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Qualcosa nel paesaggio stava cambiando. Le rocce si erano fatte più numerose, un paesaggio brullo e rude si era sostituito alla campagna sterminata. Volterra si avvicinava e Danitheripper pregustava il duello. Tornare alle origini, alla lotta uomo contro uomo, uomo contro donna, per il solo piacere di pugnare. Non si stupì che in quel contesto le fosse negata la compassione di un lago in cui trovare ristoro, ma quello che vide le piacque. Un frutteto
come a Fornovo
come allinizio del viaggio, una simmetria perfetta, un percorso circolare che riconduceva laddove aveva avuto inizio la catarsi. Perdere tutto per essere liberi di fare qualsiasi cosa
Si può fuggire ma non nascondersi e Danitheripper comprese che uno specchio distorto le avrebbe continuato a mostrare quello che non cera.
La sua prima notte a Volterra dormì profondamente ma non serenamente. Un peso gravò sul suo sonno e la voce gentile che laveva fino ad allora accompagnata lasciò il posto ad una rude presenza. Aveva come la sensazione che una mano le accarezzasse il volto, sentiva il contatto con la pelle callosa. Una striscia attraversava quella mano e lei sentiva tutto il peso di quella ferita.
È la causa, è la causa, anima mia; ma a voi non la dirò, caste stelle. È la causa; ma non verserò il suo sangue né scalfirò la sua pelle più bianca della neve e liscia come alabastro sepolcrale. Pure deve morire, o tradirà altri uomini. Prima spegni una luce, e poi quell'altra; se spengo questa fiaccola, e mi pento, posso ripristinare la sua luce; ma una volta spenta la tua luce, o modello compiuto della perfezione di natura, non so dove si trovi il fuoco prometeico che la riaccenda. Quand'ho svelto la rosa non posso più ridarle il suo rigoglio; appassisce per forza. L'odorerò sullo stelo O alito balsamico, che quasi inducila Giustizia a spezzare la sua spada! Resta così nella morte, e io ti ucciderò, e ancora ti amerò. Ancora un bacio, e sia l'ultimo bacio. Mai dolcezza fu così fatale. Piango, sì, ma lacrime crudeli
Come posso ritrovare la mia pace se il ristoro del sonno mi è negato?
Se l'affanno del giorno non riposa nella notte ma giorno da notte è oppresso e notte da giorno? Ed entrambi, anche se l'un l'altro ostili, d'accordo si dan mano solo per torturarmi l'uno con la fatica, l'altra con l'angoscia di esser da te lontano, sempre più lontano.
Non era lei a parlare ma chi? Sentiva due voci ben distinte dialogare sotto le sue tempie pulsanti. Dallesterno si sarebbe detto che dormisse beatamente eppure Danitheripper era sveglia, intrappolata in un dialogo immaginifico che si svolgeva in qualche ritaglio della sua coscienza.
Al risveglio, tossendo scompostamente, cercava di liberarsi dalle tossine accumulate. Si portò una mano al volto e sentì sotto il suo tocco un graffio sullo zigomo. Si chiese se fosse stata lei stessa a toccarsi e a graffiarsi nellagitazione del sonno. Non poteva sapere che il suo corpo era rimasto immoto per ore.
Decise che era stata troppo veloce con le sue diagnosi aveva stabilito che Tergesteo fosse afflitto di solitudine ma adesso sentiva con tutta se stessa che quelluomo era davvero pazzo e che il germe della follia aveva raggiunto anche lei
Si può fuggire ma non nascondersi e Danitheripper comprese che uno specchio distorto le avrebbe continuato a mostrare quello che non cera.
La sua prima notte a Volterra dormì profondamente ma non serenamente. Un peso gravò sul suo sonno e la voce gentile che laveva fino ad allora accompagnata lasciò il posto ad una rude presenza. Aveva come la sensazione che una mano le accarezzasse il volto, sentiva il contatto con la pelle callosa. Una striscia attraversava quella mano e lei sentiva tutto il peso di quella ferita.
È la causa, è la causa, anima mia; ma a voi non la dirò, caste stelle. È la causa; ma non verserò il suo sangue né scalfirò la sua pelle più bianca della neve e liscia come alabastro sepolcrale. Pure deve morire, o tradirà altri uomini. Prima spegni una luce, e poi quell'altra; se spengo questa fiaccola, e mi pento, posso ripristinare la sua luce; ma una volta spenta la tua luce, o modello compiuto della perfezione di natura, non so dove si trovi il fuoco prometeico che la riaccenda. Quand'ho svelto la rosa non posso più ridarle il suo rigoglio; appassisce per forza. L'odorerò sullo stelo O alito balsamico, che quasi inducila Giustizia a spezzare la sua spada! Resta così nella morte, e io ti ucciderò, e ancora ti amerò. Ancora un bacio, e sia l'ultimo bacio. Mai dolcezza fu così fatale. Piango, sì, ma lacrime crudeli
Come posso ritrovare la mia pace se il ristoro del sonno mi è negato?
Se l'affanno del giorno non riposa nella notte ma giorno da notte è oppresso e notte da giorno? Ed entrambi, anche se l'un l'altro ostili, d'accordo si dan mano solo per torturarmi l'uno con la fatica, l'altra con l'angoscia di esser da te lontano, sempre più lontano.
Non era lei a parlare ma chi? Sentiva due voci ben distinte dialogare sotto le sue tempie pulsanti. Dallesterno si sarebbe detto che dormisse beatamente eppure Danitheripper era sveglia, intrappolata in un dialogo immaginifico che si svolgeva in qualche ritaglio della sua coscienza.
Al risveglio, tossendo scompostamente, cercava di liberarsi dalle tossine accumulate. Si portò una mano al volto e sentì sotto il suo tocco un graffio sullo zigomo. Si chiese se fosse stata lei stessa a toccarsi e a graffiarsi nellagitazione del sonno. Non poteva sapere che il suo corpo era rimasto immoto per ore.
Decise che era stata troppo veloce con le sue diagnosi aveva stabilito che Tergesteo fosse afflitto di solitudine ma adesso sentiva con tutta se stessa che quelluomo era davvero pazzo e che il germe della follia aveva raggiunto anche lei