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[GDR Privato] Il lancio dei dadi

Amsterdam707


La guardia

danitheripper ha scritto:


Un soffio di vento, una brezza sottile, aprì un varco nella foschia e rivelò un gruppo di soldati raccolti attorno a un braciere.

Danitheripper frugò con la punta della spada nel braciere, ravvivando la fiamma che salì crepitando e liberando un turbine di scintille nella foschia lattiginosa.

Fissava le fiamme dell’improvvisato falò e lasciava che la sua mente agasse e che si soffermasse occasionalmente su episodi del passato. Il Castello alle sue spalle raccontava il presente, quello dei suoi amici asserragliati, attenti a difendere l’effimero potere conquistato, mentre lei lì col suo esercito attendeva un loro cenno per entrare in azione.

Le truppe del Capitano Tancredi erano mobilitate e lei era lì a vegliare, troppo lontana per difendere le poltrone cui ambivano gli uomini che da giorni spiavano nell’ombra. Col tempo quegli occhi nel buio si erano moltiplicati ma lei era rimasta lì, immobile, insieme agli uomini dell’Armata Ananke. Poteva fermare sul nascere quell’invasione, uccidere ad uno ad uno i suoi capi, man mano che arrivavano, ma per quanto avvertisse come riprovevole quel loro smoderato attaccamento al potere, quel senso di giustizia che piegavano di volta in volta ai loro scopi, non era mai stata sua intenzione avere ragione di loro uccidendoli.

Avevano perso il Castello perché erano troppo preoccupati a pavoneggiarsi per le imminenti elezioni e perché avevano dato per scontato il loro potere, che provassero a riprenderselo, le loro vite non la interessavano, né tantomeno le interessava porre fine a quelle di chi si sentiva ancora in dovere di ubbidire ai loro ordini.

I suoi amici se la sarebbero cavata senza di lei, sentiva il bisogno di andare laddove la sua spada avrebbe potuto pugnare ed immergersi nel
caldo sangue nemico.

“Io ho sempre fatto il soldato, ho sempre servito il Ducato. Che altro potrei essere?” rifletté ad alta voce.

Vi fu un lungo silenzio: gli uomini si guardarono in faccia l’un l’altro presi da un sentimento di smarrimento e di inesprimibile angoscia. Sembravano parole di resa.

Il soldato Ljsandro si lasciò sfuggire un’esclamazione di
sorpresa.

“Lasciala perdere” disse Levante, un sottufficiale, “ha lasciato l’esercito ma non cesserà mai di essere un soldato, ne ha sempre fatto parte. Non ricorda nemmeno che cosa facesse prima di arruolarsi, semplicemente non ricorda di essere stata altrove. Non è così, Comandante?”

L’interpellata non rispose, ma il riverbero delle braci ormai spente rivelò per un istante nel suo sguardo un’ombra di malinconia.

I rami crepitarono e le sembrarono i rumori dei passi su tutte le strade che aveva calpestato.

“Levante, Ljsandro, radunate gli uomini – disse ridestandosi dai suoi pensieri – stanotte ci sarà festa e noi dobbiamo essere pronti per qualsiasi evenienza".

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Per il bene del Ducato

Noi, il Consiglio del Ducato di Milano,
nella pienezza legittima dei nostri poteri, nella nostra più ampia libertà e facoltà di decidere per il bene del Ducato

Proclamiamo e ribadiamo a tutto il popolo del Ducato che il benessere, la sicurezza e salvaguardia del Ducato sono per noi e devono essere per tutti i fari che ispirano e guidano i pensieri e le azioni di ogni cittadino milanese.

Comunichiamo che, in accordo con le massime cariche dell’Esercito, i Consiglieri del Ducato di Milano prenderanno parte ad una serie di esercitazioni ai confini del Ducato, per rappresentare di persona le esigenze di sicurezza e salvaguardia sopra ricordate.

Confidiamo che il gran numero di soldati e di rappresentanti delle varie Compagnie Volontarie ducali, seppure in licenza, presenti nella Capitale, ben sapranno difendere la città da ogni pericolo, e garantiamo la nostra costante e attenta sorveglianza e supervisione ad ogni accadimento nella città di Milano.

Invitiamo tutti, in questo momento particolare, a volgere lo sguardo verso il bene supremo del Ducato e dimenticare gli interessi personali e gli egoismi che sovente guidano le intenzioni umane.

Chiediamo ad ogni cittadino di buona volontà di unirsi a noi nella salvaguardia e nella difesa dei confini del Ducato.

Cittadini del Ducato di Milano, sempre uniti, per la grandezza e per la gloria!

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L'accusa

“Dunque, ricapitoliamo un po’, voi avete assaltato il Castello la notte tra il 14 e il 15 marzo, giusto?”

“Esatto”

“Poi, tra il 22 e il 23 marzo, il Castello è stato conquistato ancora da altra gente, che tra l’altro gli ha anche appiccato il fuoco, meno male che non è successo nulla di irreparabile, solo il tetto delle scuderie è andato in fumo…”

Il fuoco ardeva nel grande camino della taverna. Il tavolo nell’angolo più buio ospitava due figure.

La prima, ammantata di nero, il cappuccio tirato sulla testa, volgeva le spalle al fuoco e teneva d’occhio la porta.

La seconda aveva un grande fascio di carte in mano e cercava disperatamente spazio per aprirle tutte sul tavolo.


“Diciamo che noi il 22 ci siamo arruolati in Ananke e siamo partiti due giorni dopo per i confini, richiamati da Tancredi perché possibili invasori si dilettavano presso i nostri confini.”

Bevve dal boccale di sidro.

“Bene, così dal 23 fino al 2 aprile il Consiglio legittimo…”

“Per favore, non chiamatelo legittimo. Erano usurpatori e ribelli quanto lo siamo stati noi, e forse più di noi, a vedere quel che è successo…”

“Bene, insomma, i nuovi Consiglieri governarono fino alle nuove elezioni, il 3 di aprile, e il giorno prima aprirono i processi contro di voi, giusto?”

“Giusto anche qui, qualche ora prima di decadere, i nostri “colleghi” ribelli aprirono i processi contro di noi.”

Il primo interlocutore controllò le sue pergamente, ne sfilò una che riportava l’atto di accusa di uno di loro e lesse:

Segnalazione N° Mih22
Giocatore: amsterdam707
Luogo: Milano
Accusa ipotizzata: Tradimento
Data e Ora: 15 marzo 2009 Ora non specificata.
Commenti: L'accusato assalta il castello di Milano e prende il potere come mostrato alla prova.
Prove:
http://img24.imageshack.us/img24/9319/consiglio.png
Informazioni sul Giocatore:
http://www.iregni.com/FichePersonnage.php?login=amsterdam707
Nato il il 08 marzo 2008
Amsterdam707 festeggia il suo compleanno il 15 Novembre.
Ultimo indirizzo conosciuto
Paese : Sacrum Romanorum Imperium Nationis Germanicæ
Principato : Ducato di Milano
Città : Fornovo
Livello : 3
Punti di reputazione : 161
Denaro : 76
Amsterdam707 est meunier.
Amsterdam707 possède un coltura di grano e un coltura di mais.
Ultima connessione il 02 aprile 2009 alle 22.42


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La prima arringa difensiva

Di nuovo rivolto al Porcello disse:
”E voi quanto tempo ci avete messo a produrre la vostra arringa difensiva?”

“Due giorni dopo tutti noi Porcelli avevamo prodotto la nostra prima arringa difensiva. La potrei citare a memoria:

Vostro Onore, buongiorno!
Mi è trovo qui oggi per difendermi dal reato di TRADIMENTO.Ai sensi del Codice Legislativo di Milano:
(II, 2, 5) II,4,3 Del tradimento e dell'Alto Tradimento.

-Costituisce un atto di tradimento ogni attentato da parte di un abitante del Ducato di Milano contro le istituzioni dello stesso, o ogni divulgazione di informazioni politiche, militari o economiche aventi come scopo l’indebolimento del Ducato di Milano e delle sue componenti locali, in particolare attraverso la perdita di territori, di popolazione, di stabilità sociale, di sovranità politica o di autonomia economica.
A causa del loro rango, i 12 membri del Consiglio del Principato si espongono a persecuzioni per Alto Tradimento.
Il tradimento è un crimine serio.
L’Alto Tradimento è un crimine infame. Le pene associate a queste categorie sono descritte dagli Art. II.1.3.
Capo d’imputazione: Tradimento, Alto Tradimento-

Andando con ordine:

- Costituisce un atto di tradimento ogni attentato da parte di un abitante del Ducato di Milano contro le istituzioni dello stesso:

le azioni da me svolte non sono MAI state contro le istituzioni, ma SEMPRE E SOLO contro le persone che in quel momento ricoprivano le istituzioni stesse, proprio perchè da me non più ritenute rappresentative delle stesse.

- o ogni divulgazione di informazioni politiche, militari o economiche aventi come scopo l’indebolimento del Ducato di Milano e delle sue componenti locali:

MAI informazione politica è stata divulgata, MAI informazione militare è stata divulgata, MAI informazione economica è stata divulgata....non esiste alcuno screen che provi uno solo di questi fatti, per il semplice motivo che non si sono mai verificati.
Nello specifico io ho ricoperto il ruolo di Portavoce: tutti i miei atti sono pubblici e non vi è prova alcuna che il mio atteggiamento ed il mio operato, seppur breve, nei confronti di chiunque sia stato volto ad “indebolire il Ducato”; oppure a ricercare la normale o il “più normale possibile”; svolgimento delle attività.

- in particolare attraverso la perdita di territori, di popolazione, di stabilità sociale, di sovranità politica o di autonomia economica:

NESSUN territorio è stato perso, NESSUNA vita è andata perduta, la stabilità sociale (a parte la naturale agitazione del momento) è rimasta immutata, è stato garantito il normale svolgimento di ogni attività e solo chi ha deciso di partecipare alla contro ribellione (di sua spontanea volontà) è stato distratto dal quotidiano. La sovranità politica del Ducato è rimasta intatta. L'autonomia economica è rimasta integra: l'erario dello Ducato non è stato minimamente intaccato.

Per tutto quanto sopra esposto mi dichiaro NON COLPEVOLE del reato di TRADIMENTO per non aver commesso il fatto e Aristotele mi è testimone che sto dicendo il vero.”

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La requisitoria

Colui che si definiva Porcello sospirando si voltò verso il fuoco e perse lo sguardo nelle fiamme inarrestabili. Poi si girò ancora verso il suo interlocutore, gli occhi bassi, la voce forse ancora più bassa dello sguardo, e continuò a beneficio del suo interlocutore, che si sporse sul tavolaccio piegando tutte le pergamene sotto di lui.

“Dopodichè abbiamo aspettato altri interminabili giorni, ed ecco il 15 aprile la requisitoria del PM, che finalmente ci rendeva giustizia accusandoci di ribellione e non di tradimento, come noi avevamo sostenuto fin da un mese prima… ma tant’è; con argomentazioni lacunose e non sostenute da prove (ma ognuno si potrà formare la sua opinione se mai avrà la ventura di leggere gli atti) tentava comunque di sostenere un’accusa ragionevole."

Di nuovo il primo interlocutore prese un’altra pergamena e lesse:

“Gentile Corte, mi scuso per lo spiacevole inconveniente, in base a quanto cita la carta del giudice “Il giudice ha la possibilità di riqualificare la natura del crimine (schiavismo, frode, disturbo dell'ordine pubblico, tradimento o alto tradimento) nel momento del verdetto. Tuttavia essa deve rimanere in accordo con i fatti addotti nella requisitoria del Pubblico Ministero”, chiedo la riqualificazione della causa in “Disturbo dell’ordine pubblico”.
Il giorno 15/03 anno domini, il castello di Milano fu assaltato.
Il nostro codice cita:
(II, 2, 4) II,4,2 Della ribellione e del suo incitamento
Costituisce un atto di incitazione alla ribellione ogni appello pubblico o privato atto ad organizzare un movimento destinato a rovesciare con la forza il potere comunale o del Principato.
Costituisce un atto di ribellione ogni utilizzo illegittimo della forza per rovesciare il potere comunale o del Principato.
Il carattere illegittimo della rivolta viene valutato dal Giudice, dato che un insorto non può essere perseguito per tale crimine finché ricopre una funzione pubblica.
L’incitamento alla ribellione contro un sindaco è un reato serio, l’incitazione alla rivolta contro il Principato è un reato grave.
La ribellione contro un sindaco è un crimine semplice.
La rivolta contro un Principato è un crimine grave.
Le pene associate a queste categorie sono descritte dagli Art. II.1.3 e Art. II.1.4.
Capo d’imputazione: Disturbo dell’ordine pubblico
La legge parla chiaro. L’atto della ribellione e del rovesciamento di potere con forza bruta è avvenuto come mostrato dalla prova [http://img24.imageshack.us /img24/9319/consiglio.png ].
Gentile Corte, chiedo la reclusione a 5 giorni di carcere più una multa dell'ammontare di 80 ducati.
In fede
Il PM Artemide Cristina Ridolfi"

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La seconda arringa difensiva

“Beh, a questo punto, ci siamo lasciati andare. Finalmente l’accusa giusta! Ma le argomentazioni… beh, lasciamo stare. Comunque, qualcuno tra noi si è difeso in un modo, qualcun altro in un altro modo… ma come sempre, entro due giorni tutti noi avevamo fornito la nostra seconda arringa difensiva. Guardate” e passò delle carte al primo interlocutore “Questa è l’arringa difensiva di un Porcello, e questa è quella di un avvocato, l’illustre Sante Onofrio Orsini, che difende la famosa Baronessa di Collecchio, Ippolita”:

“Confesso che sono un po’ sorpreso di trovarmi nuovamente qui dinanzi al suo cospetto; sorpreso perché ormai davo per scontato che il PM non avrebbe depositato alcuna requisitoria, essendo stato abbondantemente superato il limite di 2gg previsto per depositarla.

In un caso di analogo (ed anzi minore) ritardo, il Giudice Icemen ha recentemente decretato così:
-Io sottoscritto Albino Sforza detto Icemen, Barone di Merate, Giudice di questo rispettablissimo Ducato, rilevando dei vizi di forma nel seguente processo dovuto al fatto che il PM non ha deposto l'accusa come previsto, mi vedo costretto mio malgrado ad assolvere l'imputato.-

Ciononostante, oggi, dopo più di una settimana, leggo che il PM non solo arriva tardi e fuori tempo limite, ma per di più ha anche cambiato il capo d’imputazione!
Di conseguenza, spero che, stavolta, sia quello corretto: non vorrei tra 10gg dover tornare nuovamente in queste aule per difendermi dall’accusa di furto, di brigantaggio o non so che altro

Comunque, procediamo con ordine.
Ovviamente bisogna dare per scontato che i fatti contestati siano gli stessi per i quali il processo è stato aperto, infatti, se così non fosse, significherebbe che saremmo di fronte ad un secondo processo e questo non può essere, poiché non si può essere giudicati 2 volte per lo stesso fatto.
Da questa premessa deriva un primo importante fatto e cioè che la requisitoria testè depositata dal PM Criss88 altro non è che la continuazione e la precisazione di quella iniziale del PM Skioppo: i fatti contestati sono gli stessi ed occorre ragionare come se il PM Skioppo avesse aperto il processo per ribellione e non per tradimento.
Bene, certamente avrà avuto modo, non dico di apprezzare, ma almeno di constatare, leggendo sul forum gli interventi dei Porcelli, che il nostro atteggiamento, fin dall’inizio, è sempre stato trasparente e collaborativo.
Non solo non abbiamo arrecato danno alcuno al Principato, ma abbiamo anche contribuito a far emergere che il capo d’imputazione inizialmente contestatoci era sbagliato: forse sarebbe stato più facile lasciar andare le cose così com’erano (SBAGLIATE!) ed appellarci al vizio di forma del processo.

Già la forma

Ma noi, voi vostro onore, non siamo qui oggi per giudicare le intenzioni, ma i fatti IG.
Come detto, noi Porcelli non neghiamo né vogliamo negare i fatti accaduti IG e siamo pronti ad accettare quello che il giudice deciderà purchè corrisponda alla giustizia.
Ebbene sì, vostro onore, se deciderete di emettere delle condanne per disturbo all’ordine pubblico ben vengano, ma a patto che queste condanne non siano 12, ma 24.
In questo caso, gioco forza, sarebbe necessario (perché ci sia giustizia) che ai 12 nomi dei porcelli vengano aggiunti:
Pierluigi68, Romualdo100, Akuma, Iceman, Mutuuu, Skioppo, Boscimano, Tombina, Brianna, Susiku, Reminder, Duck74.

Sarebbe infatti nostra cura provvedere ad effettuare le dovute denuncie per gli stessi fatti.

Eh sì vostro onore, infatti noi porcelli non possiamo accettare passivamente di essere accusati di ribellione da un PM (Skioppo) che ha potuto effettuare la sua denuncia solo in funzione del fatto che lui stesso ha compiuto la stessa medesima nostra azione.
Se il processo fosse stato aperto dall’attuale PM Criss88, non avremmo potuto far altro che dichiaraci colpevoli, ma, essendo stato aperto da un PM anch’egli macchiatosi delle stesse nostre azioni (e di questo sa che non sto mentendo), mi perdoni, ma non è accettabile.
Mi scuso se mi sono dilungato, ma l’ho fatto solo affinché fosse chiaro il mio pensiero: se ci sarà una condanna o un’assoluzione deve essere tale per tutti e 24 i soggetti coinvolti in questi fatti.
Se così non fosse (trattamenti diversi per i medesimi fatti) non si potrebbe parlare di giustizia e non potremmo far altro che ricorrere in appello, alla CAI e ovunque fosse possibile per ottenere equità.
Vostro Onore, sono comunque certo che Aristotele saprà indirizzare le sue scelte verso la giusta direzione.
Grazie per l’attenzione.”

Il primo interlocutore sembrava pendere dalle sue labbra, e attese con il fiato sospeso che il Porcello continuasse.


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L'avvocato Sante Onofrio Orsini detto Lupaski

Sante Onofrio Orsini detto Lupaski si alzò dalla sedia e si diresse verso la corte per parlare. La sua assistita sedeva di fronte alla corte mostrando tutta la sua la sua fiera bellezza, ex Sindaco, ex Giudice, ex Ministro del commercio, soldato, indubbiamente una donna di ferro di alti principi, a cui Sante non aveva potuto negare il suo aiuto legale in questo frangente.
Sante aveva seguito tutto il procedimento, dall’inizio, con movimenti misurati appoggiò sul tavolo la documentazione che aveva preso con sè, e iniziò a parlare.


"Onorevole corte, i miei più sentiti saluti.
Sono qui in veste di avvocato di Dama Ippolita, per difenderla dalla accuse gravissime che le vengono fatte, accuse che come dimostrerò sono totalmente prive di fondamento. Sì, ogni uomo e donna è innocente fino a che non viene provato il contrario, e in questo dibattimento non è stata dimostrata nessuna colpa verso la mia assistita che si dichiara quindi totalmente innocente, priva di macchia, in quanto non ha violato nessuna legge ducale e l’accusa infatti non ha dimostrato che vi sia stato qualsivoglia reato da parte di dama Ippolita.

Iniziamo da una nota tecnica, quanto detto alla fine dall’accusa nella richiesta della pena dall’accusa; “Gentile Corte, chiedo la reclusione a 5 giorni di carcere più una multa dell'ammontare di 80 ducati”; è contrario alla carta del giudice dell’Imperatore che prevede un massimo di 3 gg di prigione se non sono avvenuti i seguenti crimini speciali

- La stregoneria ed il multi_account
- La speculazione abusiva su grande scala
- La depredazione delle finanze pubbliche
- Il brigantaggio
- I crimini di sangue
- La recidività manifesta


Nulla di questo è assolutamente, o anche solo lontanamente imputabile alla mia assistita, né ne è stata minimamente provata anche solo la più piccola attinenza rispetto ai fatti accaduti che siamo qua a dibattere.

Come ho detto è solo una semplice, ma doverosa nota tecnica, in quanto Dama Ippolita si dichiara totalmente innocente.

Ora entriamo in quanto accaduto, e sosteniamo che Dama Ippolita assaltava e prendeva il potere del ducato, legittimamente.
Legittimata dalla situazione in cui versava il ducato."

Sante sempre mentre parlava prese in mano con naturalezza la documentazione che aveva appoggiato sul tavolo.

"Legittimata da un Duca su cui versava l’ombra del sospetto di Alto tradimento, di essere legato a un gruppo, i Templari, che esce dalla Sovranità politica del nostro Ducato di Milano, portandolo quindi a esser totalmente illegittimo a governare il Ducato. Le mie possono sembrare solo parole ma sono supportati da fatti concreti: riporto quindi la prova n°1, un sondaggio pubblico della cittadinanza Milanese che dimostra che ben più della maggioranza dei cittadini era permessa su quanto stava accadendo."

Sante prese il documento e lo passò alla corte


http://img12.imageshack.us/img12/2793/fiducia.png

Come è ben visibile, a seguito dei sospetti sul duca Romualdo, solo il 12% esprime la sua fiducia al consiglio, il 12% una percentuale veramente esigua e lontanissima da una qualsivoglia maggioranza.
Altro sondaggio, posto in maniera differente"

E Sante passò anche il secondo documento


http://img16.imageshack.us/img16/1376/sondaggiofiducia.png

Anche qua, la fiducia nel Consiglio non supera il 50%, il Consiglio quindi non aveva la fiducia della maggioranza dei cittadini.
Come si era arrivati a tanto?

Dei sospetti sul Duca abbiamo parlato ma non possiamo dimenticare anche il crollo della Miniera di Fornovo su cui il Consiglio aveva inizialmente tergiversato, senza ammettere l'accaduto, una politica poco limpida che gettava ombre sulle risorse stesse del ducato, a cui si aggiungeva una situazione ambigua con voci che si rincorrevano su rischi di invasioni e di situazioni di pericolo ai confini del Ducato.

Quindi si palesava una situazione di dubbia rappresentanza della sovranità del Ducato di Milano da parte del Duca e del Consiglio, una situazione con cali per non dire crolli delle risorse delle Ducato, in pratica si poneva il dubbio che si rischiasse la perdita di territori, la perdita di stabilità sociale, di sovranità politica e di autonomia economica.
Il Consiglio poteva essere visto non più come rappresentanza del Ducato di Milano e andava quindi riportato ai suoi cittadini, ai Milanesi!

Forse la giuria potrà pensare che le mie argomentazioni, possono essere discutibili, ma in tanti erano di questa opinione, non sono illazioni infondate, ma argomentazioni appoggiate dalle prove che ho mostrato, e che proprio perché non sono così infondate hanno fatto discutere veramente molto tutti i cittadini Milanesi , certo con pareri discordi ma come è normale che sia."

Alzando leggermente la voce quindi ripeté:


"Quindi Ippolita nel momento dell’assalto era legittimata dalla situazione, legittimazione che l’accusa non ha minimamente messo in dubbio e ripetuta dal loro gruppo" quindi aggiunse un altro documento "Riporto quanto detto da Amsterdam:

http://img13.imageshack.us/img13/6233/legittimit.png

Il Ducato rischiava di essere soverchiato da altri poteri... andava salvato.
Che si sia concordi o meno, non si può quindi non riconoscere che una base c'era, ma proseguiamo.

La testimonianza di Texus dimostra , che preso il potere la mia assistita si è comportata non semplicemente seguendo la legge ma per il bene di Milano secondo lo spirito che l’ha guidata.
E sempre secondo lo spirito che l’ha guidata, ha lasciato il potere quando Milano aveva necessità che andasse a proteggere i confini come indicato dal Capitano Tancredi, capo delle forze armate del Ducato da mesi, che mai è stato rinnegato, dimostrando ancora una volta di muoversi in un ambito di legittimità e di rispetto della sovranità Milano, così come Ippolita ha anche accettato volontariamente di mettersi davanti al giudizio di questo tribunale, che rappresenta il ducato di Milano e rispettando la parola data davanti al popolo.

Riporto come prova quanto detto nel comunicato dal Duca Braken" e Sante passò un altro documento alla corte:

http://img13.imageshack.us/img13/7912/proclama.png

Gli argomenti di quel comunicato non sono mai stati contraddetti soprattutto non ne è mai stata dimostrata la falsità e coincidono con quanto detto finora.

Abbiamo quindi esaminato gli accadimenti, ma di cosa viene accusata l'imputata?
Cito le parole dell’accusa, che riportando la legge dice solo cito
“La legge parla chiaro. L’atto della ribellione e del rovesciamento di potere con forza bruta è avvenuto come mostrato dalla prova”

Si la legge parla chiaro e dice cito:
“Costituisce un atto di ribellione ogni utilizzo illegittimo della forza per rovesciare il potere comunale o del Principato.
Il carattere illegittimo della rivolta viene valutato dal Giudice”
Dice che è ribellione ed è perseguibile" alzando la voce
"SE E' UN ATTO ILLEGITTIMO"

Poi tornando a un tono normale: "Ma l’accusa non parla di illegittimità , parla solo di uso della forza, fatto naturale in un assalto che come tale non lo rende reato in quanto è reato se avviene in maniera illegittima."

Sante fece una pausa, bevve un bicchiere d’acqua, poi riprese a parlare.

"Abbiamo assistito pochi giorni fa all’assalto del municipio di Como da parte di Tyrannus92, un atto fatto con la forza bruta, le prove che potrei portare sono le medesime che sono state presentate per la mia assistita, in effetti potrei fare un denuncia a Tyrannus92 esattamente similare a quella fatta alla mia assistita, e potrei dire in un'accusa a Tyrannus92 esattamente le medesime cose che ha detto il pubblico ministero."

Con un sorriso, una pausa, poi: "Questo renderebbe Tyrannus92 colpevole?"

Poi un’altra pausa e continuando con tone greve e alzando leggermente la voce:
"NO, per dimostrare la sua colpevolezza dovrei dimostrare che l’assalto di Tyrannus92 è stato illegittimo, nell’accusarlo si dovrebbe dimostrare che ha commesso un REATO.
E’ la base, la parte fondante della legge ‘ogni utilizzo ILLEGITTIMO della forza per rovesciare il potere’.
Chiunque può fare una denuncia, e il processo in questione, questo, è stato aperto addirittura da un Consiglio la cui legittimità è dubbia.

Logicamente il processo viene svolto ora da chi ha il mandato in questa nuova legislatura, ma di fatto neanche l’apertura del processo stesso può essere visto come un atto che accusi di un’illegittimità la mia imputata, in quanto è stato aperto da un consiglio salito ugualmente con la forza, a cui si potrebbe tranquillamente aprire un processo similare a questo e la cui stessa legittimità è stata più volte messa in dubbio pubblicamente.

Il qui presente Pubblico ministero, nella sua accusa, non ha dimostrato in nessun modo che la mia assistita fosse rea di ribellione, non ha dimostrato che nei suoi atti ci sia stata una violazione della legge, né con prove né con argomentazioni.

Quindi RIGETTIAMO TOTALMENTE L'ACCUSA in quanto non riporta prove, né argomentazioni, non riporta nulla che sia avvenuto o meglio che l'imputata abbia commesso un reato.

Cito un mio collega inglese:
“Noi per lo più nella vita ci sentiamo smarriti. Diciamo:”Ti prego, Aristotele, dicci che cos'è giusto, dicci che cos'è vero”. E non esiste giustizia. Il ricco vince e il povero è impotente. (Pausa) Ci sentiamo... stanchi di sentire le menzogne della gente. E con il tempo diventiamo morti. Un po' morti, sì... considerando noi stessi... come vittime. E ci diventiamo vittime. Diventiamo... diventiamo deboli. Dubitiamo di noi, di ogni nostro principio. Dubitiamo delle nostre istituzioni. E dubitiamo della legge. Ma oggi voi siete la legge. (Si avvicina alla corte. Scandendo) Voi siete la legge. Non i libri, non gli avvocati. Non una statua di marmo. Quelli sono solo simboli del nostro desiderio... di essere giusti. Ma essi sono... sono di fatto una preghiera. Sono una fervente, una spaventata preghiera. Nella mia religione si dice: agisci come se avessi fede. E la fede, la fede ti sarà data. Se... se dobbiamo avere fede nella giustizia... ci basta solo di credere in noi stessi... e agire con giustizia. E credo ci sia giustizia nei nostri cuori”

S', la giustizia nei nostri cuori, che per questo deve essere superiore all’opinione personale, superiore a atti vendicativi, che richiede che il verdetto venga emesso con imparzialità, che si sia giudici di quanto viene detto e provato in questa aula, senza essere di parte, senza trasformarsi in accusa, ma ascoltando e accettando di seguire con uguale passione l’interesse dell’imputata come quello dell’accusa.

Quel senso di giustizia che non può non farvi riconoscere che l’accusa non ha dimostrato , né argomentato , né ha provato che l’atto commesso dall’imputata sia stato un atto delittuoso.

Abbiamo ricostruito gli accadimenti, abbiamo argomentato, riportato prove, dimostrato che ci sono le basi di una possibile legittimazione dell’atto, argomentazioni che non sono campate in aria, ma supportate da prove, la corte per quel senso di giustizia non può dire che l’imputata non avesse una base per considerare legittimo il suo atto.

Forse potete pensare, ma tutto questo non è sufficiente a legittimare il suo atto, ma dovete per amore della giustizia vedere i fatti mostrati in quest'aula e i fatti sono che non ci sono nelle parole dell’accusa argomenti o prove che dicano che non ci fosse una legittimità nell’atto commesso, e quindi abbiamo mostrato che non si può dire a priori che non fosse un atto illegittimo.

Provo a spiegarmi meglio, non si tratta quindi di contestare una accusa di illegittimità, che di fatto non c’è, ma con le argomentazioni si è solo voluto dimostrare, che c'è la possibile legittimità dell’atto e che quindi questa possibilità non può essere accantonata a priori da questa corte.
E ripeto la legittimità non viene contestata né dall’atto d’accusa né dalla requisitoria del pubblico Ministero.

Per il più alto senso di giustizia sancito anche dall’Imperatore e nel rispetto dei cittadini che hanno fede in questa giustizia che porta il giudice a essere garante dell’interesse dell’imputato, chiedo quindi che questa corte presa coscienza delle prove riportate, di quanto argomentato, in questo processo riconosca che Dama Ippolita è INNOCENTE in quanto l’accusa non ha dimostrato in nessun modo, prove o argomentazioni che abbia commesso un reato.

E l’assolva perché in questo procedimento non ci sono le basi che dimostrano una sua qualsivoglia colpevolezza."

Il primo interlocutore sembrava stordito da tanta eloquenza, ma non appena la logica delle argomentazioni si fece breccia nel suo pigro cervello, la sua bocca si allargò in un ampio sorriso, che si tramuto in una risata irrefrenabile.

Per fortuna arrivò l’oste con due boccali di sidro, e anche il Porcello bevve con un sogghigno sulle labbra.


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Braken

“E Braken?”

“Già, Braken. Il nostro comandante, ora Colonnello, ha risposto da par suo, e da vero Duca, alle ‘accuse’ – storse la bocca – del PM. Ha detto, alla prima arringa:

‘Assalto? Vi sbagliate.... sono semplicemente entrato in un castello COMPLETAMENTE privo di difese. Sono due cose diverse, molto diverse, se se ci pensate.
Ho preso il potere? Vi sbagliate anche su questo, la carica di Principe era lì, vilipesa e incustodita ed io mi sono limitato a cercare di proteggerla e darle quel minimo di dignità che le era negato.
In realtà ho avuto la netta sensazione che la cosa non interessasse a nessuno, visto che per una settimana intera se ne sono rimasti tutti davanti al castello a strepitare come delle cornacchie invece di provare a fare qualcosa.... già.... gli eroi....’

Mentre alla seconda ha – giustamente – dato sfogo al suo disgusto:

‘Inserite qui la vostra difesa.
Chi vuole difendersi? Io?
No,io contrariamente a tutti gli altri attacco. L'ho fatto, lo faccio e lo farò.
Attacco questo mondo dove il grigiore,la mediocrità e la mancanza di fantasia regnano supremi.Attacco la totale incapacità di sognare un futuro di grandezza.
I cavilli, la burocrazia e le scartoffie sono il vostro pane non il mio.’

Da allora siamo in attesa…”

Il fuoco si era quasi consumato, nella taverna solo l’oste stava rigovernando la sala e i boccali, sua moglie faceva la spola con il retro, ed un’aria fredda filtrava dalla porta aperta per far uscire il fumo del camino e i fumi dell’alcol.

Il Porcello mormorò:

"Per la grandezza e per la gloria... già... noi ci abbiamo provato... ma questo non sembra proprio un mondo di vivi... di sognatori... di forti..."

Il fuoco nel camino si spense, la brace rosseggiva nel buio della notte.

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Amsterdam707

Il carcere

Un mese, ci avevano messo, forse più.

Una mattina presto, prima dell'alba, gli armigeri erano passati alla casa del Porcello e l'avevano portato in prigione.

Il cancelliere del Giudice gli aveva letto la sentenza:

"L'accusato è stato riconosciuto colpevole di tradimento.
Il giudice Cristiano DE CURTIS detto Boscimano con il collega Albino SFORZA detto Icemen , ascoltarono entrambe le parti
Poi dopo una lunga riflessione e una consultazione tra di loro Il giudice Boscimano inizio a parlare: come Giudice il mio primo Obbligo è verificare il reato , il pubblico ministero ha fatto una chiara accusa di ribellione nella quale è implicita che l'atto è illegittimo, è vero che il processo è stato aperto nella legislatura precedente in situazioni particolare ma l'attuale PM , legittimamente eletto dal Popolo, ha riaffermato l'accusa e chiesto la riqualifica che implicitamente conferma il valore dell'accusa tanto da chiedere una pena.
Mi rendo conto che il mio è un ruolo superpartes, e quindi ho ascoltato con attenzione anche le parole della difesa , dalle quali si evince che l'assalto non ha provocato danni a nessuno a livello fisico non sono state abbattute guardie , e che i ribelli hanno comunque gestito il ducato senza arrecare danni, cercando di fare del loro meglio' quindi Messere Amsterdam707 è vero che il Giudice Icemen dovette annullare un processo per vizio di forma, ma non perché erano trascorsi più di due giorni da quando il PM doveva postare l'accusa, ma perché il Giudice di allora (Junglesymo), mandando avanti la causa, prima che il PM avesse depositato l'accusa, ha reso nullo il processo stesso in quanto un processo senza atto di accusa è tecnicamente nullo.
Non ci sono dei tempi massimi da rispettare nei processi, ci sono dei tempi minimi che sono i famosi due giorni. Sta poi al Giudice decidere se mandare avanti o meno il processo assumendosene le dovute responsabilità.
Sperando di avervi chiarito adesso passo a leggere il verdetto.
La Corte è qui presente per rispettare entrambe le parti e cercare la verità , in questo senso , il mio verdetto non può legittimare la vostra azione , e può essere solo di colpevolezza per il reato di disturbo all'ordine pubblico, ribellione, ma terrà conto di tutte le attenuanti del caso da voi espresse.
Per tanto alla luce di quanto sopra esposto, io Cristiano DE CURTIS, in qualità di Giudice di Milano, in data 28 aprile 1457 [in realtà 2 maggio, N.d.R.],vi condanno alla pena di 2 gg di prigione e a pagare un ammenda di 20 ducati, che sicuramente non è il massimo che potevo dare , ma sicuramente è la pena corretta valutando tutti i termini di questo caso.
Così è deciso l'udienza è chiusa."

Sdraiato sul tavolaccio dell'umida cella, il Porcello fece mentalmente l'elenco delle cose da sbrigare, quando fosse uscito di lì.


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