Cangrande ascoltò con attenzione le parole rivoltegli dal Doge, e rispose:
Per quanto riguarda il Generale Swantz, non gli fu ordinato nell'occasione di mettersi in modalità amichevole, lo era già da prima, ovvero da quando aveva creato l'esercito. Così come in modalità amichevole doveva essere sin dalla creazione l'esercito del Generale Pirata83.
Ad entrambi i Generali è stato semplicemente ordinato di spostarsi da Verona a Mantova, mai è stato ordinato (da parte mia almeno) di cambiare il settaggio, che di default è amichevole.
Come detto precedentemente, ignoro se il Generale Pirata83 abbia agito di sua iniziativa o abbia seguito l'ordine del Sergente nel mettersi in modalità aggressiva.
Gli stralci di comunicazioni che mi avevano fatto visionare all'epoca dopo la strage mi sembra parlassero solo dell'eventuale "lista di amici", non del settaggio.
Io, come detto, mi dichiaro non colpevole dell'uccisione dei soldati, in quanto non l'ho ordinata e non ho dato disposizioni che avrebbero potuto causarla (ovvero non ho dato ordine di mettere il settaggio aggressivo).
Non capisco se la domanda su di chi sia la colpa sia retorica o se effettivamente stia chiedendo la mia opinione sulla colpevolezza degli intervenuti. Prendo per buona la seconda ipotesi.
Per quanto riguarda il Generale Pirata83, credo che buona parte dell'accaduto sia attribuibile al suo errore.
Era infatti consapevole che assieme agli eserciti si sarebbero mosse le lance e, avendo ricevuto l'ordine di spostarsi da Verona a Mantova, per evitare ogni rischio aveva due opzioni: o si muoveva in assetto aggressivo con una lista di amici, o si muoveva in assetto amichevole. Alla fine si è mosso in assetto aggressivo senza lista di amici, con le conseguenze che conosciamo.
Personalmente propendo per l'involontarietà dell'errore (non penso proprio che il Generale volesse appositamente uccidere soldati veneziani), dettato o dall'inesperienza o dalla disattenzione del non aver pensato alle conseguenze delle sue azioni.
Mi assumo la responsabilità di aver deciso di affidargli l'incarico di guidare un esercito della Repubblica.
Per quanto riguarda l'ex Sergente Diego73, come ho detto precedentemente, ignoro se sia stato lui a comandare in qualche modo al Generale Pirata83 di porsi in modalità aggressiva.
Nel caso l'avesse fatto, personalmente credo che la sua colpa non sia ascrivibile ai reati relativi all'esercito (il Generale Pirata83 doveva sapere che non era facoltà del Sergente ordinare qualcosa del genere), quanto piuttosto un reato "civile" di tradimento, nel caso ovvero sia confermato che avesse tratto appositamente il Generale in errore con la questione della "lista degli amici". Stabilirlo, tuttavia, non spetta a me.
A quanto mi risulta, infine, l'ex-Sergente pare essere l'unico quella sera a conoscenza del fatto che il Generale Pirata83 si sarebbe mosso in modalità aggressiva (non ho la testimonianza del Capitano).
Mi assumo la responsabilità di aver deciso di affidargli l'incarico di Sergente.
Per quanto concerne l'ex Capitano Athinodoros, egli era sicuramente informato degli spostamenti degli eserciti.
Ascoltando le altre testimonianze, non sembra che avesse ordinato lui il settaggio aggressivo.
Probabilmente doveva rassicurarsi che tutto fosse eseguito nel miglior modo possibile, evidentemente non ha controllato tutto o ha dato per scontato che i settaggi fossero amichevoli, dato che nessun ordine di cambiarli era stato dato da alcuno.
Mi assumo la responsabilità di aver deciso di affidargli l'incarico di Capitano.
Per quanto riguarda la posizione di Tancredi, non vi è contraddizione. Sapevamo che non si trovava nel nodo tra Mantova e Verona, bensì che si trovava in uno degli altri due nodi vicino Mantova, con ogni probabilità quello tra Mantova e Guastalla. Trovandosi ad un solo nodo di distanza, la possibilità che la stessa notte arrivasse a Mantova pertanto esisteva, se ne era consapevoli, o perlomeno io lo ero, quindi non vedo la contraddizione che voi rilevate.
Data l'importanza strategica, riconosciuta da tutti, dell'"occupazione" della città decisi di muovere gli eserciti in quanto se scontro con i milanesi avesse dovuto esservi perlomeno questo sarebbe avvenuto senza che essi avessero goduto del bonus difensivo (la preoccupazione, come riferito prima, era che i milanesi tornassero a Mantova in forza e bloccassero i nostri eserciti, perché se arrivavano alla città e rimanevano fermi avrebbero goduto del bonus difensivo - ovvero in pratica sarebbe stato impossibile sconfiggerli se non al prezzo di molte vite).
La responsabilità della decisione di muovere a Mantova me la assumo pienamente, ma credo che serva ricordare che comunque era stata discussa, valutata e approvata da buona parte degli Stati maggiori veneziano e modenese.
Gli unici che si opposero alla decisione furono l'ex Sergente Diego73 e il consulente militare Ghost (della cui identità vi dirò poi), che solo a tarda notte espressero perplessità sull'azione, come potei verificare il giorno seguente presso gli uffici di Palazzo Ducale. Vorrei sottolineare, se la memoria non mi inganna, che le perplessità riguardavano solamente l'opportunità di muovere verso Mantova, ma non si diceva nulla in merito a "settaggi aggressivi" né sull'idea di muovere le lancie assieme agli eserciti.
Essi ritenevano che fosse preferibile aspettare prima di muoversi e far entrare le due lancie nell'esercito del Generale Swantz, operazione che però avrebbe richiesto almeno altri tre giorni (Swantz era "in movimento", quindi un giorno per tornare "in reclutamento", un giorno per ritornare "in movimento", un giorno per ripartire). Nella situazione in cui eravamo, ritenevo che la possibilità che i milanesi tornassero a Mantova nei giorni successivi compromettendo il resto della guerra fosse troppo elevata e vedendo l'opportunità di "occupare" la città decisi fosse preferibile cogliere l'attimo.
Lo scontro con Tancredi avvenne sul nodo di Mantova, e prova né è il fatto che gli eserciti "rimbalzarono" nei nodi antecedenti.
Con ogni probabilità Tancredi si mosse a Mantova perché vide nascere lì un esercito autorizzato da Modena guidato da una veneziana, del quale personalmente ignoravo sarebbe stato aperto proprio quella notte.
La decisione di mandare gli eserciti con il settaggio amichevole era dovuta poiché non si voleva causare la morte imprevista di viandanti che quella stessa notte avessero viaggiato tra Mantova e Verona. Già dall'inizo della guerra era stato ordinato ai Generali veneziani che gli eserciti milanesi e genovesi (tra cui ovviamente quello di Tancredi) fossero messi nella lista dei "nemici". In questo modo, anche se in modalità amichevole, se i nostri eserciti avessero incrociato gli eserciti nemici avrebbero ingaggiato battaglia comunque, come poi avvenne.
Di fatto, quindi, non vi era alcuna necessità o giustificazione per ordinare una modalità aggressiva, dato che le frontiere della Repubblica non furono mai state chiuse e la libertà di viaggiare rimase garantita a chiunque, con l'eccezione della città di Padova per un certo periodo.
Oltre agli intervenuti e ai modenesi, a Palazzo Ducale era presente l'altro Generale veneziano Fioravante, l'allora Gran Ciambellano Lutetiae e un particolare consulente militare, la cui presenza fu caldeggiata dall'ex Sergente, presente con il nome di "Ghost", veterano della guerra tra Firenze e Siena, un tempo conosciuto con il nome di McEwan. Non ricordo, ma potrà sicuramente confermarvelo nel caso, se fosse presente anche l'attuale Consigliere Sbabbuz come rappresentante dell'Ordine dei Leoni di San Marco.
Era presente a Palazzo Ducale inoltre il Capitano del Ducato di Savoia, di cui non rammento il nome, a riprova dell'alleanza nascente il quel frangente tra Venezia e la Savoia stessa.
Se vi fossero altri, francamente non ricordo.
Spero di aver risposto esaurientemente. Rimango a vostra disposizione.
Questa volta Cangrande rimase in piedi, aspettando un cenno per sapere cosa fare...