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[RP] Una promessa da mantenere

Elos
Campagna veneta, 17 settembre 1457 ... mattino

Man mano che si avvicinavano a Pola l’umore del gruppo inevitabilmente andava peggiorando … Elos spesso si ritrovava perso nei suoi pensieri nella vana ricerca di trovare un argomento valido per persuadere Misery.
Il nuovo compagno di viaggio a quattro zampe lo divertiva, si divertiva a farlo arrabbiare giocandogli piccoli dispetti che il cane dimostrava di non apprezzare, in tutta risposta il cucciolo gli girava in torno cercando di impaurire elos che lo guardava divertito.
Giunti sulla riva del fiume come le due compagne scese dal cavallo e lo lasciò andare ad abbeverarsi, si sedette in un angolo ed ascoltò la conversazione tra Misery ed il contadino, al sentir nominare il marchese di Modena gli si accapponò la pelle.
Dopo pochi istanti scoppiò in una grassa risata “il nobil cavaliere che per difendere la sua amata sfida il cavaliere nero …. Va a finire che finalmente trova qualcuno che lo prende a calci nel sedere il marchese dei salamelecchi …”
Poggiò la schiena ad un albero riposando la schiena provata dal lungo viaggio

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Misery
Misery si voltò verso Elos Marcolando è a Pola per sfidare Amleto? E tu come lo sai e perchè dovrebbe fare una cosa simile...che centra Marcolando?....E guarda che Amleto è chiamato il cavaliere scarlatto non cavaliere nero quello è un nomignolo che possono dare a te dato il tuo solito umore Rise sentendosi raggiungere dallo sbuffo di Elos, ma le sue parole, ormai, le risuonavano nella mente.
"Marcolando e Amleto? Ma perchè... non avrebbe senso...non ha nessun senso...non può farlo...non può...non è giusto, ma cosa gli è saltato in testa a tutti e due?"

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Elos
Elos sorrise ancora e con fare serafico rispose
"ma come fai a non capire milady ? se lui sfida amleto e lo batte, il cavaliere scarlatto, almeno per un pò, non potrà battersi con te .... quindi lui avrà salvato la sua amata dal rischio di perire in un'ignobile sfida ...." sorrise ancora sapendo quale effetto avrebbe fatto quell'atto sull'umore della donna ...

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Marcolando
Pola 17 Settembre 1457

Un altra notte era passata anche questa volta tormentata da strani presagi sempre riguardanti la sfida che aveva deciso di lanciare al cavaliere scarlatto.
Nessun pentimento il lui c'era , la convinzione di essere nel giusto primeggeva nella sua mente e il desiderio di proteggere lei invadeva il suo cuore .

Lei ....non sa nulla . Non sa che sono a Pola ....Chissa' dove e' adesso penso' il marchese

Ormai essendo a Pola posso anche scriverle e avvisarla della mia presenza , tanto ormai il dado e' tratto, Amleto sa che io saro' il primo modenese a guardarlo negli occhi con la spada pronto a ferirlo

Ando' in un luogo tranquillo e sotto l'ombra di una quercia inizio' a scrivere



Carissima Contessa ....

Strappo ' la pergamena , fra lui e lei ormai era passato il tempo delle formalita' , specialemente quando erano soli e ricomincio' dall'inizio



Tesoro , tu sai quanto io reputi il tuo viaggio sbagliato e ingiusto.
Tesoro , tu sai quanto io reputi il tuo sacrificio inutile , tanto la tua eventuale morte non ridarebbe la vita a nessuno.
Tesoro , tu sai quanto io reputi te forte e capace di sconfiggere chiunque , ma tu sai che il sentimento che provo per te mi obbliga a diventare il tuo scudo.
Tesoro , tu sai che io non ti ho detto nulla quando volevi partire , l'ho fatto perche' tanto non mi avresti ascoltato.
Tesoro , tu pero' non sai che io ho voluto fare di testa mia , altriementi avresti fatto di tutto per persuadarmi .
Tesoro , tu sai che potevo accompagnarti , ma non l'ho fatto perche' io non accompagno i condananti a morte al patibolo , io se li reputo innocenti li anticipo e cerco di uccidere il loro boia.
Tesoro , tu non sai che io sono arrivato a Pola e ho deciso di sfidare il tuo boia, colui che spera di vendicare un atto compiuto piu' di due mesi fa a Modena , sperando di trovare giovamento dalla tua morte.
Finito di scrivere andro' da colui che combatte con il cuore gonfio di rancore e rabbia ; io invece combattero' per difendere un fiore con il cuore gonfio di amore . Se esiste un giudice supremo non potra' che aiutare me . E' inutile che adesso ti arrabbi o ti affretti , ormai e' deciso io lancero' la sfida ad Amleto per il giorno del tuo arrivo a Pola .

Tuo Giovanni Marcolando Borromeo.


Sigillato la lettera' ando' vicino le mura di Pola e li avvicinandosi ad un mercante seduto accanto alla sua merce
Vuoi guadagnare 150 ducati?

Il mercante salto' in piedi
Ovvio mio nobile straniero

Il Marchese soddisfatto della risposta
Bene , allora mettiti subito in viaggio e vai a Parenzo . Devi cercare una nobile donna Modenese , Contessa Misery di Montefeltro. Ha un cavallo nero ed e' accompagnata da un modenese di nome Elos. Sicuramente se chiedi in giro li avranno notati. Se non fossero ancora arrivati prosegui per Udine , seguendo l'unica strada che porta ad ovest e lungo il percorso sicuramente li incontrerai. Consegnale questa lettera.

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Amleto
Pola, 17 Settembre 1457

Il cavaliere ner... (ehm pardon) scarlatto, passeggiava lungo le strade di Pola, dirigendosi verso l'antica Arena romana.

La fucina era rimasta chiusa quegli ultimi giorni, anche perchè Filottete aveva chiesto un breve periodo di ferie adducendo motivi familiari ("e voleva anche che gliele pagassi... tsè", pensò Amleto) mentre Fernandello, pur se arruolabile, era stato congedato ("perchè non ti prendi anche tu un po' di ferie? diciamo un mese o due?", gli aveva detto Amleto) visto che senza Filottete a controllarlo avrebbe fatto solo pasticci.

Fortunatamente, i lavori per la ristrutturazione dell'Arena erano stati portati a termine in tempo utile e non c'era più bisogno che i fabbri lavorassero ogni giorno. Quella sera si sarebbero chiuse le iscrizioni per la Giostra del Carso, il torneo che aveva richiamato a Pola, Udine e Parenzo diversi cavalieri.

Fu dirigendosi verso l'Arena che notò il principe azzurr.. (ehm scusate) il Marchese Marcolando intento nella scrittura di una lettera.
"Starà facendo testamento? Che uomo previdente!", pensò ironicamente Amleto appoggiandosi ad un muretto ed osservandolo a distanza.
Un uomo così potente e d'alto rango doveva averne tante, di cose da lasciare ai posteri. Eppure... il giorno in cui maggiormente avrebbe dovuto manifestar la sua autorità, quel giorno aveva mancato di farlo. Sarebbe bastato un ordine.
Ma non c'era stato e il giudice aveva condannato Danitheripper.
E con lei, anche le speranze di Amleto.

Comunque, non si poteva negar che fossero coraggiosi, quei due. Lei s'era assunta tutta la responsabilità facendo scudo a chissà chi. Lui invece voleva far da scudo a lei. Col risultato che ora se li ritrovava lì entrambi, a Pola.
Eppure, anche quando una parte di lui finiva per apprezzarne la genuinità, il ricordo bruciante della condanna nuovamente riaccendeva in lui la furia vendicatrice.

Con quest'ultimo pensiero aspettò che Marcolando finisse di scrivere, dopodichè si fece avanti. C'erano un paio di dettagli che andavano discussi e, sebbene non avesse per nulla voglia di perdersi in chiacchiere con lui, era meglio farlo subito.

Senza neanche salutare, venne subito al dunque.
"A mezzogiorno, tra due giorni, nel cortile antistante l'Arena."

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Marcolando
Finito di scrivere , prima di dirigersi verso le mura di Pola a consegnare la missiva , il Marchese fece un incontro imprevisto .

Amleto gli si poneva davanti e senza nemmeno un cenno
A mezzogiorno, tra due giorni, nel cortile antistante l'Arena

Giovanni lo fisso' e vide un uomo pieno di rancore , la rabbia lo consumava .
Per un attimo ebbe pena per un essere che non riusciva a convivere con le tragedie della vita.
Quell'uomo era convinto che Modena fosse stata ingiusta verso colei che aveva portato guerra e distruzione . Quell'uomo che non sapeva che il Duca in tutta la sua grandezza quella donna non la voleva morta , ma era lei a voler morire per difendere i suoi uomini. Quella donna si era presa tutte le colpe, non poteva secondo il popolo modenese non finire sulla forca . Gia una volta , dissubidendo agli ordini del consiglio leggittimo aveva iniziato a viaggiare ed era finita sotto la spada di un modenese , ma a Modena non bastava , troppo fuoco e troppe distruzione lei aveva portato in una terra pacifica.

Va bene messer Amleto ci vedremo il 19 settembre quando il sole sara' sopra le nostre teste
poi aggiunse
Vede questa lettera ? La sto per affidare ad un mercante. Dovra' andare oggi stesso a Parenzo a cercare la contessa Misery e avvisarla che io sono qui e che sto per sfidare l'uomo che la vuole morta , in modo che non perda tempo e si sbrighi se vuole vederci entrambi vivi.

Poi si fermo' un attimo e scrutandolo , vide davanti a se un uomo uguale a lui , determinato e nobile di spirito , ma con l'animo lacerato ; convintosi che il suo interlocutore meritasse , piu' di molti nobili , un rapporto alla pari , aggiunse

Amleto , nei tuoi occhi vedo solo odio e desiderio di vendetta . Non nascondo che ho pena per te, Perche' se adesso non riesci a convivere con il tuo dolore, fra due giorni non cambiera' nulla . Non so perche' ti dico queste cose, ma ti consiglio di ricercare dentro di te la verita' in questi due giorni, altrimenti ti garantisco che anche se dovessi uccidermi tu morirai consumato dall'angoscia.

Amleto lo fisso senza proferire parola , alzo' le ciglia solo quando il marchese inizio' a dargli del tu trattandolo come un proprio pari.

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Haiku
Aveva approfittato della sosta nelle campagne venete per sdraiarsi un po’, ma pur con gli occhi chiusi e apparentemente dormiente aveva ben inteso la conversazione tra Misery ed Elos e non riuscì a trattenersi.
"Misery, Elos ha ragione, Marcolando ha voluto sfidare Amleto per proteggerti e no, Marcolando non è un pazzo, è solo un uomo tanto innamorato ed il suo gesto è comprensibilissimo , ma tu Misery, non provarci nemmeno a sentirti in colpa ! Uff , amica mia, vieni qui, fatti abbracciare!" e così dicendo la strinse forte, con il cuore contrito e consapevole che qualunque cosa le avesse detto sarebbe stata superflua...
Una nuova Kaffekvarn all’addome la costrinse ad allontanarsi da Misery e mordendosi l’interno delle labbra per non mostrare la sofferenza si rimise sdraiata, certa che stare un po’ sdraiata avrebbe allentato quella morsa .
Era da quando aveva lasciato Venezia che aveva cominciato a sentirsi sempre più strana, molto affaticata e sempre più inappetente.
Le girava la testa , aveva la nausea e a volte le immagini sembravano sfocate .
Se non fosse stata la zitella consumata che era avrebbe pensato di essere in stato interessante, ma al solo pensiero aveva rabbrividito… solo un miracolo avrebbe potuto giustificare quello stato, ma di miracoli non se ne potevano vedere certo tutti i giorni e.. meno male!
Non voleva dare preoccupazioni ai suoi compagni di viaggio, la tensione era già alta , tagliente come una lama di spada e la consapevolezza che nessuno di loro avesse il miglior umore la faceva desistere da qualsiasi lamento.
Era troppo silenziosa perché tutto fosse normale , Haiku si era accorta di essere osservata e cercava di sforzarsi di sorridere affinchè Misery ed Elos non si accorgessero del suo malessere.
Mi passerà , pensava Haiku e ogni volta che si sentiva osservata , come per distogliere l'attenzione accarezzava il cucciolo di cane che chiamava scherzosamente “Sereno “ mentre Misery inarcava il sopracciglio , apparentemente stranita quando la sentiva appellare così il cucciolo, ma Haiku sapeva che la cosa la divertiva ... e sorridendo accarezzava il cucciolo che puntualmente si sdraiava sui suoi piedi in cerca di coccole, impedendole di camminare e solo l’avvicinarsi di Misery lo distoglieva dai suoi interessi.

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Misery
La reazione di Misery alle parole di Elos non arrivò subito.
Misery guardò perplessa l'amico valutando le sue strane convinzioni che all'improvviso non le sembrarono più tanto strane.
Non poteva pensarci. Marcolando a Pola per sfidare Amleto

Li strozzerò entrambi!!!!! urlò all'improvviso
Se osano fare una cosa simile non li farò entrare in arena con le loro gambe!!!
Li prenderò a padellate tutti e due altro che duello e gliele suonerò così forte da far rimpiangere ad entrambi le ferite delle spade!!!
No! Marcolando non sfiderà proprio nessuno, e Amleto non ha motivo per combattere con lui maledizione, non ne ha.
Mi ha dato la sua parola d'onore: avrebbe combattuto con me e con me sola! Io non ho mancato alla mia parola e voglia Aristotele che non lo faccia lui.
Non ho fatto tutto questo viaggio per poi fare da spettatrice ai due galli che devono dimostrare chi ha più fegato ed onore!

Si stava arrabbiando e davvvero non sapeva se era più forte il desiderio di prendere a parole quei due ammassi di ormoni o se sentirsi lusingata dal pensiero che Marcolando rischiava la vita per lei.
"Marco" pensò tornando all'improvviso silenziosa.
Quell'uomo l'aveva sempre fatta disperare e continuava a farlo.
Se pur il rapporto che li univa non era cambiato affatto dal quando si erano conosciuti, Marcolando aveva rappresentato per lei una vera tortuta per il cuore, anche se sapeva che non era mai stata sua intenzione ferirla. Lui era semplicemente lui...era fatto così. Modena veniva prima di ogni cosa e, in fondo, non era poi così diverso da lei.
Era Marcolando, con i suoi pregi e i suoi difetti e, soprattutto, le sue vanità
In realtà sapeva bene quanto Marcolando tenesse a lei.
Sospirò profondamente avvicinandosi alla riva del fiume, triste. Un'altra preoccupazione, ora, le pesava sul cuore.
Marcolando non aveva nulla da scontare non avrebbe permesso quel duello tra loro doveva escogitare qualcosa, doveva...non poteva accettare una cosa simile non poteva permettere a lui di rischiare la vita per lei...se gli fosse accaduto qualcosa si sarebbe sentita doppiamente responsabile...non poteva sopportare anche questo.
"Come posso impedire che quei due si sfidino? Marcolando è già a Pola e per quello che ne so potrebbero già aver combattuto ed io...No, non ci credo non combatterebbero mai prima del mio arrivo di questo ne sono sicura."
All'improvviso sollevò la testa di scatto. "Ma certo, che sciocca sono come ho fatto a non pensarci prima?" Un'idea le si formò nella mente, sperava ancora che le supposizioni di Elos fossero sbagliate, ma l'istinto e la logica le dicevano che, purtroppo, quella era l'unica spiegazione possibile, ma se riusciva a mettere in pratica la sua idea forse...
Dovevano arrivare a Pola il prima possibile. Doveva.
Tornò di corsa verso i due amici saltando a cavallo. Il cane si alzò scodinzolando avendo compreso che era ora di rimettersi in viaggio. Misery attese che Elos ed Haiku fossero pronti e in sella e spronò Prince a muoversi " Dobbiamo sbrigarci, dobbiamo arrivare a Pola il prima possibile"

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Misery
Parenzo, 18 settembre 1457...pomeriggio

Facciamo riposare i cavalli e poi ci rimetteremo in viaggio. Non possiamo permetterci di fermarci molto Misery aveva vissuto quelle ultime ore in balia della rabbia e della preoccupazione, ormai non aveva più forze. Era stanca dal viaggio, dai pensieri...non c'era più nessun segno di serenità in lei.
Amleto le aveva dato la sua parola, non avrebbe combattuto con nessun altro che lei, non voleva credere che fosse uomo da non mantenere una parola data, non quando si era elevato a colui che combatteva per un'ingiustizia. Non sarebbe stato tanto diverso dal giudice che lui accusò di agire non per la legge, ma solo richiamato dalla sete di vendetta. Se per lui la parola onore aveva un senso non avrebbe accettato di sfidare Marcolando.
Sospirò piano guardando oltre le porte della città in cui si trovava perdendosi in mille pensieri.

Siete voi la Contessa Misery di Montefeltro? un giovane le si era avvicinato, ma lei non se ne rese conto fino a quando non le rivolse la parola. Riportata bruscamente alla realtà si voltò di scatto verso il ragazzo sorpresa che qualcuno la cercasse Si sono io. Cosa posso fare per voi?
Sono stato incaricato di cercarla e consegnarle una missiva da parte di un nobile che si trova a Pola "Marcolando" pensò immediatamente Misery e strappò letteralmente la pergamena dalle mani del giovane farfugliando qualche parola di ringraziamento. Ruppe in fretta il sigillo dei Borromeo che chiudeva la pergamena e fece scorrere velocemente gli occhi sulle parole vergate.



...tu sai quanto io reputi il tuo viaggio sbagliato e ingiusto.


"ingiusto per chi? Nessuno mi ha costretta, sono stata io a chiedere che questa sfida tra me e Amleto avvenisse"



tu sai quanto io reputi il tuo sacrificio inutile , tanto la tua eventuale morte non ridarebbe la vita a nessuno.


"mentra le sua? A chi la ridarebbe?"



tu non sai che io sono arrivato a Pola e ho deciso di sfidare il tuo boia.... sperando di trovare giovamento dalla tua morte.


" echi dice sia l'unico che ne troverebbe giovamento?"



E' inutile che adesso ti arrabbi o ti affretti , ormai e' deciso io lancero' la sfida ad Amleto per il giorno del tuo arrivo a Pola .


Hai deciso? Tu hai deciso? Ed io non devo arrabbiarmi ed affrettarmi? Misery non potè credere a quello che leggeva. Sentì montare lentamente la rabbia fino a quando non raggiunse la sua mente e non riuscì più a controllare il suo istinto. Era sconvolta.
Salì di corsa su Prince e senza dire una parola uscì fuori dalle città raggiungendo una collina. Era furiosa come non si era mai sentita prima. Arrivata sull'altura scese dal cavallo respirando come se avesse corso sulle sue gambe fino in quel punto

Tu hai deciso? E chi mai ti ha chiesto di decidere per me! urlò piena di rancore. Sapeva bene che le sue urla non sarebbe giunte all'orecchio del Marchese, ma in quell'istante la sua ira non le permetteva di essere logica Chi ti ha chiesto di farti carico di qualcosa che non ti riguardava?
Per mesi mi hai avuta accanto e hai avuto la possibilità di dimostrarmi quello che pensi di poter dimostrare adesso, ma eri troppo preso da te stesso, e davi me troppo per scontata per darmi un valore anche quando mi sono allontanata da te non hai fatto nulla per impedirlo nonostante lo sapessi, lo vivessi e te l'avessi detto....e adesso?
Vieni qui a fare l'eroe per salvare...me? Chi ti ha detto che volevo essere salvata chi! Io dovevo salvare me stessa. In qualunque modo fosse finita....io avrei salvato me stessa....e tu....proprio tu mi togli questa libertà solo per sentirti un eroe? Maledizione Marcolando! Non sei tu ad aver chiesto questa sfida sono io. L'ho voluta io e se tu dovessi morire saranno due le morti che mi costringerai a portare sulla coscienza perchè stai combattendo una battaglia che io ho cercato. Come pensi potrei riuscire a vivere con questo rimorso? Volevi salvarmi Marchese? ....in realtà mi hai appena uccisa!!!
Non si era mai sentita così, non nei suoi confronti.
Ogni pensiero di lusinga, di gratitudine, di ammirazione per qull'uomo erano scomparsi. Sentiva solo il livore per un gesto tanto sconsiderato.
Si lasciò andare piegando le ginocchia a terra e appoggiando le mani davanti a lei ed esplose in un pianto nervoso e rabbioso.
In molte occasioni si era sentita impotente, e una di queste l'aveva portata a quel viaggio a Pola, ma ora...il sentimento di sconfitta e le lacrime la lasciarono senza fiato. Era tutto più grande di lei.
Amleto aveva mancato alla sua parola, Marcolando aveva deciso di fidarlo al posto suo lasciandola in balia del tormento che la corrodeva da mesi....
"Amleto" pensò guardando il terreno "siete davvero senza onore dunque, colpite l'uomo che tentò di salvare la vostra amica, nonostante aveste promesso e osate definirvi un cavaliere!...Un cavaliere....non siete migliore del più comune dei briganti che attaccano per gusto e per fame, solo che la vostra nasce dalla mera vendetta.
Uccidete chi vi pare Amleto, non vi restitiurà la vostra preziosa dama. Potrete uccidere anche l'intero consiglio, l'intera Modena questo non le ridarà la vita, ma la vostra parola d'onore le avrebe restituito la dignità per una morte ingiusta e nemmeno questo siete stato in grado di darle perchè lavate con un'ingiustizia un'ingiustizia. E vi definite un cavaliere..." ormai, Misery, non sapeva più con chi prendersela.
Non sapeva se odiare più Marcolando che non aveva compreso il suo bisogno di liberarsi da quell'incubo o se con Amleto che aveva dimostrato che non sempre una promessa aveva un valore liberandola dall'obbligo di mantenere la sua fatta a lui.
Non vedeva nessuna gloria in quello che stavano per fare.
Si lasciò andare a sedere senza più fiato e senza forze, delusa, tradita, sconfitta riducendo la lettera in piccoli pezzi che affidò al vento lasciando che li portasse il più possibile lontano da lei. Non riusciva a smettere di piangere e per quanto si sforzasse di fermare le lacrime continuavano a rigarle il viso. La rabbia, la paura...non riusciva più a controllare i suoi stati d'animo.
"Sia quel che sia" si disse "ora questa cosa non mi riguarda più"

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Marcolando
P0la 18 settembre

Il suo inconro con Amleto era rimasto emblematico. Il cavaliere aveva solo mosso gli occhi nel momento in cui il Marchese aveva iniziato a dargli del tu , ma per il resto nessun commento , nessuna emozione lasciava trasparire . Il cavaliere stava gia' iniziando a consumarsi dentro.

L'unica cosa che ancora doveva fare prima di ritirarsi in preghiera era andare all'arena ed avvisare quell'uomo panciuto che l'indomani avrebbe comabttuto con Amleto che era gradita la presenza di un giudice.
Arrivato all'arena trovo' immediatamente quella figura ambigua del giudice e senza perdere tempo
Messere domani alle 12 l'arena e' impegnata . Avra' luogo il duello fra Amleto e il sottoscritto . Si ricordi di farsi trovare puntuale , noi non abbiamo tempo da perdere. Come promemoria le do un pezzo di carne e un panino. Non si spechi a ringraziarmi tanto so dove andranno queste cose e finendo la frase fisso l'enorme pancione .

Il giudice prese la carne e il pane , ma era inequivocabile la sua delusione .
Magari avendo davanti a se un nobile sperava di fare bottino pieno penso' il marchese , compiaciuto di aver deluso tale losca figura.

A quel punto il Marchese ando' in direzione della Chiesa per pregare Aristotele affinche' l'indomani salvasse e portasse in gloria l'anima dello sconfitto , chiunque esso fosse.

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Amleto
Pola, 18 Settembre 1457

Il sole cominciava la sua discesa a occidente e i pescatori in barca cominciavano a tirar su le reti per poi tornare a casa. Un'altra giornata s'avviava alla pacifica conclusione.

Seduto su una panca in pietra, nei pressi del piccolo parco non lontano dalla propria bottega, Amleto era intento a preparare il sorteggio per il torneo cavalleresco che avrebbe avuto luogo i giorni successivi.
"Uff... che fastidio quando mi fischiano le orecchie... qualcuno me ne starà dicendo di tutti i colori, evidentemente!", borbottò mentre scriveva i nomi dei partecipanti alla giostra su piccoli pezzetti di pergamena.

Dunque vediamo... Solex... Dianora... Marcomac...
E poi Patty ed Eres. Bene, ci sono tutti.
Ci sarebbe stato anche lui, se non fosse stato per quell'impegno irrevocabile. Non era stato facile giustificare l'assenza al torneo che egli stesso aveva organizzato con tanta cura e passione. Specialmente davanti a quell'impicciona di Solex, alcuni giorni prima.

"Ma come! Hai insistito per far partecipare me, quando poi sai benissimo che odio combattere, e tu... ti chiami fuori?!", s'era lamentata la fanciulla quando aveva appreso la notizia dal vecchio amico.
"Mi dispiace, non sai quanto rimpianga di non poter partecipare anche io. Lo scontro con Samael mi ha lasciato una ferita alla spalla che non si è ancora rimarginata del tutto. Forse sto invecchiando!", aveva risposto lui con fare sornione e se n'era andato via simulando un'improbabile zoppicata.
"Ma non avevi detto che era alla spalla? Perchè cavolo zoppichi?"
"Alla spalla e alla caviglia, per essere precisi!", aveva fatto lui mettendosi la mano destra sulla spalla sinistra e continuando a zoppicare in modo ancor più idiota.

Non s'aspettava di certo che Solex si fosse bevuta quella penosa recita (anche se lui si era indubbiamente divertito nel metterla in atto), ma sperava quantomeno che il messaggio di pensare agli affari propri fosse stato chiaramente espresso e recepito.

Dopo aver scritto anche l'ultimo nome sulla pergamena, infilò i pezzetti di carta arrotolati in un boccale vuoto. Mise una mano aperta a chiusura del boccale e lo agitò con vigore. Un taverniere, passando di lì per caso, assistette alla scena e ne fu molto incuriosito. (Qualche secolo dopo, gli antenati di quel taverniere avrebbero inventato lo shaker)

Cominciò a estrarre i nomi uno per volta. E segnò gli accoppiamenti.
Il suo nome non c'era.
In fin dei conti era già stato estratto, sin da molto tempo.

A mezzogiorno dell'indomani, avrebbe avuto la possibilità di onorare una parte della promessa che aveva fatto a due persone. Una promessa da mantenere. Che ne aveva incatenato l'animo, mentre era ai confini tra la Serenissima e la Croazia, sin dall'infausto giorno del quindici di giugno.


~*~ ~*~
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Marcolando
Pola Sera del 19 settembre 1457

Ormai era sera quando Giovanni inizio ad avvicinarsi all'uscita della chiesa ;era stato li per confessare i suoi peccati e raccomandare la sua anima all'altissimo.
Uscendo si sentiva piu' sereno anche se in cuor suo sperava di non aver richiesto l'aiuto dell'altissimo, in vita sua aveva sempre pregato per la vita e mai per la morte .
Scendendo le scale della Chiesa per la prima volta da quando era a Pola vedeva in alto sulla collina un convento che dominava tutta la citta'. Il suo sguardo fu attirato senza motivo come se qualcuno o qualcosa richiamassero la sua attenzione.
Giratosi un ultima volta verso la chiesa in segno di rispetto si diresse verso la locanda dove alloggiava e improvvisamente inizio' uno strano ragionamento
Ma a pensarci bene , non ho ancora capito perche' Amleto ha tanto a cuore il famoso 15 giugno .Non comprendo se in lui c'e' solo la volonta' di vendicare quello che lui ritiene un atto ingiusto oppure c'e' altro e in qualche modo vuole solo vendicare l'usurpatrice , che con un atto vile prese il castello. dopo qualche secondo continuo' a riflettere
Io fino ad oggi avevo sempre pensato che Dani fosse per lui solo la personificazione di una ingiustizia , ma se invece il suo stato d'animo cosi' sofferente fosse legato al fatto che per Amleto Dani era qualcosa di piu' che una singola persona che aveva patito un atto ingiusto?
Il marchese continuo' a camminare lungo le vie di Pola ragionando su questo aspetto e mentre stava per varcare la porta della taverna
La notte portera' pensiero , magari domani con la mente lucida potro' ragionare meglio e capire cosa mi sfuggedisse a bassa voce.



Penso e spero di parlare a nome di tutti....dicendo che domani nonostante il duello a livello Ig si risolvera' in pochi minuti , noi continueremo a a parlare come se non fosse ancora finito , magari raccontando cosa i duellanti pensono o si dicono durante il combattimento o cosa gli spettatori vedono .Ovviamente non sapendo come potra' finire la sfida ...il finale non lo conosciamo nemmeno noi, ma in fondo tutto il GDR e' stato fatto senza mai mettersi d'accordo ma dando modo ad ognuno di fare cio' che credeva senza sapere cosa avrebbe fatto l'altro. Io fino ad adesso mi sono divertito molto e non nascondo che sono curiosissimo , non tanto dell'esito del duello , quanto delle implicazioni che ne verrano fuori dopo fra i vari personaggi

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Haiku
Parenzo, 18 settembre

L’aveva vista salire su Prince e andare via di corsa , ne aveva notato il viso sconvolto e seguendo il suo istinto aveva deciso di seguire Misery senza farsene accorgere.
Ben nascosta la teneva d’occhio ed aveva potuto udire tutta la sua rabbia e il suo dolore.
Cercò il momento propizio per avvicinarsi senza turbarla oltremodo e quando fu certa che fosse il momento andò a sedersi accanto a lei.
"Misery , tesoro, Dio solo sa quanto vorrei dirti torniamo a casa, quanto non vorrei trovarmi qui ora con te e ad un passo da Pola , ma so bene che non sarei onesta , sai che mi sono imposta di mettere da parte i miei sentimenti e continuerò a farlo sia pur con la morte nel cuore.
Conosco le tue ragioni , conosco i motivi per i quali hai affrontato questo lungo viaggio ed in nome di queste ragioni ti chiedo di calmarti e di riflettere bene, evita qualsiasi decisione affrettata , so che puoi farlo, spazza tutte queste emozioni e prova a ragionare un po’:
E’ vero, Marcolando ed Amleto non dovevano farlo, ma cosa si può imporre ad un uomo tanto innamorato della migliore donna del mondo? Il gesto di Marcolando è stato inevitabile Misery, non puoi nasconderti dietro un dito ed ignorarlo. E sì Misery, che tu lo voglia o no, questo si chiama Amore, quello che Marcolando prova per te ed in virtù del quale affronterà Amleto, incurante del suo destino.
Ed è Amore anche quello che tu stai provando ora , rabbia e dolore perché ti senti colpevole della sua sorte.
E Amleto… cosa poteva mai fare? Cosa importa a lui se nn vedere morti coloro che egli ritiene la causa della morte di Dani ? Ormai è abbrutito dalla sete di vendetta. Non ti nascondo che gli ho scritto una missiva, nn ho certezza che gli sia pervenuta, ma il mio istinto mi dice di sì e che l’abbia ignorata.
A modo suo ha ragione anche lui, benché niente e nessuno potranno restituirgli la sua Dani, ormai è accecato dall’ira e a suo modo affrontare te e Marcolando soddisferà la sua sete di giustizia. E solo Dio sa quanto è nell’ingiusto.
Ma tu Misery, ricordati solo di una cosa: devi farti forza e mantenere la promessa fatta a te stessa e a Dani , non rinunciare a combattere.
Ricordati che la libertà ha sempre un prezzo da pagare e il tuo, amica mia è sempre più alto, ma tu devi farcela, devi onorare la promessa fatta a te stessa e a Dani per essere di nuovo la donna libera e felice che vuoi essere.
E soprattutto, basta piangere, cerca di mangiare qualcosa piuttosto, se vorrai vincere su Amleto dovrai essere in perfetta forma fisica.
Dai torniamo all’accampamento, il cielo sta già imbrunendo."

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Misery
Parenzo, 18 settembre 1457....

Non le fu necessario voltarsi ed aprire gli occhi per rendersi conto che l'amica le si era seduta accanto, il suo profumo di fresco era inconfondibile e la personalità di Haiku era talmente vitale che non poteva essere nessun'altra.
La sentì esitare qualche istante, ma sapeva che aveva qualcosa da dirle.
Aprì gli occhi e senza staccare lo sguardo dall'orizzonte l'ascoltò senza interromperla. Dopo qualche minuto prese fiato e parlò, Dalla sua voce si poteva cogliere tutta l'angoscia che provava e la rabbia e la tristezza
Hai, so bene che hai ragione. Se la mente trova risposta a questa nuova situazione, il cuore si rifiuta di accettare che Marcolando potrebbe essere vittima di un duello che lui non avrebbe combattuto se io non fossi stata coinvolta ed è questo che gli rimprovero. Non doveva prendersi questa responsabilità...come fa a non immaginare quanto potrei soffrirne se gli succedesse qualcosa a causa mia? E come può non sapere come mi faccia sentire essere impotente se proprio questo mi ha portato a questa sfida? E, alla fine, comprendo anche Amleto in realtà: ci ha sempre ritenuti responsabili per non essere riusciti a fermare quello scempio non mi aspettavo perdesse l'occasione che Marco gli ha fornito su un piatto di averci entrambi qui, ma fa male...di nuovo impossibilitata a fermare un altro scempio...fa male. sospirò voltando lo sguardo a lei. L'espressione preoccupata di Haiku la mise in allarme.
Non voleva fosse in ansia per lei, l'aveva già trascinata in una situazione difficile. Haiku si sollevò dicendo
Dai torniamo all’accampamento, il cielo sta già imbrunendo."
Misery si rimise in piedi seguendo l'amica e con sguardo torvo, salendo su Prince disse Va bene andiamo, ma se per la grazia di Aristotele Marcolando domani ne uscisse illeso, quelle che non prende da Amleto le prenderà da me questo è garantito e se sarà Amleto ad uscirne vivo...fosse l'ultima cosa che faccio avrà un'altra sfida da affrontare. Insomma chi dei due rimarà in piedi avrà poco da gioire. "E se Marco non ce la facesse?" le rispose una voce nella sua mente. No, non doveva pensarci non poteva...non adesso... Andiamo Hai, dobbiamo rimetterci in viaggio e dobbiamo ritrovare Elos
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Solex
Pola, 18 Settembre 1457

Quattro giorni passati ad attendere.
Dal giorno in cui Solex vide Amleto entrare in quel convento, ogni mattina ben presto vi tornava per provare ad entrare.
Bussava ma non riceveva risposta.

Di ritorno da una delle solite serate passate in taverna, all’incirca intorno alla mezzanotte, si ritrovò nuovamente dinanzi a quel portone.
Difficile dire se fosse stato il caso o l'inconscio a portarla nuovamente lì.
Fissò il portone per un istante. Decise di provare, per un'ultima volta.

Nulla. Quel luogo dava l’impressione di essere disabitato. Nessun rumore, nessun movimento.

Si sfòrzo di ripensare a quando aveva spiato Amleto. Qualche segno particolare, qualche segnale o parola d'ordine che a lei era sfuggita?
Pensò e ripensò...
Finchè non le fece quasi male la testa, complice l'alcool bevuto piacevolmente quella sera.
Rimbombi... Tum Tum Tum.

D'un tratto, l'idea.
Era possibile che contasse non solo il numero di colpi, ma anche la regolarità con cui venivano dati, come fosse un pezzo musicale?
Si cimentò al meglio della sua memoria, e bussò ritmicamente per tre volte.

Un colpo.. poi un altro.. un altro ancora. Attese.

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