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Lo scontro.

Ladyfair
Arrivò tardi...era quasi l'alba e solo gli echi dell'ultima battaglia avvolgevano le mura di Udine...vide subito le porte aperte, nessuna difesa...scese da cavallo e iniziò a camminare piano, avvolta da una sensazione gelida. I corpi a terra testimoni di cio' che si era appena compiuto.
Non si fermò finchè non ne raggiunse uno...illudersi fino all'ultimo istante che quell'armatura scintillante visibile da lontano non fosse la sua.
Cadde in ginocchio davanti al corpo di Legio.
Gli tolse l'elmo e restò li', in ginocchio, ad accarezzargli i capelli...
Quante battaglie, quante sofferenze, ingiustizie, insulti e accanimenti per quell'amore inutile...e impossibile, ma lei sapeva quanto era stato grande e forse ora, finalmente, lo sapeva anche lui...
- Non saprai mai quanto ti ho amato....-
gli sussurro' dolcemente come se potesse ascoltarla...
Poi si tolse la piccola croce dal petto e gliela mise al collo, ultima testimone del suo cuore, che era appena morto con lui.
Si rialzo', estrasse la spada rendendo onore al Generale...poi si incammino' lentamente verso le porte di Udine, verso tutto quello che le restava e che non aveva più la minima importanza...

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Ponzie


Un’altra alba di guerra era sorta, ed ancora i corpi dei soldati morti e feriti empivano il campo di battaglia e le mura di Udine.

Il Generale Legio ed i suoi erano stati sconfitti.

“I Leoni della Serenissima Repubblica di Venezia avevano fatto sentire i loro ruggiti !!" disse Ponzie a sua moglie Romy , che nel frattempo l’aveva raggiunto, ed ai suoi compagni d’arme.

I Leoni della Serenissima alzando le spade al cielo ruggirono :


“ PER LA SERENISSIMA !!! GLORIA E ONORE ORA E SEMPRE !!”

Poi, ognuno andò alla ricerca dei compagni caduti per recuperarne i corpi e raccogliere i feriti per portarli alla tenda medica.

Ponzie, tenendo Intrepido per le briglie ,mentre Ardito si librava sopra di lui,piantò Brunilde, la sua spada, nel terreno, s’inginocchiò sulla terra umida e fredda che aveva l’odore della Morte, ed iniziò a pregare per tutti i caduti che essi fossero della Serenissima o che appartenessero all’Ordine Brigante.

Terminata la preghiera Ponzie e Romy si recarono alla tenda medica per avere notizie di lilith e di Bubbone i loro compagni rimasti feriti nel precedente scontro.

Poi, assicuratisi delle loro condizioni, andarono verso la loro tenda per rifocillarsi e riposarsi in previsione di un'altra battaglia.

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Ardelon
Gli eserciti gridavano di gioia, le porte della città erano aperte, dopo tanto lottare Udine era presa!
Ardelon era rimasto da solo nella tenda medica, ancora non si era ristabilito del tutto e lunga sarebbe stata le degenza...
Nel silenzio della tenda si sentiva morire decise di afferrare le stampelle e provare ad alzarsi...ma le ferite erano ancora troppo profonde, stava per cadere quando entrarono i suoi amici...

"Dannazione Ardelon, ma vuoi aspettare?" Esclamo Randallan

il cavaliere li vide tutti e fu felice...in fondo la sua Edelvais sorrideva e il suo sguardo si incrociò col suo.

"Allora mezzo morto che ne dici di entrare in città?"

esclamò Shazo anch'esso sorridendo

"Ne sarei veramente felice!... ma avrò bisogno di una barella credo..."
"Bhè abbiamo qui due omaccioni forzuti che sarannò lieti di portarti"
"Si si! Proprio lieti!"
Malasia e Serenedi spingevano Shazo e Randallan

Nel vedere i suoi amici così felici Ardelon gioiva...ma un dolore interno lo lacerava.

Lo portarono lungo le vie della città attraverso i soldati che festeggiavano e attraverso gli udinesi che cercavano ancora di capire la situazione...

"Edel chi è ora in municipio?"
"Il generale Mes mio caro"
"Ragazzi avrei un favore da chiedervi"

Gli altri lo guardarono perplessi

"Portatemi dai briganti caduti"

Senza proferire parola ma guardando sorpresi acconsentirono a quella richiesta.

I briganti...erano tutti li ora inermi...avevano lottato senza fermarsi e senza indietreggiare.
Ardelon li guardò uno per uno soffermandosi su Giubius e Legio...
Passarono due ragazzini che si divertirono a schernire i corpi inermi dei caduti...

"Ragazzini! Non siate così vili! E se proprio volete esserlo...pregate in vita vostra di non avere mai avversari come questi! Ora sciò via!
Amici miei"

Disse infine voltandosi verso gli altri

" Preghiamo per i nostri concittadini caduti per qualcosa in cui credevano, proprio come noi...anche se non sono mai stato d'accordo con loro...una preghiera se la sono meritata"

Così il gruppo pregò... per i nemici... per gli amici...e per tutti quelli che avevano lottato.

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F.petrus


Da Ferenç Petrus von Galberti a Lajos Lucio von Galberti, fraterni abbracci et calorosi saluti!

Dilettissimo fratello,
Sono ormai 12 anni che sono partito da Sopron al seguito di Padre Raimondo et il tuo ricordo è in me semper vivo et saepe ripenso a te et ai nostri genitori. Ti scrivo per confidarti una mia atroce scoperta.
Certamente saprai dei fatti di Udine, affrancata dall'Ordine Brigante in nome di una presunta libertà. Quando ti arriverà questa mia, probabilmente avrai saputo anche che la Res publica di Venetia ha riconquistato questa paupera città.
Solo una settimana fa, espressi pubblicamente il mio pensiero in merito a questa faccenda ed augurai alle truppe veneziane di rimpossessarsi della maltolta Udine e di liberarne la cittadinanza, sconfiggendo e distruggendo i Briganti et i loro compari. Ancora, etiam hodie, sento le mie parole riecheggiare... apostrofai duramente l'azione di fronte agli astanti, criticando spietatamente (come è giusto che sia) la masnada che occupavit Udinem. Li chiamai feccia ribelle, scarto dell'umanità, rifiuto del mondo, rigetto del male... tutto questo avenne nelle prossimità degli occhi e delle orecchie di tutti, così coem di fronte a tutti espressi il desiderio che i Briganti venissero "battuti e dispersi come si usa fare coi serpenti, che si levi alto il bastone dell'autorità, che il Consiglio regge in nomine Populi e che si schianti ferocemente su questa minaccia alla potere legittimo, affinchè imparino con li mezzi duri qual sia la retta via e che a tutti sia dato l'esempio, che chiunque, empio!, tramasse contro le istituzioni del Popolo o dell'Altissimo si distolga terrorizzato da' propri intenti malevoli!"
Come vedi, ancora non abbandono il mio gran vate Cicerone e semper sequor l'esempio et il dettame suo, e me ne avvalgo per salvaguardare e proteggere, nel mio piccolo, il Popolo e le sue Istituzioni, non solo nel mio amato Regnum Utriusque Siciliae, ma per tutta l'Italia parlo in favore del mantenimento della pace.
Alle orecchie di tutti i miei concittadini ed agli occhi di chi frequenta la Taverna Italica esposi il mio desiderio di sangue circa gli invasori.
Ho ottenuto ciò che volevo. Dovrei essere felice.
Eppure, fratello mio, se tu sapessi! Se tu sapessi, Lajos, quel che ho saputo io! Lettere confidenziali e annunci ufficiali, missive personali e affizioni pubbliche... tutte queste cose mi hanno permesso di approfondire la questione. E sai cosa ho compreso?
Ho capito che questi Briganti (Legio, Morphea, Giubius, Rufio, Kurtz, Sparrow e la loro masnada) sono uomini come noi! Amano, lottano, respirano, peccano, sbagliano, hanno passioni, ideali, sogni, illusioni, amici, parenti, speranze proprio come noi! Certo, ciò che hanno fatto è riprovevolmente ingiusto e disgustoso, e per questo hanno pagato lo scotto delle loro idee malsane. Ma è anche questo che li rende così... come posso spiegartelo? ... squisitamente umani.
Reputo che la vita umana sia come uno dei miei libri: un racconto che vale sempre la pena di esser letto. Interrompere una vita, è come stracciare a metà un libro che si stava leggendo (e che libro!, uno dei più appassionanti che si abbia mai trovato, e per di più ne esiste un'unica copia!). Chi e come potrà sapere come va a finire? Il Signore stesso si lamenta di questa perdita.
Ora non mi resta che pregare per l'anima dei caduti di ambo le parti. Chissà che l'Altissimo non restituisca a taluni di essi la vita mortale come ha stabilito per Ardelon? Anche Ardelon è un peccatore, come noi uomini tutti, ma la misericordia divina è più grande d'ogni ostacolo frapposto dal principe degli inganni!
Ti prego di salutare per conto mio i nostri genitori, se dovessi di nuovo passare per Sopron. Un abbraccio,
Tuo,
Ferenç Petrus
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"Etsi omnes, ego numquam"

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--Obelix
Obelix era tra i sopravvissuti al massacro, insieme ad altri compagni dell'Ordine si accingeva a scavar fosse per seppellire i caduti.
Le mura della città e delle case sembravano ormai impregnate di quel puzzo disgustoso che ha il sangue raggrumito di una ferita ormai incancrenita. Coi fazzoletti sulla bocca legati a mo' di bavaglio dietro la nuca, si facevano largo tra i morti per cercare di portare i feriti al sicuro.
Alle porte del Municipio la bandiera nera corvino dell'Ordine Brigante veniva ammainata per essere sostituita da quella rosso corallo dell'Esercito Repubblicano.
Uno dei soldati prese la bandiera caduta e le diede foco con una delle torce dei suoi compagni.
Obelix fissava la scena digrignando i dentri e stringendo forte i pugni per il senso di impotenza che lo aveva appena colto.
Uno dei soldati Veneziani lo prese per un braccio e strattonandolo per un braccio lo trascinò fin dentro il Municipio. Aveva l'alito puzzolenti di chi si è appena scolato litri di birra, per festeggiare la vittoria. Lo portò nell'ufficio del Sindaco. Le sedie di velluto occupate per due settimane da Morphea e Legio, ora erano occupate dall'uomo che aveva ucciso Morphea e quello ferito da Bembe. Il primo aveva dinanzi la solita brocca di te', capì chi era per quello, il secondo stringeva un lapis che continuava a rigirarsi fra le dita.
" Generale Mes3, quest'uomo è uno di quelli che ha combattutto per l'Ordine... " disse il soldato. Il Capitano Longhena inarcò la schiena e sollevò le gambè portando i piedi sulla scrivania. " Bene soldato, vai.. io e il nuovo Sindaco decideremo il da farsi"...
Obelix proprio non riuscì a trattenersi a quelle parole " Sindaco? Che Sindaco?" I due cominciarono a ridere bivaccandosi ulteriormente sulle loro sedie. E il Generale con soddisfazione gli rispose " Io sono il nuovo Sindaco, vi crea problemi? Anzi visto che ci siamo, sappiate che ho sospeso le elezioni." Obelix rimase esterefatto, non tanto per quello che stava affermando in quel momento il Generale, ma perchè il popolo sarebbe stato preso nuovamente in giro. Gli rise in faccia e di gusto anche " Ma come? Volevate che Udine fosse libera da noi briganti e ora avete bloccato le elezioni?" Longhena scattò in piedi e con uno sciaffò in pieno viso, lo scaraventò sul pavimento intimandogli di tacere. Obelix si rialzò in piedi " No, Capitano! Vi conviene uccidermi e gettarmi fra gli altri cadaveri, perchè non resterò in silenzio. Avete detto che avevamo preso Udine con la forza e che il nostro gesto era stato antidemocratico. Avete permesso che ci insultassero nonostante i vostri errori fossero manifesti. Avete ucciso civili in nome della Repubblica, e mentito per bocca del Doge che non sarebbe stato torto loro un capello. Temevate che avremmo bloccato le elezioni e che fate? Le bloccate Voi ora? Cos'è andato ancora storto? Avevate paura che uno di noi venisse eletto dal popolo perchè Venezia è stata smarcherata e sbugiardata? Sapevate che il nostro candidato era in testa. Cosa temevate ancora? Che vi mettessimo ulteriormente in ridicolo con l'approvazione della maggioranza degli Udinesi. "
I volti del Capitano e del Generale si contrassero in una smorfia di rabbia. Uno dei due sguainò la spada puntandogliela al collo. " Prego Capitano, fate pure, non potreste far altro per zittirmi. Ma quello che avevo da dirvi l'ho detto. Ah! Sappiate che ho io in custodia io la cassa della città e le asce, e resteranno in mano mia fin quando non sarete in grado di riportare le elezioni come erano oggi prima che mettevate i vostri sudici piedi in questi uffici, diversamente moriranno con me."
" Guardià!" esclamò il Generale " Rinchiudetelo nelle carceri per 45 giorni, e che venga nutrito a pane e acqua... ". Così Obelix venne strattonato nuovamente per un braccio per essere condotto in cella, ma mentre veniva allontanato dalla stanza, ridendo, continuò " Passano in fretta 45 giorni.... "
Missholly


Una notte funesta scorreva lasciando sangue e fango sul campo di battaglia,che si era presentata fin dalla prima sera cruenta e accanita.La sorte
pareva giocare su due fronti,senza decidersi da che parte stare,mentre un forte nerbo di soldati attaccava impetuosamente gli avversari senza lasciarsi
intimorire,i quali a loro volta,rinfrancati dalla brama di vittoria ,mostravano una resistenza accanita.Milena osservava la scena di morte che le si presentava davanti,vi
erano morti e feriti ovunque,pregava di non vedere il volto dei suoi amati cugini su quei cadaveri senza vita e,mentre la disperazione si mescolava con la rabbia, vide in lontananza Andrea e Ginevre
sani e salvi che avanzavano verso di lei...erano salvi!!!La felicità non ebbe il tempo di manifestarsi sul viso della giovane donna che un colpo di spada penetrò la sua spalla,un dolore lancinante la costrinse
a cadere in ginocchio...la vista si offuscava mentre il sangue fuoriusciva a fiotti...vide correre Andrea verso di lei urlando il suo nome,dolci pensieri
le attraversarono la mente mostrando volti a lei cari..."Tommaso,fratello mio...Isabella,Francesco,JuliaSofia..." mentre ella cadeva completamente a terra priva di sensi...
Tabac
Tab aveva in braccio il corpo di sua moglie,
lo appoggiò delicatamente vicino agli altri....Giub,Tuben ,Mistic,Joint,Bembe e suo fratello Legio...
"ecco morph......proprio come volevi tu...insieme fino alla fine....vi farete compagnia durante il viaggio verso i campi elisi ".
Poi guardando suo fratello inerme su tavolaccio rudimentale...ripensò al loro incontro due sere prima sul bastione nord ....

Legio era seduto su una panca con le mani tra i capelli....

"Generale!!!!"
"Chi siete?" rispose Legio al cavaliere nascosto ancora nell'ombra
"Generale cosi dunque accogliete vostro fratello ?"
"HAHAHAH...Tab....o mio Dio ...Tab"
si avvolsero in un abbraccio che durò cinque minuti,
quasi sapessero che sarebbe stato l'ultimo.

Il rigagnolo di una lacrima puli il volto di Tab ricoperto da fuliggine e sangue e allo stesso tempo lo fece ritornare al presente..

un ultimo bacio alla sua amata,
un ultimo saluto ai suoi amici.....
"aspettattemi......non ci metterò molto !"

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.lilith
Lilith aveva dormito per due giorni interi.

Al suo risveglio, si accorse subito che qualcosa era cambiato. L'aria le entrava nei polmoni leggera e la luce era più calda del solito.

Si alzò, faticosamente, ed uscì dalla tenda.

Udine era stata presa. I segni delle battaglie avevano ferito anche le sue mura.
Terra e polvere avevano cancellato il sague versato in quei giorni.
Molti padiglioni nell'accampamento, non esistevano più.

Lei doveva restare. le sue ferite erano ancora aperte, nonostante le cure ricevute. Doveva aspettare.
Non sarebbe partita senza Bubbone, erano caduti insieme...ed insieme sarebbero tornati a casa.
Doveva solo dirlo ai suoi...

Incontrò Ponzie che stava radunando le sue armi, 'Su tigre, stiamo tornando a casa...' , 'Non posso ancora muovermi, le ferite non mi danno tregua, ma voi tornate...Padova vi aspetta...'
'E i tuoi? e Cla? Ti aspetteremo se vuoi!'
'Ti ringrazio...ma voglio che andiate. Io sarò sicura, non preoccupatevi...gli altri rimarranno con me.'
Si salutarono con un abbraccio, poi cercò la strada per la sua tenda.

La stanchezza non la abbandonava, così tornò a sdraiarsi.
Nel dormiveglia, un viso amico le si avvicinò...'Senti, immagino che tu ti stia riprendendo... facciamo un ritorno tutti assieme a Padova o hai altri progetti?'
Sorrise 'Si Min...torniamo insieme...'. Poi si addormentò.

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Su Magnanimidad, la Sanguinaria....
Morphea
"Ecco morph......proprio come volevi tu..." , sentiva in lontananza la voce di Tab... Si guardava intorno, ma c'era il nulla più assoluto...
" Dove sei amore mio? Non ti vedo... " lo cercava con gli occhi, cercava di comprendere dove si fosse nascosto e l'unica cosa che incontrava era un'immensa coltre di nebbia.
Brancolava nel buio come se qualcuno le avesse coperto gli occhi con una benda.
"insieme fino alla fine....vi farete compagnia durante il viaggio verso i campi elisi " ....
" Perchè dici questo Tab? Le tue parole mi mettono tristezza... non scherzare così, lo sai che non mi piace!" la voce di Tab si spostava da una parte all'altra intorno a lei, ma proprio non riusciva a comprendere dove si potesse essere mai nascosto. " Non mi piace questo posto... portami via... " gli disse a bassa voce per timore che qualcuno potesse sentirla.
Provava ad andare verso la sua voce, ma le sembrava che stesse andando nella direzione sbagliata, la cambiava e quella sensazione la riassaliva.
"aspettattemi......non ci metterò molto !"...
" Ma chi? chi deve aspettarti? Dove stiamo andando? Dove sei Tab? Ho paura, ti prego smettila... portami via... fa freddo qui!" era convinta che sbucasse fuori all'improvviso, provava ad allungare le mani per afferrarlo... invana.
Lo sentiva vicino, ad un passo da lei....
Sentì un braccio che la avvolgeva come per proteggerla dal pericolo... sapeva che era lui... sentiva le sue parole come un riverbero nella vallata che si stendeva dinanzi al mulino...
Sentì improvvisamente il calore delle labbra di Tab sulle sue labbra gelide... una luce accecante, chiuse per un attimo gli occhi e poi li aprì... un dolore lancinante al fianco e dietro la schiena... le riusciva a malapena di respirare...
Ancora non riusciva a comprendere cosa le stesse succedendo...
Guardò in viso Tab, il suo volto gli sembrava sfocato, aveva la vista annebbiata e le forze l'avevano abbandonata. Poi ricordò tutto...
Vide il volto del suo angelo segnato dalle lacrime...
" Sono ancora una piacevole scoperta messere?" fu la prima cosa che le venne in mente per vederlo sorridere...
Sbiancò...
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