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Lo scontro.

Malasia
E'notte all'accampamento fuori le mura, Malasia, malinconica e stanca, allontanatasi dal gruppo, guarda il cielo e tra sè e sè pensa:
"Chissà cosa accadrà! Quando finirà questa carneficina."
Sentiva forte il dolore per la perdita dell'amico Ardelon, del suo generale.
Lo stesso che le aveva consegnato la fascia del concorso di Miss Udine,
lo stesso, che un giorno la trovò disperata e stanca dentro la caserma dei Cavalieri quando lei era al comando e le disse:
"Adesso ci sono io a darti una mano non sei più sola!"
Ma adesso era sola! Sola con le sue paure, lei così poco pratica al mestiere delle armi.
Era stato il suo primo combattimento, le voci, le spade, le grida...i morti...i feriti...continuava a ripere dentro di sè:
"Perchè a lui, dovevo esserci io al suo posto!"
Stava impazzendo, doveva far qualcosa.
Depose la sua spada Pietro, (chiamata così in memoria di un suo zio valoroso combattente) e inginocchiatasi comincio a pregare:
"Aristotele indicami Tu la strada.
Proteggi questi uomini e donne che combattono per ideali nobili.
Proteggi il mio Zaccaria, fa che non le accada nulla.
Accogli le amine dei nostri morti e allevia le ferite di chi soffre.
llumina con la tua luce le menti dei potenti.
Amen"

Finito di pregare, stanca e stremata dalla giornata, riprese la spada e si avvicinò agli altri che stavano attorno al fuoco, sorrise e disse:

" Amici allora??, sbaglio o abbiamo una città da riprenderci??"

Poi corse a cercare Zaccaria, ma non lo trovò...

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Rufio_vatreno
Davanti al corpo di Tuben,ricomposto in una cappella della città,Vatreno non resse alla tensione e scoppiò in un pianto isterico........
"Tub.....amico mio....gli avevo promesso di proteggerti....ed invece ho fallito anche questa volta"
ancora vivido era in lui il ricordo di Dubovac,
anche allora difendeva,
anche allora .....parzek gli spirò tra le braccia....
"Cosa gli dirò ora....come potrò giustificarmi con lui ...oh mio dioooooooo ...tub...."
all'improvviso dei passi..........."Vatreno,amico mio"
"ah...siete voi generale "
"ho già provveduto affinchè sia avvisato della morte del figlio........Vatreno ...Tuben sapeva a cosa andava incontro ne era consapevole.....non rammaricarti per colpe che non hai"
"lo so generale....siamo soldati....ma ....ora sono vuoto dentro "
Vatreno salutò il generale ,un ultimo saluto a Tuben....poi si diresse verso casa.....le mura erano la sua casa.....
Giordanobruno
Giordano Bruno era salito sul campanile di Udine per assistere allo scontro.

Che battaglia!

Certo quando si vede la morte così da vicini ci si sente vivi sul serio!
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GIORDANO BRUNO DONDI-ZEN
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@ Ex Generale - Min. G.O. - Giudice di Siena
@ Ex Giudice di Venezia
@ Ex PM - Portavoce di Terra di Lavoro
@ Ex Sindaco di Orbetello e Pontecorvo
@ Ex Ambasciatore di Milano-TDL-Siena
Morphea
Vide Rufio uscire dalla chiesetta in cui era giacente Tuben, così lo seguì.
" Rufio" chiamò il suo nome con un filo di voce, quel poco che le era rimasto e che non era stato soffocato dalle lacrime. Credeva non l'avesse sentita, invece si voltò e le andò incontro. La strinse forte. Così forte da farle sentire il suo rammarico, il suo dolore e l'impotenza per quanto fosse accaduto. " Morph... " lui non riusciva a dire nulla, e lei " Ho ascoltato il tuo sfogo con Legio, ho visto come gli tenevi la mano... Non hai nulla da rimproverati, e nè io, nè Tab potremmo mai fartene una colpa. Sei sempre stato il nostro angelo custode quando lui non c'era. Sei il mio amico fidato, l'anima persa a cui so di poter chiedere conforto in momenti come questo. Tu arrivi quando meno me l'aspetto e resti lì in silenzio ad osservare che tutto proceda come deve. So sempre che ci sei anche quando sei lontano. La tua casa non sono le mura di Udine... " deglutì per mandare giù le lacrime e per non fargli più male di quanto non ne sentisse già. " So che sei debole, so che stasera non ci sarai... Resta tu con lui, per me è come se lo affidassi al padre. Ti voglio bene Ruffolo, non dimenticarlo mai... e se domani, dovessi perire... veglia su Alice e resta vicino a Tab, prenditi cura di loro come solo tu sai fare. Assicurati che siano sempre felici e che Legio non resti mai solo. Che Mistic e Giub abbiano sempre qualcuno su cui contare. Io so che ci sarai..."
Così si allontanò per raggiungere gli altri. Al calar del sole, gli uomini erano dinuovo pronti a combattere.
Mistic
Sprofondare nel silenzio e nei ricordi era l'unica cosa che le riusciva...
Mistic era lì,seduta,immobile,con lo sguardo perso nel vuoto...Tuben era il suo più vecchio amico...
il primo che aveva conosciuto a Teramo...ancora non ci credeva,ancora non concretizzava che il corpo che aveva visto lì
esanime fosse il suo.
La tristezza cedeva posto alla rabbia,era notte,era quasi ora di andare,anche quella notte si doveva combattere...
si alzò dalla sedia,le gambe quasi non la ressero,causa della prolungata inattività,scrollò velocemente testa e gambe per riprendersi e camminò verso l'altra stanza.
Era buio,niente candele,nessuna luce,anche la luna non collaborava quella notte...strizzò gli occhi e riconobbe la sagoma di Morphea...le si avvicinò
e con un tono duro che non aveva mai usato prima le disse:
"Non ti permettere di morire senza di me, che ti sucuto(perseguito) fino all'inferno!intesi?"
senza neanche voltarsi lasciò quella stanza e si diresse verso la sua postazione!

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16 Ottobre 1460
Kurtz
Quante notti come quelle aveva già trascorso? metà della sua vita era passata con la spada in mano. La luna rischiarava la radura sotto le mura, ombre sempre più numerose e minacciose si avvicinavano. Obelix lo vide pensieroso e gli chiese "Colonnello cosa c'è?"; Kurtz non rispose, nella sua testa si affollavano i ricordi. La prima volta che entrò in quella taverna a tagliacozzo, le prime grasse risate con Tabac parlando di donne; poi vennero tutti gli altri, Legio, morphea, mistic e così via. A poco a poco si era composto il mosaico della sua vita. Si guardò intorno e li vide tutti lì al suo fianco pronti a difendersi l'un l'altro ed a difendere il loro ideale di libertà. Mentre i soldati veneziani attaccavano, pensò anche al Doge lontano, nella sua torre d'avorio. Non aveva avuto neanche il coraggio di scrivere un incoraggiamento a questi bravi giovani che stava usando come sacrificio di sangue dovuto per innalzarsi a divinità.Poi lo scontro e non pensò ad altro, vedeva i suoi amici combattere come non mai. Fu un primo colpo al fianco a farlo barcollare; aveva già avuto molte ferite dolorose in altre battaglie, ma questa sembrava non esserlo, eppure il sangue iniziò a sgorgargli copioso. Vide Mistic cadere e tentò di correre da lei, quando incrociò per l'ultima volta una spada. Le carni gli si aprirono, le forze lo abbandonarono. Cadde in ginocchio su Mistic tentando di prenderle la mano. Obelix corse trafelato "Colonnello, colonnello, ti porto via da qui". Non ci fu tempo, un sonno lo pervase, gli occhi si fecero pesanti. "Obelix, proteggi il mio generale, io non potrò più farlo". Mentre gli occhi gli si chiudevano, sentì ancora una volta i suoi uomini gridare mentre l'esercito veneziano era di nuovo in rotta "SIAMO ANCORA QUI! SIAMO ANCORA QUI". Poi il buio.

gdroff dovrò abbandonare il personaggio di Kurtz, non sarebbe bello vederlo resuscitare, mi dovrete sopportare come Giubius gdron
--Obelix


Finché sei in tempo tira
e non sbagliare mira
probabilmente il bersaglio che vedi
è solo l'abbaglio di chi da dietro spera
che tu ci provi ancora
perché poi gira e rigira gli serve solo una scusa
la fregatura è che è sempre un altro che paga
e c'è qualcuno che indaga per estirpare la piaga
però chissà come mai qualsiasi cosa accada
nel palazzo lontano nessuno fa una piega
serve una testa che cada e poi chissenefrega
la prima testa di dolce zefiro di primavera trovata per strada
serve una testa che cada e poi chissenefrega
la prima testa di dolce zefiro di primavera trovata per strada
se vuoi tirare tira
ma non sbagliare mira
probabilmente il bersaglio che vedi
è solo l'abbaglio di chi da dietro giura
che ha la coscienza pura
ma sotto quella vernice ci sono squallide mura
la dittatura c'è ma non si sa dove sta
non si vede da qua, non si vede da qua
la dittatura c'è ma non si sa dove sta
non si vede da qua, non si vede da qua......

Cit. D.S.
Falcia
Udine, 07 ottobre 2009

"SIAMO ANCORA QUI! SIAMO ANCORA QUI!!!"

l'esercito veneziano batteva ancora in ritirata, ancora una volta, ancora un giorno da vivere.

matteo pulì la spada sugli abiti della donna che giaceva ai suoi piedi e la ripose nel fodero.

lo sguardo si soffermò sul cadavere,dalla camicia che portava vide spuntare una lettera, il sangue l'aveva sporcata in parte ma le scritte erano ancora visibili:

Nomino Malbeth viceprefetto doganiere per la citta' di Portoguaro. Chiedo si presenti al piu' presto in Camera Prefettizia per prestare giuramento.
Il prefetto
Eckart Lazzaro Torless Asburgo d'Argovia,
Signore di Guglia.


"un viceprefetto...ha fatto giustamente tutto ciò che il suo ruolo le imponeva. che aristotele ti accolga in pace."

stava per andarsene quando notò che la donna non brandiva nessuna arma, ne indossava nessuna protezione

nella foga della battaglia matteo l'aveva colpita al petto, non aveva notato la mancanza di armi e non ricordava nemmeno la dinamica precisa del colpo.

"un'altra viaggiatrice dunque, o almeno così sembrerebbe. certo è strano, probabilmente domani ce la saremmo trovata di fronte nelle file del Buccintoro"

portarono il corpo fuori dalle mura sperando che le truppe veneziane ne avessero dato degna sepoltura

senza dire più nulla matteo si dirise verso casa per riposare
.lilith
Le ombre della notte avanzavano velocemente e i Veneziani iniziarono a prepararsi per il nuovo scontro.
Subito fu suonata l'adunata e la vallata davanti a Udine cominciò a risplendere per le lingue di fuoco delle torce che incontravano le armature e le spade di Venezia.

Lilith marciò, insieme ai 'suoi', fino a trovarsi davanti alle mura della città. Subito iniziò la battaglia.
Li stavano aspettando davanti alle porte di Udine e immediatamente i due schieramenti si trovarono, l'uno contro l'altro.
Suoni di corni e urla diedero il segnale d'inizio.
Il tempo di muovere pochi passi e un uomo altro e robusto le si parò davanti, brandendo un'ascia. Rimase immobile cercando il modo migliore per renderlo innocuo poi vide che, poco più avanti, la sua lancia la stava aspettando e aveva bisogno di lei per proseguire nella marcia.
Di scatto si avventò sull'uomo urlando. Alzò con tutta la sua forza la spada e lo colpì con l'elsa sulla nuca, facendolo crollare a terra.
Poi di corsa raggiunse gli altri, che erano già in piena battaglia.

L'aria era tetra e densa, a stento riconobbe uno dei suoi resistere con fierezza ai colpi di uno degli uomini di Legio che, nonostante le ferite, continuava a combattere con impeto.
'Min!!! Resisti! Sto arrivando!' subito si mise tra i due e affondò la spada nel petto dell'avversario.
Si fermò a guardare i suoi occhi che lentamente si spegnevano. 'Perchè non ha provato a colpirmi?' era incredula.

Il cielo diventò pallido.
Era venuto il momento di rientrare al campo. I soldati erano stremati.
Molti corpi giacevano a terra e la preoccuazione si era subito diffusa tra le fila.
'Ci siamo tutti! urlò il Capitano.
Le membra si sciolsero a quelle parole. Ora si poteva finalmente riposare.
Lilith rimase sola davanti alla tenda attendendo l'arrivo del sole . La sua Axia grondava di sangue.

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Su Magnanimidad, la Sanguinaria....
Fly91
secondo giorno di battaglia alle mura di udine....

i fuochi dell'accampamento erano stati spenti prima della marcia e una coltre di fumo leggera aleggiava nel campo...tutti lo sapevano..ma nessuno lo diceva apertamente..quella notte la battaglia sarebbe stata molto più rovente e sanguinosa della precedente....

il corno risuonò ancora fra le tende e uno sciame di armature si dispose rapidamente nei ranghi....

nubi tinte di rosso veleggiavano pesanti nel cielo....di nuovo i corni...gli uomini iniziarono la marcia...i primi corvi sparsi sulla piana si alzarono,pronti a ripiombare sulle loro prede appena possibile....presto ne sarebbero arrivati altri.....

di nuovo lo scontro,il corrare di scudo su scudo,il clangore di spada su spada...fly si aprì la via fra i nemici marciando a ranghi compatti con la sua lancia...dopo l'ondata iniziale l'avanzata stava rallentando,i morti erano tanti ma l'esercito ribelle resisteva strenuamente...i combattimenti si fecero sempre più schermaglia...i muscoli erano appesantiti e pieni di fatica fino al trabocco...fly si lanciò in nuovo affondo per proseguire l'avanzata.....

un nuovo corno ruppe il selinzio infernale della battaglia....arrivarono gli ordini di rientro....

un'altra notte era passata...e i corvi scesero sulla piana...
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Morphea
" Dovevamo morire insieme... avevi detto!" Così ripeteva mentre versava lacrime sul corpo di Mistic " E tu... continuavi a dire che prima esalare l'ultimo respiro avrei dovuto sputazzarti ancora una volta sulla folta chioma...!"... con un abbozzo di sorriso sul volto...
Guardava il giovane King_James e tutti gli altri caduti durante quella notte, molti incontrati solo qualche giorno prima.
" Onore a Voi fratelli miei... non sempre nelle vene bisogna che scorra lo stesso sangue per sentirsi tutt'uno con chi ti è vicino. Avete fatto parte della mia vita, e saremo insieme dopo la morte."
Avrebbe pagato oro per essere tra quei corpi... Ma un'altra notte l'attendeva... probabilmente l'ultima.
Cercava il Generale... " Dove sei Le'? Non ti vedo... dove sei? "
Clod93


Giura che non dici il falso straccione!!!!
Clod prese per i cenci il povero barbone.
Glielo giuro signore! Me l'ha detto un'uomo che veniva da lontno. Era ferito e sporco, mi disse di aver fatto molti giorni di viaggio ma che non era riuscito ad arrivare fino a Capua.
Mi disse che veniva da Udine e che aveva combattuto una grande battaglia per riprendere la città......."

Lo straccione sospese il racconto per bere un goccio d'acqua.
E poi!! Parla per Dio!
"E mi disse che l'ordine brigante aveva respinto l'assalto. Ma con gravi perdite."
Clod si lasciò cadere sulla sedia.
Legio non solo aveva preso la città in modo a dir poco astuto, ma era riuscito anche a respinger un 'assalto dell'esercito della Serenissima.
"Astuto e pericoloso. Quell'uomo continua a sorprendermi!" disse Clod.
Poi si risolve allo straccione.
"Lo vorresti un bel pezzo di pane?" disse.
"Signore, lei mi renderebbe un'uomo ricco!!" rispose il poveraccio.
"Vai dunque, raggiungi il cavaliere e digli che Clodoveo Orlando Spadalfieri lo attende nella precettoria di Capua." disse Clod.
Il barbone si precipitò ala porta.
Clod, curioso di saperne di più, tornò alla pecettoria e si mise a dormire, ansioso di saperne di più.
Legio

















Legio fu svegliato dai salmodianti del vespro e stette li per parecchio prima di capire che era sera.

" .......beatus vir qui non abiit in consilio impiorum
et in via peccatorum non stetit, in cathedra derisorum non sedit......... "

Si tiro' su'....era ora di andare...



Kurtz non avrebbe portato il rapporto quel giorno...


La faccia di un vecchio l'attendeva dentro lo specchio.
Fisso' il mucchio di lettere sul tavolo, vide i sigilli e passo' oltre,
si rivesti', scese in sala d'armi e poi di li alle mura.
Oramai si potevano scorgere i singoli difensori sui spalti tanto era esigua la linea di difesa,
si diresse verso morphea che teneva lo sguardo fisso verso ovest.


" Riserva le lacrime per i catini d'acqua bollente stanotte...l'olio scarseggia "
gli disse appena vicino.


"Non sto piangendo... aglio, fravaglio, fattura che non quaglio."


"Se ti fai vedere cosi' scoraggi gli uomini .."
prosegui a bassa voce,
" Nella vita si nasce si vive e poi si muore...l'importante è tenersi occupato,
ne' la morte ne' i processi postumi ci sorprenderanno principessa.
Conosciamo bene contro chi ci siamo messi,
e saremmo disposti tutti comunque a rifarlo altre 1000 volte.
Sapevamo tutti gia prima che non ci sarebbe stato ritorno.
Meglio morti che ai loro ordini."










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Morphea
" Sai che rappresenta per me oggi? Il tuo brutto muso... i capelli arruffati e l'armatura impolverata? Non chiedermi perchè.. non conosco il significato delle mie risposte...
Sarei morta un anno fa se non ti avessi incontrato, e forse per tutti e due sarebbe stata una salvezza, come per tutti gli altri... "
gli disse tra dolore è gioia.... " Il giorno dopo saresti tornato indietro per raggiungere Tab... non mi avreste scortata a Teramo... niente l'Aquila, niente Feur.... nessuna caccia all'uomo... nessun assalto... niente di niente... nessun legame..." non aveva dimenticato nulla, non poteva " Non mi avresti mai protetta in silenzio da lontano, non avresti mai detto che il mio destino era segnato... nè oggi mi avresti richiamata Sharka come qualche mese fa, non mi ripeteresti, minuto e quarto d'ora che sono un catenaccio e non saremmo così legati. E non guardarmi con quella faccia... brutto aglio, fravaglio, fattura che non quaglio che non sei altro!!!!" gli disse con tono più fermo di qualche istante prima. " Tuben non ci avrebbe mai seguito fino in capo al mondo... Tab non ti avrebbe mai lasciato solo a Rijeka, tu neppure ci saresti andato... Mistic e Giub sarebbero ancora vivi... come vuoi che mi senta? Siamo qui, io ... te... e la nostra follia!!! Andiamo Le' " fissandolo in viso " Hai ragione... Per l'ennesima volta hai ragione... Il nostro destino è segnato... non c'è più tempo per le lacrime... Ma nella morte cerca la mia mano, perchè io cercherò ancora una volta la tua!!!!"
Così lo seguì, in attesa di un'altra interminabile notte.
Heldor
Il Patriarca era stato di fianco a Giordanobruno a guardare la battaglia... Era uno spettacolo tremendo eppure era il pane quotidiano per quei tempi... Ma nella sua bocca quel pane era amaro, amaro come il sapore della sconfitta... Ci aveva provato, provato con tutte le sue forze, a fare in modo che la parola prendesse il posto della spada, ma era giunto tardi... La sete di sangue di quella gente era troppo forte e lui non era riuscito a fermare la Bestia... A nulla era servita la sua predica in Cattedrale a Venezia... E mentre guardava la battaglia dal campanile, aggrappato al parapetto, lacrime silenzione gli bagnavano il viso barbuto... Era stanco e molto invecchiato... Quel viaggio e tutti che gli dicevano che sarebbe stata una trappola si erano scontrati ed avevano perso con la sua testardaggine e con la realtà dei fatti...

La notte prima era entrato al galoppo dalla porta San Bartolomeo scortato da Rebraist, che lo aveva protetto con il suo scudo dalle poche freccie che fino a lì giungevano... Era entrato ed era salvo... Ma ora?

Aveva ricevuto la missiva da Legio e l'aveva letta con calma, nella notte insonne che aveva passato... Non aveva risposto a parole ma si era diretto a cercare il Generale per parlargli di persona... Lo aveva pregato e scongiurato di lasciare che si aprissero le trattative per una resa onorevole, ma questi aveva negato più volte il suo assenso, dicendo che doveva molto ai suoi soldati e non poteva tradirli in quel modo...

Il Patriarca aveva annuito tristemente, ma aveva anche ottenuto da Legio la promessa che si sarebbe fatto battezzare e prontamente si era offerto di fargli da padrino, con Goa come celebrante... Doveva essere un momento di rinasciata per il Generale e lui voleva esserne il testimone e la prova.

Non sapendo bene cosa fare, se non pregare per le anime dei caduti in quelle due giornate, di entrambi gli schieramenti, si era diretto sul campo di battaglia, fuori le mura, durante una delle tante tregue per recuperare i feriti ed i morti...
Poco gli importava di insozzarsi le vesti e si era messo ad aiutare i medici, anche se le sue conoscenze mediche erano davvero scarse... Aveva celebrato una veloce messa e si era rimesso al lavoro...

Mentre camminava, con il suo vecchio saio da frate indosso, per il campo di battaglia, sentì l'urlo di disperazione di Edelvais... Non si sa per quale motivo quell'urlo lo colpì nel profondo... Si avvicinò a lei per cercare di darle i conforti spirituali e la vide china sul corpo di Ardelon... Le si avvicinò e le disse:

Figliola, non piangere... Ora egli sta meglio di tutti noi... Nel Paradiso Solare dove le anime dei giusti vanno...

Non conosceva Ardelon nè Edelvais, ma sapeva che quelle parole le avrebbero, forse, portato un pò di conforto... Lei alzò lo sguardo, con gli occhi di una fanciulla persa e lo guardò... A quel punto il Patriarca si inginocchiò di fianco a lei e unì le mani, invitando con gli occhi i presenti a fare lo stesso... La sua bocca si mosse da sola a dire quella preghiera, che il quel luogo era rivolta a tutti coloro fossero caduti, da una o dall'altra parte:

La pace perenne accolga
Le spoglie mortali,
la luce del sole illumini,
l’anima piena di grazia
di tutti i fratelli e sorelle
che hanno lasciato la terra
e deciso di non rinascere
ma di affrontare il giudizio divino.
Ammettili, o Sommo Bene,
alla tua presenza.


e chiuse la prece con un - Amen - che era poco più di un sospiro... Ma subito gli occhi si sgranarono a sentire che un altro amen si era unito al suo ed a quello di Edelvais... Ardelon, per quanto debole e vicino alla morte, si era risvegliato grazie al miracolo aristotelico! Lo guardò, steso in terra, e sul volto stanco si dipinse un sorriso, leggero e stupito... Che stupido era stato... Il miracolo aristotelico è sempre possibile e lui doveva saperlo bene!

Senza dire altre parole si alzò ed accarezzò il volto di Edelvais, come a dirle di aver fede e di star vicino a colui che fino a pochi istanti prima piangeva... Quindi si diresse verso la porta, doveva rientrare prima che la tregua finisse e anche dentro vi erano molti che necessitavano delle sue parole di speranza e di fede... Si sentiva pieno di energie ora...

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