Misery
Modena, 5 settembre 1457
Era arrivato il momento per Misery di partire.
Da quanto tempo non si allontanava da Modena quattro mesi? Sei?
Da tutta una vita rispose una voce dentro di lei.
Scosse la testa sorridendo e abbassando gli occhi sulle sacche pronte: era la verità, gli ultimi viaggi che ricordava al di fuori del suo ducato erano quelli che l'avevano condotta a Milano da bambina.
Da allora, Modena, laveva sempre legata a se come un cordone ombelicale ed ogni volta che si era detta parto era nato un motivo per non farlo.
Si chiese ironicamente se, in realtà, fosse proprio così o se fosse lei ad essersi sempre sentita troppo piccola per affrontare tutto ciò che esisteva al di fuori della sua terra e uscendo da casa quella sera pensò che, forse, quella era l'occasione giusta per crescere.
Aveva salutato tutti la sera precedente: amici, figli e parenti e la notizia della sua partenza per questo viaggio, aveva lasciato meravigliati anche loro: sapevano che Misery non amava allontanarsi da Modena . Lei aveva accolto le loro espressioni turbate con ilarità insomma una vacanza me la merito non credete? ed era rientrata a casa per preparare le poche cose che aveva deciso di portare.
Raggiunse la stalla e Prince già sellato, e ne accarezzò il bellissimo muso nero amico mio, si parte a scoprire una fetta di mondo sei contento? Lanimale nitrì come se avesse compreso le sue parole e, impressione assurda, le parve le stesse sorridendo.
Prese le briglie e lo accompagnò allesterno, sistemò le sacche sulla sella e fece posto a Damaris e al suo fodero.
Mise un piede sulla staffa e con un piccolo balzo salì sul dorso del cavallo e
con i talloni diede una leggero colpo sui fianchi dell'animale. Prince si mosse e prese la direzione del cancello mentre Misery si copriva il capo con il cappuccio del suo mantello nascondendo il viso alla notte.
Raggiunse coloro che sarebbero stati i suoi compagni di viaggio e, dopo aver controllato che tutti fossero pronti si avviò verso le mura della Capitale.
Lasciatesele alle spalle, senza voltarsi, salutò la sua amata città inoltrandosi nella verde e buia campagna modenese.
Lunga vita al nuovo Principe di Modena pensò Misery osservando serena la cerimonia per la nomina del nuovo Duca.
Il suo mandato era giunto al termine ed era pronta, dopo tanti mesi dimpegno, a viversi un periodo di pausa da dedicare solo a se stessa e alla sua famiglia.
Avrebbe sicuramente sentito la mancanza di quelle sale e della frenesia del lavoro del consiglio, ma era giunto per lei il momento di staccare.
Da giorni la sua mente era attraversata da un pensiero costante: una promessa, fatta molto tempo prima, una promessa che intendeva mantenere.
Dopo aver salutato il nuovo consiglio lasciò le rumorose sale del palazzo ducale e si diresse a casa.
Il silenzio e linformalità che vi si respirava laiutarono a rilassarsi e lidea di essere di nuovo una semplice cittadina modenese le si fece, in quellistante, più concreta.
Aveva amato il suo lavoro e non aveva mai sentito il peso dei suoi impegni, ma aveva così trascurato troppe cose ed era giunto il momento di porvi rimedio.
Si lasciò andare con un leggero sbuffo di soddisfazione sul divano del salottino chiudendo per qualche istante gli occhi. Sapeva dove la sua mente lavrebbe portata e Misery la lasciò libera di intraprendere quel viaggio: uno sguardo fiero e canzonatorio le apparve immediatamente ed un sorriso luminoso e beffardo.
Un cavaliere dalla pelle colorata dal sole e segnata dalle molte battaglie.
Riaprì gli occhi: quel pensiero le scosse la mente turbandola.
Decisa si alzò dal divano e si diresse verso lo scrittoio e per attimi che sembrarono minuti interminabili il suo sguardo si perse in un orizzonte non ben definito come a voler richiamare a se le idee.
Salve Amleto,
perdonatemi se mi permetto di usare il vostro nome di battesimo senza vostra concessione, ma, non consideratemi sciocca vi prego, mi risulta più facile parlare con voi in questo modo e, se mal non vi ho interpretato, non siete uomo che ama le troppe formalità.
Spero vogliate concedermi il piacere, di contro, di essere per voi solo Miriam o Misery come più comunemente mi chiama la gente, nemmeno io ne sono particolarmente legata se non quando motivi ufficiali lo richiedono.
Vi scrivo per informarvi che tra qualche giorno mi metterò in viaggio per raggiungervi.
Sarà per me, nonostante tutto, un piacere potervi incontrare e conoscere di persona e sarà questa loccasione per me di visitare la vostra terra e la vostra città.
Vi terrò informato dei dettagli del mio viaggio, naturalmente, così che non dobbiate avere sorprese o il mio arrivo possa procurare alcun tipo di problema ai vostri impegni.
A presto
Miriam
Senza rileggerla piegò la lettera ed uscita dalla sua stanza la consegnò ad un valletto dandogli precise indicazioni per la consegna.
Lo seguì fin sulla porta e lo osservò salire a cavallo pronto a partire per il lungo viaggio che lattendeva.
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Era arrivato il momento per Misery di partire.
Da quanto tempo non si allontanava da Modena quattro mesi? Sei?
Da tutta una vita rispose una voce dentro di lei.
Scosse la testa sorridendo e abbassando gli occhi sulle sacche pronte: era la verità, gli ultimi viaggi che ricordava al di fuori del suo ducato erano quelli che l'avevano condotta a Milano da bambina.
Da allora, Modena, laveva sempre legata a se come un cordone ombelicale ed ogni volta che si era detta parto era nato un motivo per non farlo.
Si chiese ironicamente se, in realtà, fosse proprio così o se fosse lei ad essersi sempre sentita troppo piccola per affrontare tutto ciò che esisteva al di fuori della sua terra e uscendo da casa quella sera pensò che, forse, quella era l'occasione giusta per crescere.
Aveva salutato tutti la sera precedente: amici, figli e parenti e la notizia della sua partenza per questo viaggio, aveva lasciato meravigliati anche loro: sapevano che Misery non amava allontanarsi da Modena . Lei aveva accolto le loro espressioni turbate con ilarità insomma una vacanza me la merito non credete? ed era rientrata a casa per preparare le poche cose che aveva deciso di portare.
Raggiunse la stalla e Prince già sellato, e ne accarezzò il bellissimo muso nero amico mio, si parte a scoprire una fetta di mondo sei contento? Lanimale nitrì come se avesse compreso le sue parole e, impressione assurda, le parve le stesse sorridendo.
Prese le briglie e lo accompagnò allesterno, sistemò le sacche sulla sella e fece posto a Damaris e al suo fodero.
Mise un piede sulla staffa e con un piccolo balzo salì sul dorso del cavallo e
con i talloni diede una leggero colpo sui fianchi dell'animale. Prince si mosse e prese la direzione del cancello mentre Misery si copriva il capo con il cappuccio del suo mantello nascondendo il viso alla notte.
Raggiunse coloro che sarebbero stati i suoi compagni di viaggio e, dopo aver controllato che tutti fossero pronti si avviò verso le mura della Capitale.
Lasciatesele alle spalle, senza voltarsi, salutò la sua amata città inoltrandosi nella verde e buia campagna modenese.
.qualche giorno prima
Lunga vita al nuovo Principe di Modena pensò Misery osservando serena la cerimonia per la nomina del nuovo Duca.
Il suo mandato era giunto al termine ed era pronta, dopo tanti mesi dimpegno, a viversi un periodo di pausa da dedicare solo a se stessa e alla sua famiglia.
Avrebbe sicuramente sentito la mancanza di quelle sale e della frenesia del lavoro del consiglio, ma era giunto per lei il momento di staccare.
Da giorni la sua mente era attraversata da un pensiero costante: una promessa, fatta molto tempo prima, una promessa che intendeva mantenere.
Dopo aver salutato il nuovo consiglio lasciò le rumorose sale del palazzo ducale e si diresse a casa.
Il silenzio e linformalità che vi si respirava laiutarono a rilassarsi e lidea di essere di nuovo una semplice cittadina modenese le si fece, in quellistante, più concreta.
Aveva amato il suo lavoro e non aveva mai sentito il peso dei suoi impegni, ma aveva così trascurato troppe cose ed era giunto il momento di porvi rimedio.
Si lasciò andare con un leggero sbuffo di soddisfazione sul divano del salottino chiudendo per qualche istante gli occhi. Sapeva dove la sua mente lavrebbe portata e Misery la lasciò libera di intraprendere quel viaggio: uno sguardo fiero e canzonatorio le apparve immediatamente ed un sorriso luminoso e beffardo.
Un cavaliere dalla pelle colorata dal sole e segnata dalle molte battaglie.
Riaprì gli occhi: quel pensiero le scosse la mente turbandola.
Decisa si alzò dal divano e si diresse verso lo scrittoio e per attimi che sembrarono minuti interminabili il suo sguardo si perse in un orizzonte non ben definito come a voler richiamare a se le idee.
Salve Amleto,
perdonatemi se mi permetto di usare il vostro nome di battesimo senza vostra concessione, ma, non consideratemi sciocca vi prego, mi risulta più facile parlare con voi in questo modo e, se mal non vi ho interpretato, non siete uomo che ama le troppe formalità.
Spero vogliate concedermi il piacere, di contro, di essere per voi solo Miriam o Misery come più comunemente mi chiama la gente, nemmeno io ne sono particolarmente legata se non quando motivi ufficiali lo richiedono.
Vi scrivo per informarvi che tra qualche giorno mi metterò in viaggio per raggiungervi.
Sarà per me, nonostante tutto, un piacere potervi incontrare e conoscere di persona e sarà questa loccasione per me di visitare la vostra terra e la vostra città.
Vi terrò informato dei dettagli del mio viaggio, naturalmente, così che non dobbiate avere sorprese o il mio arrivo possa procurare alcun tipo di problema ai vostri impegni.
A presto
Miriam
Senza rileggerla piegò la lettera ed uscita dalla sua stanza la consegnò ad un valletto dandogli precise indicazioni per la consegna.
Lo seguì fin sulla porta e lo osservò salire a cavallo pronto a partire per il lungo viaggio che lattendeva.
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