Kappa
Martedi 6 ottobre 1457
Ormai attendeva da ore la risposta del Comandante dell'esercito veneziano, con un messaggero aveva inviato un'avviso di transito e di reclutamento ore prima e la notte ormai si avvicinava in fretta.
Aveva aspettato invano per giorni a Portogruaro una risposta da parte del Doge su una proposta di collaborazione dell'Ordine degli Sparvieri con le forze militari veneziane ma ormai era stanco e deluso non poteva nemmeno aspettare gli altri compagni che stavano arrivando perchè era stato negato loro il transito in frontiera.
Il progetto di costituire una lancia completa di Sparvieri affidabili e con esperienza di guerra era andata in fumo.
L'apertura della porta da parte del suo scudiero lo riportò alla realtà.
"Comandante kappa ho la risposta dell'esercito veneziano, tutto fatto! Sono stati avvisati ed è stato inserito il suo nome e quello di Chevara nei permessi di transito x Udine."
"Mio fedele scudiero, non siamo più a genova quando comandavo un'esercito di cavalieri , qui sono un semplice cittadino poi il nostro compagno Chevara non verrà , è troppo lontano per accompagnarmi."
Lo scudiero rimase in silenzio preoccupato.
"Prepara le armi amico mio e prega per me"
La notte era buia, la luna era coperta da nuvole pesanti di pioggia e un vento gelido sferzava il viso di kappa che incurante cominciò ad avvicinarsi alla città.
In lontananza poteva scorgere i fuochi degli accampamenti dell'esercito che cercava di riconquistare la città, all'interno i briganti che difendevano le mura di cinta.
Notò che tutte le postazioni difensive erano coperte in modo impeccabile segno di disciplina ed organizzazione.
"Strano che si chiamino briganti! Il termine non è esatto da quello che vedo! Questo è un esercito in piena regola e darà filo da torcere sicuramente!" pensò al momento.
Ormai era vicino alle postazioni e si preparò ad estrarre il lasciapassare del comandante veneziano.
Un drappello di soldati gli gridò l'altolà.
"Sono kappa ,cittadino veneziano sono qui per arruolarmi fra le vostre fila." Mostrando la pergamena.
Una torcia in mano ad un soldato illuminava le insegne veneziane degli scudi... poi il buio....
kappa non sapeva che stava succedendo.... grida...colpi di spada......lampi negli occhi.....
...d'improvviso si senti leggero come non mai....credeva di essere sdraiato a terra ma non ne era sicuro.
Lampi di visioni lo destavano da un delirio caotico, il viso di persone conosciute si susseguivano velocemente.
La realtà si mischiava ai ricordi....il viso di Elrindin poi Edelvais poi i cavalieri poi gli amici, il lago di Pavia....
Non riusciva più a capire dove finivano i ricordi e cominciava la realtà..... poi capì.....
Era stato attaccato dai veneziani e suo malgrado dovette ammettere che era il colmo della sfortuna, morire di spada nemica sarrebbe stato più onorevole.
Non avrebbe mai pensato che sarebbe successo così, ora sentiva che le forze lo stavano abbandonando, una pace profonda raggiuse la sua mente mentre la mano impugnava l'elsa con il nastro rosa di Elrindin, nell'altra la pergamena del permesso ormai insanguinata.......
...reclinò il capo e chiuse gli occhi.....
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Ormai attendeva da ore la risposta del Comandante dell'esercito veneziano, con un messaggero aveva inviato un'avviso di transito e di reclutamento ore prima e la notte ormai si avvicinava in fretta.
Aveva aspettato invano per giorni a Portogruaro una risposta da parte del Doge su una proposta di collaborazione dell'Ordine degli Sparvieri con le forze militari veneziane ma ormai era stanco e deluso non poteva nemmeno aspettare gli altri compagni che stavano arrivando perchè era stato negato loro il transito in frontiera.
Il progetto di costituire una lancia completa di Sparvieri affidabili e con esperienza di guerra era andata in fumo.
L'apertura della porta da parte del suo scudiero lo riportò alla realtà.
"Comandante kappa ho la risposta dell'esercito veneziano, tutto fatto! Sono stati avvisati ed è stato inserito il suo nome e quello di Chevara nei permessi di transito x Udine."
"Mio fedele scudiero, non siamo più a genova quando comandavo un'esercito di cavalieri , qui sono un semplice cittadino poi il nostro compagno Chevara non verrà , è troppo lontano per accompagnarmi."
Lo scudiero rimase in silenzio preoccupato.
"Prepara le armi amico mio e prega per me"
La notte era buia, la luna era coperta da nuvole pesanti di pioggia e un vento gelido sferzava il viso di kappa che incurante cominciò ad avvicinarsi alla città.
In lontananza poteva scorgere i fuochi degli accampamenti dell'esercito che cercava di riconquistare la città, all'interno i briganti che difendevano le mura di cinta.
Notò che tutte le postazioni difensive erano coperte in modo impeccabile segno di disciplina ed organizzazione.
"Strano che si chiamino briganti! Il termine non è esatto da quello che vedo! Questo è un esercito in piena regola e darà filo da torcere sicuramente!" pensò al momento.
Ormai era vicino alle postazioni e si preparò ad estrarre il lasciapassare del comandante veneziano.
Un drappello di soldati gli gridò l'altolà.
"Sono kappa ,cittadino veneziano sono qui per arruolarmi fra le vostre fila." Mostrando la pergamena.
Una torcia in mano ad un soldato illuminava le insegne veneziane degli scudi... poi il buio....
kappa non sapeva che stava succedendo.... grida...colpi di spada......lampi negli occhi.....
...d'improvviso si senti leggero come non mai....credeva di essere sdraiato a terra ma non ne era sicuro.
Lampi di visioni lo destavano da un delirio caotico, il viso di persone conosciute si susseguivano velocemente.
La realtà si mischiava ai ricordi....il viso di Elrindin poi Edelvais poi i cavalieri poi gli amici, il lago di Pavia....
Non riusciva più a capire dove finivano i ricordi e cominciava la realtà..... poi capì.....
Era stato attaccato dai veneziani e suo malgrado dovette ammettere che era il colmo della sfortuna, morire di spada nemica sarrebbe stato più onorevole.
Non avrebbe mai pensato che sarebbe successo così, ora sentiva che le forze lo stavano abbandonando, una pace profonda raggiuse la sua mente mentre la mano impugnava l'elsa con il nastro rosa di Elrindin, nell'altra la pergamena del permesso ormai insanguinata.......
...reclinò il capo e chiuse gli occhi.....
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