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BalkaniKa

Tabac


Non fu difficile scovare le cantine,
fu meno facile trovare del buon vino.....
mi accontentai dello" Zilavka mostar"...un bianco insipido...
ma pur sempre alcool....pur sempre utile allo scopo....
Noi quattro ubriachi in una stanza.....non ricordavo più l'ultima volta che successe....forse Udine...forse Edirne....
Fu nostra quella notte....lasciammo il mondo fuori da quella stanza...
ridemmo...scherzammo..cazzeggiammo......cantammo....
Legio,Giub,Bembe....ed io....decidemmo che almeno per una notte...il tempo si sarebbe fermato....che il mondo esterno ci avrebbe aspettato...
anzi.....da li a poco....quel mondo ci sarebbe venuto a prendere....
noi lo avremmo semplicemente aspettato...

_________________
--__margaretha_




Non era servito a niente!
Tutto quello che avevo fatto, tutto quello che avevo saputo...
non era servito a niente!
Un altro amico perso.

L'odio inizia a prendere forma,
non l'ho mai conosciuto così bene come in questo momento.

Sono arrabbiata con me stessa.
Sono arrabbiata con chi non mi ascolta.

Farò della vendetta la mia unica ragione di vita.

Il castigo arriverà,
sarà il vostro buongiorno la mattina,
sarà la vostra buonanotte la sera,
Non avrete pace se non nella vostra fossa.



    In memoria aeterna erit iustus ab auditione mala non timebit. Absolve
    Quantus tremor est futurus, quando judex est venturus, cuncta stricte discussurus.



Morphea


Due lame, due lame lattiginose e lucenti...
Due splendide perle che, una come me, non avrebbe mai potuto indossare.
Due lame che qualcuno teneva nascoste, quando sono scesa dalla mia cavalla.
Quando quelle lame mi hanno trapassato, incrociandosi sotto la pelle, flutti scarlatti si sono sparsi ovunque.
Giacevo lì sulla neve.
Giacevo sul ventre della mia cavalla, trasudando vita.
Qualcuno strisciava dietro gli alberi, qualche altro, sicuramente, avrà seguito il fiume.
Eravamo tornati lì per riprendere quello che ci avevano sottratto... e loro scappavano nei boschi col malloppo.

Eravamo tornati a Zenica....



--Anima_nera
Ho paura di riaprire gli occhi, ci ho provato una sola volta...
Ogni tanto una mano mi sfiora la guancia, come se dovesse rassicurarmi o farmi capire che non sono sola. Ogni tanto sento uno straccio freddo sulla fronte.
Sono senza forze...

C'è silenzio qui, c'è pace.
Non sento dolore.. solo pace.
Forse è questo di cui mi parlava.
Forse è qui che dovrei restare.
... Avrei dovuto dirgli di "sì", mi chiedo ancora perchè non l'ho ancora fatto.
Chissà se ha chiamato un prete... lui non ci crede ai preti.
Non ricordo se gli ho mai detto cosa fare del mio corpo.
Misti lo sa.
Se dovessimo decidere di non tornare nel mondo dei vivi, per andare in quello dei morti...dovrebbe chiederlo a lei.


Anche per questo dovrei tornare alla Cattedrale de l'Aquila, Delling dovrà smetterla una buona volta di rimanere steso per giorni a pancia sotto, con le braccia aperte davanti la Croce... è scomodo per me parlargli così.
Ho tante cose da raccontargli.

" Che tempo c'è fuori?"


Mi piace quell'albero.
Ci ho provato ad essere forte come il tronco di quella quercia, non credo di esserci mai riuscita.


"Dove sono?"


Non ho voglia di riaprire gli occhi, fa così freddo qui...








Princesspat
..." o loro, o io, meglio loro."

... ripeteva Cucciolone...

Pat era onorata di aver conosciuto così tanti e valorosi compagni .... ed era orgogliosa della sua squadra...

Ripensava al suo passato, e valutava il suo presente:
Nessun rimpianto!!

Da quando era entrata a far parte dei Black Eagles Pat era rinata, aveva ritrovato il desiderio di fare, di combattere, di vincere....aveva un obiettivo comune in cui credere.. finalmente.

Aveva combattuto, insieme ai compagni dell'Ordine Brigante e dell'Ordine Fantasma....

Aveva festeggiato con loro, presa dall'euforia della vittoria... fiumi di birra, risate, giochi.... adrenalina che lentamente lasciava il posto ad una calma vigile....

Di nuovo in viaggio...
Non aveva avuto il tempo di salutare chi lasciava a Zenica - presa da una brutta infreddatura era rimasta nella sua tenda tutto il giorno - sperava di rivederli presto però...

Per la prima volta si era sentita parte di un gruppo "vero", sebbene composto da varie Compagnie;per la prima volta, nonostante in situazione di pericolo, si era sentita sicura, come se quella moltitudine di persone fossero la sua famiglia.

Tutti insieme, la vita di ognuno a protezione della vita dell'altro...

SI, questa è la scelta giusta, questa è la mia vita disse alla fine...

e proseguì il suo viaggio lentamente, al passo, sorridendo...
Siskah
Siskah si trovava a Zenica, in Bosnia ed era rilassata a godersi le recenti vittorie, passeggiava e pensava a quando sarebbe tornata a Lezha.
Poco prima di partire per la Bosnia, qualche settimana prima, aveva finalmente acquistato una nave, Samarkanda, una nave che conosceva molto bene, avendoci navigato piu' volte...
Era la nave con cui Koron era venuta a prenderla, promessa sposa, a Chieti per portarla a Lezha... era una nave piena di ricordi...l'estate precendente erano giunti a Pisa con quella nave.... l'avevano venduta e avevano fatto costruire MARACAIBO...

A pisa aveva conosciuto Morphea... e il silenzio che lasciava dietro di se quando partiva o era persa nei suoi pensieri, aveva sentito con lei un legame fatto di ricordi che non avevano condiviso, una sensazione strana, forse perche' lei conosceva suo padre così bene, erano nate entrambe a Teramo e avevano avuto nemici comuni.

Era stato un colpo di fortuna aver scoperto che Samarkanda era in vendita, aver scoperto che la vendeva il marito di suo cugina e che il prezzo era molto contenuto.
Aveva pensato di poter visitare piu' spesso la sua famiglia... fare un po' di commercio, poi con una nave si sentiva piu' indipendente.
Aveva un sorriso soddisfatto quando il primo di molti dispacci arrivo', aveva il volto un po' piu' scuro quando li ebbe tutti letti...

In poche parole aveva saputo che la nave era stata affondata nel porto di Lezha... questo lo aveva messo in conto quando l'aveva comprata.... perche' sapeva che almeno una persona avrebbe voluto vendicarsi di quella nave...
Ma la cosa che la irritava e faceva al contempo ridere era che I suoi informatori le avevano detto che I veneziani si vantavano di aver combattuto una valorosa battaglia, si vantavano di reciproci cannoneggiamenti, quando la nave, in realta', era ferma in porto e senza equipaggio...
Avrebbe amato partecipare ad un bel cannoneggiamento reciproco, anche se l'esito fosse stato perdere Samarkanda e la vita, ma questa era la seconda volta che le affondavano una nave VIGLIACCAMENTE.
Mentre andava in cerca di Koron ricomincio' a sorridere, pensando che, se non c'e' due senza tre, qualcuno le avrebbe affondato anche l'altra nave, ma poi la mossa sarebbe passata a lei...
Sentiva il sangue ribollirle nelle vene e si vedeva....

_________________

http://www.youtube.com/watch?v=lGkJC8r6Suc&feature=youtu.be
Alexandria, 11/11/1460 23:11: ... !!! Arabo 100%
--.osservatore.
Aspettava da un po' il momento in cui avrebbe riso ed era giunto.

La voce dell'affondamento di quella bagnarola giunse tanto inaspettata quanto attesa e per festeggiare subito si recò in taverna con gli amici.

Ricordò il detto "Un po' a ciascuno non fa male a nessuno" e sorrise sperando che la terza nave a picco sarebbe stata opera sua.
Leenie
Ci sono persone che costituiscono per noi dei punti fermi.
Quando esse vacillano, inevitabilmente anche le nostre certezze si sgretolano.
E Giubius aveva finito di diventare per me una di quelle persone, con la sua tranquilla fermezza, la sua cortesia un po’ esagerata soprattutto verso le donne, per la sua fedeltà e fiducia.
Uno di quegli uomini che sanno sempre cosa dirti per tirarti su di morale.

Fu terribile vederlo piangere.
Era ancora più terribile perché sapevo esattamente come si sentiva.
Un uomo che aveva perso sua figlia.

Lo andai a cercare, due giorni dopo; la sera prima si erano ubriacati tutti e infatti lo trovai da solo in un angolo, con gli occhi arrossati e l’espressione di chi vorrebbe essere morto piuttosto che subire quel mal di testa.

Non c’era consolazione per la sua perdita così come non c’era niente che potessi dire o fare per lui, se non aiutarlo a smaltire i postumi della sbornia.
In silenzio, gli passai una tazza e mi sedetti al suo fianco mentre lui beveva con una smorfia.
Fu un attimo, un gesto apparentemente insignificante, ma così raro per me. Gli strinsi un secondo la mano.

E poi alzandomi gli sorrisi.
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Bembe
^^Siamo tutti i silenzi che non possiamo avere,
tutte le carezze che non possiamo dare,
tutti gli sguardi che non possiamo trattenere.
Siamo gli spazi tra le parole,
l’attimo prima del respiro,
il momento esatto in cui capiamo di non sognare più,
l’istante prima di capire che ormai è troppo tardi.
Siamo un niente pieno di occasioni mancate,
un tumulto di acque, un sasso gettato nel lago.
Ma questo non conta, non ha mai contato.
Ciò che conta è che a volte combattiamo per attimi di libertà,
a volte smettiamo di avere paura,
a volte sappiamo amare.

Vicino nei giorni migliori
vicino nei giorni peggiori

mio caro colonnello.....
^^

Un ultimo bacio alla piccola ness.....
_________________
--__margaretha_



Resisto quanto posso, ma il momento arriva.

Il sole comincia a nascondersi.
Aspetto che abbia finito la sua discesa prima di guardarmi dentro.

E' buio! Ora posso.
Osservo l'altra me stessa e mi domando:

come possa io con totale indefferenza, trasformarmi da ingenua a scaltra ?
Non ho la risposta, ma so che ciò mi dà ...alle volte piacere....e alle volte...

mi viene da sorridere, ogni volta che ho dubbi penso a lucifero.

    "" Fu creato per essere un angelo della luce. E volle bene al suo creatore per molto tempo.
    Quando gli si rivoltò contro non fu per odio , al contrario, lo fece proprio per amore""


E' buio!

Nelle mie vene sento scorrere ...desiderio...vendetta...compassione ...paura...

E ' buio !

Una folata d'aria gelida mi arriva in pieno viso, così penetrante, che gli occhi inziano a lacrimare.
Mi asciugo le finte lacrime con la missiva che ancora tengo in mano, dubbiosa se consegnerla o meno.
Vorrei consegnarla di persona e tra battiti di ciglia scrutare quegli occhi .

Ma non lo faccio!

Troppe incomprensioni, troppi dubbi,
troppe parole abitudinarie dette senza convinzione,
Troppe cose nascoste, troppo poco coraggio.

Lascio la missiva al solito posto e me ne vado.


    Tal m'à in pregion, che non m'apre né serra,
    né per suo mi ritiene né scioglie il laccio;


Mistic
Nella vita c’è qualcosa di fastidioso,qualcosa contro cui non si può nulla:é impossibile smettere di pensare.
Provavo a farlo tutte le sere da piccola. Distesa sul letto, cercavo di cancellare tutte le idee, una per una, prima che si trasformassero in parole, nella speranza di arrivare al nulla assoluto per sgrombrare la mente da ogni cosa.
Mi imbattevo sempre nello stesso problema: pensare di smettere di pensare è ancora pensare.E contro questo non si può fare nulla.

Cosa è cambiato da allora?assolutamente nulla.
Forse il luogo...ero all'aria aperta,ammiravo il fuoco,ma la mia mente non faceva altro che cercare di scacciare i pensieri.


So cosa vuol dire voler morire,so anche cosa vuol dire perdere qualcuno a cui tieni,un dolore fortissimo ti entra nel cuore,si accomoda,e fa diventare quel cuore la stanza del dolore.Nonostante quest'amara consapevolezza,non ero stata in grado di dire niente nè a Morphea nè tanto meno a Giub.
Ero rimasta in disparte e tutt'ora rimanevo in disparte.
Ero vigliacca? si! la morte mi rendeva tale!

Mi alzai e iniziai a guardarmi intorno.C'era quella calma che ti massacra.Quando tutto sembra perfetto e invece è uno schifo.

Andai a dormire...
I pensieri possono continuarti a girare in testa,a ossessionarti la mente.Finchè il cuore stremato si abbandona all’oblio e anche i pensieri tacciono.
_________________

16 Ottobre 1460
Vivi56
Zenica, città desolata, abbandonata anche dalla speranza, ma dove, strananamente, le poste sembravano funzionare.

Aveva ricevuto un plico da casa e cercò una locanda dove poter leggere in pace.

Una vecchia sdentata passava sul bancone uno straccio unto ed ancora più sporco di lei .

Vincendo la ripulsa ordinò a gesti una birra ed aprì il plico.

Era una lettera del figlio: gioia, dolore, nostalgia la pervasero.

Tirò fuori dalla bisaccia l'occorrente per scrivere pur sapendo che quello che voleva dirgli era un qualcosa difficile da esprimere e da comprendere.






Figlio adorato,
con immensa gioia stamani ho ricevuto la tua lettera .........................................
..............................................................................................
mi scrivi di essere in pellegrinaggio: un percorso mistico consigliato dai frati ........
..........................................................................
non so a cosa ti porterà tutto questo e spero che tu possa ritrovare la tua serenità ma una cosa mi sento di dirti: Segui sempre i principi di Aristotele ma non fidarti mai dei suoi rappresentanti su questa terra.

Anche se l'Altissimo non ha dato loro il potere temporale, essi ne sono assetati e, per ottenerlo, non hanno mai esitato a tradire le genti ed i popoli che, con troppa ingenuità, si sono a loro affidati.
...............
In questa landa desolata sono riuscita a capire che quelli che tutti considerano reietti sono più onesti e sinceri di quelli che si riempiono la bocca col nome di Aristole.
..................


................................................................

Ti sono vicina
Un bacio
mamma


Sigillò la lettera e si avviò per cercare il corriere.
Legio







La sera prima Legio aveva chiesto che venisse portato del sale e riempitone una bara, che il santo terge fosse stato deposto all'interno.




Lo ordino' con un filo di timore.
Quasi fosse stato un eresia ammetterlo corruttibile,
ma Legio aveva sempre visto cose corrotte ,
non esiste nulla di non corrotto, di immune alla tentazione ,
non c'è miracolo in terra volevano dire le sue parole....
era un eresia , ma era anche la cosa piu logica.

La mattina seguente cio che temeva accadde.





Sfilati in colonna dalla porta principale di lezhe con le insegne bene in vista proseguirono fino al calar del sole,
il carroccio seguiva a meta' colonna ma c'era uno strano movimento intorno.

Legio aspetto a staccarsi dalla testa della colonna finche non presero campo , poi mezzo incazzato spinse il cavallo fino al carroccio , scosto' il gruppetto che si era formato intorno e fisso' il tipo che teneva le redini.




" Perche' il corpo di terge non è nella bara?" disse.




" Generale.......è......incredibile.....è che non puzza Generale....."



Stava per completare l'opera di incazzamento quando udi qualcosa che lo trattenne.




Al principio fu un idea di qualcosa.
Poi fu chiaro che era un profumo.
Si guardo' attorno come cercasse un nemico invisibile.


"Che ..zzo è sto profumo perdiana...."




Legio si sgroppo' dal cavallo mise un piede sul carroccio e si isso' su'.





Guardo' bene Terge...



" Ma che diav......"




il profumo....era Terge......




Il gruppetto resto' un in silenzio poi in due quasi contemporaneamente si gettarono a terra in ginocchio.










Legio si scosto' inorridito....
Sguaino' la spada e saltando giu dal carro urlo':

" Chi minchiazza è che fa i scherzi qui'?......Chi ha messo il profumo sul carro ehhhh ??!!............"



Nessuno rispose.
A gruppi si inginocchiavano man mano.
Legio rimase con la spada in mano.
Si guardo attorno finche non vide solo gente che pregava.








............Terge odorava di rose.

























_________________
Grevius
Un sorriso non può far male, rafforza l'animo in quei strani giorni...
Si passano miglia a ritroso, si passano paesaggi conosciuti oramai, e si passano giornate di sole o di pioggia.
Il pensiero comune ci rafforza, saper di non esser soli in quel piccolo mondo fatto di strade... personalmente vi son momenti in cui mi lascio prendere dallo sconforto, ognuno porta seco l'anima propria, e vien paura di perderla... così com'è perdersi in giornata nebbiosa.
Ma poi c'è sempre il sole, ed il sole sorge anche per noi briganti.
E poi... beh poi c'è sempre Lei, che ti ricorda in ogni istante la condivisione di te.

"Cammina soldato, che poi facciamo i conti nella mia tenda!" disse

Feci una faccia rattristata, palesemente finta, che nemmeno l'attore di maschera vestito, saprebbe far di meglio

"Come vuole Comandante"

e fu sera e fu mattina, terzo giorno

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Legio









Latitudine ....41 gradi ... quasi 42...........






Guardo' la carta.
Sorrise come un bambino.
Rimise l'attrezzo dei greci nella bisaccia.










"Dietro quelle colline..... "
e indico' davanti a loro .










La colonna prosegui' per un altro paio d'ore immersa in una pioggerella fine.
Gli esploratori tornarono confermando la presenza della citta' a mezzo cavallo di cammino.


Ondeggiando come col mare grosso in grecia,
Tergesteo dei santi Mannari resisteva immacolato in cima al carro.









Le gocce scendevano lungo il metallo delle corazze,
al termine del loro percorso , dondolanti come impiccate penzolavano dai bordi,
e alla fine , gonfie a dismisura , cadevano giu'.
Legio dalla feritoia dell'elmo guardava lentamente la citta' davanti a lui,
contava le gocce scendere , ed il tempo che passava con esse.





" Attacchiamo?"
disse una voce da dietro.


















Le gocce gli cadevano sul naso ...







Tutto sembra dilatato prima di un attacco ,
è come l'effetto dell'impiastro dei turchi nei narghile',
tutto si amplifica , si dilata , fino alla fine dello spazio ,
fino a tutto quello che riesci a sentire, fino a quanto vedi ... e anche oltre.










L'incessante pioviggine avvolgeva il paesaggio come in un sudario ,
Legio ascoltava fermo l'immantinente origine del proprio spazio perso,
scintillante verso nord come Tergesteo dei mannari sul carro che volgeva verso orione,
presumibilmente ubriaco ma non troppo per fare cio che serve fare,
stava storto sulla sella ascoltando il ticchettio della pioggia,
ci sono momenti in cui senti o ti sembra di sentire tutto.

Ed è come un enorme respiro collettivo.






L'avvolgersi dei suoi pensieri assunse forma curvilinea ,
lenta , dondolante e dolorante come prima di ogni attacco,
necessariamente caritatevole e giusta ,
saltellante , e spietatamente obiettiva ,
fermamente partecipe ma necessariamente distaccata quel che basta... per essere efficace.





Il carro ondeggiando si mosse dalla collina,
un urlo segui' il segnale convenuto.
Come uno sciame d'api presero a scendere.














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