Cosa si deve fare quando un uomo muore?
A parte piangerlo, non intendo quello.
Quello lo avevo fatto abbondantemente, come si poteva notare dal mio fazzoletto e dalle maniche zuppi, e dai miei occhi.
Intendo dire proprio dal punto di vista materiale.
Non riuscivo a fare nulla, seduta su quel che restava di una sedia nellantro di Tergesteo. Lui era lì, pareva dormisse, ci regalava lultimo dei tanti mezzi sorrisi. Qualcuno, grazie al cielo, gli aveva già chiuso gli occhi e ora pareva mi scrutasse attraverso le palpebre con quellespressione insieme placida e beffarda.
Qualcun altro, tra gli uomini di Legio, forse gli stessi che lo avevano riportato indietro, avrebbe provveduto al resto. Lavarlo, rasargli il volto, comporlo nella bara ordinata frettolosamente. Mi veniva un moto di stomaco solo a pensarci, e continuavo a rimandare il mio dovere.
Non volevo che le sue cose venissero frugate da qualche estraneo, e avevo chiesto di essere lasciata sola mentre lo facevo.
In tasca avevo la missiva di Tiwaz, giunta poco prima, per un sadico scherzo del destino, pareva quasi che bruciasse, e non osavo aprirla.
Con le mani che mi tremavano e la vista ancora offuscata, mi chinai su di lui e frugai delicatamente nelle tasche della giubba. A parte pochi spicci, trovai una pergamena.
Lasciai dunque che gli altri entrassero e proseguissero quello che io non avevo il coraggio di fare, dare a Tergesteo la sua ultima forma terrena.
Mi appartai e lessi. La grafia decisa di Tergesteo era insolitamente nidita, considerando lo stato della sua mente negli ultimi tempi. Doveva aver raccolto, pazientemente, tutti gli istanti di lucidità per comporre quello scritto. Ma a quale scopo?
Lezhe.
scrivere non serve a comunicare con altri.
serve a fissare le idee, a parlare a se stessi.
Un'ombra nera si addensa, il tempo passa, la mia volontà , lentamente , vacilla.
E' passato troppo tempo dal cappio di Modena.
Non riesco a dimenticare.
La foga dei combattimenti mi lenisce un poco il dolore, ma per poco.
Imbracciamo le armi per guarire - o tentare di farlo - ferite passate, non per infliggerne ad altri.
Un assalto si approssima. Spero sia l'ultimo.
Sono lontano dalla mia gente.
Lontani dai miei Porcelli, lontano dai miei Fantasmi.
E' piacevole pensare che all'inizio e alla fine della vita ho potuto combattere al fianco di fratelli.
I Porcelli, di fatto, non sono più.
Ai Fantasmi comando : non disperdetevi.
Per ognuno di noi che muore, ne sorgeranno altri 100.
Sempre se il numero conta qualcosa.
Non disperdetevi.
Radunatevi e combattete come mai avete fatto.
Nel nome di quello che la Brigata è e di quanto rappresenta.
La lotta prosegue.
Senza quartiere, continua, imprevedibile.
Noi siamo della stessa sostanza di cui son fatti gli incubi.
Lascio tanti amici, qualche nemico, pochi - credo - sprezzanti.
Con tanti mi sono accomiatato, con alcuni non l'ho fatto e me ne dolgo.
Possa il mio saluto e il mio incoraggiamento giungere a Jun,Ippolita e William.
E a tutti i Porcelli , ma a loro in particolare.
Possa la mia voce giungere alla mia famiglia, a mio padre e alle mie figlie.
Penso alla dolce Lilih in particolare che tanto ha sofferto , abbandonata dal padre per inseguire la propria follia.
Scusa figliola.
Penso alla piccola Tiw.
Pochi sanno, mia dolce figliola, che sei sangue del mio sangue.
Abbiamo voluto serbare per quanto possibile il segreto, che tanto ci ha pesato.
Ora, credo, sei libera : con me morto, nessun pericolo puoi temere.
Esultino i nemici.
Tanti , pochi? Non so.
Alcuni mi sono rimasti nella mente.
Non vedrò una nuova alba.
Non me ne dolgo.
So quello che lascio, attendo quello che troverò.
Troverò la mia Danith, finalmente.
In fondo questo ho cercato e voluto.
Il fine della mia vita è una promessa.
Chiedo all'ignoto scopritore di questa lettera, di frugare il mio cadavere un cerca di oro ed armi, con le quali pagarsi l'atto di pietà di portare la mia fredda carne a Fornovo.
Portatemi là.
Portatemi a casa.
Portatemi da lei.
Io mi fermo. La battaglia però continua.
Finché vedremo sorgere uomini e guerrieri e farsi spazio tra miseri politici, miseri fuorilegge, miseri soldati.
Non abbiate pietà per il misero.
Il sospetto che avevo sempre avuto si cristallizzò in unatroce certezza.
Estrassi la missiva di Tiwaz e ne strappai i sigilli, febbrilmente, galoppando sulle parole. Boccheggiai.
Tiwaz
. E Tergesteo
ma allora
Fu come un pugno in pieno petto, e la veloce sequenza di immagini che credevo sepolte nella mia memoria mi tolse il fiato.
Mio padre nella bara.
Mia madre piange sorretta da mio fratello.
Mia sorella piange e io la abbraccio.
Io non piango.
E Tiwi, che non piange mai
Tergesteo già mi manca. Mi manca il suo sorriso gentile, la sua voce persuasiva, quel suo essere un riferimento per noi tutti senza dover fare nulla di particolare per imporsi. Quel lampo nero negli occhi nellimpeto dellassalto. Quel suo preoccuparsi sempre per tutti. I suoi silenzi, e le sue parole. La stessa follia che ora ce lha portato via, lo rendeva in grado di creare bellissimi arazzi di parole.
Ma sto divagando, e ho un dovere da compiere.Mi alzai stancamente e andai allo scrittoio, asciugandomi gli occhi col dorso della mano.
Tergesteo sapeva. Tiwi sapeva. Solo io da stupida non sapevo e credevo di poterlo fermare. Ma sua figlia attendeva notizie, la Brigata doveva sapere. E dunque con mano ancora tremante ricopiai le ultime parole savie del Folle, e vergai i due biglietti di accompagnamento:
Tiwi, carissima.
Ti scrivo per confermarti quello che in cuor tuo già sapevi. Anche lui lo sapeva. Come, non oso immaginarlo. La fine è arrivata senza che se ne avvedesse, è morto sorridendo, cadendo da cavallo mentre fuggiva da sé stesso.
Vorrei tanto poter esserti vicino, vorrei tanto che tu potessi essergli vicino. Quando mio padre è morto, ero più giovane di te, dunque non credere che non sappia cosa vuol dire, anche se stenterai a crederlo.
Ora, ascoltami attentamente, è importante. Ti prego di non fare niente di avventato. Non voglio perdere anche te, o saperti in giro da sola non ancora ristabilita. Aspetta lì dove sei, hai la mia parola che in qualche modo potrai dare un ultimo saluto a tuo padre. Ti prego Tiwi, una tomba è già troppo.
Ti allego il suo ultimo scritto, ne ho fatto una copia per timore che andasse perduto. Loriginale te lo darò quando potrò riabbracciarti.
Ti voglio bene
Liriel
A tutti i membri della Brigata Fantasma,
indirizzo questa mia a coloro che so impegnati nella crociata, il mio pensiero va a voi tutti.
E con la morte nel cuore che vi comunico che il nostro Tergesteo ha lasciato questo mondo. La stessa Follia che lo accompagnava da sempre ed era per lui dono e maledizione, ce lo ha infine portato via.
I nobili fra voi mi perdoneranno se il mio tratto è incerto e scarne le parole. Potrei forse trovare stile migliore se non fosse per il dolore che quanto vi scrivo ha portato anche a me.
Vi mando una copia del suo ultimo scritto. Appena possibile raggiungerò Tiwaz a Venezia e la accompagnerò a Fornovo. Il perché vi sarà chiaro leggendo.
Invidio quanti di voi riusciranno a credere che il nostro amico sia in un luogo migliore. Io oltre lAbisso non vedo nulla. Spero riusciremo ad essere allaltezza delle sue aspettative.
Liriel
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