Ilsebill
Ilsebill cammina, tanto per cambiare, quelle gambette secche ne hanno macinati, di chilometri, pestando strade lastricate di pietre in città importanti e mulattiere di campagna, muschio e aghi nell'assenza di tracciati dei boschi, vicoli stretti fatti di ciottoli male accostati, e questo è un altro fangoso sentiero fra boschi e campagna.
Lo stomaco le brontola inutilmente perché oggi ci sarà metà razione di cibo, e per protesta comincia a duettare con il cervello; un dialogo fatto di richieste pressanti da parte del ventre che chiede di essere riempito, e di tentativi di distrazione da parte della mente, fantasticherie infantili e grandiosi progetti di futuri impossibili, di quando avrem i soldi, ci compriamo una gran nave, ed un cappello a larghe falde, e magnerem da mane a sera enormi bistecche, pesci succulenti, e frutta e verdura dolzissime, troverem un gran alchimista capace di far viaggiar la nave pure in aria... in Oriente, Bill, lì c'hanno gran scienza, fan sparire le taverne in un battibaleno, e scommetti che pure fan volar le navi? Immagina la tua nave, che la chiamerem Il Rombo, Bill, e che voli su le teste de li pretacci, t'immagini il terrore che avranno in panza pensanti che sei la creatura senza nome?
Il compagno di viaggio la segue silenzioso, senza accorgersi del dialogo schizofrenico che si svolge all'interno della bestiolina lurida con cui viaggia. Non parlano molto, nessuno dei due, trovando in questo un punto in comune per andare d'accordo.
Sopportarsi può essere molto difficile, e loro di strada assieme ne hanno già fatta tanta: se fossero più chiacchieroni, avrebbero di certo già litigato.
Il sole comincia ad arrossare il cielo, e ci si vede meglio finalmente- perché si viaggia sempre di notte qui, questa curiosa vita ha scelto così, qualunque ora della giornata sia scelta per la partenza, sarà l'alba successiva a vedere il termine del viaggio; il sonno pare essere non necessario, o chissà, forse qui si dorme in piedi, come i cavalli.
Ilsebill si volta verso l'uomo che viaggia con lei, pronunciando le prime parole della giornata- e potrebbero anche essere le ultime per oggi- la permanenza in Svizzera ha contribuito a pasticciare il suo modo di parlare, come se ce ne fosse stato bisogno.
Ecco Parma e il suo vergero! Proseguiam diretti o ne fermiamo?
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Manntje, Manntje, Timpe Te,
Buttje, Buttje in der See,
myne Fru de Ilsebill
will nich so, as ik wol will.
Lo stomaco le brontola inutilmente perché oggi ci sarà metà razione di cibo, e per protesta comincia a duettare con il cervello; un dialogo fatto di richieste pressanti da parte del ventre che chiede di essere riempito, e di tentativi di distrazione da parte della mente, fantasticherie infantili e grandiosi progetti di futuri impossibili, di quando avrem i soldi, ci compriamo una gran nave, ed un cappello a larghe falde, e magnerem da mane a sera enormi bistecche, pesci succulenti, e frutta e verdura dolzissime, troverem un gran alchimista capace di far viaggiar la nave pure in aria... in Oriente, Bill, lì c'hanno gran scienza, fan sparire le taverne in un battibaleno, e scommetti che pure fan volar le navi? Immagina la tua nave, che la chiamerem Il Rombo, Bill, e che voli su le teste de li pretacci, t'immagini il terrore che avranno in panza pensanti che sei la creatura senza nome?
Il compagno di viaggio la segue silenzioso, senza accorgersi del dialogo schizofrenico che si svolge all'interno della bestiolina lurida con cui viaggia. Non parlano molto, nessuno dei due, trovando in questo un punto in comune per andare d'accordo.
Sopportarsi può essere molto difficile, e loro di strada assieme ne hanno già fatta tanta: se fossero più chiacchieroni, avrebbero di certo già litigato.
Il sole comincia ad arrossare il cielo, e ci si vede meglio finalmente- perché si viaggia sempre di notte qui, questa curiosa vita ha scelto così, qualunque ora della giornata sia scelta per la partenza, sarà l'alba successiva a vedere il termine del viaggio; il sonno pare essere non necessario, o chissà, forse qui si dorme in piedi, come i cavalli.
Ilsebill si volta verso l'uomo che viaggia con lei, pronunciando le prime parole della giornata- e potrebbero anche essere le ultime per oggi- la permanenza in Svizzera ha contribuito a pasticciare il suo modo di parlare, come se ce ne fosse stato bisogno.
Ecco Parma e il suo vergero! Proseguiam diretti o ne fermiamo?
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Manntje, Manntje, Timpe Te,
Buttje, Buttje in der See,
myne Fru de Ilsebill
will nich so, as ik wol will.