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Danitheripper cercò di calmarsi e di distendere le membra contratte. Tante parole, troppe parole. Servivano fatti. Serviva prendere congedo da quel passato troppo ingombrante da soldato. Guardò le insegne di Ananke, lineluttabile
unala che spicca su di un cielo nero. Unala che ti fa illudere di poter volare ma che non ti permette di farlo, da sola, senza unaltra che laccompagni. Ananke non ha mai avuto un volto, nulla si può chiedere a colei che non ascolta. Ananke è lineluttabile, l'impossibilità di trovare altre strade, il percepire la struttura della vita nella sua essenza. Ananke doveva sparire, la decisione era presa. Pioveva prima ancora che lei prendesse la sua decisione, pioveva ed era il primo di aprile
un giorno perfetto per morire o per uccidere.
Rimembrava le parole con cui aveva preso commiato dai suoi compagni darme Vado via perché è inevitabile Vado via perché mi sono sentita tradita dalle persone che maggiormente stimavo eppure la stima e laffetto restano tradire è inevitabile perché nasce da aspettative che partono dal tradito, non dal traditore. Parlava ancora di se stessa come tradito lungi dal condannare il traditore.
Rideva ed il suo volto era rigato dalla pioggia mentre ripensava allanalisi razionale che aveva imbandito davanti a quegli sguardi perplessi e delusi. Tradire deriva da trans e do, - aveva spiegato ai soldati - ovvero un atto di passaggio da un qualcosa a qualcosa di diverso, quindi una trasformazione. La vita non tradisce mai o, se preferite, tradisce sempre. A noi godere di questo divertimento o irrigidirci in finte necessità. Ecco, io me la voglio godere questa vita, voglio coglierne le sfumature. E poi quellammissione, quello sfogo inascoltato quando ancora i fatti di Milano non rientravano nei suoi progetti Le mie future decisioni mi porteranno a tradire anche voi tutti, che siete stati la mia famiglia, forse cambierò paese, probabilmente mi arruolerò altrove, ma se mai avremo la ventura di ucciderci a vicenda o di ritrovarci su posizioni del tutto divergenti, sappiate che per me voi siete e resterete sempre i miei fratelli e le mie sorelle. Infine le sue ultime parole sibilline Io non posso continuare a servire un Duca che dice tutto e il contrario di tutto. Non sapeva nulla allora, era accecata da una rabbia sorda la cui origine solo in pochi conoscevano e comprendevano.
Aveva fatto a pezzi Ananke, non poteva intrattenersi a Fornovo, partire prima di pentirsi del passato. Il nuovo, lignoto lattendevano, aveva bisogno di bere. In Taverna trovò Imprimatur, Never e Walden. Anche loro avevano fatto parte di Ananke e anche loro avevano diritto di sapere. Ragazzi, brindiamo alla fine dellarmata bionda e alla mia partenza. Imprimatur la guardò con comprensione. Era un soldato valoroso e si era dimostrata unamica.
Poi come attratto dallo sgomento degli astanti si era presentato in Taverna Tergesteo. Il silenzio aveva accompagnato il suo percorso. Egli si sedette ad un tavolo in fondo al locale e Danitheripper vide divertita come quegli stessi che gli si erano avvicinati per un saluto o un commento erano stati lesti ad allontanarsi da lui. Mai la parola giusta nel momento giusto disse a Imprimatur Questo è Tergesteo.
Danitheripper non poté fare a meno di andargli incontro. "Fratello, non mi vorrai negare un brindisi?" gli disse porgendogli un bicchiere. Lui non perse tempo in preamboli Hai già deciso di andare, vero sorella?"
"Sì, Tergesteo, ho deciso..."
"Capisco... dove?"
"Ha importanza per te?"
"No, non cambierebbe nulla... effettivamente , nulla"
Lo vide stringere il pugno e sanguinare.
"Fratello, perchè continui a farti del male?" Lui laveva guardata, due occhi scuri come la notte: "Sono un pazzo, no? Io non necessito di ragioni nè di giustificazioni..."
La sua mano grondava sangue e lui gliela indicò "Ti chiedo di rammentare quanto mi hai promesso, soltanto...rammenta"
"Lo farò ... vedi? Ho la stessa cicatrice : siamo legati da un vincolo di sangue..."
Una cicatrice contro una ferita aperta, un solo taglio e due promesse.
"Come ad un nemico o come ad un fratello?"
Danitheripper rise, egli dunque sapeva che andava disseminando promesse prima delle sue partenze: "L'hai detto tu che non fà differenza, non ricordi più, soldato Barbarigo?"
"E' vero..."
Tergesteo si alzò e andò verso luscita Tergesteo Provò a fermarlo, come se pronunziare il suo nome bastasse a farlo. Fu inutile. Guadagnò luscita e mentre lui le dava le spalle gridò il suo nome. Un tuono rispose in lontananza ma Tergesteo non si voltò. Tu non sei pazzo Tergesteo sei solo gridò alle gocce che li accarezzavano. Non terminò la frase.
Rimembrava le parole con cui aveva preso commiato dai suoi compagni darme Vado via perché è inevitabile Vado via perché mi sono sentita tradita dalle persone che maggiormente stimavo eppure la stima e laffetto restano tradire è inevitabile perché nasce da aspettative che partono dal tradito, non dal traditore. Parlava ancora di se stessa come tradito lungi dal condannare il traditore.
Rideva ed il suo volto era rigato dalla pioggia mentre ripensava allanalisi razionale che aveva imbandito davanti a quegli sguardi perplessi e delusi. Tradire deriva da trans e do, - aveva spiegato ai soldati - ovvero un atto di passaggio da un qualcosa a qualcosa di diverso, quindi una trasformazione. La vita non tradisce mai o, se preferite, tradisce sempre. A noi godere di questo divertimento o irrigidirci in finte necessità. Ecco, io me la voglio godere questa vita, voglio coglierne le sfumature. E poi quellammissione, quello sfogo inascoltato quando ancora i fatti di Milano non rientravano nei suoi progetti Le mie future decisioni mi porteranno a tradire anche voi tutti, che siete stati la mia famiglia, forse cambierò paese, probabilmente mi arruolerò altrove, ma se mai avremo la ventura di ucciderci a vicenda o di ritrovarci su posizioni del tutto divergenti, sappiate che per me voi siete e resterete sempre i miei fratelli e le mie sorelle. Infine le sue ultime parole sibilline Io non posso continuare a servire un Duca che dice tutto e il contrario di tutto. Non sapeva nulla allora, era accecata da una rabbia sorda la cui origine solo in pochi conoscevano e comprendevano.
Aveva fatto a pezzi Ananke, non poteva intrattenersi a Fornovo, partire prima di pentirsi del passato. Il nuovo, lignoto lattendevano, aveva bisogno di bere. In Taverna trovò Imprimatur, Never e Walden. Anche loro avevano fatto parte di Ananke e anche loro avevano diritto di sapere. Ragazzi, brindiamo alla fine dellarmata bionda e alla mia partenza. Imprimatur la guardò con comprensione. Era un soldato valoroso e si era dimostrata unamica.
Poi come attratto dallo sgomento degli astanti si era presentato in Taverna Tergesteo. Il silenzio aveva accompagnato il suo percorso. Egli si sedette ad un tavolo in fondo al locale e Danitheripper vide divertita come quegli stessi che gli si erano avvicinati per un saluto o un commento erano stati lesti ad allontanarsi da lui. Mai la parola giusta nel momento giusto disse a Imprimatur Questo è Tergesteo.
Danitheripper non poté fare a meno di andargli incontro. "Fratello, non mi vorrai negare un brindisi?" gli disse porgendogli un bicchiere. Lui non perse tempo in preamboli Hai già deciso di andare, vero sorella?"
"Sì, Tergesteo, ho deciso..."
"Capisco... dove?"
"Ha importanza per te?"
"No, non cambierebbe nulla... effettivamente , nulla"
Lo vide stringere il pugno e sanguinare.
"Fratello, perchè continui a farti del male?" Lui laveva guardata, due occhi scuri come la notte: "Sono un pazzo, no? Io non necessito di ragioni nè di giustificazioni..."
La sua mano grondava sangue e lui gliela indicò "Ti chiedo di rammentare quanto mi hai promesso, soltanto...rammenta"
"Lo farò ... vedi? Ho la stessa cicatrice : siamo legati da un vincolo di sangue..."
Una cicatrice contro una ferita aperta, un solo taglio e due promesse.
"Come ad un nemico o come ad un fratello?"
Danitheripper rise, egli dunque sapeva che andava disseminando promesse prima delle sue partenze: "L'hai detto tu che non fà differenza, non ricordi più, soldato Barbarigo?"
"E' vero..."
Tergesteo si alzò e andò verso luscita Tergesteo Provò a fermarlo, come se pronunziare il suo nome bastasse a farlo. Fu inutile. Guadagnò luscita e mentre lui le dava le spalle gridò il suo nome. Un tuono rispose in lontananza ma Tergesteo non si voltò. Tu non sei pazzo Tergesteo sei solo gridò alle gocce che li accarezzavano. Non terminò la frase.