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[RP] Una promessa da mantenere

Misery
Era giunta per prima nella grande arena pronta ad affrontare ciò che l'aspettava...pronta ad abbracciare il suo destino.
Misery si fermò al limite dello steccato che richiudeva la grande piazza osservandone per qualche istante il centro e rivivendo le immagini finali del duello tra Marcolando e il cavaliere scarlatto.
Lentamente si mosse, avvicinandosi, appoggiando un ginocchio a terra e accarezzando una zolla ancora bruna dal sangue rappreso e ricoperto ormai dalla polvere
Il dolore e la rabbia tornarono a far urlare la sua anima squarciando il silenzio che regnava in quel momento. Di nuovo il sapore del sangue le inondò la bocca raggiungendole la gola "Che io viva o muoia, cavaliere scarlatto, tu non mi dimenticherai. Questo te lo giuro" pensò.
Gli occhi le si strinsero fino a trasformarsi in fessure.
In quell'istante un leggero scalpiccio giunse al suo orecchio, poi di nuovo fu silenzio. Qualcuno la stava osservando da dietro le sue spalle, ma Misery non aveva bisogno di voltarsi per sapere chi fosse: Amleto era arrivato.
Si sollevò staccando la cintura che manteneva fisso il fodero al suo fianco e, dopo averne estratto la spada, lo gettò lontano.
Per qualche istante ammirò la lama di Damaris scintillare alla luce della luna "sii forte, questa notte colpirai un cavaliere"
Impugnò saldamente l'elsa mentre l'altra stringeva lo scudo e lentamente Misery si voltò.
Con il gelo nella voce si rivolse all'uomo fermo davanti a lei

Siete pronto...Amleto?
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Amleto
"Si. Sono pronto."
Così rispose, stringendo il nodo della benda rossa che legava i suoi capelli, affinchè i ciuffi della fronte non gli scivolassero sugli occhi durante lo scontro.

Avanzò verso la contessa Misery. A quel furioso istinto di guerra che aveva caratterizzato il suo primo scontro contro Marcolando, s'era sostituita nell'animo del cavaliere una calma irreale. Quell'atmosfera tipica della singolar tenzone.

Impugnò la spada e la puntò in avanti contro l'avversaria. Era pronto a tirar di scherma, deciso a disarmare Misery prima del colpo di grazia. Lei avrebbe dovuto sentirsi impotente fino all'ultimo istante, così come lui s'era sentito quando Danitheripper era stata condannata a morte.

I due cavalieri incrociarono le lame una prima volta e poi si scagliarono uno contro l'altro, tra fendenti e parate.

*SDENG*SDANG*
*SWISH!!!*

Ad ogni affondo di Amleto, Misery s'allontanava mantenendo la giusta distanza e ad ogni parata faceva poi corrispondere un rapidissimo contrattacco. Andarono avanti così, in una mortale ed affilata danza sotto la luce della luna, per qualche interminabile minuto. Il rumore metallico delle spade che s'infrangevano l'una contro l'altra si sarebbe udito per tutta Pola. Ma nessuno, dinanzi al minaccioso e vigoroso suono del ferro, avrebbe osato avvicinarsi a curiosare.

L'abilità di scherma dei due appariva del tutto alla pari.
Da un lato, l'uomo forgiato da mille battaglie tra terre lontane e vicine. Dall'altro, colei che aveva sostenuto un rigido addestramento fino a divenire il capitano dell'esercito del ducato di Modena. Entrambi conoscevano la crudeltà della guerra. Nessuno dei due si sarebbe tirato indietro.

Ancora un fendente e ancora una parata.
Amleto fece un passo indietro.
"Ebbene... mi sono stancato di giocare...", sussurrò con voce minacciosa.

Impugnò la spada con entrambe le mani, come fosse una longsword. L'elsa di Gretaluna era stata progettata per essere abbastanza lunga da consentire una simile impugnatura.

Si lanciò nuovamente all'assalto, vibrando un colpo di taglio che dal basso andava verso l'alto. Ancora una volta Misery riuscì a parare il colpo abilmente, ma l'impatto generato dall'attacco a due mani fu egualmente terrificante. La guardia della donna fu abbattuta dalla violenza del movimento e la lama di Gretaluna le ferì la spalla in modo abbastanza profondo.


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Misery
Misery si sentì trapassare dalla vibrazione causata dal pesante fendente infertole da Amleto, la forza che accompagnò quel colpo era stata impressionante e la sua guardia fu facilmente superata dalla lama avversaria.
La spalla le doleva da impazzire, la spada di Amleto aveva colpito in profondità e lei ne avvertì chiaramente il freddo sulla pelle e sulla carne lacerata. Il Sangue iniziò a scorrerle lungo il braccio mentre la ferita iniziò a pulsarle ferocemente.
Amleto era davvero un combattente ben preparato, ma questo lei lo sapeva già e con quel colpo aveva tentato di disarmarla ferendole la spalla del braccio con cui maneggiava Damaris.
Guardò Amleto con occhi gelidi: non gli avrebbe dato la soddisfazione di sentirla urlare ne si sarebbe fatta piegare così facilmente.
La smorfia di dolore apparsa sul viso di Misery si trasformò in un ghigno silenzioso "Sorpresa cavaliere scarlatto" pensò gettando a terra lo scudo e spostando la spada nella mano sinistra.
Fece roteare lentamente l'arma intorno al suo corpo disegnando ampi cerchi poi tornò a puntarla verso l'avversario lanciandosi in avanti contro di lui che rialzò subito la guardia. Di nuovo ricominciò la danza mortale tra i due.
Misery schivò un fendente spostandosi sulla destra, ma Amleto aveva gia ritirato il braccio pronto ad affondare di nuovo sul suo lato opposto. Misery spostò il corpo lasciando scorrere la lama avversaria che fece trovare il cavaliere completamente sbilanciato e indifeso.
Senza nessuna esitazione alzò Damaris facendola scendere con violenza sul sul cavaliere rendendogli il favore.
Una profonda ferita si aprì sulla spalla di Amleto.



Adesso siamo pari gli sussurrò ansimando
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Amleto
"Ambidestra... tsk... la mia solita fortuna!"
Amleto sfoggiò un amaro sorriso indietreggiando e tenendosi la spalla.
Quanto spesso poteva capitare di incontrare un combattente che sapesse usare la spada egualmente bene con entrambe le mani?
Una volta ogni cento battaglie, forse.

Ebbene, aveva appena trovato un simile spadaccino dinanzi a sè.
"Se manterrò questa battaglia sul piano della tecnica di spada... finiremo solo per farci a brandelli l'un l'altro...",
pensò il cavaliere stringendo la ferita più per rabbia che per dolore.

Cercò di concentrarsi al massimo per scovare un punto debole dell'avversario.
Strinse i denti. Finse un attacco al centro, poi uno a lato, poi ancora centralmente.
In tutti i casi la spada di Misery fece scudo impenetrabile alla sua padrona. Indietreggiò ancora, in tempo per evitare un contrattacco che gli sfiorò il volto.

"Che spadaccina eccezionale... è quasi un peccato che una simile guerriera debba morire... peccato? NO! Cosa sto mai pensando? No... se lo merita... deve pagare..."
Fissò la sua avversaria. Fino a sentirne ogni respiro... già... il respiro...
Fu lì che Amleto si accorse di qual era la vera differenza tra i due.

Misery non aveva la sua resistenza fisica. Quegli scambi e la ferita inferta l'avevano già costretta ad un respiro affannoso.
Lui invece era ancora in grado di combattere a lungo in quello scontro.
Diveniva dunque una battaglia di logoramento.

Corse verso Misery scatenando una furia di fendenti e affondi. Cominciò ad attaccare energicamente, senza curarsi che i colpi venissero puntualmente parati. Misery faticava a contrattaccare.
Continuò a colpire come una furia contro la spada della donna, finchè ella non divenne rossa in viso dallo sforzo. A quel punto, notandone l'estremo affanno, Amleto affondò la spada.

La terra si bagnò di rosso sangue. Era riuscito a ferire Misery anche nell'altra spalla. La battaglia sembrava giunta al termine.



"Getta la spada e accetta la tua fine. Non sei più in grado di combattere."

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Misery
Un mare in tempesta che si scagliava violento contro gli scogli: i colpi di Amleto arrivarono pesanti e senza sosta.
Uno...due...tre...dieci, la resistenza di Misery iniziò a cedere ed il suo respiro si fece affannoso.
Lo vide arrivare ancora, lo vide ritirare il braccio ed affondare.
Misery sollevò la spada nel tentativo di fermare quell'ennesimo assalto, ma era sfinita, il suo corpo non riusciva più a reggere lo sforzo e, di nuovo, la spada di Amleto la colpì ferendole l'altra spalla.

"Getta la spada e accetta la tua fine. Non sei più in grado di combattere." le disse
Era vero, non riusciva più a sollevare Damaris, ma si rifiutava di arrendersi "Non posso lasciarlo fare...non posso" pensò arrabbiata.
Lo sforzo che si costrinse a sopportare fu terribile: impugnò la spada con entrambe la mani e, respirando a fatica, la risollevò contro Amleto gettandosi di nuovo in battaglia.
Il dolore rendeva ogni movimento un orribile tormento per Misery che non riusciva più a controllare i suoi movimenti divenuti troppo deboli per poter impressionare il cavaliere davanti a lei.
Stava perdendo troppo sangue. All'improvviso la vista le si offuscò e la stanchezza ebbe la meglio su di lei. Misery tentò di colpire di nuovo l'avversario, ma non riuscì a mantenere l'equilibrio e cadde rovinosamente a terra sfiorandolo appena.



Stremata e sanguinante, si sforzò di alzarsi senza riuscirci. Respirava a fatica mentre il suo cuore batteva all'impazzata. Spostò lo sguardo severo verso Amleto e con un filo di voce disse

Sono pronta...finisci quello che hai iniziato e...rendimi libera cavaliere e senza chiudere gli occhi attese il colpo finale
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Elos
Elos osservava i due combattenti freddo glaciale, nessuna emozione traspariva dal suo volto.
Attese di vedere l'epilogo finale nella speranza che l'abile uomo avesse pietà della sua cara amica ...

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Amleto
La vide lì per terra, dopo quell'ultimo disperato attacco.
Con quelle ferite, ancora tentava di rialzarsi.
Che tenacia incredibile.

Amleto strinse la spada in pugno e si avvicinò a Misery, consapevole che ormai lo scontro fosse finito. Soltanto esteriormente.
Dentro sè, la battaglia continuava ferocemente e più violenta che mai.
Era rimasto terribilmente colpito dall'eroismo della donna, lanciatasi in quell'attacco pur sapendo di non avere speranze. D'altra parte... non poteva dimenticare chi aveva di fronte. Nè i drammatici e dolorosi motivi per cui si erano battuti.

Fu davanti alla donna.
Ne osservò le ferite alla spalla. Così simili... lo stesso sangue scuro...
Identiche a quelle che aveva visto in Gretaluna, ferita e inerme contro la parete in pietra a Port Lairge. Lo stesso sguardo ancora determinato negli occhi. La stessa spada... la stessa identica spada che aveva trafitto i loro corpi... così fragili...

La donna che amava, un tempo, s'era lanciata contro quel mostruoso gigante sapendo di non avere speranze. Solo per difendere l'uomo che amava. E ora proprio quell'uomo... era divenuto il nuovo gigante. L'allievo aveva superato il maestro.
E nuovamente una donna s'era lanciata, indifesa e disperata, contro di lui.

Che razza di maledetto mostro era diventato?!

La mano cominciò a perdere presa sulla spada.
Sentì la forza che gli svaniva e scivolava via dal corpo.

"Non diventare come loro..."
...era stato l'ultimo desiderio della donna che aveva tanto amato.

"E sia. Ma c'è qualcosa che devo finire."
Si avvicino minaccioso a Misery. Lei aspettò immobile il colpo di grazia.
Tenendo con fermezza la spada nella mano destra, Amleto colpì senza pietà.

Sferrò un micidiale schiaffone con la mano sinistra contro la sua avversaria.

"Che significa questo?!?"

"Questo... era per Dani."

La battaglia era finita.


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Misery
Lo schiaffo arrivò inatteso, lasciandola sorpresa e senza fiato.
Misery sgranò gli occhi: quel violento contatto con Amleto la ferì più di ogni suo colpo di spada.
Il sapore metallico del sangue si posò sulla sua lingua mentre un rivolo rosso le colorò un angolo della bocca scendendo fino al mento.
Fissò Amleto, ma la sua immagine le apparve lontana e sfocata.
Si sentiva confusa e stanca, mesi di dolore, di ricordi, rimorsi, rimproveri silenziosi....furono cancellati con quel semplice, violento e assurdo gesto.
Lentamente portò la mano sul viso e le dita riuscirono a percepire il segno lasciato dalla mano del cavaliere scarlatto.
In nessuna situazione e a nessuno aveva mai permesso di colpirla in quel modo...e non aveva mai concesso nemmeno a se stessa una brutalità simile, ma sapeva...sapeva di meritarlo e Misery lo accettò ingoiando, per la prima volta, il suo orgoglio.
Non riusciva a mettere a fuoco Amleto, la testa le girava e il dolore provocato dalle ferite la stavano straziando. Sentiva il sangue scorrerle sulla pelle del collo lungo la schiena, stava per perdere i sensi.
Chiuse gli occhi sospirando come se si sentisse finalmente libera e nella sua mente un'immagine, un volto si materializzò.
Misery la salutò silenziosamente con un lieve...impercettibile sorriso

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Elos
Elos osservava misery in terra di fronte ad Amleto, l’epilogo che temeva si stava avverando … il destino si stava compiendo … in fondo aveva sempre avuto la sensazione che misery desiderasse perdere quella sfida per espiare quelle che lei sentiva come colpe, ma che i realtà non erano tali.
Improvviso lo schiocco dello schiaffo risuonò forte nell’arena semivuota, l’eco di quel rumore gli risuonò nella testa a lungo, fu come un risveglio da un lungo sonno.
Elos non poteva capire a pieno il significato di quel gesto ma capì che quella era la fine della sfida e di molti degli incubi di misery … purtroppo non tutti
Sorrise ben sapendo che quello schiaffo avrebbe fatto più danno di un colpo di spada.

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Leucothea
Leuco’, appostata nei pressi della casa di Amleto, cercava affannosamente le chiavi nella sua pesante borsa da .. apprendista fabbro.

Dove le avrò messe? Eppure ero sicura di averle portate con me.. – diceva tra sé.

Recandosi presso la forgeria, aveva sentito le voci di Solex e Amleto intente in discussione nella casa lì accanto. Qualche minuto dopo l’uomo era uscito da solo, con la spada in pugno, e aveva chiuso a chiave la porta dietro di sé. Senza Solex.

Leuco’, avendo ascoltato più (o meno) involontariamente ciò che era avvenuto, aveva compreso il quadro della situazione. Finalmente trovò il grande mazzo di chiavi e aprì la porta.

Grazie di avermi liberato, grazie davvero – disse Solex sorpresa ma grata allo stesso tempo.

Ma perché hai le chiavi di casa di Amleto?- continuò.

Me le ha date… uno degli apprendisti di Amleto..- rispose Leuco’ senza guardarla negli occhi.

Adesso, vai e ferma quel testardo.. tu puoi riuscirci.. – concluse mentre la ragazza senza perdere un istante iniziò a correre verso l'Arena di Pola.
Solex

“Corri e vai a fermarlo prima che affronti Misery!”, aveva detto Leucothea dopo averla tirata fuori dalla casa di Amleto.

Solex, non se l'era fatto ripetere due volte e s'era lanciata decisa in direzione dell’Arena di Pola.

Corse a perdifiato ripensando al racconto di Amleto. La rabbia che bruciava nei suoi occhi.. e al tempo stesso l’amore per Gretaluna, quell’amore così intenso e profondo che nonostante tutto non si era mai spento e di cui lei era stata più volte testimone.
Era davvero giusto fermarlo?

Forse questa volta non avrebbe dovuto intervenire. Forse era giusto mettersi da parte.
Man mano che i pensieri s'inculcavano nella sua testa, l'andatura della ragazza si fece sempre meno decisa.
I passi divennero lenti e pesanti. La sua determinazione nel bloccare nuovamente lo scontro andava via via spegnendosi.
Si fermò, realizzando la propria incapacità di prendere una decisione. Che diritto aveva di prenderla per qualcun altro?

Guardò in lontananza verso l’Arena. Riusciì a distinguere due figure. Una delle due era già a terra. Abbassò lo sguardo. In fin dei conti, probabilmente era già tardi.

“E adesso... adesso che hai avuto la tua vendetta... che ne sarà di te?”, pensò preoccupata portando le mani al viso e guardando il mantello rosso dell'amico svettare al vento.

D'un tratto, sentì i passi di due persone avvicinarsi alle sue spalle.
“Vieni Solex”, fece una voce rassicurante e strozzata dal tempo
“E’ giunta l'ora di porre fine a questa lunga notte. Anche nell'animo del cavaliere tuo amico.”

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--Madre_superiora
L'anziana suora osservò lo sguardo di Solex mentre questa sorpresa si voltava.
Ma l'intenso stupore della giovane non fu tanto dato dal veder lei, quanto la persona che ella aveva portato con sè, tenendola per mano.

"Sei sorpresa di vederla, non è vero?", fece la suora in tono serio.
Accanto alla madre superiora, il volto innocente di Gretaluna fissava il campo di battaglia come fosse un tranquillo paesaggio dipinto in un quadro.

"Andiamo dal cavaliere"
Così disse e trascinò dolcemente con sè la fanciulla che, senza ben capire cosa stesse avvenendo, seguì camminando pian piano l'anziana donna di cui aveva imparato a fidarsi.
Mentre Solex, immobile, assisteva incredula alla scena.
Solex
Vedeva le due donne allontanarsi..
Dopo un attimo di titubanza Solex provò a raggiugerle affrettando il passo

"Madre ma non pensa che potrebbe essere controproducente per Gretaluna vedere Amleto in quello stato? E' troppo pericoloso! Lei è così fragile... potrebbe peggiorare la sua situazione, dovrebbe restare in convento! Ci ripensi, per favore!"

Preoccupata per la salute della ragazza, Solex si parò nuovamente dinanzi alla suora che di tutta risposta continuò a camminare in direzione dell'arena.

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--Madre_superiora
"Abbi fede, ragazza mia", rispose la suora accennando tra le rughe un sorriso caldo e rincuorante,
"Non è pericoloso... è umano."

Annuì alla giovane e le tre raggiunsero finalmente lo spiazzo dinanzi all'Arena di Pola.
Amleto
"Che significa questo?!?!", esclamò Amleto sbarrando gli occhi per lo sgomento, ancora sanguinante e con la spada in pugno.

Davanti a sè, su quel terreno ancora sporco del sangue della battaglia appena combattuta, vide arrivare l'anziana suora con Gretaluna e Solex.
"Siete forse impazzite? Portate subito via Gretaluna di qui!", esclamò con tono di voce affaticato ed estremamente duro.

La bionda fanciulla, all'udir quelle parole così dure, iniziò a tremare.
"Calmatevi cavaliere", gli intimò la suora.
"Calmarmi? Madre, Solex, ma che cosa vi è passato per la testa?! Vi rendete conto che Gretaluna ha paura delle persone attorno a sè? Avete visto quante ce ne sono qui attorno? In questo luogo è appena terminato un violento duello, ci sono feriti e voi... voi portate quella creatura innocente in mezzo a tutto questo?!?"

Gretaluna fissò Amleto.
Indietreggiò impaurita e tremolante, sbiancata in volto.
"Non capisco...", sussurrò Solex, "un attimo fa... era serena..."
"Portatela via... via di qui, subito!", intimò il cavaliere scarlatto.

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