combatterci come è già successo tante volte in passato. Ci hanno strappato città su città e lo faranno ancora se le nostre armate dovessero cedere. E a loro non importerebbe certo fare una cernita di chi di voi era a favore o meno di questa guerra. Chi vi garantisce che anche loro si daranno da brigare per contattare semplici viaggiatori o membri del clero per impedire massacri! Si accontenteranno di restituire a Modena il maltolto o ne approfitteranno per avere una fetta della torta?
Segue dunque questo mio appello. Il Ducato ha bisogno di volontari da inquadrare nelle sue armate. Non per una Duchessa, non per uno o più partiti politici... ma per Milano! Serve che chiunque possa impugnare una spada si mobiliti e, alla guida dei nostri valorosi comandanti, giunga a dare manforte alle armate milanesi impegnate al fronte.
Questo mi sento di scrivervi in questa lunga notte, cittadini di Milano. Accantonate la politica ed unitevi sotto le insegne del vostro Ducato.
Affido questo mio scritto e questa speranza ai sindaci delle città. Che questa mia lunga lettera venga affissa nei vostri municipi e sia a disposizione di tutti i cittadini. Chiunque rispondesse a questa mia richiesta e volesse combattere per il proprio paese, si dovrà rivolgere al Sergente Adalgiso dei Rossi o a Eleinad Ridolfi i quali, assieme ad altri membri dell'Esercito, gestiranno una tenda apposita a disposizione di tutti voi.
In fede,
Tancredi dei Rossi, Capitano dell'Esercito Ducale.
Tancredi piegò la lettera e appose il suo sigillo e dopo averla consegnata ad un suo messaggero, preparò il suo giaciglio per la notte. Un ultimo pensiero alla sua amata Shivani prima di crollare nel sonno ristoratore.
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