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Lo scontro.

--Laneramietitrice
Nubi nere si alzano all orizzonte della citta

Un clagore di cavalli e di armi si ergono dalle mura di Udine e dagli accampamenti sottostanti

Voci che emergono dal nulla e nel nulla scompaiono.........

I soldati sono schierati,le mura sono piene cosi come le armate di falangi ai piedi della porta.

Si sollevano le scale! si chiudono i ponti elevatoi! inizia lo scontro tra gli eserciti

IN questa guerra ci sara un solo vincitore, la Nera Mietitrice di vite.
Colei che e' eterna quanto il tempo;
Colei che raccoglie le anime dei morti,senza distinzione di razza e di religione;
Colei che toglie la vita ai nobili quanto agli umili contadini

Colei che non si ferma mai a riposare, sia in tempo di pace che in tempo di guerra


AL LAVORO......NUOVE VITE MI ATTENDONO ANSIOSE
Haiku
“Ma cosa diamine fai?”
“Fammi passare, per favore... ”
La fanciulla continuava a sbarrarle il passo.
Allora Haiku fece un respiro profondo e con voce pacata disse:
“Ti ripeto, fammi passare … io non ho nulla contro di te, non potrei infierire su chi è stato tratto in inganno da gente senza scrupoli che ha coinvolto voi Udinesi in una guerra senza fine e senza motivi, ma solo per loro velleità, quindi ti ripeto per l’ennesima volta.. fammi passare.. devo andare dal capo.. .. ”
La fanciulla senza proferir parole le si avventò addosso e le diede uno strattone , Haiku la spinse indietro con lo scudo, ella cadde a terra , si rialzò e come una furia le andò di nuovo incontro e Haiku di nuovo la spinse indietro finchè nella colluttazione se la vide cadere davanti.
“Dannata testarda, smettila ! Ma non puoi avventarti contro di me nel buio e senza armi ! ”
“Fai vedere cosa ti è successo! Ehi … " e la scuoteva, mentre la fanciulla rimaneva immobile, le tastò la carotide e rimase di sasso, la fanciulla non respirava più….
Diede un urlo di rabbia e con quanto fiato aveva in gola disse:
“Ordine Brigante, che siate maledetti! ”
“Per i vostri subdoli divertimenti mandate a morire degli innocenti! Un’ignara fanciulla che avete messo a difendere un potere che nn c’è! Il vostro scranno possa essere maledetto e buio come questa notte infernale in cui avete permesso che una fanciulla ignara pagasse con la vita il vostro divertimento! ”
“Come avete potuto mandarla a combattere così? Nuda , senza forze e senza armi? VERGOGNA! ”
“Non vi è bastato ridurre in povertà Udine, ora volete anche farli morire tutti! ”
“Ovunque voi siate, verrò a prendervi! ”

Si gettò a terra in ginocchio e pianse quella vittima innocente.

http://img12.imageshack.us/i/gdr1z.jpg/

A terrà una pergamena attirò la sua attenzione….



”Mittente : Il signor Sindaco
Cari cittadini,
chi ha sposato la nostra causa, avrà notato che questa notte l'armata di Mes3 ci ha attaccati.
Durante lo scontro ci sono state delle perdite, e i nostri morti chiedono giustizia.
Io vi chiamo a raccolta per Udine libera.... per vendicare i nostri morti... per le nostre vite da uomini liberi... per i nostri ideali...
VIA GLI INCOMPETENTI DALLE POLTRONE... VIA CHI PROMETTE E NON MANTIENE MAI LA PAROLA DATA... !!!! CACCIAMO GLI OPPRESSORI DALLE PORTE DELLA NOSTRA CITTà...
Probabilmente moriremo tutti... ma nessuno potrà dirci che non ci abbiamo provato e che siamo morti senza onore!!!!!
Chiunque volesse combattere al nostro fianco...

Fuori città----> il mio gruppo ----> create un gruppo armato, anche da soli----> e difendete il potere!!!!


Sindaco e Principessa pro-tempore
Morphea Borghese ”


Letta la pergamena , Haiku la fece in mille pezzi in preda alla rabbia
”Che tu sia maledetta sempre, Morphea! ” TU SEI l'OPPRESSORE!
”Stai dicendo alle gente di immolarsi per te... in cambio di cosa??? ”
”In cambio della tua poltrona! Vuoi rimanere attaccata alla poltrona e per farlo vuoi passeggiare nel sangue di gente innocente colpevole solo di trovarsi nel tuo stesso luogo e soggiogata dalla tua parlantina! ”
” MORPHEAAAAAAAAAAAA.. DOVE SEIIIIIII???? ”urlava Haiku
”Vieni fuori e combatti con me, lascia stare gli udinesi già indeboliti dal poco cibo che tu offri loro. ”
”Sei un ‘ingiusta! Offri loro solo parole , parole ,tante belle parole e poi morte e distruzione!mentre tu, tu che sei l'unico oppressore sei comodamente seduta su uno scranno a goderti lo spettacolo delle morti innocenti! ”
”VERGOGNA!!! ”
”Che ti possa crollare sotto i piedi quello scranno, se il cambio è tutto questo sangue innocente versato! ”
"ARRENDITI Morphea , perché il giorno che ti avrò di fronte non ti perdonerò, come potrebbe perdonarti l’Altissimo! "


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Legio

















Poco prima dell'alba le fiaccole dell'esercito veneziano presero a muoversi.


Era chiaro che quello era il segnale, Il vento cadde, si udirono le prime urla di guerra in lontananza,
poi la marea umana dei veneziani copri di corsa lo spazio che li separava dalle mura.


Furono attimi lunghissimi quelli che passarono mentre fissavano l'orda di veneziani raggiungere i bastioni.


Si levo' un acclamazione che fu sommersa quasi istantaneamente da un immane trapestio di zoccoli. La battaglia era cominciata. Legio respiro' l'odore acre e sudaticcio della paura.



"Al mio segnale! " Urlo' Legio. " Arcieri!"


Quando Legio calo' il braccio dozzine di frecce annerirono il cielo di quella notte splendente,
poi fu la volta dell'olio bollente che con quanta violenza poterono calarono dai spalti
Le frecce si levavano come uno stormo di uccelli sugli assalitori, le scale furono immediatamente posate alle mura
e di li a poco inizio' il corpo a corpo.


C'era un clangore assordante di ferro contro ferro e l'aria era satura dell'odore metallico che conosceva bene,
uomini e ferro si urtavano, volteggiavano, caricavano e cadevano ed in quel fracasso gia si udivano le spaventose urla dei primi feriti, si combatteva ovunque, la mischia era diventata generale, combattevano i mercenari dell'Ordine, combattevano i liberi cittadini, combattevano i fabbri, i maniscalchi, mugnai, bottegai, tutti immersi spalla a spalla in una cacofonia agghiacciante.


Mentre mulinava la spada come un triste mietitore Legio vide baluginare nella piana le insegne della Chiesa...
Un piccolo gruppo avanzava al galoppo con le insegne della chiesa incurante dei dardi, diretto verso il portone centrale.
Legio si scrollo' di dosso il veneziano che lo impegnava e corse verso le torrette di guardia del portone.

" Aprite la portaaaaaaaa...Voi laggiu'....a gli argani!"
Urlo' con quanto fiato in corpo aveva Legio.

Come fosse protetto da uno scudo divino il gruppetto evito' miracolosamente frecce e olii bollenti ed entro' appena in tempo per vedere un'enorme catasta di fieno incendiata cadere dietro di loro.



Mentre Legio riguadagnava le mura per poco non venne travolto in strada da una folla di cittadini in fuga,
vecchi affannati, ragazze urlanti, donne che reggevano in braccio i loro bambini impauriti, quella marea umana lo trascino' per parecchi metri, erano tutti diretti verso la chiesa.
"Stiamo perdendo" penso'Legio, poi scanso' con la forza della disperazione quanti gli sbarravano il passo e giunse come un forsennato sulle mura, e li ebbe la sorpresa di vedere che l'Ordine non solo nonindietreggiava ma aveva addirittura riguadagnato il terreno perduto e stava ricacciando gli assalitori giu dai spalti.

" Non ci posso credere..." E sorrise.







La ritirata dei veneziani comincio' dal centro e dilago' sui fianchi come un onda.



Solo allora Legio vide morphea posata sul corpo di Tuben insanguinato,
cantava una ninna nanna e tutto era silenzio dopo il clamore attorno a lei.


Penso' a cio che aveva scrito il Doge..




"Vi garantiamo inoltre che, fuorché le armate Veneziane e l'associazione a delinquere detta "Ordine Brigante", nessuno rischierà la propria vita....."



Vide tuben a terra, vide ardelon che non respirava gia piu', vide un pellegrino massacrato sotto la porta centrale...


"Dove sei Doge vilissimo, tu e le tue false promesse....dove sei mentre tuoi uomini muoiono?"


Legio sputo' a terra e poi insieme a Kurtz si diresse a far la conta dei feriti.








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Valerioborghese
Non indietreggiate!!!!!
non abbiate paura!!!
urlò Valerio sulle mura......
ad un certo punto scorse ,tra le genti pugnanti,Rufio che si era gettato su Tuben,per proteggerlo.
Proteggete rufio..........non ha più lo scudo ed è ferito!
Ponzie


Le prime luci dell’alba illuminavano il campo di battaglia.

I corpi dei soldati morti giacevano a terra inermi, mentre i feriti gemevano per il dolore degli squarci provocati dalle spade, dalle lance o dalle frecce.

La Nera Signora aveva mietuto, ancora una volta, le sue vittime.

Ponzie coperto di polvere e sangue, tenendo Intrepido per le briglia, e con il il suo falco nero Ardito appollaiato sul suo braccio, cercava disperatamente sua moglie Romy, e già pensava di non vederla più…
“Che la Nera Signora l’avesse rapita alla Vita ?” si domandò Ponzie.

Ma ecco sbucare tra la polvere del campo di battaglia una figura a lui famigliare : era Romy che, trascinando la sua pesante spada, si avvicinava a lui tutta tremante e spaventata da ciò che vedeva e da ciò che aveva vissuto ma che, nonostante tutto, non aveva mai ceduto alla paura.

Ponzie corse ad abbracciare Romy che svenne tra le sue braccia.
Immediatamente prese Romy in braccio e la portò di corsa alla tenda medica ed all’accampamento medico appena poco distanti .

Come arrivò, i cerusici corsero immediatamente a soccorrere Romy ma, grazie al Cielo, era solo svenuta per la tensione e la fatica del combattimento.

Per questa volta la Nera Signora aveva risparmiato sia lui che l’amatissima Romy…

“E la prossima volta - Si domandò Ponzie - cosa farà la Nera Signora : ci risparmierà ancora o il nostro destino si compirà ?”

Con questo pensiero si sedette accanto alla branda dove Romy riposava per vegliare su di lei e farsi trovare lì quando si sarebbe ripresa.

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Ardelon
Avanzavano i cavalieri verso le mura, erano sfuggiti alle frecce e ora portavano una scala fino alle mura...ancor prima che fosse poggiata Ardelon si arrampicò fino a metà, stranamente la strada sembrava libera...quindi si voltò per dare cenno agli altri di seguirlo...ma fu solo un momento...
In breve tempo l'Ordine brigante arrivò e fu schermaglia...
La foga della battaglia era forte in lui, voleva la riscossa ai suoi molti errori e come una bestia si allontanò dal suo gruppo, finchè...
Una ragazza lo caricò da dietro un muro..Ardelon fece appena in tempo a parare il colpo e spingendo indietro quella donna la riconobbe...

Spalancò gli occhi nel vedere quel volto e abbasso la spada sentendosi il fiato venir meno per far posto allo sconforto...

"Gigina...tu..."

La ragazza esitò vedendo l'avversario che non combatteva...ma altri arrivarono, Gravedigger in testa sferrò il colpo...il colpo che ruppe Priakka...il colpo che trafisse Ardelon...così si inginocchiò fissando ancora una volta gli occhi di quella giovane...

"Gigina...non devi..."

e poi fu il buio....

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Serenedi
Serenedi trascinava la gamba mentre camminava tra i corpi senza vita dei soldati, era davvero stanca, non riusciva più a reggersi in piedi così cadde a terra. La vista divenne sbiadita e udiva un rumore in sottofondo, qualcuno si stava avvicinando. Ormai credeva di essere spacciata. Una voce dolce le disse:

"Serenedi, oddio mia cara, cosa ti è successo?"

La donna con voce bassa farfugliò qualcosa:

"Oh, Malasia sei tu. Ho un tremendo dolore alla gamba, stò impazzendo".

L'amica aiutò Serenedi a rialzarsi, ma sembrava molto turbata.

"Malasia cosa succede? Malasia?"

Con le lacrime agl'occhi le disse che Ardelon era stato ferito, almeno così le avevano riferito.
Serenedi si staccò da Malasia e corse zoppicando a cercare il suo amico.
E dopo un paio di passi lo trovò.
Era così pallido.
La donna si avvicinò al corpo e iniziò ad abbracciarlo e a piangere come una bambina.

"Ardelon, Ardelon, dai svegliati non mi far spaventare, ti prego Ardelon"

Malasia dopo aver raggiunto l'amica le mise una mano sulla spalla per confortarla.
Serenedi si voltò verso di lei.

"Ti prego dimmi che è ancora vivo, ti pregooooo, dimmelo ..."
Fly91
le fiaccole si mossero all'unisono,mentre un malinconico corno fece risuonare l'aria davanti a udine....prima uno solo...poi si alzarono come un'onda da tutti i reparti dell'esercito...e il suono divenne assordante...gli stendardi rosseggianti brillarono nel cielo...il ruggito del leone fece tremare la piana tra l'accampamento e le mura della città.....venezia era li per liberare udine...

fly senza ricordare bene come,si ritrovò ai piedi delle mura,il breve spazio tra l'accampamento e le porte era passato troppo rapidamente,immerso nei suoi pensieri aveva marciato sempre più rapidamente verso la città...

fly rivide la sua bambina,era stato difficile convincerla a rimanere a casa...."papà papà,lascia che venga anche io...ti prego papà fammi venire con te..." fly le aveva scompigliato i capelli come al solito e l'aveva presa in braccio stringendosela forte prima di partire..."vai piccola mia,questo non è posto per te,fa che non lo sia mai..."un bacio in fronte ed era partito...non aveva nemmeno salutato queen...lei non avrebbe capito...

fly alzò la testa giusto il tempo per avere i riflessi di alzare lo scudo sopra la testa...un nugolo di frecce piovve dal cielo....

urlò....

PER VENEZIA!PER UDINE!

vennero issate scale e preparate le macchine da assedio...la corsa fino a sotto le mura fu esasperante...poi la scalata sulle prime costruzioni innalzate.....poi venne la battaglia...i sensi portati al loro massimo stato di allerta,l'adrenalina a mille....

passarono i minuti...e il tempo si confuse nella battaglia perdendo di significato..tutto era sfocato e la fatica rendeva pesanti i movimenti...

fly sentì un richiamo lontano...il suono di trombe o corni,non seppe identificarli,si lasciò distrarre da quei richiami ed un avversario non ben identificato colpi con un fendente deciso la sua spada...la guardia era indebolita e venne disarmato...la paura lo pervase...era finita cosi?
il consigliere rimase impitrito aspettando il colpo di grazia...che non arrivò....riaprì gli occhi vedendo accanto a lui sua nipote lilith....sorridendo le stava porgendo la spada..."zio...hai perso questa..

ancora impietrito riafferrò la spada e lilith continuò"avanti zio che fai li imbambolato...è ora di andare avanti!sbrigati....

ormai era gia lontana quando si svegliò dall'incubo...ritrovandosi ancora sulle mura di udine...l'esercito della serenissima stava arretrando...la battaglia del primo giorno era ormai conclusa..."maledizione,devo sbrigarmi"...fly corse a perdifiato per non rimanere tagliato fuori dalle linee dei suoi compagni...una donna inveiva contro morphea inginocchiata accanto ad un corpicino senza vita....le gambe tremarono in un brivido incontrollato...ecco la guerra,la rabbia invase la bocca del consigliere in un sapore amaro di fango....

si inginocchiò al fianco di haiku....avanti,dobbiamo andare...pagheranno haiku..pagheranno per aver messo innocenti qui...e diranno che anche i poveri e umili combattono al loro fianco...vigliacchi..sono solo vigliacchi...ora vieni...è ora di andare.
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Edelvais
Tutto era iniziato l'esercito partì all'accatto......Edelvais fece un cenno poco prima di partire ad Ardelon, lui ricambiò con un piccolo cenno di assenso e un sorriso....
Partirono all'attacco....molte frecce arrivavano da ogni angolazione, tutti alzarono gli scudi come protezione, e continuarono la carica, alcuni soldati vennero colpiti lievemente, ma continuaro
no ad avanzare anche con frecce conficcate su braccia o gambe, nulla ormai poteva fermarli.

Nel momento stesso che le due fazioni arrivarono al corpo a corpo una nuvola di polvere si alzò, le grida di incitamento si univano a grida di dolore, ed Edelvais perse di vista il suo Ardelon
e i compagni sparpagliati tra briganti e comuni cittadini di Udine.

Edelvais colpi, colpi a piu non posso, ma un urlo provenì dalle sue spalle.....

"ARDELON!!!!! NOOOOOOO!!!!

La voce era quella di sua madre Elridin....si voltò di scatto il cuore per un attimo le si fermò....cercò con gli occhi tra la folla....ecco la vide.....il suo sguardo era fisso in terra, le sue braccia lungo i
fianchi impugnavano la spada....il suo sguardo era fisso....Edel sentì un vento gelido che la trapassò....corse verso di lei, non curante di chi le venisse incontro....li trovò anche Malasia e Serenedi....con le lacrime agli occhi

Arrivò...e vide il suo Ardelon senza vita steso a terra, impugnando la sua fedele spada Priakka....

"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!ARDI AMORE MIO CHE TI HANNO FATTO!!!!! urlò Edel lasciando cadere il suo scudo e la sua spada e inginocchiandosi accanto a lui,
il suo dolore era immenso, lo tenne stretto tra le sue braccia, mentre sua madre accanto a lei, in guardia a protezione di quel momento di dolore......

"Amore mio, ti vendicherò lo prometto a costo della mia vita....non permetterò che tu sia morto invano".......

Edelvais depose il capo delicatamente in terra....si alzò....il suo sguardo era serio il viso bagnato dalle lascrime, prese il suo scudo e la sua spada.....guardò Elridin...bastò solo quello che sua madre
capì e annuì..... "Ho capito Edel...vai....rimango io qui con Ardelon...."

Edelvais fece un respiro e corse verso gli altri.....vide due briganti da lontano e si fiondò su di loro...colpi uno dei due con lo scudo facendolo cadere a terra....riconobbe nell'altro Tuben, e si accani su di lui
con tutte le sue forze e lo colpi una volta sola infilzandolo a morte....

Sfilò la spada dal corpo inanime del giovane, la pulì sulle vesti del malcapitato...e prima di correre verso gli altri disse.....

"Che la tua anima riposi in pace...ora!!!!!"

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Legio











Nel primo pomeriggio Legio, appena torno' nelle sue stanze scrisse un messaggio per Padre Heldor e l'affido' ad un uomo fidato,
poi crollo sul letto e comincio' a pensare alla notte successiva.











"Reverendo Padre, tutta Udine, per quanto la tormentata situazione lo consenta, si rallegra del suo arrivo.
Spero che nulla di male sia occorso alla sua persona ed alla sua scorta durante la battaglia della scorsa notte.
Avra' modo di rendersi conto appena lo vorra' della situazione in cui versa la citta' e delle reali condizioni della popolazione, so' che si vocifera che usiamo la popolazione inerme per difenderci, o che affamiamo il popolo,
ma la verita' è che sulle mura c'è la popolazione di mezza Udine e sono tutti volontari e questa è una realta che non vogliono far trapelare.
Avra' inoltre modo di osservare come il prezzo del pane sia addirittura calato da quando Udine è citta libera.

Se mai dovesse aver bisogno dei miei umili servigi mi consideri a sua completa disposizione."


Sia lodato Nostro Signore
Legio









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.lilith


Era notte.
Lilith sedeva davanti alla tenda, quando furono chiamati a raccolta.
Era venuto il momento di muoversi.

Le torce marciavano verso le alte mura di Udine.
La strada era buia. Un'insolita tranquillità incombeva sui passi dei soldati.

Per pochi attimi si volse a guardare i volti dei compagni.
Gli occhi fissi sulle mura. Le labbra serrate . Le mani appoggiate sulle else.
Li avrebbe difesi ad ogni costo. I 'suoi' uomini...i suoi cari...

In un secondo, un forte sibillio e un'ombra nera coprì il cielo.
'SU GLI SCUDI!!!'
Una pioggia di frecce si abbattè su di loro.
Giusto il tempo di rialzarsi e subito lunghe scale furono portate vicino alle mura.

La battaglia iniziò.
Un frenetico susseguirsi di colpi e urla tolse alla notte quella poca umanità che le era rimasta.
'Restiamo uniti mi raccomando!

Ogni colpo diventava sempre più pesante. Le bocche si contorcevano dalla fatica e i volti erano rigati dal sudore.
A stento, le luci delle torce, permetteva di riconoscere contro chi si stava combattendo.

Un suono assordante attirò la sua attenzione. giusto in tempo per vedere suo zio Fly immobile in mezzo alla mischia...disarmato.
Si avventò sul suo aggressore, colpendolo al ventre, poi si avvicinò a suo zio '...hai perso questa...'. Sforzò un sorriso restituendogli la spada.
Il suo sguardo fu rapito da chi aveva appena colpito. Vide una giovane accasciata a terra, le sue armi in frantumi...cosa ci faceva in mezzo ad una battaglia? Era troppo giovane per combattere!
Rimase immobile qualche secondo, poi le urla la riportarono alla giusta attenzione.
'Avanti zio che fai li imbambolato! E' ora di andare avanti! Sbrigati!'

Le prime luci diedero il segnale. Era venuto il momento di rientrare al campo.
Si assicurò che tutti i suoi uomini fossero in salvo. Erano stanchi, ma incolumi...'Andate in tenda a riposarvi, altre battaglie ci aspettano...Io voglio assicurarmi che tutti stiano bene.'


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Su Magnanimidad, la Sanguinaria....
Rahziel
La prima notte di battaglia si era conclusa egregiamente per l' Esercito Veneziano. All'ordine del Generale Andrea si era allontanato dal luogo di scontro prendendo per mano sua moglie.

Per tutta la giornata si accertò delle condizioni di salute nella sua lancia... scambiando parole con quelli che più che suoi soldati considerava suoi amici.

Consumò un pasto fugace a base di gallette e formaggio e pregò l'Altissimo.
Baciò il ritratto dei suoi due figli e si ritirò in riposo nella sua tenda... in attesa della seconda notte di sangue, in cui avrebbe potuto mancare la Fortuna, non di certo il Valore.

-Francesco, JuliaSofia... vi penso sempre.
Ladyfair
Parenzo 6 ottobre 1457.
Era pomeriggio inoltrato quando a Lucrezia arrivarono i rapporti degli scontri.
Trattenne il respiro e comincio' a leggere...
Ardelon..amico fraterno...per lei sempre suo cugino...grande sindaco che ha dato la sua vita a Udine...
Tuben...dolce e giovanissimo ragazzo...non era possibile..proprio lui...
le lettere di quei nomi iniziarono a ingrandirsi e a ballarle davanti agli occhi...un mare di ricordi la sommerse...non basta un fronte opposto per sbiadirli, non basta una bandiera per dividere l'odio dagli affetti...non basta un'assurda battaglia per dividere amici da nemici...
Le lettere continuarono a sbiadirsi, bagnate dalle sue lacrime, finchè nulla si leggeva più...solo un'enorme macchia nera di inchiostro univa cio' che la battaglia aveva diviso...
Passo' un tempo indefinito...poi Lucrezia si asciugo' il volto, ripose gelosamente quel foglio, accarezzandolo...
Il dolore si trasformo' in rabbia...non avrebbe assistito impotente e da lontano a tutto questo...
Tutto quello che amava e aveva amato, era li a Udine...la sua vita era li...perderla ora non aveva importanza.
- Legio...cosa stai facendo a Udine, ai tuoi uomini...a tutti noi?
chi o cosa ha offuscato la tua mente? Chiami corrotti e nemici tutti quelli che non appoggiano questa pazzia...senza distinguere più nulla e nessuno
...
Lucrezia prese la sua spada...
- Io non conosco quest'uomo, e a quest'uomo non devo nulla...chi ho amato non esiste più..o forse..non è mai esistito.-
Le carte del suo ufficio erano a posto, tutto era in ordine...poteva partire...
- Vedremo se mi farai entrare, o sceglierai di colpirmi alle spalle dalle mura...perchè io sto venendo li...puoi scegliere di uccidermi dall'alto o farmi uccidere...oppure scendi da quello scranno lordo di sangue su cui ti sei assiso, e vieni a farlo di persona...
Spada, mantello e scudo...era già in strada, il suo cavallo era pronto....prima di partire invio' lo stesso messaggio, uno al Capitano e uno a Udine:

- sto arrivando...

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Morphea
" Lascialo Morph" continuava a ripeterle Kurtz, lei ormai guardava nel vuoto e non ascoltava più i lamenti, le urla... neppure la quiete avvertiva più...
Ad un passo da Tuben vide Rufio che lo teneva ancora per mano... non lo lasciava... era ferito e ancora continuava a stringergli la mano.
" Morph..." le disse con la voce tremante " ci ho provato Morph, ho provato a salvarlo". Quelle parole la riportarono alla realtà, si asciugò le lacrime e si guardò intorno.
Kurtz le sfilò il corpo dalle mani, caricandoselo a spalla per portarlo in infermeria.
Lei si spostò poco più in là per avvicinarsi a Rufio, prese la sua testa e poggiandosela sulle gambe cominciò a medicargli le ferite. Gli accarezzava il viso con una mano. " Non è grave, ti rimetterai in piedi presto" Quando Kurtz tornò gli affidò anche Rufio. " Tra un po' verrò da te.."
Infilò le dita nel terreno e strise i pugni così stretti che i palmi cominciarono a sanguinarle... non più un lamento, non più una lacrima nè una parola di sgomento. Sentì una mano poggiarsi sulla spalla, alzò gli occhi e Legio era lì. " Vieni Marfy, hai bisogno di riposare..." L'aiutò a sollevarsi e la portò in Taverna.
C'erano stati altri morti e altri feriti, ma nessuno era ancora in grado di farne una stima precisa.
Uno degli uomini presenti in Taverna le disse che un Cavaliere aveva chiesto di lei, e che la attendeva ad un tavolo.
L'uomo era uno dei Cavalieri Teutonici, era arrivato in città insieme a Monsignor Heldor e chideva di sostare ad Udine il tempo necessario ad assicurarsi che alla popolazione non mancasse nulla.
" Madonna ho pane per i più deboli, vorrei potervelo offrire." Le disse con voce decisa. " Ottimo Messere, prendo tutto quello che avete, dovreste solo portarlo alla Taverna Municipale, i più deboli verranno accolti lì. Se aveste la compiacenza di far arrivare altro pane ed altro cibo come nei giorni scorsi, ve ne sarei grata. I cittadini non devono perire nè fame, nè sete. Loro non hanno colpe." L'uomo attese che terminasse per replicare " So come la pensate Morphea, farò quanto è in mio potere affinchè ai deboli non manchi nulla. Ho fatto un giro ai banchi al mercato e per ora sembra esserci tutto... Comunque sono qui per questo!" e lei annuendo " Bene! Se volete riposare con Monsignor Heldor vi farò preparare una camera. E sarei lieta, se passaste a dare conforto ai nostri soldati e a quelli delle fila nemiche, ne avranno bisogno."
Poi scusandosi si affrettò ad andare in Municipio.
" Morphea, dopo lo scontro qualcuno gridava fuori le mura... Era una donna... Imprecava e diceva che avete mandato al massacro degli innocenti.... Vi malediceva e chiedeva la vostra testa!!!" disse uno dei soldati.
" Qualcuno le ha detto di mettersi in fila fuori le mura? Se la giocheranno ai dadi la mia testa... ma che non parlino senza sapere.... le loro chiacchiere in questo momento poco mi interessano. Ho informato chiunque e chi è qui lo sa. Non do mai false speranze... Chi ha deciso lo ha fatto senza alcun obbligo. Non è colpa mia se non hanno accesso alla città, non sono venuti in pace, ma in guerra... se lo avessero fatto avrebbero ascoltato anche le loro voci. Quindi che parlino... Se gli uomini, disarmati e senza forze hanno deciso di seguirci comunque, forse è il caso che sul serio comincino a farsela qualche domanda. Sono venuti qui in guerra... e nessuno ha avuto il coraggio di dichiararcela, che gli piaccia o no, Udine è indipendente, avevano il dovere di farlo. Avevano il dovere di fare tante altre cose... e come al solito se ne sono lavati le mani. Ora scusami, ma voglio andare in infermeria a vedere come stanno i nostri uomini."
Vsevolod
Collina sul Carso, 6 Ottobre, prime luci del mattino

Sulla cima di una collina il vento freddo e il puzzo di pesto alla genovese impediva a Vsevolod di dormire.
Uscì dalla tenda vestito con le sole brache e vide che il cielo ad ovest sopra Udine si era tinto di rosso.


"verrà sparso del sangue, questa notte"
- pensò - "... e se quel maledetto genovese non la smette di russare, sapremo anche di chi sarà"

si sedette su una roccia piatta e contemplò l'orizzonte, l'alba di un nuovo giorno
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